Categoria | |
Circoscrizione / Circoscrizioni | 4 |
Quartiere / Quartieri | 6: Campidoglio, San Donato |
1. Codifica complesso |
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Scheda / Schede | M_07 |
ID Edificio | |
Collegamento a scheda | In compilazione |
Vista area dell'ambito Campidoglio (Google Maps 2021). |
2. Ubicazione |
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Foglio PRGC | 8B |
Foglio | |
Particella | |
Cinta daziaria | Tra la prima e la seconda cinta daziaria |
3. Denominazione |
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Attuale | Circoscrizione 4, Campidoglio |
Storica | Borgata Campidoglio |
4. Periodizzazione |
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Fondazione impianto attuale |
La configurazione attuale dell'ambito corrispondente al quartiere Campidoglio deriva da una progressiva pianificazione normata dal Piano Regolatore del 1906-08 e, soprattutto dalle sue varianti, che definiscono i processi di lottizzazione successivi al disegno del reticolo ortogonale del nucleo originario voluto dagli imprenditori Momigliano e Segre. |
Indicazioni specifiche |
In origine quest'area, che si sviluppa
oltre la cinta daziaria del 1853, aveva una connotazione
prevalentemente rurale, confermata dalle rappresentazioni dei
catasti redatti dopo Unità d'Italia, che testimoniano la
presenza di un sistema di cascine e dei tracciati di alcune
vie, precedentemente mai rappresentate né nella Carta
Topografica della Caccia, (1761-66) né nel catasto
napoleonico. L'insediamento, che appare come un settore
compatto oltre il sedime della cinta daziaria, sembra
dipendere direttamente dal più antico borgo del Martinetto,
anche grazie alla presenza del rispettivo canale e della
strada foranea (oggi vie Ronchetto e Colleasca), che
connettono il nucleo al vicino canale della Pellerina. Il nucleo centrale della borgata Campidoglio è il risultato di un ampliamento regolamentato a partire da una paleolottizzazione, in assenza di strumenti urbanistici, secondo il progetto del geometra Colla, commissionato dai banchieri Momigliano e Segre, per poi essere rivisto e regimentato dai Piani Regolatori successivi. Il nucleo centrale dell'insediamento dunque è organizzato attorno a un fitto reticolo viario ortogonale, attorno al quale si sviluppano i successivi ampliamenti. Infatti, come rivela la rappresentazione dei lotti di terreno di Giuseppe Colla (Borghi e Borgate, 2014, p. 293), tra le strade preesistenti che determinano il suddetto reticolo vi sono la Strada Comunale di S. Rocchetto (attuale via San Rocchetto), la Strada Comunale detta di Collegno (odierno tracciato delle vie Balme e Musiné), il prolungamento di via Dora Grossa (via Cibrario) e si individua un tracciato probabilmente corrispondente all'attuale via Colleasca. Le vie traverse alla via Cibrario invece coincidono con le vie Rivara, Fiano, Corio, Ceres, Locana e Rocciamelone. Tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento si consolida progressivamente il processo di lottizzazione attorno alla griglia ortogonale, tramite ampliamento di alcune arterie principali di collegamento della borgata con quelle adiacenti: in particolare si assiste all'operazione di saldatura tra Campidoglio e borgata San Paolo, grazie al prolungamento stradale oltre il confine costituito dalla strada vecchia di Collegno, per connettersi successivamente alle cascine del Santus e Crema, fino alla Barriera di Francia, corrispondente con l'attuale piazza Bernini e al primo tracciato della cinta daziaria. Si assiste quindi a un infittimento