Categoria | |
Circoscrizione / Circoscrizioni | 4 |
Quartiere / Quartieri | 14: Parella |
1. Codifica complesso |
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Scheda / Schede | M_08 |
ID Edificio | |
Collegamento a scheda | In compilazione |
Vista aerea dell'ambito Parella (Google Maps, 2022). |
2. Ubicazione |
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Foglio PRGC | 4A-4B-7-8A-8B |
Foglio | |
Particella | |
Cinta daziaria | Ambito attraversato dalla seconda cinta daziaria (1912-1930) |
3. Denominazione |
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Attuale | Circoscrizione 4, Parella |
Storica | Borgata Parella |
4. Periodizzazione |
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Fondazione impianto attuale |
L'impianto attuale della Borgata Parella viene a definirsi con la progressiva edificazione pianificata che ha seguito la redazione del Piano Regolatore e di Ampliamento del 1906-08 e le successive varianti fino al 1935, volto a espandere la città in direzione della seconda cinta daziaria definita nel 1912. |
Indicazioni specifiche |
La Ferme la Parella, da cui tre
origine il nome della borgata, è chiaramente individuabile
nella cartografia del XVIII secolo, al di sotto del canal
du Martinet e superiormente al Chemin de Colegno à
Turin (oggi in parte strada antica di Collegno, nel
settore più esterno alla città, e via Asinari di Bernezzo in
quello più prossimo alla città). In questa fase, il
territorio circostante alla cascina appare caratterizzato da
un'evidente vocazione agricola e definito da campi e pascoli. La struttura eminentemente rurale del settore, ancora marcatamente esterno rispetto al centro cittadino in espansione, si mantiene pressoché inalterata nel corso del XIX, quando risulta come nettamente delineato solo il reticolo di alcuni canali (tra cui quelli del Martinetto e del Lionetto) a servizio di un territorio punteggiato da un sistema di unità residenziali-produttive e solcato dal corso della strada della Pellerina e da due vie principali, l’asse retto del corso Francia e Strada di San Rocchetto, nota anche come strada antica di Collegno. Sull’asse di corso Francia, come elemento di assoluta preminenza, si attesta già da inizio XVIII secolo il nobile complesso della villa della Tesoriera, residenza aulica e area produttiva con ampio parco. Il processo di progressiva lottizzazione dell’area, inaugurato con il Piano Regolatore e di Ampliamento del 1906-08 assume consistenza lungo i tracciati delle nuove assialità viarie, costituite da corso Lecce fino alla via Pietro Cossa, sedime della seconda cinta daziaria istituita proprio nel 1912, e alla barriera di Francia (oggi piazza Massaua), con l'intermedio asse del nuovo corso Telesio e ancora, tra questo e il corso Lecce, l’asse di corso Monte Grappa. Nella regolare scacchiera pianificata che viene a definirsi, via Asinari di Bernezzo e la sua prosecuzione nella strada antica di Collegno conservano il loro tracciato fortemente riconoscibile, mentre verso l’area del parco della Pellerina (Parco Carrara) si leggono il nuovo tracciato di via Servais e il corso rettificato solo in parte della strada canale della Pellerina, ridefinito come corso Appio Claudio. Via Nicola Fabrizi viene a costituire un elemento principale per la saldatura tra borgata Parella e la contigua borgata Campidoglio, sancendo una linea di connessione caratterizzata, sin dalle operazioni di originaria pianificazione, dallo spazio dell'omonimo largo (da Borghi e borgate, 2014). Negli anni Venti del Novecento il quartiere viene interessato da un'espansione industriale e da una progressiva edificazione, che in pochi anni ne stravolge la cultura contadina, tanto che una specifica norma viene a vietare l'edificazione lungo via Lessona e via Servais per tutelare il terrazzo morenico che sovrasta l'alveo della Dora. La lottizzazione stabilita appare assolutamente confermata nel corso del decennio successivo con due nuclei a maggiore compattezza: il primo lungo l'asse di via Nicola