Categoria | |
Circoscrizione / Circoscrizioni | 8 |
Quartiere / Quartieri | 9: Millefonti, Nizza |
1. Codifica complesso |
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Scheda / Schede | M_19 |
ID Edificio | |
Collegamento a scheda |
Vista aerea dell'ambito di Borgata Molinette (Nizza Millefonti) (Google Maps, 2021). |
2. Ubicazione |
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Foglio PRGC | 13A, 12B |
Foglio | |
Particella | |
Cinta daziaria | Tra la prima e la seconda cinta daziaria |
3. Denominazione |
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Attuale | Nizza Millefonti |
Storica | Borgata Molinette |
4. Periodizzazione |
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Fondazione impianto attuale |
L'impianto urbanistico attuale è il risultato del processo di lottizzazione avvenuto in seguito ad una prima industrializzazione dell'area, per poi consolidarsi con le disposizioni del Piano Regolatore del 1906-08 e successive varianti. Il processo è strettamente legato al piano di espansione previsto per l'adiacente borgo Lingotto, in cui l'infittimento del tessuto edilizio si concentra inizialmente lungo le direttrici più singnificative dell'area e intorno alle prime fabbriche. Oltre ai complessi industriali, un altro elemento polarizzante significativo dell'area è il grande complesso ospedaliero delle Molinette, attorno al quale e agli assi principali di via Nizza e via Genova, si consolida il tessuto urbano della borgata. L'asse centrale della ferrovia Torino-Genova che divide l'ambito in due zone distinte, determina due sviluppi differenti del tessuto urbano. L'area a est, in seguito alla prima industrializzazione, vedrà un passaggio da area agricola a piccolo borgo operaio, con lo stabilimento FIAT (appartenente al borgo Lingotto) quale elemento polarizzante; quella ad ovest, connotata in origine da un'economia rurale basata sulle cascine, trova il suo sviluppo negli anni '30 del Novecento, con una vocazione prevalentemente commerciale, avente come simbolo il nuovo Mercato Ortofruttucolo all'Ingrosso (MOI). |
Indicazioni specifiche |
Nella seconda metà del XIX secolo è
presente il nucleo originario della borgata all'interno di
un'area avente prevalentemente carattere agricolo, con alcuni
edifici isolati. In questo periodo si avvia il primo processo
di lottizzazione esterno alla barriera di Nizza e della
Frazione Molinette, fino ai primi anni del Novecento in cui si
osserva un fitto edificato in queste aree, in prossimità del
piazzale daziario, dove emergono anche i primi complessi
industriali, come la Fabbrica Lanza, precendente all'impianto
dell'attuale ospedale. Nei primi decenni del Novecento il processo di urbanizzazione prosegue verso sud, davanti alla strada foranea, servita dal Tramvay Saluzzo-Cuneo e verso ovest, lungo la direttrice ferroviaria Torino-Genova. Il Piano Regolatore del 1806-08 determina una lottizzazione che segue gli assi nord-sud, lungo i principali assi viari, rispettivamente via Nizza, via Genova e via Cherasco, mentre oltre la ferrovia sono le vie Bruno e Tunisi a scandire grandi lotti non ancora completamente edificati tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo. Lungo la via Nizza si dispone il nucleo centrale della borgata e, già dal 1887, era in vigore un regolamento edilizio che definiva lo sviluppo urbano circostante, regolando l'espansione oltre la cinta daziaria del 1853. Inoltre lungo il perimetro di piazza Carducci, principale porta di accesso e sdoganamento per la città, vengono costruiti complessi edilizi, che verranno demoliti nel dopoguerra in favore di un'edilizia quantitativa. Lungo l'asse di collegamento di via Nizza, tra piazza Carducci e l'attuale piazza Bengasi, vi erano alcune borgate minori, quali Tettifré e Millefonti, progressivamente inglobate nel tessuto urbano più denso. Con la costruzione del grande complesso ospedaliero di San Giovanni, Battista e della Città di Torino, detto Le Molinette proprio in ragione dell'area su cui