Categoria | |
Circoscrizione / Circoscrizioni | 7 |
Quartiere / Quartieri | 21: Madonna del Pilone |
1. Codifica complesso |
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Scheda / Schede | M_16 |
ID Edificio | |
Collegamento a scheda | In compilazione |
Vista aerea dell'ambito Madonna del Pilone (Google Maps, 2021). |
2. Ubicazione |
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Foglio PRGC | 9B, 10A |
Foglio | |
Particella | |
Cinta daziaria | Tra la prima e la seconda cinta daziaria |
3. Denominazione |
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Attuale | Madonna del Pilone |
Storica | Borgo Madonna del Pilone |
4. Periodizzazione |
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Fondazione impianto attuale |
L'aspetto attuale dell'ambito di Madonna del Pilone deriva dalle trasformazioni avvenute dalla seconda metà dell'Ottocento, con regolamentazione solo parziale, per poi subire una maggiore pianificazione e riorganizzazione dello sviluppo urbano in seguito alle disposizioni del Piano Regolatore del 1906-08 e successive varianti. |
Indicazioni specifiche |
Nell'area pedecollinare, che si estende
lungo la fascia fluviale del Po, si attesta nei primi anni
dell'Ottocento un nucleo insediativo (Hameau N.D. du Pilon,
dalla carta di G.B. Sappa), accorpato attorno alla Chiesa
della Madonna del Pilone e alla direttrice portante della
strada per San Mauro. L'aggregato edilizio è delimitato e
diviso da un canale derivante dal fiume e si estende in
un'area prevalentemente a connotazione rurale, a ridosso della sponda destra del Po
e alle pendici della collina torinese, fittamente segnata
dalla presenza del sistema delle vigne. Nella seconda metà dell'Ottocento il borgo appare consolidato, in seguito a fenomeni di aggregazione e integrazione attorno ad elementi significativi dell'insediamento (cascine, vigne, ma anche chiese), prossimi a strade che conducono al contado e a processi di trasformazione legati al ruolo predominante della Chiesa della Madonna del Pilone, da cui deriva il nome del borgo. Questi processi di infittimento del costruito danno luogo a un consolidamento soprattutto lungo corso Casale, asse di collegamento con le borgate adiacenti e con il centro della città. Si assiste dunque al passaggio da un agglomerato agricolo con una chiesa extraurbana come fulcro di sviluppo, a un sistema residenziale e produttivo esterno alla prima cinta daziaria e quindi in rapporto con la città attraverso un sistema di dipendenza normato anche dal piano regolatore. Secondo un disposto di piano del 1887, che estende la pianificazione anche oltre la cinta daziaria per i principali assi di accesso alla città, il borgo tende a saldare il nucleo costruito attorno alla chiesa con la cosiddetta Barriera di Casale, oggi identificata con piazza Borromini. Il borgo infatti si conferma come nucleo compatto lungo la Strada Provinciale di Casale (nota come strada per San Mauro o oggi corso Casale), e parallelo al canale Michelotti, derivato dal Po, conservando comunque una vocazione agricola, data dalla presenza di cascine e vigne che punteggiano il territorio circostante. All'inizio del XX secolo il borgo appare definito lungo corso Casale ed esteso fino al ponte Regina Margherita, confine meridionale che lo collega all'altra sponda del Po: si osservano isolati non particolarmente regolari, edifici di servizio e le prime manifatture (per es. la Manifattura Ghidini), e la presenza della linea del Tramway Torino-Gassino. Nei primi decenni del Novecento il borgo si amplia lungo il tracciato di corso Casale, con alcune vie trasversali, in direzione della collina e, in un primo arco di tempo, lo sviluppo risulta privo di riferimenti normativi, per poi seguire le disposizioni del Piano Regolatore del 1906-08 che, inella sua variante del 1915, n seguito alla costruzione della seconda cinta daziaria, pianifica l'ampliamento fino a corso Sella, attraverso un reticolo viario più regolare. In questo contesto il borgo si dota di servizi essenziali