Fabrizi e l’altro tra i corsi Montegrappa e Telesio tra corso Francia e la prosecuzione di via Giacomo Medici (via Valentino Carrera), comprendendo, nel margine nord, anche il tracciato, irregolare della via Asinari di Bernezzo e della sua prosecuzione come strada antica di Collegno oltre il sedime delle seconda cinta daziaria rappresentato dalla via Pietro Cossa. Oltre la barriera di Francia, ormai indicata come piazza Massaua, nei pressi del tracciato di corso Francia, si innestano i primi grandi comparti industriali (area poi Alenia), oltre il futuro corso Marche. Le due direttrici di via Cossa e via Asinari si confermano con luoghi di aggregazione edilizia ad andamento soprattutto lineare. La cartografia degli anni Trenta del Novecento e quella dei decenni successivi registrano la radicale trasformazione di gran parte del territorio dell’attuale borgata Parella: il paesaggio rurale che caratterizzava le aree al di fuori della Cinta Daziaria viene sostituito rapidamente, in parallelo con l’esplosione industriale e demografica di Torino, da un paesaggio urbano densamente costruito, dove l’elemento naturale è costretto in spazi residuali, limitati di numero e per estensione secondo un fenomeno di espansione urbana prevalentemente residenziale tipica della struttura redditiera del Novecento. Svincolatasi dai limiti imposti dalla Cinta Daziaria, la città si espande rapidamente ad ovest, oltre corso Lecce, sostituendo l’antico territorio rurale. In particolare, nell’area di Parella le nuove edificazioni si addensano attorno a due nuclei. Il primo di questi corrisponde all’ambito urbano riconducibile a largo Valgioie e a via Baveno, costituito da tessuti edilizi eterogenei ma accomunati dalla destinazione residenziale, sorti fra gli anni Venti e gli anni Quaranta: tessuti continui e lineari, sviluppati lungo i fronti viari e costituenti isolati chiusi, oppure tessuti discontinui con tipi edilizi a due o tre piani, arretrati rispetto al filo viario, con lotto organizzato a giardino, oppure ancora tessuti prevalentemente discontinui sviluppati lungo i fronti viarii a uno, due o tre piani. Il secondo ambito urbano, che si sviluppa intorno a piazza Chironi e largo Nicola Fabrizi, è caratterizzato dalla presenza di edilizia residenziale di pezzatura minuta ad uno, due o tre piani oppure da isolati chiusi costituiti da edifici di quattro, cinque o più piani, riferibili tutti ad un periodo compreso fra gli anni Venti e gli anni Quaranta. Nei decenni immediatamente successivi alla fine della Seconda Guerra Mondiale, la ricostruzione e l’esplosione industriale di Torino danno lo slancio definitivo anche al processo di urbanizzazione di Parella. La rapida crescita demografica della città impone un'altrettanto rapida crescita dell’offerta abitativa e per queste ragioni gli isolati vengono completati sino a saturazione dei lotti, aumentano le altezze degli edifici e molti vecchi edifici di piccole dimensioni vengono sostituiti da grandi condomini. |
Data primo impianto |
In corrispondenza del territorio attualmente identificato con borgata Parella a partire dal XVI si attesta la presenza di numerose cascine, di cui alcune sono ancora oggi attive (il Mineur, il Cascinotto, le Grange-Scott e il Berlìa); il nome della borgata deriva infatti dalla cascina Parella, di proprietà dei conti canavesani San Martino di Parella, situata nell'isolato oggi delimitato da via Servais, via Salbertrand, via Gravere e corso Monte Grappa, attualmente non più esistente. |
5. Regime patrimoniale |
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Indicazioni specifiche |
L'ambito analizzato si caratterizza per la
presenza di un tessuto edilizio prevalentemente residenziale
declinato in funzione delle vicende storico-politiche che ne
hanno definito lo sviluppo nel tempo. Seguendo un ordine
cronologico, la prima tipologia indentificata è quella
rappresentata dalle unità residenziali e produttive, ovvero
cascinali a uno o due piani fuori terra con un impianto «a corte chiusa».
