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Circoscrizione / Circoscrizioni | 5 |
Quartiere / Quartieri | 16: Lanzo- Borgo Madonna di Campagna |
1. Codifica complesso |
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Scheda / Schede | M_11 |
ID Edificio | |
Collegamento a scheda | In compilazione |
Vista aerea dell'ambito di Madonna di
Campagna (Google Maps, 2022). |
2. Ubicazione |
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Foglio PRGC | 4B-5A |
Foglio | |
Particella | |
Cinta daziaria | Ambito attraversato dalla seconda cinta daziaria (1912-1930) |
3. Denominazione |
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Attuale | Circoscrizione 5, Madonna di Campagna |
Storica | Borgo Madonna di Campagna |
4. Periodizzazione |
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Fondazione impianto attuale |
L'immagine urbana attuale dell'insediamento corrisponde all'integrazione della precedente struttura rurale nell'organizzazione pianificata nel primo decennio del XX secolo, con risultanze urbanistiche abbastanza omogenee nelle singole zone costituenti. L'espansione pianificata del primo decennio del Novecento conseguente al Piano Unico Regolatore e d'Ampliamento del 1906-1908, è caratterizzata dalla sovrapposizione alla maglia precedente del nuovo reticolo strada impostato a raggiera su viale Madonna di Campagna, dal parziale abbattimento di edifici preesistenti (cascine), dalla creazione di isolati chiusi a disegno geometrico regolare, a cui segue anche l'istituzione della seconda cinta daziaria (1912) che viene a attraversare il settore. Sulla struttura a maglia regolare così disegnata viene a innestarsi un progressivo consolidamento del tessuto a partire dagli anni Trenta del XX secolo, in particolare lungo gli assi viari principali. |
Indicazioni specifiche |
Il sistema delle cascine sparse e
l'organizzazione territoriale di matrice rurale, consolidatosi
nel corso dei secoli XVII e XVIII, è confermata in maniera
quasi inalterata dalla cartografia storica fino ai primi anni
del XIX secolo. In questa fase si riconosce come elemento predominante sul territorio il Convento dei Cappuccini di Madonna di Campagna, localizzato in stretta connessione con la strada della Venaria. Nel corso della prima metà dell'Ottocento, il borgo si consolida lentamente ma progressivamente lungo l’asse viario foraneo della strada per Venaria, mentre il resto del territorio, anche limitrofo al monastero, è occupato essenzialmente da cascine di significative dimensioni e solcato da una rete di importanti canalizzazioni. Si segnalano in particolare le cascine La Brusà, Il Palazzotto, verso la città, e Il Carossio verso Venaria, oltre all'ampio complesso del Filatojo Campana, tra i primi opifici impiantati nel borgo. Tra gli anni Settanta e Ottanta dell'Ottocento il borgo Madonna di Campagna, è chiaramente attestato lungo la direttrice della Strada della Venaria Reale (oggi in parte via Stradella e in parte via Venaria oltre il corso Grosseto) includendo l'edilizia rurale preesistente, si decide l'apertura di piazza Madonna di Campagna prospicente all'antico convento di via Cardinal Massaia che segue un più antico tracciato e viene a caratterizzare il comparto anche la linea della ferrovia Torino-Cirié-Lanzo (1868). Contestualmente sono definite anche via Lemie e via Lamporo con operazioni di lottizzazione organizzata. Il sedime dell'attuale via Giachino è in questo periodo ancora sostanzialmente una strada extraforanea senza comparti edilizi fatta eccezione per una ridotta sezione, compatta, tra la ferrovia e la strada per la Venaria; per il resto infatti l’intero territorio è caratterizzato da un’estesa vocazione agricola, con ampie cascine servite da un sistema di canali. Nel primo decennio del XX secolo l’effettiva estensione del borgo è definita a ovest dal corso della Stura, a est da corso Mortara, a nord dalla ferrovia di Milano e a sud da una linea più frastagliata di divisione dal contiguo borgo Lucento e dalla più piccola borgata Ceronda, ma un nucleo di tessuto compatto è riscontrabile solo nel settore oltre la ferrovia Torino-Cirié-Lanzo (attuale via Stradella e parte di via Venaria) perchè tutto il resto del territorio è occupato solo da case sparse. Con i Piani Regolatori e di Ampliamento rispettivamente delle Zone piana e collinare adottati dal