Accordo di collaborazione tra Città di Torino e Politecnico di Torino

Studi e ricerche di comune interesse per sistemi caratterizzanti il tessuto urbano

Borgo Dora

Categoria  
Circoscrizione / Circoscrizioni 7
Quartiere / Quartieri 7: Aurora, Rossini, Valdocco
1. Codifica complesso
Scheda / Schede M_15
ID Edificio  
Collegamento a scheda  
Vista aerea dell'ambito Borgo Dora (Google Maps, 2022).
2. Ubicazione
Foglio PRGC 9A
Foglio  
Particella  
Cinta daziaria Entro la prima cinta daziaria (1853-1912)
3. Denominazione
Attuale Borgo Dora
Storica Borgo Dora, Balon, Borgo del Pallone
4. Periodizzazione
Fondazione impianto attuale
L'attuale configurazione del macroambito viene definita nel corso dell'Ottocento, a partire dalla risoluzione dell'attraversamento del corso della Dora con la costruzione del ponte Mosca, cui si legano anche importanti nuovi insediamenti (legati alla produzione industriale, alla funzione militare, a infrastrutture e attrezzature di servizio) vengono a insediarsi sull'andamento curvilineo del nucleo originale e viene disegnata una rigida partizione del borgo attraverso la definizione di assi viari fondamentali. Significativi ampliamenti seguono i piani regolatori parziali successivi agli anni cinquanta del XIX secolo, volti al tentativo, parzialmente riuscito, di regolarizzare il tessuto viario secondo una maglia ortogonale.
Indicazioni specifiche
Nel corso dello sviluppo e delle trasformazioni dell'ambito analizzato, si identificano alcune fasi principali e chiaramente definite. L'organizzazione del borgo fuori porta è rilevabile già nella cartografia settecentesca, in cui l'edificato è nettamente inserito tra la Dora e il canale derivatone a formare un'ampia curva, e in cui si nota che lo sbocco della città forma un ulteriore insediamento minore più in prossimità del sistema delle fortificazioni. L'insediamento a carattere produttivo-residenziale si colloca in un punto nodale per le comunicazioni tra la città e il suo territorio: due tracciati che lo attraversano infatti danno origine alla Strada del Regio Parco, alla "Grande route d'Italie" in direzione di Milano e alla Strada della Venaria. In questa fase si riconoscono anche, oltre al nucleo più denso dell'edificato, alcune cascine immerse in una fitta rete di campi e coltivi, e la chiesetta di San Pietro in Vincoli a cui segue la collocazione dell'omonimo cimitero cittadino in conseguenza all'editto del 1772, volto a spostare le sepolture all'esterno della cinta della città. In epoca napoleonica il Borgo Dora è identificato nella cartografia con il titolo di Faubourg (unica eccezione tra gli insediamenti extra urbani dell'epoca, insieme a Borgo Po).
Qualificato morfologicamente nella prima Restaurazione dalla costituzione dell'invaso dell'attuale Piazza della Repubblica, e dopo il primo quarto dell'Ottocento dalla relativa edilizia di progettazione unitaria, il settore urbano conosce nel corso del XIX secolo una fase di sviluppo preordinato caratterizzata dalla realizzazione di importanti infrastrutture, tra cui alcuni assi viari principali come i viali d'ispirazione napoleonica intitolati a San Massimo e Santa Barbara, oggi corso Regina Margherita, volto a definire un asse trasversale per piazza della Repubblica e un netto confine meridionale al borgo, e il ponte in pietra sulla Dora progettato da Carlo Bernardo Mosca per favorire i collegamenti con i settori oltre la Dora. Proprio la costruzione del ponte concede continuità all'asse costituito ex-novo con il prolungamento verso l’esterno della città di via Milano nell'attuale corso Giulio Cesare che divide ancora oggi l'area di Borgo Dora in due aree urbane.
