Categoria | |
Circoscrizione / Circoscrizioni | 5 |
Quartiere / Quartieri | 17: Borgata Vittoria |
1. Codifica complesso |
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Scheda / Schede | M_10 |
ID Edificio | |
Collegamento a scheda | In compilazione |
Vista aerea dell'ambito Borgata Vittoria (Google Maps, 2023). |
2. Ubicazione |
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Foglio PRGC | 4B-5A |
Foglio | |
Particella | |
Cinta daziaria | Tra la prima e la seconda cinta daziaria (1912-1930) |
3. Denominazione |
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Attuale | Circoscrizione 5, Borgata Vittoria |
Storica | Borgata Vittoria - La denominazione deriva dalla vittoria riportata sui Francesi nel 1706, dopo l’assedio di Torino. |
4. Periodizzazione |
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Fondazione impianto attuale |
La formazione e il consolidamento della borgata Vittoria avvengono fra Otto e Novecento, in particolare attraverso una prima fase di impianto urbanistico tardo ottocentesco conseguente alle volontà di pianificazione e espansione della città per parti oltre la prima cinta daziaria, e a una seconda fase d'urbanizzazione conseguente al Piano Unico Regolatore e d'Ampliamento del 1908. Un'ulteriore fase di progressiva saturazione del tessuto ha luogo a parte dal secondo dopoguerra con particolare intensità fino agli anni Settanta del XX secolo. |
Indicazioni specifiche |
A metà dell'Ottocento l'area di Borgata
Vittoria corrisponde a un territorio ancora
totalmente agricolo, ricco di corsi d’acqua e di cascine
organizzate lungo la direttrice viaria dell'antica Strada di
Lanzo, collegamento con le Valli di Lanzo e con Venaria Reale,
e su un sistema di strade di collegamento locale di più antico
impianto e con andamento irregolare; risalgono a questa fase
d'impianto ad esempio la cascina Brusà lungo la gora di Santo
Spirito e, lungo il canale della Ceronda, la Bianchina e la
Scaravello . Si riconoscono tuttavia, già verso la fine
del XIX secolo, alcune strutture protoindustriali, tra cui il
filatoio Campana, poi concerie Durio (dal 1871) e le officine
Savigliano (dal 1889), mentre il settore tra la Gora
Palazzotto, la ferrovia per Milano e la Ciriè-Lanzo vede la
formazione del primo nucleo della borgata intorno alla chiesa
di Ns. Signora della Salute (1885). Si registrano infatti un
insediamento urbanisticamente organizzato per isolati intorno
alla chiesa, edifici allineati lungo via Stradella e intorno
proprio alle officine Savigliano, mentre un secondo settore si
inizia a definire entro via Borgaro e via Stradella intorno
alle officine CIR. Tale fase di impianto urbanistico tardo
ottocentesco è conseguente al Piano Regolatore per
prolungamento dei corsi e vie principati fuori la Cinta
Daziaria [...], del 1887, e risulta caratterizzata da
un'edificazione edilizia in prevalenza in fregio alla strada
principale, esternamente alla Barriera di Lanzo, lungo il
tracciato della cinta prima daziaria del 1853, contrassegnata
dalla permanenza di percorsi di collegamento con la rete di
strade del tessuto ruralizzato precedente e in particolare
dalla presenza dell'infrastruttura ferroviaria della
Ciriè-Lanzo, il cui primo tronco venne inaugurato nel 1868. Su questa struttura planimetrica, il Piano Unico Regolatore e d'Ampliamento del 1906-08, viene a sovrapporre una maglia di nuovi tracciati stradali a stella (Via Brin, Via Salvini, Via Orvieto), delineante un nuovo impianto urbanistico, tuttavia fortemente condizionata dalle preesistenze e quindi irregolare e non integrata rispetto al più qualificante impianto originario, che ha conservato la propria immagine e struttura, caratterizzata dalla costruzione di fabbricati residenziali da reddito e di piccole industrie sui lotti precedenti e su quelli irregolari di nuova formazione. In particolare, la ferrovia e le adiacenti vie Stradella e Giachino si trovano a creare un asse diagonale di separazione tra due settori, con lo spostamento della direttrice di maggior scorrimento tangenzialmente all'insediamento. Nel corso dei primi decenni del XX secolo l’edilizia mista, residenziale e produttiva, viene progressivamente a saturare il settore a nord-est della ferrovia. Gran parte