Consiglio Comunale nel 1913, il borgo, ancora non intensamente edificato, viene connotato dalla definizione di due arterie di notevole rilevanza: corso Grosseto e la via lungo il corso della seconda cinta daziaria (oggi via Paolo Veronese) e fino alla barriera di Lanzo (oggi piazza Stampalia). La variante al piano regolatore del 1915 viene a disegnare un reticolo regolare di vie, parallele proprio a corso Grosseto (vie Sospello, Coppino e Breglio) e a via Borgaro, che rappresenta il margine rispetto al contiguo borgo Lucento, ma in un contesto ancora scarsamente edificato. Nel già individuato segmento più consolidato è decisa l'apertura del viale Madonna di Campagna. A partire dagli anni Trenta del Nocento si avvia un processo di densificazione dell’abitato e di effettiva saldatura con la contigua borgata Vittoria. L’affermarsi di alcuni comparti industriali di notevoli dimensioni lungo via Stradella comporta ampi nuovi settori di edilizia popolare. |
Data primo impianto |
Il primo impianto di Madonna di Campagna, esterno alla cerchia della fortificazione, e poi alla prima cinta daziaria, ha coinciso con l'insediamento, già attestato nel XVII secolo, di alcune cascine sparse nel territorio (la Brusà, il Carrossio, il Palasotto o Palazzotto). |
5. Regime patrimoniale |
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Indicazioni specifiche |
In un territorio rurale, rimasto tale sino alle soglie del
Novecento, si è sviluppato nel tempo un tessuto edilizio
molto variegato, per lo più di carattere essenziale,
tranne per alcuni rari episodi di una certa ricercatezza. La contiguità fisica tra borgo Madonna di Campagna e la borgata Vittoria legata alla Barriera di Lanzo, influenzata dalla graduale crescita dell’industria e della residenza, ha comportato una sorta di condizionamento nei confronti del borgo, che ha avuto uno sviluppo più modesto, concentrato attorno alla chiesa e a qualche cascina. La chiesa parrocchiale di Madonna di Campagna (via Cardinal Massaia 98), costruita nel secolo XVII con l'annesso cimitero, ha costituito infatti il polo aggregativo del borgo, cui ha dato il nome. Distrutta a causa di un violento bombardamento nel 1942, la chiesa è stata ricostruita da Giuseppe Cento subito dopo la fine del conflitto mondiale; il campanile invece, scampato al bombardamento, è ancora conservato. Il nucleo di servizi tardo-ottocenteschi, quali la scuola elementare Beata Vergine di Campagna (viale Madonna di Campagna 11) fortemente voluta dai frati cappuccini dell’attigua parrocchia, e la scuola materna Durio (viale Madonna di Campagna-via Zubiena) della Federazione asili suburbani, degli anni ottanta del XIX secolo, prospicienti la chiesa della Madonna di Campagna costituiscono un polo di carattere identitario per il borgo, nella storia e ancora oggi. Nel contesto dell'architettura scolastica si segnala anche la scuola materna Venaria ( via Venaria 100), edificata come casello daziario nel 1912. In relazione alla seconda cinta daziaria del 1912 va ricordato anche il coevo Ufficio daziario di I categoria (piazza Stampalia) edificato come parte di un sitema di scomparsi "sistemi di guardia". L'architettura a vocazione residenziale, nell'ambito analizzato, si caratterizza per la presenza di iniziative di edilizia popolare di significativa rilevanza, come 16° quartiere IACP (corso Grosseto 115-119, vie Sospello, Bibiana, Chiesa della Salute) costruito tra il 1928 e il 1930 su progetto di Umberto Cuzzi, interessante perché rappresenta il punto di incontro tra le culture tecniche locali e le matrici architettoniche nord europee, in particolare austro-tedesche. Particolarmente connotanti per il tessuto edilizio di Madonna di Campagna si rivela però ancora oggi ciò che rimane del sistema di cascine che dal Settecento organizzano il territorio dell'area, ora in parte riplasmate con cambio di funzioni o demolizioni. Tra le altre si ricordano la Fossata (via Fossata 123, via randaccio, via Ala di Stura), cascina di pianura a corte chiusa di origine seicentesca, la cascina Le Ranotte (vie Ala di Stura, Sospello, corso Grosseto), sistema di due cascine di origine quattro-cinquecentesca a corte chiusa e addossate l’una all’altra, attualmente adibite a uso residenziale e circondate da orti privati, o ancora l'ottocentesca cascina la Ressia (via Reiss Remolis 225), caratterizzata