Categoria | |
Circoscrizione / Circoscrizioni | 4 |
Quartiere / Quartieri | 6: Campidoglio, San Donato |
1. Codifica complesso |
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Scheda / Schede | M_09 |
ID Edificio | |
Collegamento a scheda | In compilazione |
Foto aerea dell'ambito San Donato (Google Maps, 2022). |
2. Ubicazione |
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Foglio PRGC | 8B, 9A |
Foglio | |
Particella | In compilazione |
Cinta daziaria | Entro la prima cinta daziaria (NB: parte dell'area del Parco Dora e gli edifici oltre corso Svizzera sono a cavallo tra la prima e la seconda cinta) |
3. Denominazione |
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Attuale | Circoscrizione 4, San Donato |
Storica | Borgo San Donato |
4. Periodizzazione |
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Fondazione impianto attuale |
L'aspetto attuale del quartiere deriva dai processi di lottizzazione avvenuti a partire dalla seconda metà dell'Ottocento, in risposta alla redazione dei primi piani di ingrandimento della città. L'immagine ambientale di quartiere connotato dalla presenza di alcune industrie, ma di una vistosa presenza di residenze di un certo livello discende, nello specifico, dal processo di saturazione degli isolati del nucleo più antico avvenuta dai primi decenni del Novecento, fino a completamento intorno agli anni Trenta e Quaranta, periodo in cui è viva una sperimentazione del linguaggio architettonico nell'edilizia di medio e alto livello, dando origine alla costruzione di palazzine, ville e palazzi che si distiguono come modelli del gusto liberty torinese. |
Indicazioni specifiche |
San Donato si sviluppa in un'area esterna
alle fortificazioni, ma interna alla prima cinta daziaria,
soggetta a una trasformazione strutturale, in quanto il nucleo
primitivo si colloca accanto ad ampliamenti avvenuti in
periodi diversi con destinazioni d'uso manifatturiere e
residenziali anche di alto livello. Nei primi anni
dell'Ottocento, come emerge dalla cartografia di G. Battista
Sappa, relativa al catatso napoleonico, non si riesce ancora a
individuare il nucleo, inserito nel settore, ancora a
prevalenza connotato da una vocazione agricola, compreso tra
la grande via di Rivoli anche nota come Chemin de
Montcenis à Turin (attuale corso Francia) e i due
segmenti del tracciato del Chemin de Colegno à Turin. Il primo nucleo si sviluppa infatti in quest'area rurale in cui è presente un attivo sistema di cascine, con piccoli agglomerati di case, canali e strade, come la via San Donato, da cui prende il nome il borgo, nota come contrada del Martinetto, in quanto collegamento con il contiguo borgo del Martinetto; la via Balbis, in origine strada tendente alla Fucina delle Canne; la via dell'Industria, denominata così per rimarcare la scelta di Torino come capitale dello Stato con vocazione industriale; contrassegnano il sistema il corso del canale di Torino e l'aggregato edilizio del Bruciacore (demolito e oggi riferibile all'area di piazza Barcellona). Dalla seconda metà del XIX secolo il borgo, oltre la ferrovia di Novara, si articola su un impianto viario determinato dall'asse principale di via San Donato e alcune vie a questo parallele come via Carena, e ortogonali, come le vie Balbis e Bonzanigo, lungo le quali si compatta un primo agglomerato urbano in fase di completamento e di progettazione nelle zone limitrofe. In questo periodo l'edificato viene integrato di tutti i servizi principali, per esempio con la costruzione della Chiesa parrocchiale (1867) e dell'Istituto Faà di Bruno con la Chiesa di Santa Zita (1866). A partire dalla seconda metà del XIX secolo vengono redatti i primi Piani di ingrandimento della città, che interessano nello specifico il borgo San Donato nel settore compreso dai corsi Principe Oddone, Francia e dalle vie Pinelli e Vagnone, determinando un nuovo reticolo viario che si sovrappone a quello precedente. Questo si innesta sul prolungamento di via Garibaldi (oggi via Cibrario) come fulcro centrale, mediando l'assetto a scacchiera definito intorno a corso Francia e via San Donato. Nell'ultimo ventennio dell'Ottocento si osserva l'estensione della pianificazione