dei lotti prospicienti corso Mortara da via Borgaro a via Orvieto viene occupata dall'industria (FIAT Ferriere) e la zona a nord della via Verolengo risulta ormai quasi totalmente suddivisa in lotti regolari in parte edificati. Si segnala anche, in quanto vero e proprio polo di attrazione per tutto il settore settentrionale che gravita su corso Grosseto, la costruzione, nel 1927, dell'imponente quartiere di edilizia popolare Q16 “Vittorio Veneto" . L'edilizia residenziale del settore di Borgata Vittoria viene ulteriormente completata e sostituita nel corso del secondo dopoguerra con densità intensiva, in particolare in seguito ai fenomeni migratori interni che interessano la città di Torino tra gli anni Cinquanta e Settanta del Novecento. |
Data primo impianto |
Fino all'ultimo quarto del XIX secolo il territorio corrispondente all'attuale borgata Vittoria risulta ancora totalmente agricolo, caratterizzato dalla direttrice viaria dell'antica Strada di Lanzo, e in particolare da un impianto rurale molto razionalizzato con cascine isolate, ricco di corsi d'acqua e con rare strutture protoindustriali. |
5. Regime patrimoniale |
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Indicazioni specifiche |
L'ambito analizzato si caratterizza per la presenza di un tessuto
edilizio residenziale con diverse declinazioni,
in particolare risultano interessanti alcune tipologie
ricorrenti: le semplici casette (a uno o due piani fuori
terra) lungo i fronti strada o in posizione obliqua, la cui
fattura architettonica mostra evidenti scelte “spontanee”
della composizione; le raffinate case (di varia dimensione) di
gusto Liberty che, pur nei limiti di un’edilizia economica,
palesano una particolare attenzione agli aspetti formali e
decorativi, in grado di impreziosire la propria immagine e
quella ambientale degli spazi circostanti; e ancora parecchi
edifici con segni di varie tendenze stilistiche del Novecento
che, in alcuni casi, mostrano una cura particolare per gli
aspetti compositivi e stilistici dell’architettura. Nel
contesto dell'architettura residenziale nell'ambito
considerato si riconoscono anche alcune iniziative di edilizia
popolare come il Quartiere 6° - Cascina Colombé (via Villar
36, 38) esempio di edilizia popolare del primo periodo IACP
(1908-1920) composto da tre edifici disegnati dal Presidente
ing. Fochesato o il Quartiere 16° - Vittorio Veneto (corso
Grosseto 115/119, via Sospello 159/163, via Bibiana, via
Chiesa della Salute) singolare opera di edilizia popolare del
secondo periodo IACP (1920-1930) che conta 18 fabbricati a
firma dell'ingegner Umberto Cuzzi. Uno dei fulcri polarizzanti del settore urbano si trova in corrispondenza delle due piazze contigue alla chiesa di Nostra Signora della Salute, iniziata nel 1885 e terminata nei primi anni del Novecento su progetto di Angelo Reycend, negli anni Trenta viene ampliato il santuario annesso. In borgata Vittoria si ritrovano anche alcuni importanti complessi di edilizia scolastica come la scuola elementare Allievo (vie Vibò 62 e Roccavione 5-7), edificata nel 1914 dal Comune su progetto dell'ingegner Midano e ampliata nel 1938 prolungando il braccio su Via Massaia, la scuole materna Viberti (via Cambiano 6/10) nata per di iniziativa privata, datata 1886, ma costruita nel 1905 e ampliata nel 1912 e la scuola materna Superga, già asilo nido privato realizzato insieme all’ex dopolavoro aziendale, progettato da Armando Melis de Villa (1937). Tra gli edifici dedicati ad altre funzioni di servizio si annoverano i bagni municipali, di via Roccavione 11, costruiti dal Comune su disegno dell'ingegner Godio nel 1956, e l'edificio pluripiano a destinazione mista (grande magazzino e abitazione) conosciuto come Magazzini UPIM (vie Breglio 61 e Bibiana) su progetto Sergio Jaretti, Elio Zuzi nel 1970. Tuttavia la caratteristica più connotante del tessuto urbano di borgata Vittoria è costituita dalla presenza di numerosi insediamenti industriali e protoindustriali come il già citato stabilimento delle Officine Savigliano (corso Mortara, via Udine) il cui primo nucleo sorge intorno al 1889, e nel 1917 viene edificato il fabbricato a firma dell'ingegner Enrico Bonicelli e dell'ingegner Guidetti; su progetti