Categoria | |
Circoscrizione / Circoscrizioni | 3 |
Quartiere / Quartieri | 4: San Paolo |
1. Codifica complesso |
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Scheda / Schede | M_06 |
ID Edificio | |
Collegamento a scheda | In compilazione |
Vista aerea dell'ambito San Paolo (Google Maps, 2023). |
2. Ubicazione |
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Foglio PRGC | 8A, 8B, 12A, 12B |
Foglio | |
Particella | |
Cinta daziaria | Tra la prima e la seconda cinta daziaria |
3. Denominazione |
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Attuale | Circoscrizione 3, (Borgo) San Paolo |
Storica | Borgata San Paolo |
4. Periodizzazione |
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Fondazione impianto attuale |
L'aspetto attuale del quartiere deriva dagli ampliamenti definiti dal Piano Regolatore Edilizio per la regionedi S. Paolo, ad ovest della Città, fuori cinta, in correlazione ai piani regolatori interni, degli anni 1898-1901, che prevede il proseguimento dei tracciati viari oltre la cinta daziaria e conseguenti lottizzazioni secondo un sistema a grandi maglie e, nello specifico, dalle disposizioni del Piano Regolatore del 1906-08 e sue varianti degli anni successivi (1915, 1925, 1935) che portano al consolidamento progressivo delle lottizzazioni, definendo un settore prevalentemente produttivo e uno residenziale. |
Indicazioni specifiche |
Nella
seconda metà dell'Ottocento l'area di San Paolo era
prevalentemente connotata da un assetto rurale, con la
presenza di numerose cascine isolate e rispettive
pertinenze agricole; è possibile osservare da alcune
cartografie catastali (Plan géometrique de la Commune
de Turin del 1805 e dal Catasto Rabbini del 1866),
la presenza di alcuni canali di irrigazione e tracciati
viari che ripercorrono gli andamenti delle strade vicinali
(via Pollenzo, via Monginevro, via San Paolo). Negli ultimi decenni del XIX secolo
il territorio di San Paolo, che si estende oltre la cinta
daziaria, rimane ancora agricolo con la presenza di
cascine e piccoli nuclei detti "tetti" e, in
corrispondenza della Strada vecchia di Grugliasco (attuale
via Pollenzo), si individua l'area della futura borgata,
mentre all'interno della cinta del 1853, si individua già
la presenza del complesso industriale delle Officine
Ferroviarie, presso la Barriera di San Paolo. La Barriera di San Paolo è significativa sia perché dà luogo a un primo collegamento della borgata con la città entro cinta, sia perché fornisce la base per la pianificazione di un sistema a ventaglio di strade che confluiscono nella barriera grazie agli strumenti normativi successivi. Una seconda fase di urbanizzazione è costituita dall'impianto di edilizia residenziale di borgata, avvenuto alla fine dell'Ottocento, conseguente al Piano Regolatore Edilizio per la regione di S. Paolo, ad ovest della Città, fuori cinta, in correlazione ai piani regolatori interni, 1898-1901 (Piano Regolatore del 1901), che riguarda le borgate Cenisia, Campidoglio e San Paolo e sancisce il progetto di un reticolo viario a grandi maglie, definendo le lottizzazioni oltre la cinta daziaria. Tra i piani di ampliamento, quello di San Paolo è il primo a essere approvato, pertanto viene definita l'area con estensione ad ovest fino al limite dei corsi Lecce e Trapani (poi ripreso dal Piano Regolatore del 1906-08) e a sud fino alla barriera ferroviaria Torino-Modane. Sulla rete viaria esistente si innesta un nuovo reticolo stradale, che vede il prolungamento di corso Peschiera (sottoposto a regolamento edilizio dal 1887) e di via Monginevro come prosecuzione del tratto della Strada vecchia di Grugliasco; viene realizzato inoltre un ampio asse baricentrico all'ampliamento, costituito dall'attuale corso Racconigi. All'interno del settore compreso tra via Monginevro e corso Peschiera, vengono definite le prime lottizzazioni destinate al tessuto edilizio residenziale, di piccolo fronte su via e notevole profondità, distribuite in particolare lungo l'attuale