sorge, tra il 1926 e il 1934, si assiste a una profonda trasformazione dell'insediamento: la struttura occupa tutta l'area compresa tra via Genova, corso Bramante e corso 28 Ottobre (oggi Dogliotti) e interrompe via Cherasco, lungo corso Spezia e via Santena. Nei primi decenni del Novecento l'area adiacente la direttrice ferroviaria risultava già quasi totalmente edificata, così come i lotti compresi tra le vie Genova, Cherasco, Nizza, Alassio, Demonte e Spezia. In questo periodo è in corso un ulteriore processo di infittimento urbano anche nell'area compresa tra la ferrovia e il corso Stupinigi. |
Data primo impianto |
E' presente tra il XIX e il XX secolo una borgata denominata Frazione Molinette, probabilmente derivante dalla presenza di un mulino detto la Molinetta. |
5. Regime patrimoniale |
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Indicazioni specifiche |
Molinette: L'ambito è caratterizzato prevalentemente da un tessuto edilizio misto, costituito da edifici di tipo residenziale e industriale, in cui non si distinguono edifici di particolare pregio o interesse storico-ambientale. Nel secondo dopoguerra i caratteri dell'insediamento originario si perdono con la costruzione dell'ospedale delle Molinette e con una serie di processi di demolizione dell'edificato, in favore di palazzi multipiano e di edilizia residenziale di tipo quantitativo. Si distinguono infatti alcuni complessi di edilizia popolare, una parte databile ai primi decenni del Novecento e, un'altra risalente agli anni Cinquanta. Tra i primi fanno parte il Quartiere 12 (Q12) in via Alassio 8-10, costruito nel 1912 come case per ferrovieri; il Quartiere 8 (Q8) in corso Spezia 53-55, tipico esempio di edilizia popolare del primo periodo IACP, su progetto del 1910; tra quelli della seconda metà del Novecento invece ci sono il QRM28 in via Pomponazzi 4-6, via Ardirò 10, via Galluppi 23; il Quartiere 28 (Q28) in via Ardirò 24-26, vi Labriola 7-9, via Galluppi 19-21, via Pomponazzi 1-5-9-13; il QM7 in via Galluppi 12 e via Tunisi 1-3; il complesso delle case GESCAL, in corso Bramante 62, su progetto del 1950; il comparto delle case GESCAL, in via Genova 43/47, su progetto del 1952; le case GESCAL, in via Baiardi 23, 25, del 1950; il quartiere SR 1, tra via Ventimiglia 24, 26 e via Baiardi 37, su progetto del 1950 per i dipendenti statali, ora IACP; il Quartiere 22 (Q22), noto come Le Bulgare, in via Biglieri 44 e via Ventimiglia, quartiere IACP del 1936 su disegno di Umberto Cuzzi, comprendente 16 fabbricati di abitazione popolare pubblica. Sebbene il quartiere sia connotato prevalentemente da complessi di edilizia popolare, coevi all'insediamento dei comparti industriali e, successivamente al boom edilizio del secondo dopoguerra, si segnalano però alcuni esempi di architetture per la residenza più ricercate, che appaiono come elementi isolati all'interno del tessuto edilizio e risalgono ai primi decenni del Novecento. Tra queste si segnala la palazzina in piazza Giacomini 12, in stile eclettico, costruita negli anni venti del Novecento. L'ambito è collegato a quelli limitrofi attraverso alcune strade principali, quali i corsi Bramante (già tratto della cinta daziaria del 1853), corso Dogliotti, Sebastopoli, Spezia, Unione Sovieta e le importanti direttrici di via Nizza e via Genova. Tra gli altri assi stradali rilevanti si segnalano le vie Alassio, Cherasco, Chisola, Abegg, Tepice. Si segnala poi il Ponte Balbis (detto anche "delle Molinette"), in asse a corso Bramante del 1932, segnalato in Beni Culturali Ambientali. Sono presenti inoltre molte piazze, larghi e spazi di aggregazione, come piazza Bozzolo, piazza Carducci con la sua forma a imbuto che ne ricorda le origini daziarie, piazza Polonia nell'area degli ospedali e piazzale Gabotto. L'area è caratterizzata inoltre dalla presenza di un tratto del fiume Po, quale limite occidentale dell'ambito, con la rispettiva fascia verde che costeggia il corso fluviale. All'interno dell'ambito ci sono inoltre