Categoria | |
Circoscrizione / Circoscrizioni | 6 |
Quartiere / Quartieri | 19: Falchera, Rebaudengo, Villaretto |
1. Codifica complesso |
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Scheda / Schede | M_13 |
ID Edificio | |
Collegamento a scheda | In compilazione |
Vista aerea dell'ambito Falchera (Google Maps, 2023). |
2. Ubicazione |
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Foglio PRGC | 2B |
Foglio | |
Particella | |
Cinta daziaria | Esterno alla seconda cinta daziaria (1912-1930) |
3. Denominazione |
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Attuale | Falchera |
Storica | Borgo Vecchio - Falchera, (da Beni Culturali e Ambientali) |
4. Periodizzazione |
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Fondazione impianto attuale |
Falchera Vecchia 1951-1958, Falchera Nuova 1971-1973 |
Indicazioni specifiche |
Complesso residenziale "La Falchera" o Falchera Vecchia: primo lotto residenziale tra il 1951 e il 1958 in un'area settentrionale a nord del fiume Stura, caratterizzata prevalentemente da uso agricolo e rurale e privo di precedenti insediamenti abitativi. Il nuovo quartiere, progettato nel secondo dopoguerra, viene definito "autosufficiente" per la presenza di residenze e servizi per i cittadini, e sorgeva grazie alla programmazione dei piani INA-Casa, riflesso della domanda di nuove abitazioni per famiglie di operai. Il complesso viene ampliato a fine anni Sessanta-inizio anni Settanta con un secondo nucleo abitativo in posizione nord-n/e rispetto al primo. |
Data primo impianto |
L'area era caratterizzata tra Sei e Settecento da una struttura prevalentemente agricola e rurale, della quale si conservano testimonianze quali nuclei minori, cascine, strade interpoderali, fasce di viali alberati, sistema irriguo, zone adibite a prati e piccoli insediamenti coltivi. |
5. Regime patrimoniale |
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Indicazioni specifiche |
L'ambito urbano di Falchera Vecchia è da
ascriversi al progetto del 1953, realizzato da un gruppo
coordinato da Giovanni Astengo (al quale presero parte Sandro
Molli Boffa (per la Scuola Elementare), Mario Passanti (per le
botteghe artigiane con alloggi e mercato), Nello Renacco (per
la chiesa e altre opere parrocchiali) e Aldo Rizzotti,)
indicato come Bene Culturale e Ambientale di Categoria 2
(Beni Culturali e Ambientali del Comune di Torino),
sotto la dicitura di "quartiere di edilizia popolare.
Nucleo di edifici civili di valore ambientale e
documentario. Tipico esempio di edilizia popolare degli anni
'50 del Novecento" Nella porzione meridionale del
quartiere si segnalano edifici a villette, disposti secondo
una lottizzazione regolare, risalenti sempre alla metà degli
anni '50. Il complesso di Falchera Vecchia è attualmente
segnalato nel P.R.G.C. di Torino del 1995 e successive
varianti come "Nucleo di edifici di particolare interesse
storico e di valore documentario". Il tema della "casa
per il popolo" ha dato spazio alla sperimentazione di
innovative idee e misure per gli spazi abitabili, a nuovi
materiali e tecniche costruttive, proponendosi come un
problema di natura non solo tecnica, ma anche culturale e
morale. Il complesso di Falchera Nuova è caratterizzato, nell'anello di viabilità esterna tra via degli Ulivi e via delle Querce, da case a schiera ad altezza di quattro piani che riprendono il disegno del quartiere originario, su progetto di Rizzotti (capogruppo), Mario Bianchi, Sergio Nicola, Augusto Romano, realizzato a inizio anni '70. Il progetto di Falchera Nuova prevede la costruzione di sedici edifici a torre di dieci piani, simili tra loro e con egual orientamento. L'andamento regolare scandito dalle torri di Falchera Nuova segna visivamente una nuova cortina di ingresso verso la città, vista la loro posizione marginale di confine situata a ridosso dei tracciati autostradali. Tale tessuto residenziale si sovrappone senza continuità con le tracce del passato agricolo dell'area: si segnalano la presenza di cascine dall'impianto sei-settecentesco e anche precedente, come la Cascina La Falchera su Strada del Villaretto, identificata in Beni Culturali e Ambientali