via Pollenzo. Qui infatti si sviluppa la borgata, attorno alla polarità della Chiesa di San Bernardino, progettata dall'arch. G. Gallo nel 1891. Nel settore a sud, si costituiscono invece lotti molto ampi, a partire dall'impianto a schema stellare che si dirama da piazza Sabotino. Il nome della borgata deriva dalla strada di San Paolo, lungo la quale si trovava (dai primi del Settecento) il fabbricato del Ritiro degli Esercizi spirituali, poi ceduto al Demanio (anni sessanta dell’Ottocento) e trasformato in polveriera, posto sotto la protezione di San Paolo. Il periodo di transizione e trasformazione del territorio da un assetto prevalentemente agricolo, fino alla realizzazione di una borgata consolidata, è caratterizzato dall'insediamento di importanti poli industriali, elementi catalizzatori determinanti nella crescita demografica. La presenza delle vicine Officine Ferroviarie, quali importante centro industriale per la riparazione dei rotabili delle ferrovie, offriva infatti lavoro a oltre un migliaio di operai, e ha costituito una sorta di nucleo morfogenetico per l’urbanizzazione della borgata: nella Barriera di San Paolo infatti, che consentiva il collegamento delle Officine, interne alla cinta daziaria, con la borgata, confluivano le strade di San Paolo, Monginevro e Vecchia di Grugliasco. All'interno dell'ambito, tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX secolo, si insediano ulteriori poli produttivi industriali (l’Itala, la SPA, la Lancia, la Chiribiri, le carrozzerie Bertone e Pininfarina, la Diatto, la Materferro, le Officine Meroni), che determinano una rilevante presenza operaia, aspetto che negli anni successivi porterà alla definizione di San Paolo come "borgo rosso" o anche "Stalingrado", per la fervente adesione al movimento socialista dei residenti e la loro partecipazione attiva a esperienze politiche e sindacali. La borgata, che si sviluppa esternamente alla prima cinta daziaria, divenuta successivamente Strada di Circonvallazione, si consolida ulteriormente in maniera disordinata nel primo decennio del Novecento, all'interno del settore triangolare compreso tra le vie Monginevro e San Paolo, mentre si delinea maggiormente l'asse centrale di corso Racconigi. L'asse di corso Pescchiera inoltre consolida la saldatura tra il borgo e il resto della città, estendendosi fino alla nuova barriera di Francia (oggi piazza Massaua), identificata con i margini della seconda cinta daziaria. Si assiste quindi a una progressiva lottizzazione sostenuta da un fitto reticolo stradale in prossimità della cinta del 1853, a corso Racconigi e intorno al sistema radiale definito da Piazza Sabotino, mentre nelle zone in prossimità della ferrovia, in lotti più ampi e meno regolari, si insedia il comparto industriale e produttivo. Durante la dittatura mussoliniana in Borgo San Paolo si registra una viva coscienza antifascista, che culmina nel periodo della Resistenza, a cui sono legate figure di primo piano quali Giambone, Capriolo e il giovane Di Nanni. In questo periodo qui si formò buona parte della classe politica del dopoguerra (Montagnana, Pajetta, Foa, Ravera, Negarville ecc.) che rafforza la connotazione politica del quartiere. Il processo di completamento e integrazione della lottizzazione prosegue fino agli anni trenta e quaranta del Novecento, senza particolari stravolgimenti e seguendo le pianificazioni stabilite dalle varianti al Piano del 1906-08 (significative sono quelle del 1915, del 1926 e del 1935). Nel secondo dopoguerra però, la chiusura di molti degli stabilimenti dell'area fa sì che il quartiere sia soggetto ad alcune incisive trasformazioni urbane e sociali, fino a restituire l'immagine attuale. |
Data primo impianto |
Il quartiere prende il nome dalle proprietà dei conti Olivero, che nel 1717 fecero edificare per i Gesuiti un vasto edificio per gli Esercizi Spirituali, trasformato nel XIX secolo in polveriera e demolito a metà del Novecento, attorno al quale si sviluppa il nucleo insediativo di Borgo (di fatto Borgata) San Paolo verso la fine dell'Ottocento. |