datati 1919 a firma ing. Molteni vengono poi realizzate la sopraelevazione e una sistemazione provvisoria, e ancora negli anni Trenta, fino al 1940, il complesso si arricchisce di diversi padiglioni. Agli anni Venti-Trenta del Novecento risalgono anche il fabbricato della Socità Tobo (Via Saorgio 41) e la fabbrica Elli Zerboni & C., articolata su due isolati tra le vie Boccardo ,Ridotto, corso Venezia e tra le vie Boccardo ,Pavone, il primo con edifici ante 1924 e palazzina di Mario Dezzutti del 1939, il secondo, con edificio multipiano sempre su disegno di Dezzutti del 1928 e sopraelevazione, firmata dall'ingegner Rigolino del 1937, elemento che contribuisce a caratterizzare l'ambiente della barriera operaia, sede di industrie e residenze mescolate, o ancora la palazzina per uffici e l'edificio industriale legati alla fabbrica già Rotative Caprotti (Via Villar 2, Via Adda). Di qualche decennio precedente è invece il fabbricato dell'ex fabbrica Boero, datato 1905 a firma dell'ingegner Pietro Fenoglio. L’antica borgata Vittoria è una zona di Torino che ha mantenuto l’originario carattere popolare, tuttora ben leggibile anche nel modo di utilizzare gli spazi, aperti o chiusi, pubblici o privati. All’interno del tessuto urbano risultano ad esempio come elementi di forte caratterizzazione i numerosi spazi aperti per l’incontro e l’aggregazione: tipico è il frequentato mercato di piazza della Vittoria, molto vivace è anche quello per il passeggio lungo l’asse di via Chiesa della Salute. Tra le piazze principali si segnalano Madonna della Salute, Mattirolo, Piero della Francesca;, Vetta d’Italia, Villari e i larghi Borgaro, Giachino e Massaia. La borgata era caratterizzata anche della presenza di alcune importanti infrastrutture quali la passerella pedonale di stazione Dora, realizzata nell'ultimo quarto dell'Ottocento con interventi successivi (databili nel Novecento) di sostituzioni e ripristini di parti portanti, o il sovrappasso e raccordo tra la linea ferroviaria Torino-Milano e la Torino-Ceres (ex FTN, FTC), stazione Dora, piazza Baldissera (già caratterizzata dal raccordo e cavalcavia ferroviario tra le linee) e il cavalcavia stradale di via Giachino, tutti elementi ormai perduti, elliminati nel progetto di completamento delle spine. |
6. Riconoscibilità logiche insediative |
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X | Riconoscibilità del nucleo originario |
X | Presenza di stratificazioni successive/demolizioni/lacune rispetto al nucleo originario |
Indicazioni specifiche |
Nel suo impianto primitivo la borgata, che
condivide molti elemento con il contiguo borgo della Madonna
di Campagna, può risultare costituita da tre parti: una che,
compresa fra la via Giachino e la trincea (poi coperta) della
ferrovia Torino-Ceres, dà luogo a un’edificazione in forma di
fuso; un’altra che, compresa fra le vie Giachino, Tesso,
Borgaro e il corso Brin, è costruita a ridosso delle dismesse
Officine Savigliano, e dà luogo a un’edificazione su un
reticolo viario a maglia regolare; e un’altra ancora che,
costruita attorno alla chiesa della Madonna della Salute,
intesa quale polo di aggregazione, incardinata lungo lo
storico asse delle vie Stradella, Giachino e Cesalpino (la
cosiddetta Spina reale) appartenente all’aggregato
primigenio della borgata, dove permangono evidenti segni
dell’immagine passata non solo nell’affaccio principale ma
anche nelle zone circostanti e lungo la ramificazione di via
Chiesa della Salute. Il nucleo è costituito da un tessuto
minuto, per quanto riguarda sia la dimensione degli isolati
sia dell’edificato, che risulta impostato in generale su un
impianto planimetrico irregolare, caratterizzato da strette e
brevi vie che denotano un disegno urbanistico privo di una
vera progettazione, in cui i tagli obliqui sono dovuti al
permanere di antichi tracciati o alla originaria tendenza a
creare collegamenti polarizzati sulle piazze e vie più