del reticolo viario, con il prolungamento della maglia ortogonale e a una consistente stratificazione del costruito, fino a estendere alla delimitazione dei grandi assi viari l'insediamento primario della borgata. In questo contesto infatti, conclusasi la trasformazione voluta da Momigliano e Segre, si susseguono due piani di ampliamento significativi che interessano la borgata. Il primo (approvato con Regio Decreto del 4 settembre 1887) sancisce il prolungamento fuori cinta daziaria dei principali corsi e vie, nello specifico di via Cibrario; il secondo (approvato con Regio Decreto del 31 marzo 1901) riguarda la cosiddetta «regione S. Paolo», che comprende i nuclei borghigiani di San Paolo, Cenisia e Campidoglio, e sancisce il progetto di un reticolo viario a grandi maglie, che include il nucleo centrale preesistente della borgata. Viene definito progressivamente il perimetro di Campidoglio, delimitato a nord dal canale della Pellerina, a sud dalla strada vecchia di Collegno, a est dal sedime della cinta daziaria, su cui si innesta corso Tassoni e, in direzione opposta, il tessuto urbano della borgata si fonde con i territori rurali ancora non edificati. Il disegno di una sorta di "città nuova", esterna alla prima cinta daziaria del 1853, risponde alla volontà di trovare un collegamento diretto con la città già consolidatasi entro la cinta. Nel primo decennio del Novecento il processo di saldatura con il nucleo del centro città e con i quartieri adiacenti appare ormai consolidato ed evidente, soprattutto con la variante del Piano Regolatore del 1915, in cui si osserva il corso Altacomba (oggi corso Svizzera) che si configura come limite di chiusura della borgata, e piazza Risorgimento come confine meridionale. Nel 1935, la variante del Piano Regolatore conferma il compimento di questa trasformazione, in cui la pizza Risorgimento costituisce un preciso margine rispetto al nucleo più antico della borgata e il reticolo viario tra corso Tassoni e il corso Svizzera appare ormai molto saldo. Questa configurazione urbana risulta simile a quella attuale, in quanto i limiti normativi sono dati dai confini comunali, in seguito alla soppressione nel 1930 della cinta daziaria. |
Data primo impianto |
Il nucleo centrale della borgata è costruito su una paleolottizzazione di un territorio prevalentemente rurale, in cui esisteva un sistema di cascine e relative pertinenze, testimoniato solo dalla cartografia post unitaria. Questo primo processo di lottizzazione, esterna e prossima alla prima cinta daziaria, avviene dapprima in assenza di strumenti urbanistici, su commissione dei banchieri filandieri Momigliano e Segre, su progetto del geometra Colla (1880). |
5. Regime patrimoniale |
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Indicazioni specifiche |
Il quartiere presenta un tessuto urbano misto, ma
tendenzialmente omogeneo, in cui le architetture tipiche
del nucleo insediativo di borgata convivono e si alternano
a palazzine residenziali volumetricamente e formalmente in
contrasto con i caratteri ambientali originari. Si segnala infatti la presenza di
lacerti del nucleo urbano originario in alcuni comparti
del quartiere, più o meno integrati all'edilizia più
recente con edifici multipiano, situati nei settori
corrispondenti al reticolo ortogonale derivante dalla
lottizzazione con piano unitario di iniziativa privata
(Momigliano, Segre), compresi tra le vie Colleasca e
Nicola Fabrizi e i corsi Tassoni e Svizzera. Nello
specifico si segnalano le vie caratterizzanti
Rocciamelone, Balme, Fabrizi, Colleasca.