alcuni servizi primari e, tra l'edilizia per il culto, si segnala l'Oratorio del Sacro Cuore di Gesù, in via Genova 10, di gusto neoromanico e risalente ai primi anni del Novecento; non manca di svolgere un ruolo di rilievo anche la Chiesa di San Giuseppe, in via Baiardi 6, di gusto eclettico neomedievale, ricostruita nel 1927 in seguito ai danni subiti durante i bombardamenti, che pure caratterizza il contiguo borgo del Lingotto. Per quanto concerne l'edilizia per la sanità, è importante segnalare il grande complesso dell'Ospedale di San Giovanni Battista e della Città di Torino, meglio noto come "Le Molinette", situato in corso Bramante 88-90 e isolato tra corso Spezia, corso Dogliotti, via Santena, via Cherasco, via Abegg, Genova. L'edificio, costruito dal 1927 al 1934, su progetto di Eugenio Mollino e Michele Bongioanni, è articolato in 19 padiglioni di altezza variabile dai due ai quattro piani fuoriterra, collegati tra loro da gallerie vetrate e costituisce non solo l'ospedale di riferimento della città, ma anche un'architettura riguardo la quale si è lungamente speso il dibattito tra tradizionalisti e razionalisti. Si segnalano inolte i vicini Ospedale Ostetrico Ginecologico Sant'Anna (via Ventimiglia 13, via Baiardi), significativo esempio di ospedale adeguato al gusto Novecento, su progetto di Giovanni Chevalley dal 1934 e l'Ospedale Pediatrico Regina Margherita (piazza Polonia 94); nonché il Centro Traumatologico Ortopedico (CTO), costruito tra il 1959 e il 1965, su progetto dell'Ufficio Tecnico INAIL (ing. Livio Brusa), la cui torrre costituisce uno dei principali landmark del boom economico e un elemento caratterizzante del paesaggio fluviale e collinare torinese, situato in corso Unità d'Italia (prima via Zuretti 29). Per quanto concerne l'edilizia scolastica, si segnala la presenza maggiormente caratterizzante della scuola elementare V. Da Feltre, nell'isolato compreso tra le vie Genova, Spotorno e Finalmarina, costruita tra il 19116 e il 1921 su progetto dell'ing. Barale per conto del Comune. Tra gli elementi significativi presenti nell'area si evidenzia la direttrice ferroviaria Torino-Genova, che divide l'ambito in due aree distinte, e lungo la quale si insediano una serie di servizi e infrastrutture connesse, come il deposito locomotive alla stazione di smistamento FF.SS. in via Chisola, connotato da pianta circolare con piattaforma girevole, risalente ai primi anni del Novecento, e il deposito-officina alla stazione di smistamento, in via Alassio, già esistente nel 1913, in cemento armato dei primi decenni del Novecento; il sottopassaggio del Lingotto, tra via Giambone e piazza Filzi, inaugurato nel 1933, testimonianza delle tecniche costruttive in cemento armato. Tra gli edifici di particolare pregio si ricorda anche la presenza del Museo Nazionale dell'Automobile (corso Unità d'Italia 40), costruito nel 1960 su progetto di Amedeo Albertini e rinnovato nel 2011, che costituisce un significativo esempio di tipologia museale contemporanea. Nizza-Millefonti: Dell'originaria borgata Millefonti a oggi resta solo il nome, a ricordare la presenza delle numerose sorgenti presenti nell'area, poi bonificate negli anni Sessanta. Oggi l'ambito può considerarsi delimitato dalle vie Nizza, Lavagna, Garessio, Spotorno e corso Spezia, ed è strettamente legato a quello delle Molinette sia per formazione, sia per le infrastrutture presenti, quasi fondendosi in un'unica realtà. All'interno dell'ambito si distinguono classi tipologiche residenziali coeve alle fasi di sviluppo urbanistico, tra cui le case di inizio Novecento, appartententi alla fase di espansione oltre la cinta daziaria nell'area nord-ovest, prevalentemente destinate all'affitto e costruite su lotti di grandi dimensioni, come gli edifici in via Nizza 239, 249 e 349, quest'ultima in gusto neo medievale dei primi del Novecento. Si ricorda ancora un complesso costituito da tre villini a schiera, rispettivamente ai numeri 10, 12, 14 di via Felizzano, rappresentativi