fino alla prima cinta daziaria, con la nascita dei primi complessi industriali (come il birrificio Metzger e le concerie Fiorio) e la progressiva definizione del polo sanitario dell'ospedale Maria Vittoria (1883-87). Nei primi decenni del Novecento, invece il borgo è ormai quasi completamente consolidato, arricchendosi di piazze importanti per la connotazione di San Donato, quale piazza Barcellona. E' in questo periodo inoltre che il quartiere assume un certo valore architettonico e una connotazione elegante, grazie ai processi di saturazione della lottizzazione, che prevedono la costruzione di villini e palazzine di gusto liberty, fenomeno che perdura fino agli anni trenta del Novecento, a completamento della pianificazione urbana. |
Data primo impianto |
Il nucleo primitivo del borgo si attesta nel XIX secolo, su di una preesistente area semi-rurale esterna alla cinta fortificata, ma interna alla prima cinta daziaria, costituito da un sistema di cascine, coltivi, canali, piccoli aggregati edilizi e strade, tra cui la via San Donato che conferisce il nome alla borgata e poi al quartiere. |
5. Regime patrimoniale |
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Indicazioni specifiche |
L'ambito
è caratterizzato dalla presenza di un tessuto edilizio
misto a prevalenza residenziale, anche di livello. Si
individuano comparti efilizi aggregativi che si sviluppano
lungo il tracciato viario storico, aventi caratteri tipici
del borgo extraurbano della prima industrializzazione, con
la presenza di costruzioni a cortina lineare, con
completamenti di edifici commerciali e residenziali di tre
o quattro piani databili alla seconda metà dell'Ottocento.
Si individuano inoltre tipologie edilizie residenziali e/o
commerciali dai quattro ai sei piani, situate lungo gli
assi storici pianificati e allineati ai fronti stradali,
che risalgono ai piani di lottizzazione del primo decennio
del Novecento. Ci sono inoltre comparti di edilizia urbana discontinua nei pressi di corso Francia, in cui si riconosce una tipologia edilizia residenziale di carattere mono o plurifamiliare a due piani (ville o palazzine con giardino), connotate da architetture in gusto art nouveau o eclettiche di inizio Novecento. Nello specifico si segnalano settori caratterizzati dalla tipologia edilizia di ville unifamiliari o plurifamiliari con giardino, ma anche palazzine caratterizzanti aventi caratteri unici. Il quartiere di San Donato presenta numerose vie in cui vi sono molteplici sperimentazioni architettoniche dei primi anni del Novecento, in cui si distinguono edifici particolarmente interessanti, che si configurano come esempi di gusto liberty, eclettico, art déco e talvolta anche una commistione di questi linguaggi formali, pertanto si segnalano ancora altri edifici liberty caratterizzanti: la palazzina in via Cibrario 65 (opera di Pietro Fenoglio del 1909); la palazzina in via Cibrario 61 (opera dell'ing. Giulietti del 1912); l'edificio antistante, in via Cibrario 62 (progetto del 1914 di Giovanni Bertola); l'edificio situato tra via Bossi 1 e via Cibrario, ing. Italo Bertoglio, 1915; case Casasopra e Marchisio, via Piffetti 40, 42, progetto Tioli, 1914. Case del primo quarto del Novecento che attestano la diffusione del gusto Liberty: in corso Umbria 2, 4, 6; in corso Principe Oddone 29; in via Piffetti 39. Case di gusto eclettico: casa Actis Beltramo, corso Regina 202, 204, progetto Sgarbi, 1912; casa Casasopra, via Casalis 25, 27 via Talucchi, di C. A. Ceresa, 1914. Casa razionalista, via Palmieri 4 via Talucchi, di Antonio Pogatching, 1933. Uno spazio che riveste particolare interesse ambientale in qualità di spazio di aggregazione e con la presenza del mercato rionale è piazza Barcellona, definita da cortine edilizie peculiari e dalla presenza di un'area attrezzata. Tra le altre piazze significative si ricordano piazza Bernini, snodo di collegamento con Campidoglio e Cit Turin; piazza Paravia, crocevia nevralgico del quartiere; largo Cibrario, che collega San Donato al Quadrilatero e alla ferrovia. Nel quartiere sono presenti alcuni servizi primari e, tra quelli destinati all'edilizia scolastica, si segnala la presenza della scuola