La saldatura della città sul lato prospicente proprio il corso Regina Margherita, dove i comparti produttivi sono dotati di un articolato sistema di canali, con il nucleo compatto del borgo, avviene attraverso un processo di urbanizzazione residenziale attuato nella prima metà dell'Ottocento e completato nella seconda metà del secolo sul supporto del Piano Regolatore per l'ingrandimento della Città verso Notte del 1868 e sul Piano Regolatore Edilizio per il risanamento della Città del 1885. Parallelamente ha luogo un processo di ridefinizione delle assialità portanti del settore urbano, causato da fenomeni di riordino delle infrastrutture, inaugurato con la realizzazione del già citato Ponte Mosca e della sistemazione del lungo Dora, con la costruzione di difese spondali (murazzi) e opere di rettifica, e proseguito con l'insediamento della nuova ferrovia di Lanzo (proposta nel 1853 e compiuta nel 1868). Questa fase di espansione pianificata, la cui realizzazione si trova a mediare con la ferma definizione delle preesistenze, prevede una nuova realizzazione viaria con l'apertura di alcuni tratti stradali (via Mameli, via Cagliero, ...), conservando la vocazione produttiva del luogo solo nel settore più periferico verso la Dora.
Nei primi decenni del XX secolo la struttura insediativa si densifica progressivamente e appare contrassegnata da pochi e mirati interventi di ridefinizione, tra cui ad esempio l'apertura di corso XI Febbraio per collegare corso Regina Margherita e il nuovo Lungodora Savona o l'interramento del canale dei Molassi, che restringono ulteriormente le aree destinate agli impianti produttivi nel tessuto più antico, come conseguenza del Piano Unico Regolatore e d'Ampliamento del 1906-08 e delle successive varianti.
Nel corso della seconda metà del XX secolo si registra un articolato processo di sostituzione edilizia con esiti talvolta coerenti con la preesistenza, ma con frequenti derive fortemente intrusive.
Data primo impianto
Il primo nucleo insediativo, caratterizzato dall'andamento curvilineo di alcuni tracciati viari e di qualche canale idrico, risale alla probabile origine medievale del borgo. L'area è tuttavia connotata da presenze di servizio di epoca anche più alta, configurandosi come uno dei poli extraurbani, fortemente legato alla città, più antichi.
5. Regime patrimoniale
Indicazioni specifiche
L'ambito si caratterizza per la presenza di un tessuto edilizio prevalentemente residenziale declinato in funzione delle vicende storico-politiche che ne hanno definito lo sviluppo nel tempo. I principali tipi edilizi che si vi si riconoscono comprendo le case di barriera (integranti le funzioni di botteghe) che corrispondono alle prime fasi di urbanizzazione del borgo fuoriporta e alle prime espansioni preordinate dai piani parziali della prima metà dell'Ottocento; queste si concentrano lungo via Borgo Dora, via Mameli e via Lanino e si caratterizzano per uno sviluppo su due o tre piani e un'architettura essenziale disegnata prevalentemente dalle aperture in facciata e da pochi altri elementi quali balconi e semplici cornici. Si segnalano inoltre i complessi residenziali e le case da reddito che si diffondono dalla metà del XIX secolo con dimensioni e volumetrie sempre più significative e con funzioni commerciali al piano terreno (isolati intorno a piazza della Repubblica, primo tratto di corso Giulio Cesare, corso Regina Margherita). Infine si registra l'edilizia residenziale dei primi decenni del Novecento che viene a consolidare e saturare il tessuto del quartiere e di cui le "Torri Rivella" in corso Regina Margherita 100 e corso Regio Parco 2, edifici residenziali di gusto art-decò progettati da Vittorio Ballatore di Rosana nel 1929 ,costituiscono valida testimonianza.
Volumetrie e tipologie differenti oggi si articolano e intersecano nel settore urbano considerato, creando spazialità particolari, il carattere architettonico della zona è segnato dall'accostamento di costruzioni dai caratteri differenti che spaziano da quelle più antiche, di minuta dimensione e essenziali nelle forme, a quelle che nnel tempo si sono inserite nel tessuto, tra cui non mancano anche alcuni imponenti palazzi risalenti agli anni cinquanta del Novecento, ovvero i complessi di edilizia popolare QM9 e QM10 eretti in via Fiocchetto 13 e corso XI Febbraio 10.
Si individuano inoltre alcuni corsi stradali principali che saldano il borgo con il resto della città: con la zona centrale storica, i corsi Regina Margherita e XI Febbraio, con le espansione oltre la Dora, i corsi Giulio Cesare e Regio Parco e via Cigna, con il fiume stesso, Lungodora Agrigento e Savona. Tra le vie interne più caratterizzanti del bordo si elencano: via Borgo Dora, via Cottolengo, via Fiocchetto, via Gené, via Lanino e via Mameli.