5. Regime patrimoniale |
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Indicazioni specifiche |
L'ambito è caratterizzato da diverse
tipologie edilizie, coeve con gli sviluppi urbanistici che
hanno definito il quartiere. Relative alla fase di impianto della borgata a fine Ottocento e organizzazione urbana secondo il Piano Regolatore del 1901, ci sono le case di borgata, di proprietà e affitto, talvolta associate alla presenza di botteghe, come quelle di via San Bernardino 14, 16, 18, 20, 24. Vi sono poi edifici costruiti nei primi due decenni del Novecento, conseguenti alle disposizioni del Piano Regolatore del 1906-08 e successive varianti, come quelli siti in via Di Nanni 102, 108, 109, 111 e via Monginevro 44, 44 bis, generalmente di tipo residenziale destinati all'affitto e con presenza di negozi. Tra gli altri edifici di gusto liberty si ricorda il nucleo di villlini (tra via Venasca 27 e via Cesana 61); l'edificio in via Caraglio 13, del 1905 su progetto dell'ing. De Stefanis; le palazzine in via Perosa 54-56; le palazzine in via Staffarda 3 e via Rossana 15; l'edificio in via Campiglione 5 e il nucleo di casette in via Monginevro 66, 68, 68 bis. In corrispondenza con l'ultima fase di completamento delle lottizzazioni degli anni trenta e quaranta del Novecento, ci sono alcuni edifici residenziali destinati all'affitto di livello medio, come quelli in via Volvera 23 e via Bossolasco 8, 10, 12. Si segnalano inoltre i quartieri di edilizia popolare, alcuni dei quali dallo stile ricercato, come la casa popolare a villino bifamiliare e duplex (via Vigone 14-16), su progetto dell'arch. Andrea Torasso e dell'ing. P. Peyron, nel 1905 su concorso per conto dell'Istituto opere pie S. Paolo; l'edificio della Società Cooperativa per abitazioni civili (via Polonghera 47-49), del 1907; il Quartiere 9 (tra le vie Luserna di Rorà 11, Verzuolo Revello 42, Perrero), su progetto di Pietro Fenoglio del 1908; le Case economiche dei ferrovieri (tra gli isolati di corso Racconigi, piazza Marmolada, corso Rosselli, via Lussimpiccolo, via Murazzano, via Malta), costituito da 18 casette bifamiliari per conto della Società Cooperativa Case Economiche Ferrovieri del 1921; l'edificio di edilizia popolare delle Case Economiche Ferrovieri (corso Racconigi 222, corso Rosselli), costruito per conto della Società Anonima Cooperativa Case Economiche per Ferrovieri del 1921; le Case economiche per ferrovieri (isolato tra le vie Cavallermaggiore, Moretta, Vinadio, Lombriasco) del 1922; i Quartieri 28 e 48 (su due isolati di corso Rosselli 159-161, via Tolmino 61), costruiti per conto delle Ferrovie dello Stato, su progetti del 1928 e del 1948; il Quartiere 14, già “Amos Maramotti” del 1927 (tra i corsi Peschiera, Racconigi e le vie Cenischia, Frassineto, Azzi, Pragelato), costituito da 34 edifici; il Quartiere 40, complesso del 1939 per conto delle Ferrovie dello Stato (tra corso Ferrucci, Peschiera, via Boggio); un nucleo di case di gusto eclettico e liberty (via Capriolo 42-54 e 45-57) edificate dal 1880 a 1930. Tra l'edilizia scolastica si distinguono le scuole elementari Battisti, costruite dal Comune su progetto dell'ing. Vigliani nel 1903, poi ampliate nel 1912 (tra le vie Luserna di Rorà, Revello, Verzuolo, Vigone), la scuola elementare Santarosa, con un notevole apparato decorativo, su progetto dell'ing. Dolza per il Comune di Torino tra il 1915 e il 1920 (isolato tra le vie Malta, Braccini, Chiomonte, S. Paolo); la scuola media Drovetti (via Moretta 55, via Revello), già fabbricato industriale, su progetto di Pietro Fenoglio del 1906; la scuola tecnica G. Plana (piazza Robilant 5, via Plana), dei primi anni del Novecento, che caratterizza l'affaccio della piazza. Appartenenti all'edilizia per il culto, si segnalano la Chiesa di San Bernardino (tra le vie S. Bernardino, Chiomonte), costruita su progetto di Francesco Gallo nel 1866, fulcro visivo e funzionale per l'insediamento