dall’attività di una segheria, alimentata dall’azione di un mulino posizionato su un braccio di una balera. Il borgo intrattiene importanti relazioni funzionali con altri settori contigui proprio attreverso le cascine, a cominciare dall'area delle cosiddette Basse di Stura, dove si collocano le cascina Canonico, già cascina Boscaglia, risalente alla seconda metà del XIX e ancora in buono stato di conservazione e la casina Bassa di Stura, cascina di pianura di origine settecentesca, di cui un parte degli edifici sopravvisse fino agli anni ’90 del XX secolo, ma in seguito abbattuta per dar spazio al nuovo complesso residenziale tra via Reiss Romoli, via Scialoja e via Veronese. |
6. Riconoscibilità logiche insediative |
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X | Riconoscibilità del nucleo originario |
X | Presenza di stratificazioni successive/demolizioni/lacune rispetto al nucleo originario |
Indicazioni specifiche |
L’ampia area identificata oggi come borgo
Madonna di Campagna risulta costituita da un tessuto urbano
misto, in cui edifici di diversa natura tipologica e
architettonica si alternano, risultando un insieme di singoli
interventi non sempre coordinati. In questa sommatoria di
elementi eterogenei è possibile riconoscere la consistente
permanenza di tessuto edilizio aggregativo con edifici in
prevalenza a corte, indipendenti da fronti stradali, legati
all'impianto rurale del territorio, ma anche i tessuti edilizi
per lo più discontinui sviluppati tipi edilizi residenziali
minuti a due piani, legati a un impianto urbanistico
antecedente al Piano Unico Regolatore e di Ampliamento del 1908 e gli aggregati edilizi continui sviluppati lungo il
fronte viario, legati all'impianto urbanistico successivo al
sopracitato piano. In tale contesto stratificato è
quindi possibile individuare tracce dell’antico borgo
come elementi puntuali, dislocati in modo tanto frammentato da
non essere in grado di riproporre la dimensione borghigiana,
se non in rari casi. In particolare, resti dell'insediamento
antico sono riscontrabili lungo i tracciati di due delle
arterie storiche di collegamento tra Torino e i territori
extraurbani, ovvero lungo via Stradella, dove si rileva la
presenza di alcune case con caratteri borghigiani filtrate
però da fenomeni di sostituzione edilizia che ne compromettono
la continuità, e lungo la strada di collegamento tra la zona
centrale di Torino e Venaria Reale, nel tratto prossimo alla
borgata Vittoria, dove si riesce a coglierne l’appartenenza a
un sistema insediativo più ampio, ancora ben leggibile grazie
ad alcuni tratti significativi che si sono conservati, così
come la serie di case basse in via Refrancore (tratto urbano
della strada antica di Druento) e le piccole case in via
Chialamberto, riconoscibili anche laddove interventi sulle
superfici esterne hanno modificato l’aspetto di alcuni fronti
strada. A pochi isolati di distanza, in un contesto ambientale caratterizzato da un impianto a grandi isolati, incardinato attorno a corso Grosseto, in un tessuto urbano misto, si ritrovano alcuni piccoli edifici con connotazione rurale, spesso circondati dal verde di giardini e orti pertinenziali. Questa immagine, dal forte rimando al passato rurale della zona, si pone in netto contrasto con il contesto odierno. Tracce ancora più labili dell’antico borgo si ritrovano lungo via Ala di Stura dove rari edifici di dimensione minuta, in alcuni casi circondati dalla presenza di aree verdi, si individuano in maniera sporadica all’interno di un ambiente in cui consistenti intrusioni edilizie anche recenti hanno imposto una nuova connotazione dello spazio urbano. Lungo la vicina via Orbetello, si conservano piccole costruzioni, spesso connotate da una fisionomia che propone i caratteri tipici delle cascine pre-borghigiane, tuttora circondate dal verde e dagli orti, in netto contrasto con le alte palazzate circostanti che fronteggiano corso Grosseto (area di fatto delle Basse di Stura, con legami forti con il borgo della Madonna di Campagna, ma anche con connotazioni sue specifiche). Nel settore definito da un tratto di via Lemine, tra via Foglizzo e la ferrovia Ciriè-Lanzo, si individua uno spazio di valore ambientale caratterizzato dalla sezione stradale minuta e dalle quinte edilizie derivanti la loro peculiarità dalla uniformità dei lotti e delle realizzazioni edilizie, con caratteri decorativi e architettonici propri di una precisa stagione di cultura urbana degli ultimi anni dell'Ottocento. |