Fin dall'Ottocento l'ambito inizia a dotarsi infrastrutture e di numerosi servizi primari. Tra le infrastrutture spiccano la presenza della stazione di testa della linea ferroviaria Torino-Ciriè-Lanzo ,costruita nel 1868 su progetto dell'architetto Bollati (con annessi il deposito locomotive e la rimessa-officina) e ugualmente significativa è la presenza di numerosi ponti sulla Dora: il ponte Mosca (1823), il ponte Clotilde di Savoia (1880) e quello ferroviario (1868) da piazza Borgo Dora e il ponte Duca degli Abruzzi (1908), progetto Hennebique sull'asse di via Cigna.
Tra gli edifici di culto si ricordano in particolare la chiesa di San Gioacchino (1876), espressione di gusto eclettico di Carlo Ceppi e il più antico complesso di San Pietro in Vincoli eretto nel 1777 con regia patente, su progetto di Valerio Delalla di Beinasco. L'edilizia scolastica è invece rappresentata dal progetto dell'ingegner Pecco per la realizzazione della Scuola materna Maria Teresa (1875), tra le vie Borgo Dora e Mameli. Altri importanti servizi di pubblica utilità vengono ospitati nel complesso del Cottolengo ,iniziato nel 1832, e nel celebre Mercato di Porta Palazzo, in Piazza della Repubblica, dalla struttura metallica realizzata nel 1916. Questi complessi costituiscono ancora oggi un importante punto di riferimento fisico e funzionale per la città, ma hanno ruolo determonante anche per l'organizzazione e la connotazione che determinano sui grandi spazi con cui interagiscono. Altrettanto significativi in questo senso sono gli esempi che riguardano l'architettura industriale, costituiti dall'ex arsenale (1867), già regia polveriera, progettato da Giuseppe Castellazzi su piazza Borgo Dora, e dai resti settecenteschi degli ex mulini della città detti i "Molassi" in via Pisano e corso XI Febbraio.
6. Riconoscibilità logiche insediative
X Riconoscibilità del nucleo originario
X Presenza di stratificazioni successive/demolizioni/lacune rispetto al nucleo originario
Indicazioni specifiche
I tessuti edilizi di antica formazione, continui e lineari sviluppati lungo i fronti viari dall'andamento sinuoso e irregolare che ripercorre gli originali tracciati viari e dei canali d'acqua, risultano ancora intuibili nel settore a sinistra dell'attuale corso Giulio Cesare, dove l'organizzazione orografica e i tipi edilizi a due o tre piani conservano l'aspetto primitivo del borgo preindustriale. In particolare si segnala via Borgo Dora, tratto dell'antica via foranea ancora leggibile nel tessuto attuale, che con il suo andamento curvilineo incontra il vicolo Canale dei Molassi e l'interessante piazza Borgo Dora. Il settore urbano che si sviluppa invece a destra di corso Giulio Cesare è caratterizzato da tessuti aggregativi sviluppati lungo i fronti viari con tipi edilizi residenziali che raggiungono anche i quattro o cinque piani e costituiscono isolati compatti e chiusi su isolati di dimensioni importanti, definiti tra la metà e l'ultimo quarto dell'Ottocento. Gli isolati chiusi di dimensioni maggiori, sviluppati su lotti di pezzatura media, corrispondono alle operazioni di lottizzazione conseguite al Piano Unico Regolatore e d'Ampliamento del 1906-08, consolidate e saturate anche in epoche successive con lo sviluppo della relazione con il sistema infrastrutturale del ponte Mosca e della fascia fluviale.
L'immagine attuale che connota l'ambito considerato corrisponde quindi al progressivo fenomeno di stratificazione urbanistica ed edilizia attorno all'originale nucleo borghigiano e all'espansione pianificata lungo l'asse storico di Contrada di Porta Palazzo (asse attuali via Milano - corso Giulio Cesare), in corrispondenza dell'incrocio con la Strada di Circonvallazione a nord (attuale corso Regina Margherita) nel fulcro urbanistico costituito da piazza della Repubblica, la quale si conserva come un sistema microurbano ben definito dalla forte matrice neoclassica. Completa il processo di stratificazione del tessuto anche l'inserimento di alcuni imponenti palazzi risalenti agli anni cinquanta del Novecento ,che nel loro intorno hanno compromesso i rapporti dimensionali, volumetrici e tipologici del borgo.