del borgo, nonchè luogo identitario di aggregazione; la Chiesa del Gesù adolescente (via Luserna di Rorà 16) di gusto tardo eclettico del 1922; la Casa Missionaria Santa Maria Mazzarello (corso Peschiera 197, via Cumiana 2), costruita nella seconda metà dell'Ottocento da un architetto della scuola di Petiti e Reycend, in stile eclettico. All'interno dell'ambito giocano un ruolo cruciale gli spazi di aggregazione, quali aree verdi, giardini e piazze (come la zona verde compresa tra largo Orbassano, corso De Nicola e via Tirreno, qualificata con strutture per il tempo libero e dalla presenza di un giardino alberato), ma soprattutto gli spazi mercatali, poli di grande rilevanza identitaria sin dalle origini della borgata, aventi importanza sia funzionale sia per le attività sociali e politiche. Tra questi si seganlano, il mercato quotidiano lungo corso Racconigi, uno dei più estesi di Torino, che genera una diversa configurazione dell’immagine ambientale durante l’arco della giornata; il mercato di via Di Nanni, di minori dimensioni, ma luogo di aggregazione centrale per la comunità. Oltre a questi spazi, si segnala via Villafranca come una delle strade di maggiore richiamo, sia per l’intensa attività commerciale del mercato e dei negozi, sia per la presenza di spazi e luoghi d’incontro, soprattutto nel tratto prospiciente la chiesa di San Bernardino. Sebbene oggi San Paolo appaia prevalentemente come un tranquillo quartiere residenziale, ha avuto in passato una duplice vocazione residenziale-produttiva, data la presenza dei numerosi stabilimenti industriali che si sono insediati all'interno dell'ambito, soprattutto nel settore meridionale. Oggi, dopo la dismissione o il trasferimento di molte fabbriche a partire dagli anni sessanta del Novecento, gli edifici produttivi rimasti sono stati riconvertiti oppure abbandonati, tuttavia rimangono esempi tipici dell'edilizia industriale del Novecento e poli di identità culturale per il quartiere. Tra questi si ricordano l'ex Stabilimento Lancia (corsi Peschiera 193, Racconigi), progettato in cemento armato da Michele Frapolli dal 1919 al 1922; lo Stabilimento ex SPA, società ligure-piemontese automobili (corso Ferrucci 122, via Braccini), palazzina uffici a servizio dell'industria, del 1906; lo stabilimento FIAT Ferroviaria (tra corso Rosselli, piazza Marmolada e corso Lione), adibito alla produzione di materiale ferroviario agli inizi del Novecento e successivamente ampliato. Tra le industrie oggi demolite invece si segnala l'Itala, il cui ampliamento si estendeva tra i corsi Orbassano, Rosselli, Racconigi, la ferrovia di Modane e la ferrovia Torino-Milano, su progetto di Pietro Fenoglio nel 1906; la Società Anonima Auto Costruzioni Meccaniche Chiribiri, che si espande e si trasferisce a San Paolo dal 1917, tra via Caraglio e via Lancia. Tra gli altri edifici caratterizzanti San Paolo, si segnalano l'ex Gruppo rionale fascista “Amos Maramotti”, poi Istituto tecnico Santarosa (corso Peschiera 230), su progetto di G. Canasri del 1936; i Bagni pubblici di San Paolo (via Luserna di Rorà 8), di gusto Novecento e costruiti negli anni trenta del XX secolo; il Grattacielo Lancia (in via Lancia 26-27), edificio per uffici su progetto del 1955 coordinato da Nino Rosani, con la consulenza dello studio Ponti Fornaroli, Rosselli e strutture degli ingg. Danusso e Pugno; il dopolavoro Lancia (piazza Robilant 16), di gusto Novecento, connesso al prospiciente padiglione (centrale SIP), di gusto eclettico, forse di Michele Frapolli, 1919. |
6. Riconoscibilità logiche insediative |
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X | Riconoscibilità del nucleo originario |
X | Presenza di stratificazioni successive/demolizioni/lacune rispetto al nucleo originario |
Indicazioni specifiche |
San Paolo appare oggi un quartiere
caratterizzato da un tessuto edilizio disomogeneo e variabile,
anche lungo uno stesso asse portante, in cui è possibile
distinguere architetture appartenenti a diverse fasi di