Contiguo e funzionalmente saldato al più antico borgo del
Martinetto, l'ambito ne condivide a tratti caratteristiche e
punti di aggregazione, che appaiono ormai indistintamente
attribuibili a entrambi i macroambiti e che quindi verrano
assegnati indifferentemente a entrambi. Si segnala poi un nucleo pianificato a ville unifamiliari risalenti agli anni venti e alla metà degli anni trenta del Novecento, situate in corso Svizzera, vie Pilo e Prarostino. Ci sono poi complessi di civile abitazione, rispettivamente quello della Società Cooperativa Impiegati e maestri municipali, su progetto del 1926 (via Bianzè 19,21, 23, 25, via Rosta 13, via Digione 26, via Alpignano 25, 27 e 28) e quello della Società Cooperativa Fratellanza mutilati edili, su progetto del 1929-30 (via Saluggia 15, 17, 19, via Balme 48). Il macro ambito è caratterizzato da numerosi servizi primari, tra cui quelli inerenti all'attività scolastica, per i quali si segnala la Scuola materna Verna (via Musinè 8), costruita dalla Federazione degli asili infantili suburbani nel 1889; la Scuola elementare Manzoni (corso Svizzera 59, vie Fabrizi, Balme) edificata dal Comune di Torino, su progetto dell'ing. Ghiotti nel 1911 di gusto tardo liberty; l'Istituto Sacra Famiglia (tra le vie Pilo, Medici, Brione e giardini pubblici del Santus), databile al primo ventennio del Novecento e costruito su una preesistenza denominata «Il Santus», trasformato in collegio e scuola nel secondo dopoguerra, da cui prende il nome l'adiacente area verde; il Liceo Cavour (corso Tassoni 15), costruito negli anni trenta del Novecento; la sede della SUISM, Scuola Universitaria Interfacoltà in Scienze Motorie, (piazza Bernini 12), edificio costruito tra il 1929 e il 1931, come "Casa del Balilla". Per quanto concerne l'edilizia per il culto invece si segnala la Chiesa di Sant'Alfonso (tra corso Tassoni e via Cibrario), realizzata dall'ing. Gallo nel 1893. All'interno dell'ambito si segnala poi la presenza di aree verdi, piazze, e luoghi di aggregazione e identitari, rispettivamente piazza Moncenisio, circondata da alberature e in cui vi è anche un'area giochi per bambini; il giardino di via Belli, anch'esso con un'area giochi; i giardini del Santus, adiacenti all'Istituto Scolastico Sacra Famiglia, in corso Svizzera 17-25; contiguo ai giardini del Santus, si trova inoltre il giardino Dispersi sul Fronte Russo 1941-43, su via Medici, in commemorazione dei caduti durante la Seconda Guerra Mondiale; piazza Risorgimento, sotto la quale si trovava un rifugio antiaereo; si ricorda poi la presenza, in contiguità con il borgo del Martinetto, del Sacrario del Martinetto, in corso Svizzera angolo corso Appio Claudio, che consiste nell'unica parte sopravvissuta del poligono di tiro della città; in ultimo, si segnala l'area verde più estesa, costituita da parte del parco della Pellerina, tra corso Appio Claudio, corso Regina Margherita e corso Lecce, fascia fluviale verde a ridosso di un tratto della Dora. Si segnala inoltre la presenza del grande mercato rionale lungo corso Svizzera, nel tratto tra via Bianzè e piazza Perotti, già esistente nel 1930 lungo lo stesso tratto, allora noto come corso Altacomba. Tra gli altri edifici significativi presenti nell'ambito, si ricordano l'ex edificio industriale S.C.A.T. dedicato alla produzione di autoveicoli (tra corso Francia, piazza Rivoli, corso Lecce, vie Pilo e Brione), costruito nel 1913 su progetto del geom. Federico Politano, successivamente convertito in caserma e attualmente noto come Caserma Amione; la Sede G.I.L., poi Casa del Balilla (piazza Bernini 12), costruita nel 1929-31 dall'arch. Costantino Costantini, esempio significativo di architettura pubblica di epoca fascista, che segue l'andamento dell'isolato curvandosi nel disegno della piazza e contenente piscine e palestre e spazi ricreativi, oggi convertito in sede universitaria SUISM; il Cineva Savoia, poi noto come Astra e poi Odeon (via Pilo 2 bis), progettato da Contardo Bonicelli nei primi anni trenta del Novecento, che si configura come edificio di gusto art déco, con caratteri formali tipici per la tipologia del cinematografo. |