7. Elementi di connessione con il territorio circostante |
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X | Relazioni con il sistema viario | X | Relazioni con il sistema idrico |
X | Relazioni con il sistema ferroviario | X | Relazioni con il contesto territoriale |
Indicazioni specifiche |
Il settore urbano identificato come borgo
Madonna di Campagna (definito da via Sansovino, piazza
Stampalia, una porzione di via Veronese, via Reis Romoli,
linea ferroviaria Torino-Milano, via Breglio, via Cesalpino,
via Borgaro, una parte di corso Grosseto, via Vittorio
Cuniberti), in stretta contiguità con il settore delle Basse
di Stura, presenta una forte connessione con il sistema
viario, sin dalla sua prima formazione, in particolare per la
presenza della direttrici storiche della Strada della Venaria
Reale (oggi in parte via Stradella e in parte via Venaria
oltre il corso Grosseto) e della vecchia Strada di Druento
(sedime dell'attuale via Giachino) che hanno costituito i
fattori catalizzanti per la localizzazione delle prime cascine
tra XVII-XVIII e per la costituzione del borgo vero e proprio
nel XIX secolo. I limiti perimetrali del borgo, rispetto alla borgata Vittoria, hanno risentito della spinta propulsiva della borgata e si sono resi inestricabili a causa di una rete viaria che è stata prodotta dal piano regolatore del 1908 e dalle sue varianti. Il tessuto urbano dell'area risulta oggi disegnato da arterie stradali di varia dimensione, molte delle quali ad alta percorrenza, tra cui si distinguono i segni forti di corso Grosseto e di via Paolo Veronese (già tratto della seconda cinta daziaria del 1912), che costituiscono un taglio netto del territorio, a livello funzionale e visivo. Determinante è la presenza dell’importante snodo viario costituito da largo Grosseto in cui convergono diverse arterie molto trafficate (tra cui i corsi Potenza, Lombardia, e le vie Borgaro, Stampini, Venaria, Stradella). Attualmente la relazione con il sistema ferroviario e Madonna di Campagna si riduce alla presenza della linea Torino-Milano a definire il perimetro est del borgo separandolo dalle borgate Monterosa-Montebianco, in quanto il tratto della ferrovia Torino-Lanzo che competeva al settore urbano è oggetto di un progetto di interramento nel nuovo tunnel sotterraneo sotto corso Grosseto, di quasi tre chilometri di lunghezza. Anche le relazioni con il territorio e il sistema idrico si sono nel tempo indebolite rispetto al passato, quando la presenza del fiume Stura di Lanzo nel margine settentrionale del borgo costituiva l'alimentazione principale per l'articolato sistema di canali idrici, come anche la Dora Riparia, a servizio di grandi cascine prima e di impianti proindustriali poi. |
8. Vincoli e prescrizioni |
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X | P.R.G. | X | Soprintendenza |
P.P.R. | Altre tutele |
Indicazioni specifiche |
9. Norme urbanistico edilizie di attuazione |
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X | Inclusione nelle aree ZUT/ATS |
Indicazioni specifiche |
All'interno dell'area considerata si riscontra la presenza di alcune aree di trasformazione, rispettivamente quelle corrispondenti all'incrocio tra corso Grosseto e via Ala di Stura (5.6 e 5.26 relative a spazi ex industriali) e quelle situate lungo corso Venezia (5.10/8, relativa agli interventi di Spina 4). |
10. Descrizione e considerazioni (cronologie, comparazioni, riferimenti) |
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I confini del territorio di Madonna di
Campagna erano costituiti inizialmente dal confine del Feudo
di Lucento, dalla Stura, da Corso Vercelli fino al Balon e
dalla Dora, tanto che la parrocchia di riferimento della
popolazione di questo territorio prima è Santa Maria Maddalena
in Oltredora, poi San Simone e Giuda. Il territorio è
attraversato dallo stradale di Lanzo, lungo il quale alla fine
del XV secolo sorge una cappella intitolata a Santa Maria di
Loreto, che nel 1540 costituisce il primo insediamento dei
Cappuccini a Torino; nella zona è individuabile un piccolo
gruppo di tetti, che svolgono funzioni di servizio per i mezzi
e i passeggeri della strada, e alcune attività manifatturiere.