urbanizzazione e, sebbene sia difficile osservare grandi
comparti uniformi di una specifica tipologia edilizia, è
possibile rilevare ancora alcuni elementi riferiti
all'originaria logica di borgata Nello specifico, i riferimenti morfologici e tipologici degli edifici del nucleo originario non sono riconoscibili in prossimità delle antiche barriere daziarie, aree che hanno subito trasformazioni più significative, ma sono più evidenti lungo alcuni tracciati stradali. Percorrendo la via San Paolo, a partire dall'omonima Barriera, si osservano il passaggio privato Cantalupo e un nucleo di piccole case, site in un isolato tra le vie Chiomonte e San Bernardino, con affaccio sulla piazza Galvagno. Anche lungo via Pollenzo (tratto dell'ex strada vecchia di Grugliasco), vi è un edificio di piccole dimensioni e uno stretto passaggio di collegamento tra via Pollenzo e via Monginevro; lungo quest'ultima, tra i corsi Racconigi e Trapani, vi è un altro nucleo di case di borgata, site in grandi isolati in cui vi erano anche alcuni stabilimenti industriali; si segnala inoltre una particolare palazzina in mattoni scuri, sita lungo corso Trapani, e caratterizzata da una significativa struttura formale, alta e stretta tra edifici tipici di un'edilizia quantitativa. La disomogeneità dell'impianto urbanistico e del tessuto edilizio rappresenta tuttavia un elemento caratterizzante della borgata, gradevole per l’autentica vivacità che manifesta nella sua dimensione ambientale. Si osserva infatti una certa miscellanea stilistica, che alterna edifici di piccole dimensioni appartenenti alla tipologia borghigiana, a villini e palazzine di gusto primo Novecento mediamente ricercati, a loro volta in contrasto con edifici di volumetria imponente e cromie dissonanti, realizzati dagli anni cinquanta agli anni ottanta del Novecento, nonché sopraelevazioni e interventi di ripristino delle facciate che hanno alterato in maniera significativa l'aspetto originario della borgata. Un nucleo più compatto che conserva ancora i caratteri tipici della borgata è quello incernierato su via Frejus, in cui si collocano case semplici che costituiscono un tessuto omogeneo, molto simile a quello interno alla perimetrazione del quartiere Cenisia. Casi analoghi di uniformità tipologica si riscontrano solo nelle vie Osasco, San Paolo, Reano e nei pressi delle già citate vie Monginevro e tratto ovest di corso Racconigi, tutte aree limitrofe a piazza Sabotino, nucleo centrale del borgo. Sebbene siano ancora presenti alcuni edifici di borgata, all'interno del quartiere si riscontra anche una prevalenza di architetture di gusto liberty, alcune più modeste ed essenziali nei decori, altre più raffinate. Tra gli edifici caratterizzanti, si segnala inoltre la presenza di bassi fabbricati con destinazione d'uso originaria artigianale, oggi prevalentemente riconvertiti a garages, che si collocano sia lungo i fronti stradali, sia all'interno dei cortili, ma visibili all'esterno, contribuendo alla percezione di irregolarità del costruito, con volumetrie incongrue e discontinue. Tuttavia, all'interno del quartiere, gli elementi particolarmente identitari sono rappresentati dalle architetture per la produzione e per i servizi che sono stati centri catalizzatori per la formazione di una forte classe operaia di residenti nel quartiere, soprattutto situati nella zona sud-ovest. Tra questi, lungo corso Racconigi, si ricordano l'ex FIP, Fabbrica Italiana Pianoforti, al civico 51, dei primi decenni del XX secolo; la scuola elementare Battisti, via Luserna di Rorà 12-14 (1903); il fronteggiante quartiere di edilizia popolare Q9, nell'isolato tra le vie Luserna di Rorà, Verzuolo, Revello, Perrero, di Pietro Fenoglio (1908); la vicina chiesa di Gesù Adolescente, di gusto neoeclettico (1922). Nel settore nord-ovest della borgata, che gravita sul corso Peschiera, il complesso dell’ex Stabilimento Lancia, all’angolo tra i corsi Peschiera e Racconigi, di Michele Frapolli (1919-1922) e la contigua Casa