Spesso, questi edifici si arricchiscono di vani
accessori importanti, quali la cappella, come nel
caso del progetto dell'ambiente barocco
da parte dell'architetto Rocca (1788) per la
cinquecentesca cascina Berlia (Strada
Berlia 542), o della vicina e coeva cascina Grangia Scott
(Strada Berlia 543), o sussidiari come forno, legnaia,
pollaio. Frequentemente è presente un'abitazione padronale che fa corpo unico
col rustico, sebbene separata da un muro, come si riscontra
anche nella cascina Mineur, tipico e significativo esempio
di cascina di pianura, inserita sulle sponde della Dora,
ancora in uso agricolo (Strada Pellerina 78). I corpi di
fabbrica sono in genere distribuiti sui tre lati della
corte, come nella cascina Marchino (strada della Pelleriana
22), che appartiene all'aggregato edilizio formato da più
cascinali e denominato Tetti Basse di Dora. In questo contesto si segnalano anche la cinquecentesca
cascina Marchesa, nei pressi del fiume Dora, oggi
all'interno del Parco Carrara (meglio conosciuto come Parco
della Pellerina) e la cascina Cossilla, demolita tra la fine
degli anni Novanta del XX secolo e l’inizio del XXI per dare
spazio a un giardino comunale situato tra via Mosso e via
Sostegno. Legata in parte alla matrice rurale del
territorio, ma emergente come unicum nel settore
considerato, la settecentesca Villa Sartirana, all’interno
del parco della Tesoriera, è contraddistinta da ambienti
ricchi di affreschi e stucchi e attualmente destinata a sede
bibliotecaria. ll nucleo centrale della Villa fu realizzato
tra il 1713 ed il 1715 per Aymo Ferrero di Cocconato su
progetto di Jacopo Maggi, rispettando le linee strutturali
dei più noti palazzi barocchi torinesi. Di origine
settecentesca è anche la villa Pioz di Rosignano (via
Sismonda 18), residenza extraurbana, ampiamente
rimaneggiata. Tra le tipologie di edilizia residenziale che maggiormente connotano l'area troviamo esempi di ville e villini costruiti tra il primo decennio del Novecento - il neogotico villino in via Cossa 88, la palazzina di via Domodossola 15 che testimonia il persistere di temi eclettici e liberty - e gli anni Trenta - il palazzotto Arduino, corso Lecce 63, dell'ambito culturale di Gino Coppedè (1933); il nucleo di villini a cui appartengono Casa Gastaldi dell'ingegner Cerruti e Casa Ciccarello dell'ingegner Migasso (via Servais 8, 10, 12, 16a); il nucleo di villini in corso Lecce 81, 83, 85, che si avvalevano della presenza del canale della Pellerina che allora ne lambiva i giardini. Tra gli edifici di civile abitazione emergono come particolarmente interessanti le case unifamiliari con lotto organizzato a orto in via Trivero 10 e via Galliate 6; le palazzine in tardo stile liberty in via Salbertrand 70 e 93 e via Catti 12; il palazzo a crescent costruito in piazza Rivoli 14 negli anni Trenta, coevo a Casa Arduino progettata dall'architetto Napione in gusto art-decò su corso Lecce 57-63, di significativo valore per la qualificazione della grande arteria su cui si affaccia. Non mancano nell'area anche alcune iniziative di edilizia popolare tra cui il quartiere IACP (corso Lecce 25, 31, 33 e vie Belli 16, 26, Fabrizi 76, 80) composto da 26 fabbricati costruiti nel 1924 e il Quartiere 31° in via Valgioie 123 del 1957. Tra gli interventi della seconda metà del XX secolo si contano anche l'edificio multipiano in corso Monte Grappa 75-77 progettato dagli architetti Gabetti e Isola nel 1955 e il complesso di «Condotte d’Acqua», via Cossa, progetto architetti Nello Renacco e Aldo Rizzotti del 1972, significativo esempio di insediamento residenziale periferico contemporaneo. L'assistenza religiosa nel tempo viene assicurata dalle numerose cappelle private, edificate, accanto alla parte padronale (o civile) delle più importanti cascine, dalla Chiesa conventuale del Monastero della Visitazione S. Maria a Pozzo Strada (corso Francia 272) progettata nel 1887 dall'architetto Giovan Battista Ferrante e unico resto conservato del complesso monastico, o ancora dalla Chiesa della Divina Provvidenza disegnata dall'architetto Napione nel 1929 nell'isolato tra le Vie Asinari di Bernezzo, Canonica, Carrera 11. Per quanto concerne l'edilizia scolastica, in zona Parella