7. Elementi di connessione con il territorio circostante
X Relazioni con il sistema viario X Relazioni con il sistema idrico
X Relazioni con il sistema ferroviario   Relazioni con il contesto territoriale
Indicazioni specifiche
L'ambito urbano considerato e definito dalla sponda della Dora fino al Ponte Regio Parco, corso Regio Parco, corso Regina Margherita, via Cigna, che prosegue fino al ponte Duca degli Abruzzi, presenta una forte connessione con il sistema viario, sin dalla sua prima formazione, in quanto il primo nucleo insediativo è proprio caratterizzato dall'andamento curvilineo di alcuni tracciati viari e dalla presenza di va Borgo Dora, tratto dell'antica via foranea ancora leggibile nel tessuto attuale, legata per questa ragione a esiti residui e vitali di architetture e tessuti minori molto chiaramente connotati, e portatori di memoria collettiva e significati sociali.
Nel quadro della riqualificazione settecentesca del settore nord della città, via Milano viene strutturata secondo il principio di polarizzazione delle arterie principali sulla zona di comando a partire dalle porte urbane. La completa attuazione del progetto urbanistico napoleonico avviene ai primi dell'Ottocento con la formazione di piazza della Repubblica e con il progetto e la concretizzazione del programma di regimentazione della Dora, costruzione del ponte e lottizzazione delle aree contigue proposto da Carlo Bernardo Mosca. Nel 1868 la prosecuzione di questo asse storico regge la pianificazione urbanistica di strada Ponte Mosca (ora corso Giulio Cesare) e del ponte Mosca stesso, costituendo uno degli accessi principali della città in direzione settentrionale, oltre la Dora Riparia. Prorogati i tempi di esecuzione del piano, la formazione di corso Giulio Cesare si identifica con le fasi più recenti dell'espansione della città, avviata a partire dagli ultimi anni dell'Ottocento, che si completerà con la costruzione del ponte sulla Stura negli anni venti del XX secolo. Corso Regina Margherita nel tratto fra corso Principe Eugenio e corso San Maurizio costituisce un segno urbanistico residuo del tracciato della circonvallazione napoleonica progettata a fini strategici, ma anche urbanistici, con lo smantellamento delle fortificazioni che con il loro andamento perimetrale avevano misurato le possibilità di espansione della città ma è completata in questo tratto solo nel corso della Restaurazione.
La vicinanza del fiume Dora Riparia ha comportato la localizzazione nel settore urbano considerato di attività produttive e di canali per vari usi, sia agricoli sia protoindustriali. Tra le derivazioni idriche si segnala il canale dei Molassi, di cui si hanno notizie fin dal secolo XIV, che si snodava tra le attuali vie del Fortino e Borgo Dora. La sua funzione era quella di fornire forza idraulica a mulini e battitoi ubicati lungo il suo percorso. La relazione tra il tessuto urbano e il fiume si è nel tempo strutturata e legata alla costruzione di infrastrutture, tra cui in particolare il ponte Mosca (1823-1830) che, con il ponte Vittorio Emanuele I sul Po, faceva parte di un progetto per dotare di un’entrata funzionale e grandiosa rispettivamente la strada di Genova e quella di Milano. Negli anni della ricostruzione post-bellica il fiume Dora, così come il fiume Po, viene inteso come barriera naturale da riassorbire in un più vasto disegno di collegamenti e percorsi, con la previsione della costruzione di diversi ponti, che diventeranno elementi nodali di una maglia stradale integrata che allaccia la città con la periferia.
La relazione con la direttrice ferroviaria Torino-Ceres e Borgo Dora è mediata dalla presenza della stazione ferroviaria Cirié-Lanzo (1868), con annesse le strutture di servizio, che caratterizza un tratto di corso Ponte Mosca, ora Giulio Cesare, e conferma il ruolo di snodo viario di questo borgo. Nata come "Ponte Mosca" o "Porta Milano," la stazione rappresentava il capolinea della ferrovia che congiungeva Torino con le valli di Lanzo e il complesso comprendeva anche la rimessa-officina, magazzini, e altri locali ad uso ufficio e commerci e si interfacciava con la Dora Riparia grazie al coevo ponte ferroviario tra lungodora Agrigento e corso Vercelli. Posto obliquamente rispetto al corso del fiume, oggi il ponte non viene più utilizzato dalla ferrovia, poiché è stata abbandonata la vecchia stazione terminale di corso Giulio Cesare in favore dello scalo a stazione Dora.