e ridefinisce la viabilità interna dell'ambito, con isolati ordinati e alcuni rondò (per esempio Piazza Cavalcanti); anche l'asse del ponte sul Po appare rafforzato dalla realizzazione di corso Gabetti, terminante nell'invaso di piazza Hermada. Anche le strade minori, situate sul declivio della zona pedecollinare, vengono riorganizzate e raccordate alle barriere daziare del 1912, per collegarsi ai tracciati di viabilità maggiore. Verso gli anni trenta del XX secolo l'area di Madonna del Pilone assume un aspetto più definito, grazie alla riorganizzazione della viabilità e alle prescrizioni puntuali per quanto riguarda le strade collinari e i relativi scorci panoramici che, una volta soppressa la cinta daziaria, si rifanno all'assetto viario precedente. Madonna del Pilone assume un aspetto urbano più moderno, con slarghi, piazze, tracciati sinuosi, che vedono la riorganizzazione anche della massa del Motovelodromo (oltre piazza Carrara), pensata come punto di approdo di un altro ponte sul Po. |
Data primo impianto |
Il primo impianto urbano deriva dal processo di aggregazione di vigne, ville, cascine, dapprima isolate sul territorio rurale che connota la zona pedecollinare di Torino, attorno a un asse viario centrale che conduce al contado e attorno alla polarità dell'antica Chiesa della Madonna del Pilone, da cui l'ambito prende il nome, tra il XIX e il XX secolo. |
5. Regime patrimoniale |
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Indicazioni specifiche |
Tra le aree
pubbliche si segnalano le piazze Borromini, Carrara,
Cavalcanti, Gozzano, Hermada, Scipione l’Africano, Toselli;
il piazzale Marco Aurelio, i larghi Boccaccio, Tabacchi,
mentre per le aree verdi la fascia lungo il Po e la sezione
alle pendici collinari. Già la ricognizione confluita in Beni culturali ambientali del 1984 segnalava per l'edilizia residenziale le case di civile abitazione in via Gassino 10-12, annotava il già edificio industriale, di gusto tardo Liberty in via Castelnuovo 22, l'invaso con edifici residenziali di piazza Gozzano 12 di gusto art nouveau, la serie di abitazioni in via Bardassano 12 e l'area della piazza Gozzano con l'ex manifattura Ghidini. Tra le scuole segnalava l'asilo infantile regina Margherita, corso Casale 212, costruito nel 1884 dalla Federazione asili infantili suburbani, la scuola materna Savoia Aosta, via Montemagno 59, costruita nel 1904 dalla Federazione asili infantili suburbani e la scuola elementare Gozzi, isolato tra le vie Gassino, Castiglione, Montemagno 13, costruita dal 1914 su progetto ing. Postale, ampliata nel 1925. Tra le chiese e i complessi religiosi caratterizzanti il borgo, la Madonna del Pilone, corso Casale, sorta nel 1645 nel luogo di un pilone del 1587, ingrandita nel 1779 e riplasmata nel 1817, la Chiesa del Redentore, via Cocchi strada Val S. Martino 7, di gusto tardo eclettico dei primi anni del Novecento e l'Istituto del Buon consiglio, già vigna D’Anzena, piazza Toselli 4, preesistente al 1750, riplasmato in stile neoclassico nel 1832, sede di congregazione religiosa dal 1876. Non mancano i servizi, tra cui il Cinema Eridano, corso Casale 106, di gusto eclettico, progetto di Carlo A. Ceresa, 1920 e la struttura imponente del Motovelodromo, corso Casale 144, progetto di Vittorio E. Ballatore di Rosana, 1925. |
6. Riconoscibilità logiche insediative |
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X | Riconoscibilità del nucleo originario |
X | Presenza di stratificazioni successive/demolizioni/lacune rispetto al nucleo originario |
Indicazioni specifiche |
L’antico borgo che si sviluppa
attorno alla chiesa di Nôtre Dame du Pilon, da
cui successivamente prende il nome, oggi manifesta pochi
frammenti della configurazione ambientale e
architettonica originaria, di cui permate in maniera
predominante il rapporto con il territorio circostante,
costituito dalla sponda fluviale e dalle propaggini
della zona pedecollinare, in cui il verde costituisce
uno degli elementi di maggiore caratterizzazione.