risultano particolarmente significative la Scuola materna Cavaglià in via Carrera 23 realizzata nel 1928 e ampliata nel 1961, e la Scuola elementare Duca d’Aosta (isolato fra le vie Asinari di Bernezzo, Capelli, Carrera) costruita dal Comune di Torino su progetto dell'Ingegner Orlandini nel 1931 e che costituisce uno degli ultimi esempi di scuola di impianto monumentale. Tra gli edifici dedicati ai servizi assistenziali nell'area si segnalano inoltre il Ricovero La Casa Accogliente (corso Francia 180), significativo esempio di architettura assistenziale di tardo Ottocento e l'Istituto Santo Natale (corso Francia 164-170) risalente ai primi anni del Novecento. Emergente visivamente nel quartiere Parella è il silos per acquedotto nominato «Il Fungo» (tra corso Appio Claudio e corso Telesio) costruito negli anni sessanta del Novecento. Tra le infrastrutture che caratterizzano l'area, oltre ai già descritti sistemi viario e idrico, proprio a intersezioni di questi, si ritrovano diversi ponti sulla Dora, quali il ponte stradale della cascina Marchesa (1936) e la passerella pedonale (impresa Bertelè, 1937). Tra le aree pubbliche particolarmente rilevanti si segnalano piazza Massaua, già Barriera di Francia, relativa alla seconda cinta daziaria, e Piazza Chironi, caratterizzata da un impianto geometrico regolare e da una cortina edilizia prevalentemente omogenea, sede di un mercato di rilevanza locale. Di significativa importanza sono i parchi e le aree verdi che arricchiscono la qualità della vita del quartiere Parella, in particolare il Parco della Tesoriera e il Parco Carrara (Parco della Pellerina), parco urbano più grande d’Italia, realizzato tra gli anni Trenta e gli anni Ottanta. |
6. Riconoscibilità logiche insediative |
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X | Riconoscibilità del nucleo originario |
X | Presenza di stratificazioni successive/demolizioni/lacune rispetto al nucleo originario |
Indicazioni specifiche |
Entro la vasta area periferica occidentale
della città, compresa nell'attuale Circoscrizione 4, si
ritrovano i segni dell’antica borgata Parella, leggibili in
particolare nell’area più esterna (compresa tra i corsi Marche
e Telesio) del settore urbano considerato. Infatti, pur
caratterizzata da complessi di alte palazzate costruite nel
corso del boom edilizio della seconda metà del Novecento,
questa zona propone ancor oggi interi settori caratterizzati
da un edificato minuto e da singoli edifici alti uno o due
piani fuori terra e coperti da tetto a doppia falda, dalle
linee essenziali. Benché in alcuni punti la cosiddetta
continuità “stilistica” sui fronti strada dei caratteri
borghigiani sia stata compromessa a causa di puntuali
sostituzioni edilizie e per interventi di ridefinizione delle
facciate, si è conservata l’originaria volumetria d’insieme,
mantenendo il carattere storico-ambientale in diverse vie (da Borghi e borgate, 2014). Nella zona più orientale, invece, il tessuto urbano si presenta più strutturato e più stratificato, pertanto gli edifici con caratteri borghigiani sono più radi, ridotti a elementi puntuali, e percepiti come elementi con una propria identità ormai estranea al tessuto misto in cui convivono con fabbricati dai diversi impianti volumetrici e dalle soluzioni compositive più variate. Entrambi gli esiti che si riscontrano nei due settori evidenziati nell'ambito in analisi, documentano due distinte fasi di trasformazione della città, che hanno profondamente mutato quei territori che, sino agli anni trenta del Novecento, erano caratterizzati dalla presenza di piccoli insediamenti entro un territorio ancora prevalentemente di campagna. Infatti, nella zona di strutturazione più antica (tra i corsi Telesio e Lecce), i nuovi insediamenti risalgono al primo quarto del Novecento, e si attestano secondo una logica di inserimento di singoli edifici completamente sganciati da strette logiche di progettazione ambientale; di conseguenza si registra una conservazione delle tracce dell’edificato della borgata in modo disomogeneo. L'area più periferica è invece andata incontro a una profonda trasformazione innescata degli interventi pianificatori degli anni settanta. In affaccio alle importanti e ampie arterie stradali previste dal nuovo disegno di impianto viario, infatti, sono stati creati complessi di alti palazzi, con progetti sostanzialmente unitari per isolati, che, al di là delle specifiche qualità architettoniche, contribuiscono a conferire all’ambiente una connotazione d’ordine volumetrico. Tali nuovi inserimenti edilizi non hanno tuttavia distrutto le preesistenze, soprattutto all’interno del tessuto secondario, integrando i fronti strada incompleti con volumetrie conformi a quelle esistenti (da Borghi e borgate, 2014). |