come "Edificio di valore documentario e ambientale". Paragonabile a quest'ultima come tipologia funzionale ricorrente sono le cascine Antioca, La Barberina, Cascina Le Ranotte. Si segnalano la presenza di due edifici scolastici, uno dal nome Scuola Elementare Villaretto in Strada del Villaretto 15, adiacente al complesso di Falchera Vecchia, oggi dismesso, ma risalente all'ultimo decennio dell'Ottocento, l'altro identificato come Edificio Scolastico per istruzione Elementare in Strada Vecchia di Cuorgné 51/A , edificato su progetto dell'Ing. Velasco tra il 1889/90, che testimoniano i rapporti tra l'area a destinazione agricola e la frazione di Villaretto. |
6. Riconoscibilità logiche insediative |
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X | Riconoscibilità del nucleo originario |
X | Presenza di stratificazioni successive/demolizioni/lacune rispetto al nucleo originario |
Indicazioni specifiche |
I complessi abitativi di Falchera Vecchia e
Falchera Nuova sorgono come agglomerati di nuova edificazione
dall'ubicazione prescelta dal Piano Regionale del secondo
dopoguerra e confermata dall'indicazione del Lotto n°2 ad uso
residenziale negli indirizzi derivati dal Piano Regolatore di
Torino del 1956-59. Tale area non presentava insediamenti
abitativi precedenti, se non testimonianze isolate dell'uso
agricolo del territorio a nord del fiume Stura, quali cascine
a uno-due piani fuori terra a impianto prevalentemente a
corte, come Cascina Falchera (dalla quale l'attuale quartiere prenderà
il nome), Cascina Antiochia, Cascina Le Ranotte, La
Barberina e altri complessi rurali. Di
questi ultimi lacerti del passato insediativo dell'area
rimangono evidenti le impostazioni planimetriche a corte delle
cascine e le relative pertinenze e proprietà agricole,
collegate alle strade interpoderali di transito da viali
alberati ancora oggi per alcuni tratti visibili (si veda, ad
esempio, Cascina Falchera). Attualmente il paesaggio agrario
che caratterizzava l'area dove sorgono i quartieri di Falchera
Nuova e Falchera Vecchia è in parte non più riconoscibile a
causa dell'urbanizzazione avvenuta nella seconda metà del
Novecento, assieme alla presenza di svincoli stradali e
collegamenti viari di nuova generazione come la tangenziale nord A55
Torino-Caselle, l'imbocco dell'autostrada A4 Torino-Milano
e il collegamento con la linea ferroviaria Torino-Milano
con la stazione di Torino Stura. La stessa perimetrazione
di confine dei quartieri di Falchera Vecchia e Falchera
Nuova non ricalca i segni storici dati dalle bealere o dai
precedenti possedimenti terrieri, ma mantiene alcuni
limiti storicamente tracciati, confinando a ovest con la
strada di Cuorgné e a sud, sud-ovest, con la strada
Comunale del Villaretto e la strada Vicinale dell'Abbadia
di Stura. L'edificazione del complesso di Falchera Nuova negli anni '70 prosegue in parte le logiche insediative di Falchera Vecchia: il nuovo quartiere sorge a nord, n-e, rispetto al precedente agglomerato, sovrapponedosi a un'area precendentemente indicata come boschiva e demolendo alcune preesistenze rurali come la Cascina de Gli Stessi (o de Gli Istesi) e non dialogando in maniera organica con il quartiere precendente data la presenza della viabilità interna che si pone come frattura tra le due parti (l'attuale via delle Querce). |
7. Elementi di connessione con il territorio circostante |
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X | Relazioni con il sistema viario | Relazioni con il sistema idrico | |
X | Relazioni con il sistema ferroviario | Relazioni con il contesto territoriale |
Indicazioni specifiche |
L'ambito presenta una stretta connessione
con il sistema viario, a partire dalla sua delimitazione, in
parte a ridosso con il comune di Settimo e il comune di
Borgaro Torinese, proseguendo poi con via degli Ulivi, una
porzione di autostrada Torino-Milano, un tratto della ferrovia
Torino-Milano, una piccola porzione della Stura e con il