A metà del XVIII secolo nel territorio di Madonna di Campagna,
così come in diversi territori tra la Dora e la Stura ,si
avvia un processo di concentrazione delle terre intorno alla
presenza consolidata di grandi cascine con ampie proprietà
annesse. La conformazione delle cascine assume
progressivamente un impianto a corte con la costruzione della
villa padronale e della cappella con l'intento di trasformare
il senso di appartenenza degli abitanti legato alla cascina e
ai suoi proprietari. Fondamentale per lo sviluppo del
territorio è l'insediamento in questo contesto, negli anni
Settanta del Settecento, di un primo filatoio. La situazione
manifattura dell'Oltredora presenta andamenti diversi secondo
le località e nella prima metà del XIX secolo a Madonna di
Campagna non solo crescono le attività legate alla
filatura, ma nascono e si sviluppano anche altre attività, favorendo l'incremento demografico nella zona.
Proprio questo aumento di popolazione induce la Diocesi,
nell'ambito di un progetto di istituzione di nuove
circoscrizioni parrocchiali nel territorio di Torino, a
scorporare dalla chiesa di San Simone e Giuda di borgo Dora il
territorio di Madonna di Campagna, con l'elevazione a
parrocchia della chiesa dei Cappuccini nel 1834 che diventa
così anche sede di varie attività educativo-assistenziali. Gli anni trenta e quaranta dell'Ottocento costituiscono per Madonna di Campagna, a differenza di quanto avviene nell'area di Lucento invece in crisi, un periodo di grande espansione fino poi alla crisi del filatoio Campana. Nel 1853 il consiglio comunale di Torino approva il progetto per la creazione di una cinta daziaria ad assecondare il notevole ottimismo sulle possibilità di sviluppo della città. L'importanza della cinta daziaria è legata alla sua funzione economica e le zone escluse dal perimetro daziario sono esenti dalle imposizioni fiscali, per cui i costi di costruzione e i prezzi sono inferiori a quelli delle zone interne; ciò favorisce l'insediamento di vasti settori di popolazione e l'installazione di impianti industriali. L'installazione di industrie a Madonna di Campagna, posta a ridosso della nuova cinta, viene favorita rispetto alla vicina Lucento proprio in quanto attraversata dalla strada provinciale di Lanzo. In questo contesto, nei due decenni successivi si assiste a un progressivo incremento nei settori meccanico e edile, oltre che per la meccanizzazione in agricoltura, si registra un incremento anche per la costruzione delle ferrovie e di altre opere infrastrutturali: infatti dopo la fine dei lavori per la costruzione della linea Torino-Novara cominciano quelli per la costruzione della ferrovia per Lanzo che interessano ancora più strettamente lo sviluppo del borgo considerato. Nel 1868 viene anche approvato il progetto per la realizzazione del Canale Ceronda e si formalizzano le prime concessioni di forza motrice. La crescita edilizia fino alla metà degli anni settanta risulta ridotta, circoscritta a lottizzazioni di dimensioni relativamente modeste,;in questo periodo è possibile assistere infatti piuttosto a ingrandimenti di fabbricati già esistenti. Con il progressivo consolidamento di alcune industrie e l'insediamento di nuovi impianti, si favorisce l'installarsi di nuove famiglie nei borghi di Lucento e Madonna di Campagna e quindi la richiesta di nuove abitazioni. A questo proposito va ricordato che le strutture edilizie presenti nella zona fuori cinta, per lo più cascine, sono in questa fase insufficienti a offrire una sistemazione stabile agli operai occupati nelle nuove fabbriche. E' in questo contesto che, probabilmente, cominciano a convergere gli interessi di industriali e imprenditori per un programma di urbanizzazione di quella che era periferia fuori cinta, ancora caratterizzata da un assetto rurale. Tale intervento si realizza prevalentemente attraverso operazioni finanziarie di tipo speculativo. |