7. Elementi di connessione con il territorio circostante |
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X | Relazioni con il sistema viario | X | Relazioni con il sistema idrico |
Relazioni con il sistema ferroviario | Relazioni con il contesto territoriale |
Indicazioni specifiche |
L'ambito urbano considerato è perimetrato a
nord da corso Regina Margherita, verso ovest dal limite
comunale di Collegno e a est da corso Lecce, piazza Rivoli e a
sud da corso Francia. Nel suo iniziale processo di urbanizzazione, la zona della borgata risulta sia compresa fra i tracciati stradali che sono legati agli andamenti anulari delle due cinte daziarie — la prima (1853-1912) e la seconda (1912-30) — sia appoggiata all’asse stradale rettilineo di corso Francia, sia ancora riferita alla presenza della Dora Riparia e di un’estesa area verde che sarà poi il parco Carrara. La scelta di ampliamento urbano, che è tipica degli schemi di pianificazione dei primi quattro decenni del Novecento, è attuata secondo grandi maglie viarie, legate alle varianti del piano regolatore progettato nel 1906 e approvato nel 1908 (le varianti più significative sono quelle del 1915, del 1926 e del 1935). Tale scelta conferisce al reticolo stradale della borgata un andamento che non è ortogonale, perché basato su diversi collegamenti viari: le lottizzazioni interne alle citate grandi maglie viarie si riferiscono a strade primarie che hanno varie direzioni. La zona di Parella risulta tagliata da una strada storica (la strada antica di Collegno, in ambito urbano denominata via Asinari di Bernezzo) e attraversata da tracciati stradali per i vari collegamenti con la città centrale e, in senso trasversale, con le fasce urbane perimetrali della borgata: quei tracciati di collegamento, come disegno di piano, costituiscono i perimetri delle citate grandi maglie viarie. Tra i corsi viari più significativi del settore urbano si ricorda via Pellerina, caratterizzata da un toponimo parlante in quanto corrisponde all'antica via Pellegrina, tratto Rivoli-Torino del percorso di pellegrinaggio noto come via Francigena. Di particolare rilievo, soprattutto in tempi recenti, anche il tracciato di corso Marche, periferico all'ambito, e di collegamento con il sistema viario primario rappresentato dalla tangenziale. Da un lato il corso lambisce l'esteso comparto industriale Alenia, dall'altro si caratterizza, nel primo tratto, per una cortina di elevati edifici residenziali, indi per più bassi ampi lotti commerciali o ancora industriali ampiamente in corso di ridefinizione e rifunzionalizzazione. La Dora Riparia costituisce invece l’asse portante geografico, storico ed economico di tutta la zona. L’acqua del fiume, derivata lungo le apposite bealere, ha irrigato per secoli e continua a irrigare i campi e i prati delle zone agricole, che fino a metà Ottocento occupavano tutto il territorio a ovest di Porta Susa. La stessa acqua del torrente ha mosso le pale dei mulini, producendo l'energia necessaria allo sviluppo paleoindustriale che ha portato il territorio agricolo di borgata Parella a subire forti trasformazioni legate all'espansione urbana che ne consegue nei primi decenni del XX secolo. Nonostante questa massiccia trasformazione, resiste ancora una limitata fascia agricola, lungo il corso della Dora Riparia e in corrispondenza del confine con il Comune di Collegno, dove vengono praticate attività di allevamento bovino e di produzione casearia. La Dora Riparia, in questo settore di città, costituisce parte integrante di un sistema di gestione delle acque composto anche dalla Bealera Cossola, canale artificiale oggi coperto, utilizzato anche per il funzionamento dell’edificio «per esperienze idrauliche» presso la cascina Parella e dal canale artificiale della Pellerina, costruito a partire dal XIV secolo, con concessione del primo Seicento e sistemazioni dell’alveo da metà Ottocento. |