Missionaria S. Maria Mazzarello (seconda metà del XIX secolo) costituiscono poli di notevole caratterizzazione, architettonica e ambientale, così come l’ex Gruppo rionale fascista Amos Maramotti, corso Peschiera 230 (1936), luogo di controllo del "borgo rosso". Si segnala infine il complesso ottocentesco delle ex Officine Ferroviarie (incluso nelle perimetrazioni degli ambiti Cenisia e Crocetta, secondo il criterio di studio adottato nel corso delle indagini sui borghi e le borgate di Torino (2014) in corso Castelfidardo), che ha costituito il motore dello sviluppo insediativo della borgata San Paolo. Il settore meridionale dell'ambito, caratterizzato da ampi isolati irregolari, in cui erano situati i primi stabilimenti produttivi, assume un aspetto inedito rispetto alle altre zone del quartiere: qui le poche case di borgata rimaste appaiono elementi alieni e incoerenti rispetto ai grandi palazzi più recenti, che compongono l'ambiente urbano dominante. Fa eccezione corso Rosselli, in cui si osservano alcuni complessi di edilizia popolare, distinti da architetture particolarmente ricercate, che definiscono una specifica identità ambientale. |
7. Elementi di connessione con il territorio circostante |
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X | Relazioni con il sistema viario | Relazioni con il sistema idrico | |
X | Relazioni con il sistema ferroviario | Relazioni con il contesto territoriale |
Indicazioni specifiche |
L'ambito di San Paolo presenta una solida
relazione con il sistema viario a cominciare dalla sua
perimetrazione, rispettivamente via Frejus, corso Vittorio
Emanuele II, corso Castelfidardo, corso Lione, una parte di
via Tirreno, corso Trapani ed è inoltre attraversato da
importanti tracciati di collegamento, come corso Ferrucci, già
sedime della cinta daziaria del 1853, corso Lione, corso
Mediterraneo, corso Peschiera, asse rettore della composizione
urbana definito dal Piano per il prolungamento degli assi
viari fuori la cinta daziaria del 1887, corso
Racconigi, direttrice semianulare e asse baricentrico
dell'espansione oltre la prima cinta daziaria, corso Rosselli,
corso Trapani, via Braccini, via Frejus, via Lancia, via
Monginevro, antica direttrice extraurbana. All'interno dell'ambito si individuano poi alcuni nodi nevralgici della viabilità urbana, come piazza Robilant e piazza Sabotino, che definiscono un impianto urbanistico a schema stellare e piazza Marmolada, da cui dipartono corso Lione, corso Rosselli, corso Racconigi e via Spalato. Vi è inoltre una certa relazione funzionale e non diretta con il sistema ferroviario, identificato con l'antica linea ferroviaria Torino-Modane, in adiacenza con il quartiere Crocetta-San Secondo attraverso il prolungamento degli assi stradali di corso Peschiera, corso Lione e di corso Rosselli. |
8. Vincoli e prescrizioni |
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X | P.R.G. | X | Soprintendenza |
P.P.R. | Altre tutele |
Indicazioni specifiche |
9. Norme urbanistico edilizie di attuazione |
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X | Inclusione nelle aree ZUT/ATS |
Indicazioni specifiche |
Le aree di trasformazione ricadono rispettivamente verso il limite sud-ovest del macroambito e lungo corso Trapani, relative agli interventi del complesso di "Spina 2" e alcuni spazi ex-industriali (8.13, 8.14, 12.2, 12.27 e 12.28); esiste un'ulteriore area di trasformazione nella porzione nord-est lungo corso Castelfidardo, denominate "Spina 2" 8.18, in prossimità del complesso del Politecnico. |
10. Descrizione e considerazioni (cronologie, comparazioni, riferimenti) |
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Riguardo al primo insediamento del
quartiere, spesso si fa riferimento a San Paolo sia come borgo
sia come borgata. L'area esterna alla cinta fortificata e
tangente la prima cinta daziaria del 1853 è definita nella
volgata comune "borgo", così come l'inclinazione politica
porterà alla identificazione del luogo come "borgo rosso".