11a. Documentazione cartografica storica |
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Antonio Rabbini, Mappa originale del Comune di Torino, detta “Catasto Rabbini”, 1866. ASTO, Riunite, Finanze, Catasti, Catasto Rabbini, f. VII. |
Comune di Torino, Piano Topografico del Territorio ripartito in Frazioni e Sezioni di Censimento, 1911. ASCT, Tipi e disegni, 64.8.17. |
Ufficio Municipale dei Lavori Pubblici, Pianta di Torino coll’Indicazione dei due Piani Regolatori e di Ampliamento rispettivamente delle Zone piana e collinare adottati dal Consiglio Comunale nel 1913, colle Varianti approvate successivamente sino a Maggio 1915, 1916. ASCT, Tipi e disegni, 64.6.8. |
Servizio Tecnico Municipale dei Lavori Pubblici, Pianta di Torino coll’Indicazione dei due Piani Regolatori e di Ampliamento rispettivamente della Zona piana [...] e della Zona collinare [...] aggiornati colle Varianti deliberate successivamente sino a Giugno 1935 (terza variante piano 1908). ASCT, Tipi e disegni, 64/7/8/1-8. |
11b. Documentazione cartografica attuale |
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Piano Regolatore 1995. Tavv. 4b, 5a (Geoportale Comune di Torino). |
Ortofoto dell'ambito Madonna di Campagna (Google Maps, 2021). |
12a. Documentazione storica |
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Cascina Fossata (Fotografia storica. Fonte: MuseoTorino). |
Cascina La Ressia (Fotografia storica. Fonte: MuseoTorino). |
Chiesa Madonna di Campagna (Fotografia storica. Fonte: MuseoTorino). |
Incursione dell'8 dicembre 1942. Vista su ciò che resta della chiesa della Madonna di Campagna (Archivio Storico AMMA. Fonte: MuseoTorino). |
Chiesa Madonna di Campagna, Via Cardinale Massaia 98. Effetti prodotti dai bombardamenti dell'incursione aerea dell'8-9 dicembre 1942 (UPA 2816D_9D01-22. Archivio Storico della Città di Torino. Fonte: MuseoTorino). |
Vista su edifici del Quartiere 16 IACP "Vittorio Veneto" (Foto storica. Fonte: MuseoTorino). |
12b. Documentazione attuale |
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Cascina Fossata (Fotografia del 2020. Fonte: MuseoTorino). |
Cascina Ressia (Foto di Edoardo Vigo, 2012. Fonte: MuseoTorino). |
Chiesa Madonna di Campagna (Foto di Fabrizio Diciotti, 2014. Fonte: MuseoTorino). |
Scuola Elementare Beata Vergine di Campagna, lato su viale Madonna di Campagna (Foto di Fabrizio Diciotti, 2014. Fonte: MuseoTorino). |
Una delle case del 16° quartiere dell’Istituto autonomo case popolari (Foto di Bruna Biamino, 2010. Fonte: MuseoTorino). |
Scuola elementare "Venaria 1", su Via Venaria (Foto di Luca Davico, 2020. Fonte: Immagini del Cambiamento). |
13. Documentazione archivistica |
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14. Documentazione bibliografica |
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15. Sitografia |
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16. Compilazione e revisione |
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Compilatore scheda: | Chiara Benedetti |
Data compilazione: | Settembre 2021 |
Revisore scheda: | Chiara Devoti, Giulia Bergamo |
Data revisione: | Gennaio 2022 |