6. Riconoscibilità logiche insediative |
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X | Riconoscibilità del nucleo originario |
X | Presenza di stratificazioni successive/demolizioni/lacune rispetto al nucleo originario |
Indicazioni specifiche |
Campidoglio, rispetto ad altri ambiti
torinesi, è uno dei quartieri che si sono sviluppati da un
nucleo di borgata, che meglio conserva l'immagine ambientale
originaria. E' ancora riconoscibile attualmente un nucleo
originario abbastanza compatto che è compreso tre le vie
Colleasca e Nicola Fabrizi e i corsi Tassoni e Svizzera. All'interno di questo settore sono ancora oggi leggibili le tracce dell'antica borgata, anche se costituite da singoli edifici isolati che si inseriscono in un tessuto edilizio misto, composto da architetture più recenti e differenti per volumetria e caratteri formali. Nello specifico, l'area che si estende lungo via Rocciamelone conserva ancora una condizione ambientale omogenea, in cui permangono i caratteri originari della borgata sia nella conformazione della strada, sia per quanto riguarda gli edifici, di pochi piani, molto semplici in facciata e con tetto a doppia falda. La scelta da parte degli Enti comunali, di pedonalizzare alcune parti di questo settore e sostituire l'asfalto della pavimentazione con lastre di pietra e acciottolato, consente di salvaguardare un'immagine originaria che evoca l'originario nucleo insediativo, sebbene siano presenti alcuni edifici isolati aventi caratteri disomogenei (da Borghi e borgate, 2014). In via Colleasca invece, una delle vie caratterizzanti del nucleo primitivo della borgata, le costruzioni originarie, riconoscibili non solo come edifici isolati, ma come interi fronti stradali, risultano apparentemente subordinate dalla presenza di costruzioni più recenti che assumono un impatto visivo predominante, sia per la loro volumetria e altezza maggiore, sia per i caratteri formali, fortemente discordanti con quelli tradizionali, che li rendono alieni per materiali e colori discordanti. In via Balme invece si osserva in maniera ancora più netta la cesura tra gli edifici borghigiani più alti rispetto agli altri (tre-cinque piani) e la strada asfaltata e trafficata. Via Nicola Fabrizi invece risulta un caso particolare, in quanto sin dalle sue origini costituisce una delle principali arterie di collegamento della borgata tra la città consolidata e i territori fornanei: si alternano qui edifici di diverse altezze (da uno-due piani fino a otto-dieci per i più recenti) e volumetrie essenziali ma decorate, che determinano un'immagine ambientale ricercata, anche a riprova della funzione significativa della via, soggetta a interessi economici nel corso del tempo (da Borghi e borgate, 2014). Oltre a queste vie caratterizzanti del quartiere, si distinguono ancora altri edifici isolati che conservano i tratti borghigiani originari, ma rispetto a questo nucleo centrale, questi si disperdono maggiormente nel tessuto edilizio più recente. |
7. Elementi di connessione con il territorio circostante |
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X | Relazioni con il sistema viario | X | Relazioni con il sistema idrico |
Relazioni con il sistema ferroviario | Relazioni con il contesto territoriale |
Indicazioni specifiche |
L'ambito di Campidoglio presenta una
stretta connessione con il sistema viario, a cominciare dalla
sua perimetrazione, che deriva dal prolungamento di direttrici
viarie significative, rispettivamente corso Alessandro Tassoni (sedime della
cinta daziaria del 1853), piazza Gian Lorenzo Bernini,
corso Francia, piazza Rivoli, corso Lecce (parzialmente),
via Lessona, via Cibrario, che connettono l'area ai
quartieri adiacenti e al centro. Tra le altre vie
significative che caratterizzano il quartiere si
identificano via Balme, via Nicola Fabrizi, via Netro e