importanti. Il costruito è composto da edifici di varia fattura e stile che creano una caratteristica discontinuità dei fronti, la quale tuttavia passa in secondo piano grazie volumetria contenuta dell’edificato. Questo tratto identitario diventa caratterizzante per interi spazi del settore considerato, creando così scorci con caratteri tipici di borgata, dominati dall’uniforme immagine dei piccoli aggregati rimasti, che si configurano come il denominatore comune in grado di smorzare l’immagine stilisticamente variegata del costruito. L’edificato palesa infatti le varie fasi di formazione e di completamento della borgata ancora leggibili in primo luogo nel tessuto aggregativo tardo-ottocentesco, la cui immagine urbana, riferibile a un preciso momento storico della città corrispondente alla fase di protoindustrializzazione, è propria delle borgate sorte fuori dalle barriere daziarie della Cinta del 1853, lungo le principali direttrici foranee, in fregio alle quali vengono ritagliate lottizzazioni private. A testimonianza della fase espansiva conseguente il Piano Unico Regolatore e d'Ampliamento del 1906-08 troviamo l'edificazione di fabbricati residenziali da reddito e piccole industrie sui lotti precedenti e su quelli irregolari di nuova formazione. Il tratto di Via Chiesa della Salute da Via Ridotto a Via Fontanella, il complesso delle Piazze Chiesa della Salute e della Vittoria, è caratterizzato dalla cortina edilizia continua prevalentemente uniforme, riferibile tipologicamente e stilisticamente ai modi costruttivi dei primi decenni del Novecento. L'edilizia residenziale viene progressivamente completata o sostituita nel secondo dopoguerra. Anche le trasformazioni relative agli anni più recenti trovano riscontro nel tessuto urbano, e in particolare lungo via Tesso si può osservare come l’aggregato di case antiche che caratterizza un intero fronte strada si affaccia oggi su un nuovo settore di città, creato dagli interventi relativi alla formazione della Spina 3, in cui volumetrie singole si alternano a spazi vuoti, generando un settore urbano autonomo nella propria identità compositiva, urbana e architettonica. Il nucleo assiato sulle vie Stradella e Cesalpino, pur interrotto nella zona nord-ovest dall’impattante snodo stradale in cui convergono molteplici assi viari di notevole dimensione e portata, si pone storicamente in continuità con quello presente al di là della pesante cesura, funzionale e visiva, ovvero con il settore incardinato sull’asse di via Venaria (entro il perimetro del borgo Madonna di Campagna), in una ideale ricostruzione dell’antico percorso che congiungeva in passato i territori dei due nuclei. |
7. Elementi di connessione con il territorio circostante |
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X | Relazioni con il sistema viario | X | Relazioni con il sistema idrico |
X | Relazioni con il sistema ferroviario | Relazioni con il contesto territoriale |
Indicazioni specifiche |
L'ambito urbano considerato (delimitato
da via Cisalpino, via Breglio, corso Venezia, corso
Mortara, via Borgaro e una piccola porzione di via Lucento)
presenta una forte connessione con il sistema viario, in
quanto, nel corso del suo processo di urbanizzazione, la
borgata si organizza attorno alla Barriera di Lanzo, che è
caratterizzata quale nodo di infrastrutture ferroviarie e
stradali: la ferrovia Torino-Milano, la ferrovia
Torino-Ciriè-Lanzo, poi prolungata fino a Ceres e la strada
provinciale di Lanzo, poi via Giachino. Proprio via Errico Giachino, sedime antico della Strada di Lanzo, collegamento con le Valli di Lanzo e con Venaria Reale, si dimostra essere la direttrice storica di sviluppo per l'intera area urbana, e cardine su cui si innestano già del XVII secolo strade di collegamento locale di più antico impianto e con andamento irregolare. In particolare nel tratto tra l'ex-barriera della cinta daziaria del 1853 e largo Giachino, il tracciato dell'antica strada foranea risulta ancora leggibile nel tessuto attuale attraverso i legami con esiti residui e vitali di architetture e trame minori chiaramente connotati. Il tratto successivo della stessa via Giachino, in direzione della Venaria Reale, risulta invece facilmente riconducibile al progetto globale per le grandi fabbriche ducali, deciso dall'Assolutismo a metà del XVII secolo e articolato nel grande sistema insediativo di residenze di loisir su disegno architettonico e urbanistico di Carlo e Amedeo di Castellamonte. Ogni residenza compresa in questo disegno politico e