8. Vincoli e prescrizioni |
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X | P.R.G. | X | Soprintendenza |
X | P.P.R. | Altre tutele |
Indicazioni specifiche |
Il P.P.R. vincola l'area in corrispondenza dell'asse di corso Francia, in cui si riscontra la presenza di edifici tutelati secondo la legge 1497/39. |
9. Norme urbanistico edilizie di attuazione |
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X | Inclusione nelle aree ZUT/ATS |
Indicazioni specifiche |
Nel settore considerato, il PRG vigente della Città di Torino classifica come Zone Urbane di Trasformazione l'“Ambito 8.24 ALENIA” e ha approvato un Programma Integrato di riqualificazione urbana (PR.IN). |
10. Descrizione e considerazioni (cronologie, comparazioni, riferimenti) |
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Nel corso della Seconda Guerra Mondiale,
data la presenza di vari stabilimenti e strutture militari di
importanza strategica, il territorio corrispondente
all'attuale borgata Parella, così come le zone di Campidoglio
e San Donato, viene ripetutamente bombardato e subisce ingenti
danni. Dai rilievi condotti e documentati dalla Città di
Torino riguardo ai danni bellici risultano numerosi gli
edifici colpiti con danni gravi e gravissimi causati dalle
bombe o dagli incendi che ne seguono e nei decenni
immediatamente successivi alla fine della Seconda Guerra
Mondiale, sullo slancio della ricostruzione e dell’esplosione
industriale di Torino, gli edifici bombardati vengono riparati
oppure, se irrimediabilmente compromessi, abbattuti e
ricostruiti. In ragione dell'emergenza abitativa in corso nel
secondo dopoguerra gli isolati vengono completati sino a
saturazione dei lotti e le altezze degli edifici aumentate. I
maestosi impianti industriali crescono ancora di dimensioni,
non sempre in modo ordinato e nel rispetto delle normative
igieniche. All’interno del tessuto urbano le aree verdi sono
ridotte drasticamente di numero e circoscritte a piccoli
ambiti. Tuttavia, a cavallo della Dora, vasti brani di
territorio conservano ancora i caratteri dell’antico paesaggio
agrario, come la presenza di fondi agricoli coltivati, di una
rete di canali di irrigazione funzionanti, di strade
interpoderali e vicinali e di cascine ancora attive. Al di
fuori di queste aree, molti edifici rurali si ritrovano
mutilati o a rischio di distruzione oppure inseriti in un contesto completamente differente da quello originario.
Tuttavia, parallelamente a questi fenomeni, si afferma la
consapevolezza del valore di tale patrimonio e l’interesse
dell’Amministrazione e della popolazione. Tuttavia, nonostante l’individuazione, in occasione dello studio preliminare per il Piano Regolatore di Torino poi non realizzato (1980), di due ambiti «di interesse ambientale e documentario», l’ambito Via Baveno-Largo Valgioie, tra i corsi Francia a sud e Monte Grappa a est, innestato sulla via Asinari di Bernezzo (sedime dell’antica strada di Collegno) e l’ambito Piazza Chironi-Largo Fabrizi, tra il corso Lecce a est e a sud-est il quartiere IACP e nuclei di servizio nella zona della Tesoriera, entrambi legati all’impianto urbanistico successivo al P.R.G. del 1906-08 e all’espansione urbana entro la cinta daziaria stabilita nel 1912 e caratterizzati da edilizia del periodo tra le due guerre mondiali, questi non sono stati assunti tra gli elementi di valore storico-ambientale sia nello studio preliminare Qualità e valori (1992), sia nel P.R.G. di Torino del 1995. A partire dal secondo dopoguerra, quindi, molti danni sono stati arrecati alla borgata (per esempio, la demolizione della cascina che le ha dato il nome), ma le significative parti rimaste, cui s’è fatto cenno, devono essere viste come elementi qualificanti d’identità. |
11a. Documentazione cartografica storica |
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Giovanni Battista Sappa, Ville impériale de Turin, in Département du Po, Arrondissement Communal & Canton de Turin, Plan géometrique de la Commune de Turin, Levé en exécution de l’arrêté du 12 Brumaire an II, Terminé le 12 Nivose an XIII, 1804-05. ASTO, Riunite, Torino, ff. 7-12). |