via Cibrario, importante direttrice di collegamento con
San Donato, che completa il rapporto fisico e funzionale
tra l'insediamento extra cinta e i settori periferici
della città. Oltre alla viabilità principale, si distingue la maglia viaria ortogonale originaria di matrice ottocentesca, attorno alla quale si consolidano le prime lottizzazioni, composta dalle vie interne Ceres, Corio, Fiano, Locana, Musinè, Rivara, Rocciamelone, San Rocchetto, Busano, Colleasca e Levanna. La perimetrazione dell'ambito è definita a nord dal corso Appio Claudio, e a ovest da corso Lecce. A sud del quartiere inoltre sono presenti importanti snodi viari, rispettivamente piazza Rivoli, che collega Campidoglio ai quartieri Cenisia e Parella, piazza Bernini (già Barriera di Francia, relativa alla prima cinta daziaria), che lo collega a Cit Turin e San Donato e piazza Perotti, dove convergono corso Svizzera, via Lessona e via Cibrario. L'ambito inoltre presenta una connessione con il sistema idrico, in quanto parte della sua perimetrazione a nord, tra via Zumaglia e corso Regina Margherita, è data da un tratto del fiume Dora, con la rispettiva area verde fluviale costituita da parte del parco della Pellerina. |
8. Vincoli e prescrizioni |
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X | P.R.G. | X | Soprintendenza |
X | P.P.R. | Altre tutele |
Indicazioni specifiche |
Esiste un'area all'interno dell'ambito vincolata dal P.P.R. in cui si riscontra la presenza di edifici tutelati secondo la legge 1497/39, situati lungo il limite sud dell'ambito, in corrispondenza di corso Francia. |
9. Norme urbanistico edilizie di attuazione |
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X | Inclusione nelle aree ZUT/ATS |
Indicazioni specifiche |
All'interno del macroambito si riscontra un'unica area di trasformazione tra corso Lecce e corso Francia, riconducibile alla 8.5 "Rivoli". |
10. Descrizione e considerazioni (cronologie, comparazioni, riferimenti) |
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Un aspetto interessante che emerge dalla
lettura della proposta di Giuseppe Colla (1880), riguardante
il progetto del nucleo primitivo della borgata, articolato
attorno alla maglia viaria ortogonale del primitivo impianto
di Campidoglio, è la segnalazione che queste strade sono tutte
ampie 6 metri, esattamente come via Cibrario (allora nota come
il Prolungamento di Via Dora Grossa), anche se è
possibile constatare che oggi sono nettamente ridotte rispetto
l'arteria principale. Attualmente l'aspetto unitario del
nucleo centrale dell'impianto è ancora chiaramente leggibile e
omogeneo all'interno della maglia viaria, al cui interno è
possibile cogliere viste prospettiche interessanti tra le
strade strette e rettilinee in rapporto alle altezze dei bassi
edifici borghigiani rimasti. Attraverso queste viste
prospettiche è facile osservare il rapporto tra gli edifici
originari e quelli più recenti e tra le architetture e la
strada, individuando eventuali strade interne aventi una
larghezza maggiore rispetto alle altre (ad esempio via Balme)
o la presenza di tipologie edilizie particolari o aliene al
contesto borghigiano (da Borghi e borgate, 2014). All'interno del reticolo si osserva poi il ruolo della piazza Moncenisio, che si configura come una pausa spaziale che interrompe il ritmo del reticolo, oltre l'intersezione col prolungamento di via Cibrario. All'interno dell'ambito inoltre è interessante individuare le diverse tipologie edilizie, risalenti a diversi momenti di formazione del quartiere. Appartenenti alla prima fase di urbanizzazione, avvenuta secondo un piano di lottizzazione privata negli anni ottanta dell'Ottocento, vi sono le case di borgata, generalmente edifici residenziali di pochi piani, di destinazione economica in proprietà e affitto con eventuali botteghe. Appartenenti alle fasi di urbanizzazione successive, basate sulle disposizioni di piani di ampliamento di tipo pubblico (Piano Regolatore per