concreto viene collegata fisicamente con la città-capitale tramite allee alberate en ligne droite attestantesi sulle porte della città, dando vita a un assetto radiale e monocentrico di canali visuali prospettici. La traccia del sistema si è mantenuta come una costante nel processo di trasformazione della città, con un ruolo significativo anche tra la fine del XIX secolo e i primi anni del Novecento, benché già venuti meno i significati e la consistenza stessa del sistema, rimanendo ben leggibile ancora oggi in senso morfologico, archeologico e soprattutto semantico. La vicina via Stradella è invece l'esito di un tracciato successivo, che ha seguito la costruzione del ponte di passaggio sugli impianti ferroviari, al fine di consentire il transito tranviario; tale direttrice era però già in progetto, come nuova strada di collegamento tra la Barriera di Lanzo e il comparto di Madonna di Campagna, secondo quanto disposto dal piano (approvato con Regio Decreto del 4 settembre 1887), che sanciva il prolungamento fuori cinta daziaria dei principali corsi e vie. Per la borgata, l’attuale limite di viale della Madonna di Campagna pare considerarsi come un possibile confine: l’accostamento della borgata al borgo Madonna di Campagna avviene in modo inestricabile grazie anche alla rete viaria prodotta dal piano regolatore del 1908 e dalle sue varianti, che tracciano un reticolo viario a grandi maglie, all’interno delle quali ulteriori lottizzazioni producono vie private. A Nord-Est del settore urbano, la linea Torino-Ceres, inaugurata nel 1869 con la sua lunga trincea (oggi non più riconoscibile), è una delle infrastrutture che più ha inciso sullo sviluppo urbanistico della Barriera Lanzo dividendola dal resto della borgata Vittoria che risulta così compresa tra le due linee ferroviarie Torino-Ceres e Torino-Milano (1856). Superato il varco nella vecchia cinta daziaria i treni sottopassano in galleria la linea per Novara nell’area di piazza Baldissera e della demolita stazione succursale per poi continuare per Venaria costeggiando la vecchia strada provinciale di Lanzo, ora via Giachino. Nel 1895 è decisa la costruzione di un binario di raccordo tra le due linee che obbliga il posizionamento del passaggio a livello di via Giachino, che resiste fino alla risistemazione degli anni Novanta. Nel 1988 diviene stazione capolinea della ferrovia Torino-Ceres, in seguito alla dismissione della storica stazione di Torino Porta Milano, attiva dal 1868. Nel 2009 la stazione viene chiusa per consentire il proseguimento dei lavori del passante ferroviario di Torino e da tale data i treni corrono sui nuovi binari interrati, un tunnel sotto corso Grosseto vuole collegare direttamente la linea che proviene da Ceres con la nuova stazione Fossata Rebaudengo. Le relazioni tra la borgata Vittoria e il corso della Dora Riparia ,che ne lambisce il perimetro a sud, vedono una particolare intensità nel corso dell'Ottocento quando si sviluppa un ricco tessuto di attività produttive, piccole industrie e botteghe legate allo sfruttamento dei canali originati proprio dalla Dora. Attualmente, il rapporto con il fiume è parzialmente mediato dai tentativi di ricucitura operati dalle propaggini del nuovo Parco Dora che ridefinisce i margini tra borgata Ceronda e borgo Valdocco. |
8. Vincoli e prescrizioni |
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X | P.R.G. | X | Soprintendenza |
P.P.R. | Altre tutele |
Indicazioni specifiche |
9. Norme urbanistico edilizie di attuazione |
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X | Inclusione nelle aree ZUT/ATS |
Indicazioni specifiche |
Nel settore considerato, il PRG vigente della Città di Torino classifica come Zone Urbane di Trasformazione l'Ambito 4.13/1 Ex stabilimento Teksid, ex Ferriere Fiat Vitali - Spina 3. |
10. Descrizione e considerazioni (cronologie, comparazioni, riferimenti) |
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Nel periodo 1850-1855 è costruito il primo
tratto della ferrovia per Novara, l’attuale Torino-Milano; ciò
provoca una riduzione del territorio di Madonna di Campagna,
rispetto al precedente confine su Corso Vercelli. Nel 1853 è
costruita la cinta daziaria con una porta di barriera sullo