8. Vincoli e prescrizioni
X P.R.G. X Soprintendenza
X P.P.R.   Altre tutele
Indicazioni specifiche
Il macroambito individuato ricade all'interno delle prescrizioni del P.P.R., che tutela gli edifici vincolati dalla legge 1497/39, nello specifico nell'area lungo corso Regina Margherita.
9. Norme urbanistico edilizie di attuazione
X Inclusione nelle aree ZUT/ATS
Indicazioni specifiche
Le uniche aree di trasformazione segnalate nell'ambito considerato sono quelle in prossimità di via Cigna e corso Giulio Cesare, nel tratto verso la Dora (9.3 "Lungo Dora", 9.5 "Stazione Ceres" e 9.6 "Lungo Dora Savona"), tuttavia risultano ancora non attuate.
10. Descrizione e considerazioni (cronologie, comparazioni, riferimenti)
L’andamento curvo dei fabbricati di via Borgo Dora è il segno evidente lasciato dal Canale dei Molassi, che deve il suo nome ai mulini della città, i Molassi appunto, le cui pale venivano azionate dl suo corso. Di questo canale, derivato dalle acque del fiume Dora, si hanno notizie fin dal secolo XIV, attestanti il suo andamento tra le attuali vie del Fortino e Borgo Dora e la sua funzione di fornire forza idraulica a mulini e battitoi ubicati lungo il percorso, per poi arrivare a alimentare i macchinari dei primi veri e propri impianti produttivi della città nel corso dell'Ottocento.
Il nucleo curvilineo e allungato di matrice medievale con cui si identifica il primo insediamento di Borgo Dora, a partire dal secondo quarto dell'Ottocento, viene messo a confronto, anche in maniera conflittuale, con l’inserimento di alcuni nuovi insediamenti particolarmente significativi sia dal punto di vista funzionale sia per l'aspetto dimensionale. In particolare il complesso assistenziale del Cottolengo (1832-34), tra corso Regina Margherita, via San Pietro in Vincoli, via Cigna e via Robassomero, viene a costituire una sorta di città nella città, ancora in espansione nei primi decenni del XX secolo quando viene in parte ridefinito dal taglio di via Cagliero verso via Cigna. In maniera analoga, gli edifici a uso industriale dell’Arsenale delle Costruzioni di Artiglieria di Torino, edificato da Giuseppe Castellazzi nel 1867 in seguito all’esplosione della polveriera settecentesca, si attesta con forte presenza fisica nel quartiere, e ne asseconda la vocazione protoindustriale sfruttando la forza motrice idraulica del canale dei Molassi; inoltre, attraverso la costruzione dell’annessa piazza Dora, viene a ridefinire l'affaccio verso il fiume. Successivamente, contribuisce a integrare il sistema urbano anche la stazione terminale a servizio della linea ferroviaria Torino-Cirié-Lanzo, su progetto di Giuseppe Bollati (1868) con l’annesso Deposito per locomotive e piattaforma girevole.
Tali realizzazioni non rispettano in maniera sistematica delle regole di piano, poiché relative a interventi graduali e frazionati, ma costituiscono delle vere e proprie trasformazioni strutturali per il borgo, determinanti per il suo sviluppo. In particolare, quando nella seconda metà del secolo, i piani regolatori parziali previsti per le zone entro la prima cinta daziaria mirano, anche a Borgo Dora, a regolarizzare gli ampliamenti secondo una griglia viaria d'impostazione cartesiana, è proprio la presenza di queste emergenze, insieme al profilo poligonale dell'attuale piazza della Repubblica e alle strutture protoindustriali legate al sistema di canalizzazioni, a vanificare l'efficacia degli strumenti urbanistici, limitando il piano d'intervento a una semplice operazione di ricucitura dell'impianto originario con una omologazione del tessuto esistente in un reticolo di isolati più regolari, facendo prevalere la rigidità degli assetti urbani ed edilizi precostituiti. A questa dinamica fa eccezione soltanto la porzione urbana costruita intorno alla chiesa di San Gioacchino che si protende verso corso Reggio Parco secondo una pianificazione chiaramente definita.