il prolungamento dei corsi oltre cinta daziaria del 1887, Piano Regolatore edilizio per S. Paolo del 1901, Piano Regolatore e di ampliamento del 1906-08 e varianti) rientrano invece le case da reddito edificate a partire dalla seconda metà dell'Ottocento, generalmente edifici residenziali multipiano destinati all'affitto con la presenza di piani terra commerciali. Tra queste si ricordano gli edifici contigui a piazza Perotti (tra corso Svizzera, via Levanna e via Cibrario), costituite da tipi edilizi ricorrenti delle aree a edilizia estensiva, configurandosi in palazzine e villini che creano una volumetria variabile e peculiare. |
11a. Documentazione cartografica storica |
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Antonio Rabbini, Mappa originale del Comune di Torino, detta “Catasto Rabbini”, 1866. ASTO, Riunite, Finanze, Catasti, Catasto Rabbini, f. XVII. |
Comune di Torino, Piano Topografico del Territorio ripartito in Frazioni e Sezioni di Censimento, 1911. ASCT, Tipi e disegni, 64.8.17. |
Servizio Municipale dei Lavori Pubblici, Pianta di Torino coll’Indicazione dei due Piani Regolatori e di Ampliamento rispettivamente delle Zone piana e collinare adottati dal Consiglio Comunale nel 1913, colle Varianti approvate successivamente sino a Maggio 1915, 1916. ASCT, Tipi e disegni, 64.6.8. |
Servizio Tecnico Municipale dei Lavori Pubblici, Pianta di Torino coll’Indicazione dei due Piani Regolatori e di Ampliamento rispettivamente della Zona piana [...] e della Zona collinare [...] aggiornati colle Varianti deliberate successivamente sino a Giugno 1935 (terza variante piano 1908). ASCT, Tipi e disegni, 64/7/8/1-8. |
11b. Documentazione cartografica attuale |
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Piano Regolatore 1995, Tav. 8b (Geoportale Comune di Torino). |
Ortofoto dell'ambito Campidoglio (Google Maps, 2021). |
12a. Documentazione storica |
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Piazza Risorgimento 1997 (Fonte: www.museoarteurbana.it). |
Piazza Risorgimento 1961: edificio residenziale della Nuova Siet (Fonte: www.museoarteurbana.it). |
La ex Casa del Balilla, poi sede del SUISM, negli anni Ottanta del Novecento (Foto di Guido Montanari. Fonte: MuseoTorino). |
L’atrio d’ingresso dell’ex Casa centrale del Balilla, ora SUISM, con la scultura di Gaetano Orsolini (da «Torino», n. 6, giugno 1929. Fonte: MuseoTorino). |
Scuola media Costantino Nigra - succursale, già Scuola elementare Manzoni, poi De Sanctis (Archivio della Scuola. Fonte: MuseoTorino). |
Scuola media Costantino Nigra - succursale, già Scuola elementare Manzoni, poi De Sanctis (Archivio della Scuola. Fonte: MuseoTorino). |
12b. Documentazione attuale |
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Vista sul mercato di corso Svizzera, 2015 (Fonte: MuseoTorino). |
Piazza Risorgimento lato via Rosta, via San Rocchetto, via Nicola Fabrizi. Fotografia di Paola Boccalatte, 2014 (Fonte: MuseoTorino). |
Una delle gallerie del rifugio antiaereo di piazza Risorgimento (Foto di Bruna Biamino, 2010. Fonte: MuseoTorino). |
Sacrario del Martinetto (Foto di Bruna Biamino, 2010. Fonte: MuseoTorino). |
Ex Casa centrale del Balilla, oggi sede del SUISM (Foto di Andrea Bruno jr. Fonte: MuseoTorino). |
Scuola elementare Alessandro Manzoni (Foto di Paola Boccalatte, 2013. Fonte: MuseoTorino). |
Chiesa di Sant'Alfonso (Foto Studio fotografico Gonella, 2011. Fonte: MuseoTorino). |
Ponte della Cascina Marchesa (Foto di Manuela Agostinetti, 2012. Fonte: MuseoTorino). |
13. Documentazione archivistica |
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14. Documentazione bibliografica |
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15. Sitografia |
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16. Compilazione e revisione |
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Compilatore scheda: | Giulia Bergamo |
Data compilazione: | Agosto 2021 |
Revisore scheda: | Chiara Devoti |
Data revisione: | Novembre 2021 |