Boncompagni, fatta costruire dal Comune, su progetto dell'ing. Pecco nel 1880 (tra le vie Galvani, Vidua, Le Chiuse) e l'Istituto Faà di Bruno, su progetto di Pietro Fenoglio del 1890 (in via Le Chiuse 40). Tra l'edilizia per il culto si segnala la presenza di due poli religiosi principali, rispettivamente la Chiesa di Santa Zita (via San Donato 35), costruita nel 1866 su progetto di Faà di Bruno e la Chiesa dell'Immacolata Concezione (via San Donato 21) di gusto eclettico, realizzata su progetto dell'Ing. Serena del 1867 con un alto campanile, realizzato nel 1866. In passato San Donato era connotato da una vocazione industriale, grazie alla presenza di importanti fabbriche, attualmente in parte dismesse, rifunzionalizzate o demolite, rispettivamente le ex concerie Fiorio (tra via Duranti 10 e via Vidua), costruite nel 1837 su progetto dell'Ing. Bria; le concerie Fiorio (via Durandi 11 via Vidua 12), progetto Pietro Fenoglio del 1900; la birreria Dreher, ex Metzger (tra le vie Bogetto, Pinelli, San Donato, Galvani), costruita nella seconda metà dell’Ottocento e ampliata nel 1903 su progetto di Pietro Fenoglio. Tra l'edilizia per la sanità si segnala il complesso ospedaliero Maria Vittoria, situato tra corso Tassoni 44 e le vie Medail e Cibrario, edificio a padiglioni staccati, di cui il primo nucleo viene costruito nel 1883, su progetto dell'Ing. Oreste Bollati e poi integrato successivamente con nuove maniche. Tra gli edifici interessanti, oggi dismessi, demoliti o con nuove destinazioni d'uso, si segnalano inoltre l'ex lavatoio pubblico costruito dal Comune nel 1904 (via Miglietti 24, via Saccarelli), poi trasformato nel 1928 in bagni pubblici; il Cinema Statuto (via Cibrario 16, 18), di gusto art decò e costruito nei primi anni trenta del Novecento su progetto di Contardo Bonicelli, soggetto ai bombardamenti del 1942, poi distrutto definitivamente da un incendio nel 1983, le cui vittime sono commemorate da una lapide in largo Cibrario. Si segnala inoltre il sottopasso della ferrovia per Milano (in corso Regina) edificato nel 1927, progressivamente demolito nell'ambito dei lavori per la realizzazione del Passante Ferroviario tra il 2002 e il 2010, per poi essere sostituito in seguito da una struttura in cemento armato. |
6. Riconoscibilità logiche insediative |
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X | Riconoscibilità del nucleo originario |
X | Presenza di stratificazioni successive/demolizioni/lacune rispetto al nucleo originario |
Indicazioni specifiche |
Il carattere originario del borgo è ancora
oggi abbastanza conservato ed è peculiare osservarne il
rapporto tra la morfologia urbana, connotata da una
maglia viaria fitta e irrregolare, e alcune tipologie edilizie
tipiche del borgo, in cui si alternano case più o meno alte. E' facile distinguere l'assetto dell'antico borgo, procedento da piazza Statuto in via San Donato, in cui è possibile osservare che lo storico asse viario principale non è rettilineo e risulta spezzato in due tratti, mettendo in evidenza il legame con i canali presenti nell'area, che hanno definito l'andamento del tracciato stradale finchè non sono stati coperti. Lungo la via San Donato è possibile individuare sia edifici tipicamente borghigiani, sia edifici che sono il risultato di un fenomeno di modernizzazione; si segnala inoltre il settore compreso tra via San Donato e corso Regina Margherita, a ridosso di corso Principe Oddone, in cui il reticolo viario non è ortogonale e vi sono edifici e strade (come via Balbis) che presentano tipologie formali significative; in via Cibrario invece si segnalano alcuni edifici bassi di matrice borghigiana che risultano meritevoli di tutela in quanto rappresentativi del nucleo insediativo originario. Il nucleo più antico risulta individuabile in particolare nella zona a nord e lungo l’asse di via San Donato, all’imbocco da corso Principe Oddone e protratto a ovest sino a via Saccarelli, caratterizzato dalla presenza di un edificato minuto (edifici dai due ai quattro piani), semplici e i cui fronti sono disegnati solamente dalle aperture e dai rari e modesti decori che talvolta sottolineano il cornicione, le finestre o le fasce marcapiano. Su