stradale di Lanzo: il territorio foraneo è favorito in quanto
non soggetto all'imposta di entrata. Quando nel 1869 sono
costruiti il Canale Ceronda per il potenziamento dell'energia
motrice per le aziende, e il primo tratto della ferrovia
Torino-Ceres, questo luogo diventa ideale per l'insediamento
progressivo di stabilimenti industriali. Il processo
d’industrializzazione si concreta, fondamentalmente, in due
importanti poli produttivi, ora entrambi dismessi: la Società
Nazionale delle Officine di Savigliano (1899) e le Concerie
Italiane Riunite (1896). Con queste condizioni di favore, dopo
le lottizzazioni del 1877, in questa zona nasce la vecchia
Barriera di Lanzo su un lato del trincerone della
Torino-Ceres, e sull'altro, più isolata, nasce la vera e
propria Borgata Vittoria, nella quale sorgerà il santuario di
Nostra Signora della Salute. In questi due nuclei si sviluppa
un vivace associazionismo mutualistico, ma anche l’iniziativa
liberale e socialista. Quest’ultima ha come esito la
costruzione della Casa del Popolo inaugurata nel 1908 come
segno tangibile della forte iniziativa socialista in questo
territorio. Situata nell’odierno largo Giachino (strada Lanzo
139), vicino a dove aprirà qualche anno dopo la fabbrica
chimica Martiny (poi Superga), la Casa del Popolo è costruita
grazie alla cooperazione dei circoli rionali socialisti di
Borgo Vittoria, Madonna di Campagna e Lucento. È il vero
centro politico del partito in questo quartiere, costituito da
più ambienti: un salone sovrastato da una galleria per
conferenze e spettacoli, un teatro di notevoli dimensioni per
l’esibizione di compagnie teatrali, complessi musicali e cori,
mentre all’esterno è presente un giardino con spazi per
bambini e giochi di bocce. Diventa presto un luogo vissuto
come importante punto di aggregazione e socializzazione,
indice del mutato atteggiamento sull’uso del tempo libero
conquistato con le lotte operaie di inizio Novecento. Solo
attorno al 1910, con la costruzione del cavalcavia sulla
Torino-Milano e successivamente del primo tratto di via
Stradella, la borgata esce dall'isolamento. Lo sviluppo a nord di borgata Vittoria comincia con la costruzione delle case popolari di Via Sospello nel 1930 e continua con altre abitazioni di edilizia popolare nei decenni successivi. Con il Piano Regolatore del 1995 il comune di Torino ha intrapreso un progetto di riqualificazione urbanistica che, promuovendo la delocalizzazione industriale in aree più periferiche e di inferiore valore di mercato, prevede la quasi totale demolizione dei fabbricati a carattere industriale e la sostituzione con edifici residenziali e terziari ad alta densità edilizia. In anni recenti la zona di Borgata Vittoria è anche interessata dal progetto del passante ferroviario volto ad attraversare la città in direzione nord-sud, dalla stazione Stura al Lingotto. Gli interventi più rilevanti che coinvolgono l'area della cosiddetta Spina 3 riguardano principalmente la realizzazione delle gallerie interrate che scendono in profondità fino a passare sotto l'alveo del fiume Dora, la sistemazione della superficie viaria con dotazione di alberature, giardini, piste ciclabili e giardini, la costruzione di una rotonda in piazza Baldissera con la sostituzione della sopraelevata di corso Mortara attraverso un sottopassaggio e l'istituzione di una nuova fermata Dora interrata accessibile proprio da piazza Baldissera in sostituzione della precedente stazione Dora, a ricucire due porzioni di città divise dai binari. Le modificazioni che l’avvento del viale Spina reale comporta rivelano tuttavia anche aspetti di criticità: i retri delle case di via Giachino, che si affacciavano sulla trincea ferroviaria, oggi si attestano sul fronte di una nuova strada, con l'esigenza di mediare tra la volontà di conservare quella tipica immagine di un frammento di borgata e l'idea di intervenire con operazioni mirate e puntuali. Inoltre, l’area urbana già costruita a ridosso delle dismesse Officine Savigliano risente delle radicali trasformazioni connesse con l’intervento della Spina centrale; via Tesso ha radicalmente mutato aspetto. Si sottolinea che anche il lato destro di via Stradella, fra le vie Chiesa della Salute e Breglio, rivela aspetti interessanti, ma fragili, infatti la zona che ha avuto quale polo di aggregazione la chiesa della Madonna della Salute richiede una globale tutela selettiva e critica: per tutte le vie strette, per i discontinui allineamenti stradali, per tutte le case basse. Infine si auspica una specifica attenzione relativa alle interessanti vedute prospettiche delle vie Cantoira, Gubbio e Lemie (segnalazione da Borghi e borgate, 2014). |
