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Circoscrizione / Circoscrizioni | 5 |
Quartiere / Quartieri | 15: Le Vallette, Lucento |
1. Codifica complesso |
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Scheda / Schede | M_12 |
ID Edificio | |
Collegamento a scheda | In compilazione |
Vista aerea del Quartiere Vallette (Google Maps, 2023). |
2. Ubicazione |
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Foglio PRGC | 4A |
Foglio | |
Particella | In compilazione |
Cinta daziaria | Esterno alla seconda cinta daziaria (1912-1930) |
3. Denominazione |
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Attuale | Circosrizione 5, Le Vallette |
Storica | Beni culturali e Ambientali colloca il quartiere delle Vallette sotto l'ambito di Lucento, segnalando il complesso edilizio come "Nucleo di interesse ambientale e documentario, tipico esempio di pianificazione urbana a fine anni 50". |
4. Periodizzazione |
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Fondazione impianto attuale |
1958-1968 |
Indicazioni specifiche |
Il complesso residenziale del quartiere delle Vallette nasce sotto un progetto coordinato dalla Commissione per l'edilizia popolare (CEP) e appaltato dall'Istituto Autonomo Case Popolari (IACP) in accordo con enti (come I.N.C.I.S. E U.N.R.R.A. Casas, nonché INA-Casa) nell'ambito della programmazione dei piani del secondo settennio INA-casa: La superficie di 71 ettari individuata come lotto n. 9 (Unità Residenziale in Regione "Le Vallette" nel Piano Regolatore Generale della città di Torino adottato nell'aprile del 1956) offre la possibilità di redigere e realizzare il progetto di un'Unità Residenziale autonoma differenziata, interamente progettata e realizzata nel decennio dal 1957-8 al 1968. |
Data primo impianto |
Antecedentemente all'impianto dei lotti residenziali di metà Novecento, l'area era caratterizzata dalla presenza di infrastrutture rurali produttive autonome che definivano il paesaggio agricolo sei-settecentesco al di fuori dalla cintura fortificata. Tali entità erano interconnesse tra loro da una rete di tracciati viari intepoderali, canali e bealere, in stretto dialogo con l'adiacente borgo di Lucento e le sue attività produttive. Tra le cascine risalenti a quel periodo, sopravvive il complesso de "Le Vallette", dalla quale l'attuale quartiere prende il nome, e la cascina "della Maletta". La configurazione odierna del complesso edilizio si sovrappone alle preesistenze storiche cancellandone, in parte, le tracce. |
5. Regime patrimoniale |
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Indicazioni specifiche |
L'ambito urbano in esame è connotato dalla
presenza di edifici residenziali per l'edilizia popolare e
servizi (la Scuola Elementare, il Centro Religioso, il Centro
Culturale, il Mercato, il verde pubblico) tipico esempio della pianificazione urbana a fine anni '50, con tipologie
planimetriche e riferimenti formali di differente ideazione,
ad elevati standards abitativi. Si segnalano la
presenza di lacerti isolati di tessuto edilizio rurale
(cascine di fine Settecento) caratterizzanti il paesaggio
agricolo sei-settecentesco. Tra le segnalazioni in Beni culturali e Ambientali si indicano la Scuola Don Orione - Quasimodo (1959-1965), su progetto di R. Gabetti, A.O. d'Isola, e G. Raineri, in viale Mughetti, quale "Complesso scolastico dal valore documentario, significativo esempio di architettura neo-liberty dei primi anni '60 e rilevante influsso tipologico sulle successive realizzazioni comunali ". Tale edificio è inoltre segnalato del P.R.G.C. del 1995 e successive varianti come "Nucleo di edifici di particolare interesse storico e di valore documentario". La cascina "La Maletta" è indicata in Beni culturali e Ambientali come "Edificio rurale di significato documentario, tipico esempio di cascina a corte di pianura dell'ultimo quarto del Settecento". Si individuano inoltre i progetti coordinati di Levi Montalcini, con Bardelli, Ceresa, Morelli, Passanti, Vaudetti nel settore "F" tra via delle Pervinche e corso Ferrara: soluzioni abitative a schiera di sei, sette piani disposte a ritmo incalzante e regolare. Le abitazioni prevedono determinati