del gusto di transizione tra eclettico e tardo-liberty, costruiti nel primo decennio del Novecento. Legate alla fase di organizzazione urbana conseguente alle disposizioni del Piano Regolatore del 1906-08, vi sono poi alcune case destinate all'affitto, costruite nel terzo e quarto decennio del Novecento, come quelle in via Genova 58, 60. L'estensione dell'ambito fino a piazza Bengasi, determina la presenza anche di alcuni apparati industriali che si collocano a cavallo dell'ambito Molinette-Nizza Millefonti e Lingotto che, persa la loro funzione originaria, ospitano oggi destinazioni d'uso differenti e si configurano come elementi di riconoscibilità del quartiere. Tra queste si ricordano la ex Società Anonima Pastificio Italiano, ora Carpano (via Nizza 222, via Bisalta 9, 11), in gusto art nouveau e costruito nel primo ventennio del Novecento, poi ampliato dall'ing. Gambetta nel 1921; l'edificio della Società Carpano (via Nizza 224, via Narzole), edificato tra fine Ottocento e inizio Novecento come sede della società Carpano, poi ristrutturato nel 1945-46 in seguito ai danni subiti dai bombardamenti. Per quanto riguarda i servizi legati all'edilizia scolastica, si segnala la presenza della Scuola elementare Umberto I, nell'isolato compreso tra le vie Vigliani, Nizza e corso Maroncelli, in una posizione centrale nella piazza Bengasi, in corrispondenza dell'antica Barriera di Nizza, costruita nel 1929-31, su progetto dell'ing. Scanagatta per conto del Comune e poi ampliata negli anni successivi, fino a occupare un intero isolato. Tra le infrastrutture adibite al commercio si ricorda il grande Mercato Ortofrutticolo all'Ingrosso (MOI), prossimo al successivo Campo Torino, realizzato per ospitare i giornalisti durante i Giochi Olimpici Invernali del 2006, complesso che si colloca a metà con l'ambito di Filadelfia. Si ricorda ancora la presenza degli edifici di Italia '61, complesso residenziale all'avanguardia in quegli anni, realizzati in occasione delle celebrazioni del centenario dell'Unità d'Italia, in seguito alla bonifica di via Genova, incastonato all'interno della fascia verde fluviale del Po. Il complesso è stato in parte ristrutturato durante i Giochi Olimpici invernali del 2006. Fanno parte del complesso il cosiddetto Palazzo a Vela, già SAMIA (via Ventimiglia), realizzato nel 1960 su progetto di Annibale e Giorgio Rigotti, con strutture di Franco Levi e Nicola Esquillari, concepito come edificio per mostre dell'area dell'esposizoine Italia '61; la fontana monumentale di Italia '61, in corso Unità d'Italia; i padiglioni delle regioni, oggi BIT, su progetto di Nello Renacco e concepiti per esposizione, ma oggi riconvertiti a residenza; il Palazzo del Lavoro, in corso Unità d'Italia, per esposizioni e parzialmente adibito a uffici, su progetto di Pierluigi e Antonio Nervi, con strutture metalliche di Gino Covre. Si segnala infine il quartiere di guardia daziaria, ora avente nuova destinazione d'uso, sito in Piazza Bengasi, tipico esempio del sistema edilizio degli uffici della cinta daziaria novecentesca, realizzato nel 1912 su progetto dell'Ufficio Comunale, sotto la supervisione dell'ing. Michele Fenoglio. |
6. Riconoscibilità logiche insediative |
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X | Riconoscibilità del nucleo originario |
X | Presenza di stratificazioni successive/demolizioni/lacune rispetto al nucleo originario |
Indicazioni specifiche |
Il nucleo insediativo della borgata era
costituito prevalentemente da un'edilizia residenziale minuta
e qualche fabbrica isolata, rivelando ancora una vocazione
semi-rurale e produttiva con un sistema di bealere. La borgata
dunque, connotata da un edificato misto
residenziale-industriale, subisce una profonda trasformazione
con la costruzione del complesso delle Molinette,
probabilmente sorto nei pressi di un'antico mulino noto come
"La Molinetta". L'ospedale diviene quindi il polo identitario
all'interno dell'ambito, spostando la centralità del nucleo.