11a. Documentazione cartografica storica |
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Antonio Rabbini, Mappa originale del Comune di Torino, detta "Catasto Rabbini", 1866. ASTO, Riunite, Finanze, Catasti, Catasto Rabbini, ff. VII, VIII. |
Ufficio Lavori Pubblici Municipale, Carta Topografica del Territorio di Torino Divisa in sette fogli, [1879-98]. ASCT, Tipi e disegni, 64.8. |
Comune di Torino, Piano Topografico del Territorio ripartito in Frazioni e Sezioni di Censimento, 1911. ASCT, Tipi e disegni, 64.8.17. |
Ufficio Municipale dei Lavori Pubblici, Pianta di Torino coll’Indicazione dei due Piani Regolatori e di Ampliamento rispettivamente delle Zone piana e collinare adottati dal Consiglio Comunale nel 1913, colle Varianti approvate successivamente sino a Maggio 1915, 1916. ASCT, Tipi e disegni, 64.6.8. |
Servizio Tecnico Municipale dei Lavori Pubblici, Pianta di Torino coll’Indicazione dei due Piani Regolatori e di Ampliamento rispettivamente della Zona piana [...] e della Zona collinare [...] aggiornati colle Varianti deliberate successivamente sino a Giugno 1935 (terza variante piano 1908). ASCT, Tipi e disegni, 64/7/8/1-8. |
11b. Documentazione cartografica attuale |
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Piano Regolatore 1995. Tavv. 4b, 5a (Geoportale Comune di Torino). |
Ortofoto dell'ambito Borgata Vittoria (Google Maps, 2021). |
12a. Documentazione storica |
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Casa del popolo di Borgo Vittoria e Madonna di Campagna durante i lavori di costruzione, 1910 (fotografia da «Il Grido del popolo», 1 maggio 1910). |
Quartiere 6° «Cascina Colombe», primi anni Ottanta del Novecento (foto: MuseoTorino). |
CIR Concerie Italiane Riunite. Cartolina degli anni Cinquanta del Novecento (foto: MuseoTorino). |
Fabbrica Elli Zerboni utensili industriali. Fotografia EUT 6, 1941 (foto: MuseoTorino). |
Corso Grosseto alberato con corsie laterali appena tracciate, anni Cinquanta del Novecento (Archivio Storico Città Torino FT 11A04_018). |
Mercato rionale in via Chiesa della Salute, anni Settanta del Novecento (Archivio Storico Città Torino FT 11B12_061). |
Largo Stradella e via Vibò in cartolina storica, anni Cinquanta del Novecento (foto: CDS 5). |
Cavalcaferrovia di via Stradella, anni Cinquanta del Novecento (foto: CDS 5). |
12b. Documentazione attuale |
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Casa Ponchia, palazzina liberty degli anni Venti del Novecento (foto: Studio fotografico Gonella, 2012. MuseoTorino). |
VI Quartiere IACP ormai inglobato nella città consolidata (foto: Michele Delogu, 2012. Immagini del Cambiamento). |
Cantiere di piazzale Baldissera ultimato, corso riaperto al traffico (foto: Francesca Piscitelli, 2019. Immagini del Cambiamento). |
Rotonda con imbocco (in trincea) per corso Venezia (foto: Arianna Genco, 2018. Immagini del Cambiamento). |
Densa area industriale in via Olivetti, ex proprietà IMO (foto: Daniele Viarengo, 2020. Immagini del Cambiamento). |
Società Nazionale Officina di Savigliano (foto: Mattia Mammoliti, 2011. ISMEL). |
Supermercato in via Chiesa della Salute (foto: Luca Davico, 2017. Immagini del Cambiamento). |
L’ingresso del complesso della stazione Dora della linea Torino-Ceres (foto: Paolo Coccorese, 2012. MuseoTorino). |
13. Documentazione archivistica |
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14. Documentazione bibliografica |
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15. Sitografia |
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16. Compilazione e revisione |
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Compilatore scheda: | Chiara Benedetti |
Data compilazione: | Settembre 2021 |
Revisore scheda: | Chiara Devoti, Giulia Bergamo |
Data revisione: | Gennaio 2022 |