standards di luce e di soleggiamento, assumendo disposizioni diverse in base ai vani scala e determinando soluzioni collettive singolari. Altra segnalazione si offre per i blocchi progettati dal gruppo di Augusto Cavallari Murat (Gabetti, Oreglia d'Isola, Raineri) nel settore "G" tra via delle Pervinche e via delle Primule che riprendono soluzioni architettoniche tradizionali nei materiali di rivestimento e nelle coperture. In particolare si segnalano la presenza di stecconi lineari di 4-5 piani disposti a linea spezzata nel Settore I (via delle Pervinche-via delle Verbene) progettate da Nello Renacco; torri di nove piani disposte in modo puntuale nei settori "B, C, M" (Decker, Rigotti, Astengo); caseggiati disposti in ampi spazi vuoti nel settore "G" (A. Cavallari Murat); villette con giardini nel settore H (Bairati) e altre abitazioni ad andamento mistilineo che assecondano la viabiltà interna in altri settori. |
6. Riconoscibilità logiche insediative |
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X | Riconoscibilità del nucleo originario |
X | Presenza di stratificazioni successive/demolizioni/lacune rispetto al nucleo originario |
Indicazioni specifiche |
Il territorio nord della città di Torino è
geograficamente compreso tra i due corsi d'acqua della Dora e
della Stura. Questa porzione può considerarsi un ambito
pianeggiante costituito da campi e prati, dove nel corso dei
secoli, grazie all'uso agricolo e produttivo del suolo, si
sono infittiti canali tracciati sul territorio a partire dai
punti di presa sui fiumi. La costruzione della seconda
cinta daziaria (1912-1930) apportò un grande segno periferico,
creando un limite all'espansione urbana: lungo
quest'ultima sopravvivono fino ad'oggi alcune strutture rurali
quali insediamenti produttivi e cascine, testimoni del passato
agricolo della zona. In diretta corrispondenza con l'attuale quartiere delle Vallette (pianificato e costrutito tra il 1958-1968) si trovano due cascine che hanno origini pressoché coeve tra il XVI e il XVII secolo: la Maletta in strada Vallette 52 e la cascina Le Vallette (attualmente in via delle Pervinche, via dei Ciclamini, corso Ferrara). Quest'ultima darà il nome al quartiere costrutito a metà Novecento. L'edificio originario della cascina "le Vallette" risale al Settecento e viene già nominata dal Grossi nel 1790. Si tratta di un edificio con pianta a "L" a corte chiusa, localizzata nei pressi del ramo della bealera di Lucento e delle bealera Putea. Adiacente alla cascina "La Maletta" sopravvive un tratto dell'antica strada delle Vallette, o Strada Vicinale delle Vallette, una via interpoderale di collegamento alle strutture rurali ora riconoscibile in un breve tratto adibito a passaggio pubblico pedonale che si apre su corso Molise interrompendosi all'incontro con via Andrea Sansovino. Il disegno dell'impianto agricolo settecentesco è un ultimo lacerto del paesaggio agrario ancora leggibile adiacente al quartiere di nuova costruzione, che ne ricalca il limite settentrionale con l'attuale strada interna di via delle Pervinche. Storicamente l'area delle Vallette era interconnessa con il borgo di Lucento grazie ai molteplici tracciati viari interpoderali come la strada vicinale delle Vallette che proseguendo ricalcava i tratti dell'attuale strada Altessano-via Foglizzo. Attualmente la ridefinizione in chiave edilizia quantitativa e popolare di Lucento e Vallette rende quasi illeggibili tali rapporti, modificando i caratteri produttivi del territorio e cambiando profondamente la natura di quel contesto. La conversione residenziale dell'area nel Novecento terrà debolmente conto di queste tracce di storia, sovrapponendosi alla maglia agricola tradizionale con un disegno del tutto differente. La zona dell'attuale quartiere delle Vallette ha mantenuto tuttavia fino a metà Novecento i suoi caratteri rurali. |
7. Elementi di connessione con il territorio circostante |
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X | Relazioni con il sistema viario | Relazioni con il sistema idrico | |
Relazioni con il sistema ferroviario | X | Relazioni con il contesto territoriale |
Indicazioni specifiche |