Tuttavia, dal punto di vista della storia urbanistica, per
quest'area, il processo di formazione dell'insediamento, che è
strettamente legato alle barriere daziarie, in questo caso la
barriera di San Paolo, appartiene alla tipologia della
borgata. In altre fonti la qualifica di borgata appare differente per due zone diverse individuate entro l'ambito: la prima, che si estende attorno al fulcro di piazza Sabotino, nota come borgata San Paolo, mentre la seconda, che si articola attorno all'asse portante di via Monginevro, viene talvolta citata come borgata Monginevro. Ad ogni modo, l'ambito è caratterizzato da una forte identità, che non si configura soltanto nella sua immagine ambientale storica legata alle architetture o alla sua conformazione urbana, ma che si rivela anche e sopratutto nella sua dimensione immateriale, in qualità di fattore culturale comune generato dai suoi abitanti. Lo spirito movimentato di San Paolo appare riconoscibile anche per quanto riguarda il tessuto costruito del quartiere, in cui si individuano tipologie edilizie molto diverse tra loro per dimensioni e volumetrie, che creano uno skyline disomogeneo e un'immagine ambientale nervosa, ma ricorrente e caratterizzante la conformazione odierna della borgata. Si alternano infatti strade molto larghe con vie private brevi e strette, case semplici e di pochi piani, in contrasto con villini e palazzine dei primi decenni del Novecento, talvolta stilisticamente ricercati e ancora, edifici multipiano costruiti dal secondo dopoguerra fino agli anni ottanta del Novecento, che propongono materiali di facciata e volumetrie aliene ai caratteri insediativi originari (da Borghi e borgate, 2014). Un esempio evidente è costituito dalle vie Di Nanni e Monginevro (oggi le due strade commerciali più attrattive della zona) che hanno mantenuto l’antico ruolo primario nella distribuzione viaria e, insieme ai corsi Peschiera e Racconigi, si differenziano dagli altri assi, sia per la fitta presenza di negozi, sia per il loro aspetto, caratterizzato da architetture formalmente abbastanza ricercate, seppure molto difformi tra loro. I tratti delle stesse vie a nord di corso Peschiera rivelano invece caratteri più omogenei, con la presenza di edifici di media altezza (tre-cinque piani), abbastanza uniformi nella volumetria e nello stile, spesso di gusto Liberty, disposti in modo da creare una cortina continua, interrotta da pochi edifici di periodi e morfologie differenti. Entrambe le strade, nel loro tratto a sud, presentano invece un settore con architetture molto variabili e con caratteristiche difformi e incoerenti rispetto agli edifici originari della borgata. Il corso Peschiera infatti è caratterizzato da una notevole variabilità tra edifici di piccola dimensione e palazzi multipiano più recenti che appaiono predominanti dell'immagine ambientale. In contrapposizione, gli edifici dispisti lungo corso Racconigi rivelano una certa ricercatezza formale e stilistica che, abbinata a un contenuto sviluppo in altezza (dai due ai cinque-sei piani), determina una cortina costante e continua lungo il tracciato, sebbene sia scandita dalla presenza di numerosi edifici per la produzione e i servizi, in gran parte rifunzionalizzati, che definiscono la presenza di un grande patrimonio di architetture del Novecento per tipologia e dimensioni (da Borghi e borgate, 2014). La variabilità diffusa e lo spirito identitario del quartiere non riguardano solo il tessuto costruito, ma anche l'impianto urbanistico, che non segue la maglia ortogonale di altri quartieri oltre la cinta daziaria, ma si articola attorno al prolungamento di tracciati obliqui, che determinano una diversa scansione delle lottizzazioni. La struttura viaria è infatti impostata prevalentemente su assi radiali e obliqui diversamente direzionati, di collegamento tra i luoghi nodali del tessuto urbano, definendo quindi isolati irregolari e di forma diversificata. Tra gli assi viari principali si distinguono gli ampi corsi alberati (Trapani, Ferrucci, Peschiera, Rosselli e Racconigi, spina dorsale del settore) che caratterizzano l’immagine ambientale della borgata; si segnalano poi altre strade minori, ma altrettanto significative in quanto ricalcate sugli