via San Donato tali fabbricati si dispongono in modo ordinato, allineandosi lungo il perimetro stradale. Dietro al settore settentrionale si ritrovano ancora molti edifici caratteristici degli insediamenti a borgo, alcuni ben conservati, mentre altri mostrano i tagli subiti dal coinvolgimento nel nuovo impianto, pianificato sin dal 1868 sovrapponendosi al vecchio. Ne deriva un’immagine disomogenea e disordinata, osservabile sia nella mancata pianificazione di alcuni isolati, sia nelle singole architetture, nello specifico leggibile nella trasformazione degli spazi di pertinenza degli stessi edifici, quali i cortili interni. A ovest, nell’area lungo l’asse di via San Donato, si riscontrano graduali trasformazioni dei caratteri architettonici dominanti, in cui si alternano edifici appartenenti ai diversi momenti di completamento del tessuto urbano che hanno mantenuto in maniera abbastanza consistente gli aspetti dimensionali degli edifici del primo nucleo insediativo, senza stravolgere gli aspetti volumetrici e la regolarità distributiva degli affacci su strada. Procedendo ulteriormente verso corso Tassoni, le case più antiche si diradano sempre più, inserendosi in un edificato misto e richiamando l'antico assetto isolato di questi edifici che, in origine erano inseriti in un contesto rurale, prima di essere gradualmente coinvolti dagli interventi di saturazione dell’area e venendo inglobati nell’ampliamento della città, quando il borgo è divenuto una cerniera tra il centro e la periferia occidentale. Totalmente diversa risulta la situazione nell’ambito compreso tra via Cibrario e i corsi Francia e Tassoni, organizzata secondo un impianto a scacchiera, in cui l’edificato è costituito prevalentemente da quell’edilizia qualificata che, a partire dai primi decenni del Novecento, ha caratterizzato quella parte di città con un’architettura pregevole di palazzi, palazzine e ville che vedono le sperimentazioni del Liberty torinese. |
7. Elementi di connessione con il territorio circostante |
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X | Relazioni con il sistema viario | Relazioni con il sistema idrico | |
X | Relazioni con il sistema ferroviario | Relazioni con il contesto territoriale |
Indicazioni specifiche |
L'ambito ha strette connessioni con il
sistema viario, a cominciare dalla sua perimetrazione,
costituita da corso Regina Margherita, corso Principe Oddone,
piazza Statuto, corso Francia, corso Alessandro Tassoni,
via Cibrario e parte di via Medail. (NB: si è scelto di
mantenere una perimetrazione simile a quella definita in Borghi
e Borgate e non quella attuale definita da Google Maps,
che include invece anche il settore compreso tra corso Regina
e il fiume Dora e oltre fiume, connotata con il complesso di
Parco Dora che si estende fino a via Val della Torre, in
quanto i tipi edilizi e i criteri insediativi sono molto
differenti). Le direttrici stradali principali presenti, che connettono San Donato ai quartieri adiacenti, sono i corsi Francia, Regina Margherita, Principe Oddone, Tassoni (quest'ultimo, già tratto del sedime della prima cinta daziaria) e le vie Cibrario e San Donato. Inoltre, San Donato presenta connessioni storiche con il quartiere Campidoglio, tramite l'asse storico di via Cibrario, già arteria direttrice di borgata e con il Centro, attraverso la continuità del tracciato dato da via Cibrario e via Garibaldi. Altre importanti strade interne che risultano significative e caratterizzanti per il loro valore ambientale e documentario sono le vie Peyron, Piffetti, Pinelli, Talucchi, Balbis, Bonzanigo, Carena, Durandi, Le Chiuse, Pacinotti, Saccarelli, San Donato, Sobrero. |
8. Vincoli e prescrizioni |
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X | P.R.G. | X | Soprintendenza |
X | P.P.R. | Altre tutele |
Indicazioni specifiche |
Esistono due aree all'interno dell'ambito vincolate dal P.P.R. in cui si riscontra la presenza di edifici tutelati ai sensi della legge 1497/39, rispettivamente lungo gli assi di corso Regina Margherita e corso Francia. |
9. Norme urbanistico edilizie di attuazione |
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X | Inclusione nelle aree ZUT/ATS |