Antonio Rabbini, Mappa originale del Comune di Torino, detta "Catasto Rabbini", 1866. ASTO, Riunite, Finanze, Catasti, Catasto Rabbini, f. XI, XVI, XVII, XXI, XXII. |
Ufficio Lavori Pubblici Municipale, Carta Topografica del Territorio di Torino Divisa in sette fogli, [1879-98]. ASCT, Tipi e disegni, 64.8 |
Comune di Torino, Piano Topografico del Territorio ripartito in Frazioni e Sezioni di Censimento, 1911. ASCT, Tipi e disegni, 64.8.17 |
Ufficio Municipale dei Lavori Pubblici, Pianta di Torino coll’Indicazione dei due Piani Regolatori e di Ampliamento rispettivamente delle Zone piana e collinare adottati dal Consiglio Comunale nel 1913, colle Varianti approvate successivamente sino a Maggio 1915, 1916. ASCT, Tipi e disegni, 64.6.8 |
Servizio Tecnico Municipale dei Lavori Pubblici, Pianta di Torino coll’Indicazione dei due Piani Regolatori e di Ampliamento rispettivamente della Zona piana [...] e della Zona collinare [...] aggiornati colle Varianti deliberate successivamente sino a Giugno 1935 (terza variante piano 1908). ASCT, Tipi e disegni, 64/7/8/1-8 |
11b. Documentazione cartografica attuale |
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Piano Regolatore 1995. Tavv. 4a, 4b, 7, 8a, 8b (Geoportale Comune di Torino). |
Ortofoto dell'ambito Parella (Google Maps, 2021). |
12a. Documentazione storica |
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Cascina il Mineur in stato di degrado e abbandono, 1972 (Archivio Storico Città di Torino). |
Chiesa della Visitazione tra i cantieri in seguito ai quali venne distrutto il convento attiguo, primi anni Settanta del Novecento (Archivio Storico Città Torino, FT 13D24_032). |
Via Asinari di Bernezzo in cui è visibile la strada sterrata costeggiata da edifici di carattere rurale, 1957(Archivio Storico Città Torino, GDP sez I 1188A_044). |
Giornata di festa al parco della Pellerina, sullo sfondo il cantiere della nuova piscina comunale, 1958 (Archivio Storico Città Torino, GDP sez I 1114B_074). |
L'antica villa del parco Tesoriera acquisita dalla città, in condizioni di degrado, piazzale a uso parcheggio auto, 1974 (Archivio Storico Città Torino, GDP sez I 824H_004). |
Scuola elementare Emanuele Filiberto Duca d’Aosta, veduta angolare dell’edificio, anni Cinquanta del Novecento (Collezione Paolo Amati). |
12b. Documentazione attuale |
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Cascina il Mineur parzialmente dismessa e allevamento (foto: Luca Davico, 2015. Immagini del Cambiamento). |
Chiesa della Visitazione, ormai priva del relativo convento demolito negli anni Settanta del Novecento (foto: Luca Davico, 2015. Immagini del Cambiamento). |
Villa Tesoriera sede della Biblioteca civica musicale "Andrea Della Corte" (foto: Matteo Vaglienti, 2020. Immagini del Cambiamento). |
Chiesa Madonna della Divina Provvidenza, costruita nel 1925 e ricostruita dopo essere stata rasa al suolo dai bombardamenti del 1942 (foto: Paola Boccalatte, 2013. MuseoTorino). |
Villa Arduino, esempio di edificio residenziale neoeclettico costruita su progetto di Paolo Napione nel 1928 (foto: L&M, 2011. MuseoTorino). |
Casa Generalizia Congregazione Suore del Santo Natale, costruita nell’ultimo decennio del XIX secolo e ampliata negli anni Venti del Novecento (foto: L&M, 2011. MuseoTorino). |
Prati e collinette sopra all'ex vasca (perlopiù interrata) del parco della Pellerina (foto: Luca Davico, 2019. Immagini del Cambiamento). |
Pista ciclabile e percorso pedonale con viale trafficato in corso Monte Grappa (foto: Elen Cerdino, 2017. MuseoTorino). |
13. Documentazione archivistica |
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14. Documentazione bibliografica |
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15. Sitografia |
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16. Compilazione e revisione |
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Compilatore scheda: | Chiara Benedetti |
Data compilazione: | Settembre 2021 |
Revisore scheda: | Chiara Devoti, Giulia Bergamo |
Data revisione: | Novembre 2021 |