antichi collegamenti tra la città consolidata e i territori extraurbani, quali le vie Monginevro, Di Nanni, San Paolo, poi integrate nelle pianificazioni di primo Novecento. La maglia viaria inoltre è ulteriormente polarizzata su alcuni snodi della viabilità urbana, come le piazze Sabotino e Robilant, da cui si diparte uno schema viario radiale. Sebbene entrambe siano importanti punti nevralgici della distribuzione stradale, piazza Robilant, a differenza di piazza Sabotino, presenta anche uno spazio di aggregazione legato all'incontro e alla sosta delle persone. Oltre a queste piazze, all'interno dell'ambito sono particolarmente significative e vissute dai residenti le aree a giardini e a verde, ma anche i mercati che, dalle origini dell'insediamento della borgata, diventano fulcri di attrazione e aggregazione, identificandosi come luoghi identitari a livello sociale e funzionale. |
11a. Documentazione cartografica storica |
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Antonio Rabbini, Mappa originale del Comune di Torino, detta “Catasto Rabbini”, 1866. ASTO, Riunite, Finanze, Catasti, Catasto Rabbini, ff. XXII, XXV, XXVI. |
Comune di Torino, Piano Topografico del Territorio ripartito in Frazioni e Sezioni di Censimento, 1911. ASCT, Tipi e disegni, 64.8.17. |
Ufficio Municipale dei Lavori Pubblici, Pianta di Torino coll’Indicazione dei due Piani Regolatori e di Ampliamento rispettivamente delle Zone piana e collinare adottati dal Consiglio Comunale nel 1913, colle Varianti approvate successivamente sino a Maggio 1915, 1916. ASCT, Tipi e disegni, 64.6.8. |
Servizio Tecnico Municipale dei Lavori Pubblici, Pianta di Torino coll’Indicazione dei due Piani Regolatori e di Ampliamento rispettivamente della Zona piana […] e della Zona collinare […] aggiornati colle Varianti deliberate successivamente sino a Giugno 1935 (terza variante piano 1908). ASCT, Tipi e disegni, 64/7/8/1-8. |
11b. Documentazione cartografica attuale |
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Piano Regolatore 1995. Tavv. 8a, 8b, 12a, 12b (Geoportale Comune di Torino). |
Ortofoto dell'ambito San Paolo (Google Maps, 2023). |
12a. Documentazione storica |
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Chiesa di San Bernardino (Foto storica. Fonte: MuseoTorino). |
Il grattacielo Lancia in un'immagine d'epoca (tratta da: Nino Rosani, Edizioni Eda, Torino 1974). |
Palazzetto dello Sport, foto dei primi anni Ottanta del Novecento (Fonte: MuseoTorino). |
Isola pedonale Parco Ruffini (Fotografia della Gazzetta del Popolo, 1977. Archivio Storico della Città di Torino. GDP sez I 1425F_028. Fonte: MuseoTorino). |
Mercato in via Dante Di Nanni (Foto Ghidoni, 1958 Fonte: Archivio Storico della Città di Torino. ASCT, Fototeca, GDP sez I 1425C_008. Fonte: MuseoTorino). |
Mercato di Borgo San Paolo in via Di Nanni, 1959 (Archivio Storico della Città di Torino. ASCT, Fototeca, GDP sez I 1425C_013. Fonte: MuseoTorino). |
12b. Documentazione attuale |
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Chiesa di San Bernardino (Foto di Paola Boccalatte, 2014. Fonte: MuseoTorino). |
Un edificio in Borgo San Paolo (Foto di Dario Lanzardo, 2010 Fonte: MuseoTorino). |
Ex stabilimento Lancia, in via Monginevro, 99 (Foto: Mattia Mammoliti, gennaio 2011. ISMEL. Fonte: MuseoTorino). |
Grattacielo Lancia, progetto di Nino Rosani con Antonio Fornaroli, Gio Ponti e Alberto Rosselli, 1953-1964 (Foto di Fabrizia Di Rovasenda, 2010. Fonte: MuseoTorino). |
Parco di Borgo San Paolo, viale Bistolfi (Fotografia della Gazzetta del Popolo, fine anni Sessanta del Novecento. Archivio Storico della Città di Torino. GDP sez I 1425F_016. Fonte: MuseoTorino). |
Stadio Primo Nebiolo recintato (Foto di Angela Caterini, 2015). |
13. Documentazione archivistica |
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14. Documentazione bibliografica |
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15. Sitografia |
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16. Compilazione e revisione |
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Compilatore scheda: | Giulia Bergamo |
Data compilazione: | Agosto 2021 |
Revisore scheda: | Chiara Devoti, Giulia Bergamo |
Data revisione: | Novembre 2021 |