L'area presenta una connessione con il
sistema viario, a partire dalla sua perimetrazione, costituita
da via Druento a nord, proseguendo lungo strada Altessano, via
Sansovino, piazza Cirene, via Pietro Cossa e con un lungo
tratto di corso Regina Margherita. La connessione con la città avviene tramite un prolungamento dell'asse di corso Toscana-viale dei Mughetti terminando con il capolinea tramviario della linea metropolitana 3 (quest'ultima taglia il quartiere nella direzione est-ovest). Il complesso urbanistico è delimitato da una viabilità di circonvallazione esterna (pensata appositamente per allontanare il traffico veicolare) che coincide con corso Ferrara-via delle Primule e corso Molise, che è ulteriormente rafforzata da una cintura verde (superstite di un' antica vocazione rurale dell'area) che isola l'ambito dalle relazioni con il contesto territoriale circostante. Ulteriore elemento di frammentazione è dato dalla viabilità interna, che incide con diverse vie di transito e percorsi non regolari. I collegamenti esterni all'Unità Residenziale erano già previsti dal P.R.G. del 1959 e possono essere identificati in direzione nord-sud rispetto all'Unità con i collegamenti all'autostrada Torino-Milano tramite l'asse tangente di corso Grosseto; in direzione est-ovest gli allacciamenti con corso Regina Margherita e il centro di Torino. Il nucleo abitativo stabilisce ad oggi qualche debole relazione con la città nel suo confine sud orientale, dove una frammentata periferia (il quartiere dell'IACP di Lucento è una vaga connessione tra l'Unità Residenziale e la lottizzazione di Lucento) si propone come ponte tra la città e le Vallette, il cui limite è definito da corso Grosseto. La segregazione di questo ambito ha avuto nel tempo inevitabili riflessi anche dal punto di vista sociologico. Il nucleo si imposta nel contesto territoriale con una matrice compositiva del tutto autonoma, non proseguendo la genesi espansiva della città nella lottizzazione entro la seconda cinta daziaria, e non ricalcando la divisione data dalla precedente lottizzazione del territorio in campi agricoli e possedimenti (Si veda, Pianta di Torino, Servizio Tecnico Municipale del Comune di Torino, 1935, ASTO, Tipi e Disegni, 64.7.8). Inoltre, le due preesistenze storiche significative della Cascina "Le Vallette" e de "La Maletta" non offrono spunti per una progettazione integrata del nuovo tessuto edilizio. |
8. Vincoli e prescrizioni |
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X | P.R.G. | X | Soprintendenza |
P.P.R. | Altre tutele |
Indicazioni specifiche |
9. Norme urbanistico edilizie di attuazione |
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X | Inclusione nelle aree ZUT/ATS |
Indicazioni specifiche |
Sono presenti nell'ambito alcune aree di trasformazione diffuse, rispettivamente la 4.26 "Castello di Lucento" (precedentemente parte della Z.U.T. 4.15), e la 4.7 "Gladioli". |
10. Descrizione e considerazioni (cronologie, comparazioni, riferimenti) |
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Il complesso residenziale del quartiere delle Vallette sorge
nel contesto della spinta alla ricostruzione post-bellica
che, complice una domanda di lavoro in crescita e
l'aumento dei flussi migratori verso la città, provocò una
veloce tensione verso l'espansione urbana periferica: il
disegno dei lotti rientra negli studi del Piano
Particolareggiato per il quartiere delle Vallette facente
parte del Piano Regolatore Generale di Torino del 1959, ma
già compare come indicazione del lotto n.9 unità
residenziale in Regione "Le Vallette" nel Piano Regolatore
della città adottato dal Consiglio Comunale nella adunanza
del 7 aprile 1956. Tale piano sancisce il ruolo dei
cosiddetti nuclei periferici residenziali
"autosufficienti" con il compito di attirare al loro
interno le funzioni assolte, fin da quel momento, dal
cuore di Torino, rafforzando la rete di trasporti e
comunicazioni tra periferia - centro e stabilimenti