Indicazioni specifiche |
E' presente un'area in trasformazione, indicata come 8.19 "Galvani", di cui è attualmente in atto una variante. |
10. Descrizione e considerazioni (cronologie, comparazioni, riferimenti) |
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Il borgo San Donato, situato a ridosso del centro della
città, in un settore connotato da ampi isolati regolari,
si caratterizza per la presenza di un reticolo stradale
che definisce un disegno anomalo rispetto alla rigorosa
lottizzazione ottocentesca, differenza osservabile anche
per via della presenza di edifici minuti e particolari. Tale conformazione del borgo originario, così come le tipologie edilizie che lo connotano, sono ancora oggi leggibili nella struttura urbana e,distinguibili dal costruito risalente ai primi decenni del Novecento, caratterizzato invece da edifici multipiano eleganti che presentano affacci su strada. La compresenza tra i fabbricati del nucleo più antico e quelli dei settori pianificati novecenteschi rivela la presenza di immagini urbane ambigue, variabili e dai caratteri ambientali differenti. Attorno al nucleo primitivo del borgo infatti, si realizzano gli ampliamenti urbani pianificati tra il XIX e il XX secolo, che si pongono come limiti i grandi assi viari dei corsi Regina Margherita e Francia. La via Cibrario, nota come Chemin de Colegno à Turin e prolungamento della via Dora Grossa, antico decumano, poi via Garibaldi, si configura come asse principale del processo di lottizzazione di primo Novecento, connotato da edilizia residenziale di alto livello. All'interno dell'ambito è possibile infatti osservare comparti di edilizia specifica sorti in determinate fasi di sviluppo del quartiere. Ritroviamo quindi le cosiddette case di barriera, edifici residenziali talvolta da affitto, con la presenza di botteghe, costruite nella prima fase di sviluppo del borgo nel XIX secolo, organizzate sul tracciato della via San Donato (collegamento con il borgo Martinetto), lungo il confine orientale dell'ambito e in corrispondenza della maglia viaria ortogonale e parallelo a via Cibrario e corso Francia, a sud dell'ambito (sono un esempio quelle situate ai civici di via San Donato 16, 18, 26 e via Balbis 12). Databili a partire dalla seconda metà dell'Ottocento, si distinguono inoltre le case da redditto, generalmente palazzine ospitanti spazi commerciali al piano terra (sono un esempio quelle situate in via San Donato ai civici 7, 9, 22). A partire dai prmi anni del Novecento invece si osservano ulteriori tipi edilizi, prevalentemente residenziali e talvolta destinati all'affitto con presenza di negozi, che corrispondono alla fase di sviluppo urbano e completamento avvenuta secondo le disposizioni del Piano regolatore del 1906-08 e successive varianti. In questo contesto si riconoscono edifici di primo Novecento; edifici costruiti negli anni venti del Novecento, come le case in via Pinelli 22, 24, 26 e in via Peyron 29; ed infine è possibile distinguere le case degli anni trenta-quaranta del Novecento, che rispondono alle lottizzazioni di completamento definite dalle varianti del Piano Regolatore del 1935, come quelle situate in via Clemente 1 e i villini con giardino situati in corso Francia 10, 20 e via Beaumont 7, 8. Sebbene il borgo abbia ospitato anche importanti comparti industriali, come la fabbrica della Caffarel (di cui si conserva ancora l'antica sede), le Concerie Fiorio (progetto di Pietro Fenoglio del 1900), il Birrificio Metzger (progetto di Pietro Fenoglio del 1903), i mulini della città, poi Feyles, ormai questi complessi produttivi assumono nuove destinazioni d'uso e, si integrano alla vocazione residenziale, forse preminente del quartiere, sin dalla seconda metà dell'Ottocento. Il comparto borghigiano situato tra via Cibrario e corso Francia, prospiciente il tratto di corso Regina Margherita, assume un carattere identitario molto compatto, contingente all'inurbamento pianificato dei primi anni del XX secolo, in cui si alternano palazzi, palazzine e ville uni o plurifamiliari con giardino, di gusto liberty, che definiscono quest'area di San Donato come uno dei settori più eleganti di Torino. |