Gli edifici borghigiani sono infatti poco numerosi a
causa dei processi di completamento della lottizzazione
dell'ambito avvenuta nel corso del XX secolo, che hanno
trasformato l'assetto e la morfologia delle architetture
preesistenti. Tra i settori che hanno conservato un aspetto più conforme al nucleo originario vi è quello compreso tra il Po, piazza Borromini e corso Casale, in cui gli edifici sono concepiti con un affaccio lungo il fiume e una corte interna, aperta verso la sponda. Questi sono dotati di ballatoio e presentano un'architettura lineare dai caratteri compositivi essenziali e privi di decorazione. Simili aggregati di edifici si trovano inoltre al di là di corso Casale e corso Quintino Sella, distinguibili dalla presenza di un ballatoio e pertinenze di giardini e orti inseriti all'interno del fitto tessuto edilizio; vi sono qui inoltre alcuni edifici isolati di carattere borghigiano, ma che assumono oggi un'immagine decontestualizzata, poiché inseriti tra architetture diverse per volumetria e morfologia. Nell'area più a sud-est della perimetrazione di Madonna del Pilone, si osserva un complesso noto come "Case Gilardi", che costituiscono un comparto autonomo di casette di aspetto essenziale, ma raffinate, immerse nell'area verde collinare, talvolta distinte da decorazioni di gusto Liberty, e che preannunciano la lottizzazione diversa della collina rispetto all'area pedecollinare del macroambito. |
7. Elementi di connessione con il territorio circostante |
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X | Relazioni con il sistema viario | X | Relazioni con il sistema idrico |
Relazioni con il sistema ferroviario | X | Relazioni con il contesto territoriale |
Indicazioni specifiche |
Il macroambito di Madonna del Pilone presenta una discreta
relazione con il sistema viario, individuata principalmente
dalla sua perimetrazione, che include un tratto lungo l'ansa
del fiume Po (con il viale Suor Giovanna Francesca
Michelotti), corso Casale, via Giovanni Boccaccio, largo
Giovanni Boccaccio, via Lomellina, via Michelangelo Tonello,
corso Luigi Kossuth, largo Odoardo Tabacchi, corso Quintino
Sella, piazza Giovanni Toselli, via Don Giovanni Cocchi, strada comunale Val San Martino,
piazza Hermada e corso Giuseppe Gabetti. Si individuano
alcuni corsi significativi, rispettivamente corso Casale
e corso Gabetti, già tratto del sedime della prima cinta
daziaria e i corsi Kossuth e Sella, sedime della seconda
cinta daziaria (dalla perimentrazione in Borghi e
borgate, 2014). Tra queste, si individuano inoltre alcune strade interne caratterrizzanti, specialmente quelle in cui vi sono lacerti del nucleo insediativo originario o edifici interessanti rispetto allo sviluppo dell'ambito, rispettivamente le vie Albugnano, Casalborgone, Cocconato e viale Michelotti. L'area presenta inoltre una forte relazione con il territorio e con il sistema idrico, in quanto è delimitata da un tratto del fiume Po e con la rispettiva fascia fluviale e si inserisce in un'area pedecollinare di matrice rurale, in cui il costruito si disperde progressivamente procedendo lungo il versante collinare boscato o connotato dalla presenza delle pertinenze agricole delle cascine che costellano il settore urbano. Il rapporto con il sistema idrico è attestato fin dalle origini della borgata; infatti, da alcuni rilevamenti catastali di metà Ottocento, si osserva la presenza di un consistente sistema di canalizzazioni che percorrono il versante collinare verso il fiume (es. canale Michelotti), e si consolida infine con la realizzazione di ponti e passerelle che collegano l'ambito con l'altra sponda (ponte di Sassi, passerella ciclopedonale Chiaves). A rafforzare il legame con il fiume si ricordano inoltre i cosiddetti "molini" settecenteschi, collocati lungo le sponde del Po, ossia degli opifici fluviali costituiti da barche o doppi pontoni galleggianti e solidali tra loro, adoperati per sorreggere macine e ruote idrauliche azionate dalle correnti del corso d'acqua. |
8. Vincoli e prescrizioni |
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X | P.R.G. | X | Soprintendenza |
X | P.P.R. | Altre tutele |
Indicazioni specifiche |
Il macroambito individuato ricade all'interno delle prescrizioni del P.P.R., che tutela gli edifici vincolati dalla legge 1497/39, nello specifico nelle aree confinanti con i pendii collinari e lungo il corso del fiume Po. |
9. Norme urbanistico edilizie di attuazione |
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Inclusione nelle aree ZUT/ATS |
Indicazioni specifiche |
10. Descrizione e considerazioni (cronologie, comparazioni, riferimenti) |
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Il borgo assume un carattere
fondamentalmente omogeneo, definito dalla Barriera di
Casale che, tra Otto e Novecento, innesca un tipo di
sviluppo urbano lineare lungo l'omonimo corso e contamina
il nucleo borghigiano preesistente, con l'aggiunta di
alcuni elementi di decoro sulle facciate, al fine di
uniformare anche Madonna del Pilone alle varie zone della