raccordo autostradale Torino-Caselle. Il complesso abitativo di Falchera è collegato alla città di Torino e al territorio circostante con il raccordo autostradale sud dell'Uscita 1 sulla tagnenziale A55 Torino-Caselle e lo svincolo autostradale Barriera di Falchera che pone in collegamento l'A55 con l'autostrada A4 Torino-Milano. Oltre ai collegamenti autostradali si segnala la presenza di tracciati viari storici rintracciabili nelle carte ottocentesche (si veda Plan géometrique due la Commune de Turin, 1806 e Catasto Rabbini, 1866) come la strada Comunale del Villaretto e la strada di Cuorgné-via Rivarolo (o stradone di Leinì) e l'allacciamento con il prolungamento dell'asse di corso Giulio Cesare e corso Vercelli, nelle intenzioni di sviluppo urbanistico avanzate dal P.R.G. del 1906-1908 e varianti. Il nucleo di Falchera è collegato tramite la stazione ferroviaria di Torino Stura alla ferrovia Torino-Milano. |
8. Vincoli e prescrizioni |
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X | P.R.G. | X | Soprintendenza |
P.P.R. | Altre tutele |
Indicazioni specifiche |
L'unico bene tutelato dalla Sopritendenza risulta essere la Cascina Falchera, connessa mediante la strada Cuorgnè, come complesso storico produttivo all'interno dell'area. |
9. Norme urbanistico edilizie di attuazione |
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X | Inclusione nelle aree ZUT/ATS |
Indicazioni specifiche |
L'area di trasformazione indicata dal Piano corrisponde alla 2.6 "Laghetti Falchera". |
10. Descrizione e considerazioni (cronologie, comparazioni, riferimenti) |
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Lo sviluppo e la trasformazione dell'area
dove si situano i quartieri di Falchera Vecchia e Falchera
Nuova può ascriversi alla fase di organizzazione rurale del
territorio tra XVI e XVIII sec. (si veda La Carta Corografica
dimostrativa del territorio della città di Torino di Amedeo
Grossi, 1791). Tale periodo vede il consolidamento delle
infrastrutture legate principalmente all'attività agricola,
ovvero manufatti edilizi di tipo rurale a uno o due piani fuori
terra a impianto prevalentemente a corte, come alcune cascine
cinquecentesche (ad esempio Cascina Antioca) e gli impianti
sei-settecenteschi di Cascina Le Ranotte, Cascina Barberina,
Cascina de Gli Stessi (ora scomparsa, demolita in seguito
all'ampliamento del quartiere con il complesso di Falchera Nuova)
e Cascina Falchera). Il territorio era fortemente connotato
dalla presenza strade interpoderali di collegamento: tra le
più importanti figurano la strada comunale del Villaretto e
la strada provinciale di Courgné, un tempo stradone di Leinì.
Lungo questa direttrice si innestavano i viali alberati di collegamento
tra le cascine e lo stradone principale. Altri segni connotanti il
passato agricolo dell'area sono dati dalla presenza di numerosi
rivi e bealere (Bealera del Villaretto, Bealera Marianna, Bealera
Sturetta) e ampie zone a prato e aree coltive. Nel secondo dopoguerra, la nascita degli Istituti autonomi per le Case Popolari trova espressione nei piani INA-Casa, e il quartiere La Falchera diventa la prima grande realizzazione in città. L'area destinata ad accogliere le nuove unità residenziali de La Falchera, è stata pensata per la residenza di circa 6.000 abitanti e si situa nel settore settentrionale di Torino, oltre la Stura. La ragione della scelta di tale area è identificata dai limti imposti dalle realizzazioni già in opera di lotti residenziali ad uso della FIAT nel settore meridionale della città e dai prezzi elevati dei terreni nel settore occidentale della città, coinvolti in speculazioni edilize. La zona è posta a cerniera tra l'area industriale Stura che risultava in forte crescita e sviluppo (come proposto dalle direttive del Piano Regionale emanato nel secondo dopoguerra, che prevedeva, oltre la citata zona residenziale sud-ovest facente capo a Fiat-Mirafiori, una zona situata a nord-est che coincide con il lotto di Falchera) e gli allacciamenti ferroviari e autostradali di circolazione esterna alla città. Nel giugno del 1950 il Comitato di Attuazione dell'INA-Casa aveva deliberato l'acquisto di aree per un complesso edilizio di nuova realizzazione. L'area identificata, che fino a metà Novecento non era soggetta a P.R., è stata acquistata ad un prezzo poco superiore al suo valore agricolo. Il piano