11a. Documentazione cartografica storica |
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Giovanni Battista Sappa, Ville impériale de Turin, in Département du Po, Arrondissement Communal & Canton de Turin, Plan géometrique de la Commune de Turin, Levé en exécution de l'arrêté du 12 Brumaire an II, Terminé le12 Nivoise an XIII, 1804-05, ASTO, Riunite, Finanze, Catasti, Catasto Francese, Torino f.8,13. |
Antonio Rabbini, Mappa originale del Comune di Torino, detta "Catasto Rabbini", 1866. ASTO, Riunite, Finanze, Catasti, Catasto Rabbini, f. XVII. |
Pianta geometrica della città di Torino alla scala 1:10 000 con tutti gli ingrandimenti eseguiti od approvati ed in corso d'approvazione (1868)- ASCT, Tipi e disegni, 64.5.11/B. |
Ufficio Lavori Pubblici Municipale, Carta topografica del Territorio di Torino Divisa in sette fogli, (1879-98). ASCT, Tipi e disegni, 64-8. |
Ufficio Municipale dei Lavori Pubblici, Pianta di Torino coll'indicazione dei due Piani Regolatori e di Ampliamento rispettivamente delle Zone piana e collinare adottati dal Consiglio Comunale nel 1913, colle Varianti appovate successivamente sino a Maggio 1915,1916. ASCT, Tipi e Disegni, 64.6.8. |
Ufficio Municipale dei Lavori Pubblici, Pianta di Torino coll'indicazione dei due Piani Regolatori e di Ampliamento rispettivamente delle Zone piana [...] e della Zona collinare [...] aggiornati colle Varianti deliberate successivamente sino a Giugno 1935 (terza variante piano 1908), 1916. ASCT, Tipi e disegni, 64/7/8/1-8. |
11b. Documentazione cartografica attuale |
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Piano Regolatore 1995. Tavv. 8b, 9a. (Geoportale Comune di Torino). |
Ortofoto dell'ambito Borgo San Donato (Google Maps, 2021). |
12a. Documentazione storica |
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Lavori costruzione banchine in corso Francia, 1956 (Archivio Storico Città Torino GDP sez I 704_005). |
Demolizione cinta daziaria, chiesa di Sant'Alfonso isolata, 1930 (Archivio Hugo Daniel). |
Costruzione del sottopassaggio di corso Regina Margherita sotto corso Principe Oddone, 1928 (foto: Museo Torino). |
Piazza Statuto, imbocco corso Francia, anni Cinquanta del Novecento (foto: Museo Torino). |
Casa Marchisio in via Piffetti 42, progetto Tioli, 1914 (foto: Museo Torino). |
Casa Actis Beltramo, corso Regina 202, 204, progettata da Sgarbi nel 1912 (foto: Museo Torino). |
Edificio di civile abitazione, Via Cibrario 62, progetto datato 1914 a firma di Giovanni Bertola (foto: Museo Torino). |
Casa Fenoglio, soprannominata La Fleur, in via Principi d’Acaia 11, tipico esempio di Liberty torinese progettato da Pietro Fenoglio nel 1902 (foto: Museo Torino). |
Ex villino Raby in corso Francia 8 bis, progettato da Pietro Fenoglio e G. Gussoni nel 1901 (foto: Museo Torino). |
12b. Documentazione attuale |
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Corso Francia alberato con traffico (foto: Francesca Talamini, 2015. Immagini del cambiamento). |
Corso Francia con ampia banchina spartitraffico (foto: Matteo Vaglienti, 2020. Immagini del cambiamento). |
Imbocco corso Francia, Torre BBPR (foto: Francesca Talamini, 2015. Immagini del cambiamento). |
Ex Conceria Fiorio, oggi Fondazione Piazza dei mestieri, scuola e laboratori (foto: Luca Davico, 2015. Immagini del cambiamento). |
Ex birreria Metzger poi Dreher oggi trasformta in supermercato (foto: Angela Caterini, 2015. Immagini del cambiamento). |
Bagni pubblici e lavatoi di Borgo San Donato oggi sede Circoscrizione 4 (foto: Luca Davico, 2015. Immagini del cambiamento). |
Pietro Fenoglio, Gottaro Gussoni, Palazzina Raby, 1901 (foto: Museo Torino). |
Pietro Fenoglio, Casa Fenoglio - La Fleur, particolare, 1902 (foto: MuseoTorino). |
13. Documentazione archivistica |
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14. Documentazione bibliografica |
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15. Sitografia |
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16. Compilazione e revisione |
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Compilatore scheda: | Giulia Bergamo |
Data compilazione: | Agosto 2021 |
Revisore scheda: | Chiara Devoti |
Data revisione: | Gennaio 2022 |