L'ambito Borgo Dora-Balôn è inserito nel P.R.G. di Torino (1995) tra i "settori urbani di valore storico ambientale" governati da specifica normativa di tutela in ragione di alcuni elementi qualificanti quali il rapporto con il sistema microurbano neoclassico di Piazza della Repubblica, i tessuti edilizi di antica formazione (vie e canali) del borgo extramuraneo, la presenza di architetture di alto valore storico e artistico come il cimitero di San Pietro in Vincoli (1777) o l'Arsenale (1867), la relazione infrastrutturale del ponte Mosca e della fascia fluviale, nonché il tratto del corso di Giulio Cesare con la stazione della ferrovia Ciriè-Lanzo (1868) o ancora la chiesa di San Gioacchino (1876).
11a. Documentazione cartografica storica
Topografo Piemontese, Carta topografica della Caccia, 1761-66. ASTO, Corte, Carte Topografiche Segrete, Torino, 15.A.VI rosso (il nord è in basso).
Giovanni Battista Sappa, Ville impériale de Turin, in Département du Po, Arrondissement Communal & Canton de Turin, Plan géometrique de la Commune de Turin, Levé en exécution de l’arrêté du 12 Brumaire an II, Terminé le 12 Nivose an XIII, 1804-05. ASTO, Riunite, Finanze, Catasti, Catasto Francese, Torino, f. 8.
Antonio Rabbini, Mappa originale del Comune di Torino, detta “Catasto Rabbini”, 1866. ASTO, Riunite, Finanze, Catasti, Catasto Rabbini, f. XXXVIII.
Comune di Torino, Piano Topografico del Territorio ripartito in Frazioni e Sezioni di Censimento, 1911. ASCT, Tipi e disegni, 64.8.17.
Ufficio Municipale dei Lavori Pubblici, Pianta di Torino coll’Indicazione dei due Piani Regolatori e di Ampliamento rispettivamente delle Zone piana e collinare adottati dal Consiglio Comunale nel 1913, colle Varianti approvate successivamente sino a Maggio 1915, 1916. ASCT, Tipi e disegni, 64.6.8.
Servizio Tecnico Municipale dei Lavori Pubblici, Pianta di Torino coll’Indicazione dei due Piani Regolatori e di Ampliamento rispettivamente della Zona piana [...] e della Zona collinare [...] aggiornati colle Varianti deliberate successivamente sino a Giugno 1935 (terza variante piano 1908). ASCT, Tipi e disegni, 64/7/8/1-8.
11b. Documentazione cartografica attuale
Piano Regolatore 1995. Tav 9a (Geoportale Comune di Torino).
Ortofoto dell'ambito Borgo Dora (Google Maps, 2021).
12a. Documentazione storica
Piccola Casa della Divina Provvidenza, Ospedale Cottolengo, Via San Giuseppe Beato Cottolengo 14. Effetti prodotti dell'incursione aerea del 13 luglio 1943 (UPA 3628_9E01-18. Archivio Storico della Città di Torino/Archivio Storico Vigili del Fuoco. Fonte: MuseoTorino).
Canale Molassi, vista verso Porta Palazzo (Archivio ACT Torino, scatola 2, busta 3. Fonte: Immagini del Cambiamento).
«Canale dei Molassi», ramo del canale Pellerina-Martinetto, poi parzialmente abbattuti nel secondo dopoguerra e ristrutturati nel 1993 (Foto dei primi anni '80. Fonte: MuseoTorino).
Veduta prospettica del Ponte Mosca sulla Dora Riparia, 1835 (Biblioteca civica centrale, Cartografico 8/6.78 Biblioteche civiche torinesi. Fonte: MuseoTorino).
Ex Arsenale Militare, 1985 circa (Archivio Storico Città Torino, GDP sez I 429B_006. Fonte: MuseoTorino).
Ponte ferroviario sulla Dora (1869), della Ferrovia delle valli di Lanzo (Foto di Paolo Arlandi, 1982. Fonte: MuseoTorino).
12b. Documentazione attuale
Piccola Casa della Divina Provvidenza (Fotografia di Dario Lanzardo, 2010. Fonte: MuseoTorino).
Via pedonale su canale Molassi, poi interrato nel 1962, con in evidenza sulla sinistra edifici restaurati, con locali e negozi, 2018 (Foto di Michele Delogu. Fonte: Immagini del Cambiamento).
Ex Molini Molassi, oggi sede degli uffici della Regione Piemonte (Foto di Luca Davico, 2015. Fonte: Immagini del Cambiamento).
Carlo Bernardo Mosca, Ponte Mosca, 1823-1830 (Foto di Dario Lanzardo, 2010. Fonte: MuseoTorino).