città. Il tratto compreso tra piazza Borromini e corso Casale, che conduce alla chiesa della Madonna del Pilone, è connotato da notevole omogeneità, relativa a un’edilizia di barriera e a un’edilizia residenziale ai piedi della collina; sebbene siano evidenti alcune varianti stilistiche con una complessa dialettica di sobrio ornato, tale uniformità si alterna a elementi alieni all'immagine preesistente del costruito, specialmente del secondo dopoguerra. La sobrietà dell'apparato decorativo crea un aspetto uniforme tra gli edifici di barriera e quelli borghigiani. Anche il tratto che costeggia il Po, nella sua perimetrazione verde, costituisce un percorso particolarmente interessante poichè mette in evidenza la relazione tra il retro degli edifici e la sponda fluviale. Qui emergono in maniera specifica alcuni edifici singolari come il Motovelodromo (ex galoppatoio militare), o comparti urbani dai connotati borghigiani o, ancora fabbricati rurali (come ad esempio quelli in via Cocconato, via Albugnano) o dalla scalea terminale di via Casalborgone. All'esterno del nucleo borghigiano originario si osserva infine un altro settore particolarmente omogeneo realizzato nel primo Novecento, costituito dalle villette che costituiscono un insieme noto come "Case Gilardi", che costellano il rivo Reaglie, verso corso Chieri (annotazioni da Borghi e borgate, 2014). |
11a. Documentazione cartografica storica |
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Antonio Rabbini, Mappa originale del Comune di Torino, detta “Catasto Rabbini”, 1866. ASTO, Riunite, Finanze, Catasti, Catasto Rabbini, f. XIX. |
Comune di Torino, Piano Topografico del Territorio ripartito in Frazioni e Sezioni di Censimento, 1911. ASCT, Tipi e disegni, 64.8.17. |
Ufficio Municipale dei Lavori Pubblici, Pianta di Torino coll’Indicazione dei due Piani Regolatori e di Ampliamento rispettivamente delle Zone piana e collinare adottati dal Consiglio Comunale nel 1913, colle Varianti approvate successivamente sino a Maggio 1915, 1916. ASCT, Tipi e disegni, 64.6.8. |
Servizio Tecnico Municipale dei Lavori Pubblici, Pianta di Torino coll’Indicazione dei due Piani Regolatori e di Ampliamento rispettivamente della Zona piana [...] e della Zona collinare [...] aggiornati colle Varianti deliberate successivamente sino a Giugno 1935 (terza variante piano 1908). ASCT, Tipi e disegni, 64/7/8/1-8. |
11b. Documentazione cartografica attuale |
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Piano Regolatore 1995. Tavv. 9b, 10a (Geoportale Comune di Torino). |
Ortofoto dell'ambito Madonna del Pilone (Google Maps, 2021). |
12a. Documentazione storica |
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Chiesa della Madonna del Pilone (Foto del 1958. Fonte: Archivio Storico della Città Torino, GDP sez I 1426E_002). |
Nella seconda metà dell'Ottocento sono ancora numerose le barche che navigano il Po, seppure ormai di modeste dimensioni, anche a causa del notevole dreanaggio d'acqua dovuto al canale Michelotti. L'immagine è antecedente al 1877, data di inizio di costruzione del ponte di c.so Regina Margherita. (Fonte: https://www.icanaliditorino.it/il-canale-michelotti). |
Ing. Giuseppe Castelli, Tipo rappresentante li molini sul Po detti del Pilone della presente Ill.ma Città di Torino, 26 dicembre 1775. Si tratta di uno dei progetti per i nuovi molini "terragni" e relativa bealera (tratto in rosso), e i vecchi impianti. Questi ultimi sono descritti, nei Consegnamenti dei beni municipali del 22 ottobre 1674, come «un molino di due ruote da grano giranti similmente sovra il detto fiume Po, detti molini delle Catene, con la fica che traversa detto fiume pendente verso detto molino per alimentare il canale delle suddette due ruote, lasciando però il passaggio a bocca del principio della fica con la solita levata verso la Città a ponente». Nel disegno sono ben riconoscibili la coppia di pontoni galleggianti, la palizzata che sbarra in obliquo il fiume, lasciando libero solo uno spazio all'estremità superiore destra per il passaggio delle barche (ASCT, AA.LL.PP. Canali ponti fognature, 70/3. Fonte: https://www.icanaliditorino.it/il-canale-michelotti). |
Progetto del Molino della Madonna del Pilone del 178, in cui si osserva un impianto per un edificio di due piani fuori terra, in cui al piano inferiore erano presenti le macine. Le tre ruote del progetto iniziale sono state portate a cinque, poste in sequenza in virtù del limitato salto idraulico; l'impianto non è dotato di uno scaricatore e la funzione è svolta dal canale stesso grazie ad un divisorio (ASCT, TD 17. 1. 13. Fonte: https://www.icanaliditorino.it/il-canale-michelotti). |
12b. Documentazione attuale |
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Chiesa Madonna del Pilone (Foto di Paola Boccalatte, 2014. Fonte: MuseoTorino). |
Ponte Regina MArgherita, ricostruito negli anni '70 del Novecento (Foto di Luca Davico, 2015. Fonte: MuseoTorino). |
Piazza Toselli (Foto di Luca Davico, 2017. Fonte: MuseoTorino). |
Ex Cinema Eridano (1920), trasformato poi nel 1995 in edificio commerciale (Foto: Luca Davico, 2017. Fonte: MuseoTorino). |
13. Documentazione archivistica |
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14. Documentazione bibliografica |
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15. Sitografia |
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16. Compilazione e revisione |
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Compilatore scheda: | Giulia Bergamo |
Data compilazione: | Settembre 2021 |
Revisore scheda: | Chiara Devoti, Giulia Bergamo |
Data revisione: | Gennaio 2022 |