di massima per l'area doveva essere consegnato entro il gennaio del 1951 e doveva presentarsi come l'ideazione di un'untà saltellite, necessariamente autosufficiente in termini di servizi alla popolazione data la sua ubicazione. Il quartiere viene ampliato tra fine anni '60-inizio anni '70 verso nord. L'unità residenziale "La Falchera" (riconosciuta oggi come Falchera Vecchia) si compone di quattro settori (o quartieri) disposti attorno a un centro comunitario, collegati tra loro. Ogni quartiere è composto da un numero preciso di edifici disposti attorno ad ampi spazi di verde pubblico adibito a prato o a boschetto. Il complesso di Falchera Vecchia è caratterizzato da steccati ad altezza massima di tre piani fuori terra, con prescrizioni comuni per aspetti compositivi e formali (ad es. materiale costruttivo in mattoni faccia-vista, e coperture a due falde in tegole curve) organizzati lungo una linea spezzata convessa ad andamento mistilineo e differentemente orientati sul terreno. Gli edifici risultano disposti a raggiera intorno a un centro comune, identificato oggi come l'attuale piazza Giovanni Astengo, dove si segnalano spazi porticati adibiti a centri commerciali e servizi di interesse comune. Ogni quartiere è fornito da servizi, scuole e esercizi commerciali, tali da rendere il complesso "autosufficiente". ll carattere insediativo del quartiere La Falchera si pone con una conformazione organica e non identificabile in precedenti lottizzazioni sulla stessa area. Per lo stesso motivo non trova corrispondenza in un ipotetico proseguimento della maglia insediativa e del tracciato in espansione della città verso nord, che trova un limite naturale nel fiume Stura. Questo carattere ha accentuato, per certi versi, la marginalità dell'insediamento, portando a risvolti di natura sociale per i suoi abitanti. In ordine a queste considerazioni si sono attuate politiche di rigenerazione e integrazione delle realtà-satellite come il quartiere La Falchera e il quartiere Le Vallette, mettendo in luce sia il loro valore edilizio di "patrimonio del moderno", sia il coinvolgimento delle comunità locali in un'ottica di integrazione e gestione dei quartieri. |
11a. Documentazione cartografica storica |
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Sappa G.B., Ville impériale de Turin, in Département du Po, Arrondissement Communal & Canton de Turin, Plan géometrique de la Commune de Turin, Levé en exécution de l'arrêté du 12 Brumaire an II, Terminé le12 Nivoise an XIII, 1804-1806. ASTO, Riunite, Finanze, Catasti, Catasto Francese, Torino. |
Antonio Rabbini, Mappa originale del Comune di Torino, detta "Catasto Rabbini", 1866. ASTO, Riunite, Finanze, Catasti, Catasto Rabbini, f. XXVI. |
11b. Documentazione cartografica attuale |
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Piano Regolatore 1995. Tav.1, foglio 2b (Geoportale Comune di Torino). |
Ortofoto dell'ambito Crocetta e San Secondo (Google Maps, 2021). |
12a. Documentazione storica |
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Quartiere residenziale Falchera, 1960 circa. |
Quartiere residenziale Falchera Nuova, fine 1970 circa. |
Case Ina, Falchera vecchia, 1954 (Archivio Storico Città di Torino FT 12C03_002, fonte: Museo Torino). |
Torri del quartiere Falchera Nuova, Amedeo Albertini, Nello Renacco, Sergio Nicola. Francesco Dolza, Guido Barba Navaretti; 1971-1973 (da Gibello, Sudano, 2002, fotografia R. Moncalvo - fonte: Museo Torino). |
12b. Documentazione attuale |
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Quartiere residenziale "La Falchera", 2010 circa. |
Quartiere residenziale "La Falchera", Piazza Giovanni Astengo, fotografia attuale. |
13. Documentazione archivistica |
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14. Documentazione bibliografica |
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15. Sitografia |
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16. Compilazione e revisione |
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Compilatore scheda: | Irene Balzani |
Data compilazione: | Settembre 2021 |
Revisore scheda: | Chiara Devoti |
Data revisione: | Gennaio 2022 |