industriali. Si individuarono così, dei nuclei satellite, al di fuori della massiccia lottizzazione che già aveva interessato la fascia tra le due cinte daziarie. In seguito all'individuazione dell'area, il Comune di Torino collaborò con nove gruppi di progettisti differenti, per la redazione di un Piano Urbanistico di massima (e poi definitivo) all'interno del quale vi fu spazio per avanzare proposte critiche: il Piano Regolatore scelto fu quello firmato dal gruppo di Nello Renacco. Il 13 settembre 1957 la Commissione per l'Edilizia Popolare (C.E.P.) approvò il piano, dando le disposizioni per l'elaborazione di progetti costruttivi. La pirima pietra di alcuni blocchi edilizi fu posata nell'aprile del 1958. Il progetto dell'Unità Residenziale comprendeva la realizzazione di 16.500 vani su una superificie di 71 ettari, divisa in 12 lotti con abitazioni, verde pubblico e sevizi alla comunità. Il quartiere doveva accogliere, in massima parte, le famiglie degli addetti alle industrie, in aree che il P.R.G. aveva previsto nelle zone appositamente individuate (sud-ovest, FIAT Mirafiori; nord-est, Unità Residenziale Falchera). Il complesso presenta una notevole eterogeneità tra i vari lotti, eisto della partecipazione al progetto di quarantacinque professionisti divisi in nove gruppi chiamati dalle stazioni appaltanti (tra cui figurano Gino Levi Montalcini, Carlo Angelo Ceresa, Felice Bardelli, Domenico Morelli, Mario Passanti). Il progetto viene diviso in 12 sezioni, ognuna delle quali presenta caratteristiche tipologiche e culturali differenti, dai riferimenti nordici svedesi e anglosassoni a quelli di riferimento alla cultura rurale nostrana. Già al nascere del quartiere la sua ubicazione fu fortemente criticata in quanto si rinunciava a proseguimento di uno sviluppo armonico della città nella direzione nord-ovest: l'impianto urbanistico delle Vallette non prosegue tipologicamente la struttura e l'impostazione della matrice di espansione già delinata con gli assi viari in espansione (es. corso Toscana) nel Piano Regolatore del 1906-1908, per identificarsi come realtà a sé stante. La soluzione riscontra alcune problematiche già emerse in esperimenti simili (si veda La Falchera): la segregazione territoriale e formale del nucleo,non portò un effettivo contributo al riordino della periferia urbana e generò fenomeni di isolamento e emarginazione sociale, che la critica ha attribuito più volte alla mancanza di una visione più ampia e integrata della questione edilizia popolare. |
11a. Documentazione cartografica storica |
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Giovanni Battista Sappa, Ville impériale de Turin, in Départementdu Po, Arrondissement Communal & Canton de Turin. Plan géometrique de la Commune de Turin, Levé en exécution de l'arrêté du 12 Brumaire an II, Terminé le12 Nivoise an XIII, 1804-05, ASTO, Riunite, Finanze, Catasti, Catasto Francese, Torino f.13. |
11b. Documentazione cartografica attuale |
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Piano Regolatore 1995. Tav.1, foglio 4a (Geoportale Comune di Torino). |
Ortofoto dell'ambito Vallette (Google Maps, 2023). |
12a. Documentazione storica |
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Le Vallette_Torri settore C_ 1957, "Realizzazione delle prime case per famiglie" (Gazzetta del Popolo)_1957_ASTO. |
Nuovo insediamento del quartiere delle Vallette_campi agricoli_ Settore M, ASTO (GDP sez I 1425A_057)_1960. |
Cantiere quartiere “Le Vallette” tra i prati (vista verso nord), Archivio ATC Torino foto Dolza (Fonte: immagini del cambiamento). |
Cantieri quartiere Vallette (vista verso nordovest). |
12b. Documentazione attuale |
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Le Vallette_ Torri settore C_ foto attuale (Fonte: Di Falnini - Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=50653664). |
Le Vallette_ Steccone Settore M_foto attuale (Fonte: Google Maps). |
13. Documentazione archivistica |
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14. Documentazione bibliografica |
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15. Sitografia |
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16. Compilazione e revisione |
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Compilatore scheda: | Irene Balzani |
Data compilazione: | Settembre 2021 |
Revisore scheda: | Chiara Devoti |
Data revisione: | Gennaio 2022 |