Fronte dell'ex Arsenale militare con la lapide dedicata a Paolo Sacchi (Foto di Elena Francisetti, 2010. Fonte: MuseoTorino).
Ponte della ferrovia Torino-Ciriè-Lanzo sulla Dora (Foto di Edoardo Vigo, 2012. Fonte: MuseoTorino).
13. Documentazione archivistica
  • Topografo piemontese, Carta topografica della Caccia, 1761-1766, ASTO, Corte, Carte Topografiche Segrete, Torino, 15.A.VI rosso;
  • Giovanni Battista Sappa, Ville impériale de Turin, in Département du Po, Arrondissement Communal & Canton de Turin, Plan géometrique due la Commune de Turin, Levé en exécution de l'arrêté du 12 Brumaire an II, Terminé le 12 Nivoise an XIII, 1804-05, ASTO, Riunite, Finanze, Catasti, Catasto Francese, Torino f.13;
  • Città di Torino, L'ingegnere capo della Città, Pecco, Pianta della Città e Borghi di Torino colle sue adiacenza, 1862, ASCT, Serie 1K, Decreti Reali, 1848-1863, n.11, tav 295;
  • Antonio Rabbini, Mappa originale del Comune di Torino, detta "Catasto Rabbini", 1866. ASTO, Riunite, Finanze, Catasti, Catasto Rabbini, f. XXVI;
  • Ufficio Tecnico Municipale, L'ingegnere capo della Città, Velasco, Piano Regolatore pel prolungamento dei corsi e vie principali fuori la Cinta Daziaria della Città di Torino [...], 1887. ASCT, Serie 1K, Decreti Reali, 1885-1899, n.11, tav 276;
  • Ufficio Municipale dei Lavori Pubblici, Carta Topografica del territorio di Torino con l'indicazione dei Piani Regolatori e degli Ampliamenti [...], 1900, ASCT, Tipi e disegni, 64.6.1;
  • Ufficio Tecnico Municipale dei Lavori Pubblici, Pianta della Città di Torino coll'indicazione del Piano Regolatore e di Ampliamento, 1906, Roma, 5 aprile 1908. ASCT, Serie 1K, Decreti Reali, 1899-1911, n.14, all. 3 e successive varianti;
  • Comune di Torino, Piano Topografico del Territorio ripartito in Frazioni e Sezioni di Censimento, 1911, ASCT, Tipi e disegni, 64-8;
  • Ufficio Municipale dei Lavori Pubblici, Pianta di Torino coll'indicazione dei due Piani Regolatori e di Ampliamento rispettivamente delle Zone piana e collinare adottati dal Consiglio Comunale nel 1913, colle Varianti approvate successivamente sino a Maggio 1915, 1916. ASCT, Tipi e disegni, 64-8;
  • Ufficio Municipale dei Lavori Pubblici, Pianta di Torino coll'indicazione dei due Piani Regolatori e di Ampliamento rispettivamente delle Zone piana [...] e della Zona collinare [...] aggiornati colle Varianti deliberate successivamente sino a Giugno 1935 (terza variante piano 1908), 1916. ASCT, Tipi e disegni, 64/7/8/1-8;
  • Comune di Torino, Ufficio del Piano Regolatore, Studio Gregotti Associati, Piano Regolatore Generale, 1995, Settore Urbanistica del Comune di Torino.
14. Documentazione bibliografica
  • Politecnico di Torino, Dipartimento Casa Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, 2 voll., Società degli ingegneri e degli architetti in Torino, Torino 1984, I.
  • Viglino, Micaela (a cura di), Storia e architettura della città, Atti delle Giornate di Studio Beni Culturali e Ambientali nel Comune di Torino, Edizioni dell'Orso, Torino 1986.
  • Città di Torino, Assessorato all'Urbanistica, PRG, Qualità e valori della struttura storica di Torino, Torino 1992.
  • Sassi Perino, Angia; Faraggiana, Giorgio, I ponti di Torino: duecento anni di storia della città, Torino 2002.
  • Davico, Pia; Devoti, Chiara; Lupo, Giovanni Maria; Viglino, Micaela, La storia della città per capire | il rilievo urbano per conoscere. Borghi e borgate di Torino, Politecnico di Torino, Torino 2014.
16. Compilazione e revisione
Compilatore scheda: Chiara Benedetti
Data compilazione: Settembre 2021
Revisore scheda: Chiara Devoti, Giulia Bergamo
Data revisione: Gennaio 2022