All'interno dell'ambito sono avvenute numerose trasformazioni
nel corso del tempo, che hanno reso difficile distinguere le
tracce del primo nucleo insediativo poichè le grandi modifiche
relative ai processi di densificazione urbana che sono
avvenute dal secondo dopoguerra, hanno visto una serie di
demolizioni sistematiche in favore di un nuovo tipo edilizio
quantitativo con finalità di pura rendita. Questo fenomeno ha
compromesso in modo irrecuperabile in certe aree la
leggibilità degli elementi di borgata, pertanto è necessario
agire in modo da tutelare ancora quegli aspetti di
riconoscibilità che ancora permangono, come alcuni edifici in
via Genova e via Abegg. Per quanto riguarda l'area che ospitava la borgata Millefonti, non sono rimasti lacerti del nucleo originario, in quanto gli edifici borghigiani sono stati demoliti o inglobati nel fitto e denso tessuto urbano derivante dalle profonde trasformazioni avvenute a partire dagli anni Cinquanta. Soltanto il nome, Millefonti, ricorda la presenza di antiche sorgenti della zona, presenti prima della bonifica a valle di via Genova, come segnalato anche dal sito di MuseoTorino. |
7. Elementi di connessione con il territorio circostante |
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X | Relazioni con il sistema viario | X | Relazioni con il sistema idrico |
X | Relazioni con il sistema ferroviario | X | Relazioni con il contesto territoriale |
Indicazioni specifiche |
La forte connessione con il sistema viario
emerge già dalla perimetrazione dell'ambito, delimitato e
attraversato da importanti arterie di collegamento, definite e
regolamentate a partire dal Piano Regolatore del 1906-08 e
dalle successive varianti. Nello specifico si distinguono da
corso Bramante, un tratto che costeggia il fiume Po (corso
Dogliotti, viale Thaon), corso Unità di Italia, il confine
comunale di Moncalieri, via Genova, un tratto di corso Spezia,
corso Sebastopoli, corso Unione Sovietica. Anche piazza
Carducci costituisce un significativo elemento di connessione
urbana, sin dalle sue origini, in qualità di piazza daziaria
adibita alla sosta delle merci prima dell'ingresso alla città. L'ambito presenta una forte connessione con il sistema ferroviario, in quanto la linea ferroviaria Torino-Genova lo attraversa a metà, influenzando l'organizzazione urbana attorno. Esiste inoltre una forte relazione con il sistema idrico e territoriale, costituito dal fiume Po e dalla sua fascia verde, che costeggiano e delimitano l'ambito a est. |
8. Vincoli e prescrizioni |
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X | P.R.G. | X | Soprintendenza |
P.P.R. | Altre tutele |
Indicazioni specifiche |
9. Norme urbanistico edilizie di attuazione |
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X | Inclusione nelle aree ZUT/ATS |
Indicazioni specifiche |
E' presente l'area di trasformazione urbana 13.12 "Molinette", relativa al complesso ospedaliero omonimo, lungo l'asse di corso Bramante, corso Mario Dogliotti e parte di corso Spezia. |
10. Descrizione e considerazioni (cronologie, comparazioni, riferimenti) |
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Il processo
di formazione della borgata Molinette, compresa tra il limite
naturale del fiume Po ae st, dall'asse viario storico di
Stupinigi a ovest, dall'andamento anulare della prima cinta
daziaria a nord e dall'attuale limite di corso Spezia a sud,
risulta legato in modo imprescindibile allo sviluppo
dell'adiacente Borgo Lingotto, in quanto è il risultato della
lottizzazione avvenuta in corrispondenza della rete viaria
stabilita dal Piano Regolatore del 1906-08 e successive
varianti. All'interno dell'ambito dunque si rilevano due
fenomeni interessanti rispetto al processo di inurbamento: il
nucleo principale si assesta lungo la via Nizza, la quale era
già soggetta a un disposto di piano del 1887, che prevedeva il
controllo delle norme oltre la cinta daziaria per le
principali vie di accesso alla città; il secondo elemento
polarizzante rispetto al processo di lottizzazione si
definisce con la Barriera di Nizza, attuale piazza Carducci,
il cui impianto planimetrico a imbuto permetteva la sosta
delle merci in transito verso la città, un invaso attorno al
quale si sono costruiti edifici che ne seguono il perimetro.
Tuttavia questi ultimi sono stati quasi tutti completamente
demoliti nel secondo dopoguerra, per essere sostituiti da
edilizia quantitativa. Inoltre la costruzione del complesso ospedaliero de "Le Molinette", che occupa una vasta porzione di isolati, fa sì che vengano persi gran parte dei caratteri insediativi originari della borgata, la quale si era distinta con un'edilizia residenziale minuta e qualche fabbrica isolata, conservando ancora un sistema urbano semi-rurale. All'interno dell'ambito sono avvenute numerose trasformazioni nel corso del tempo che hanno reso difficile distinguere le tracce del primo nucleo insediativo poichè le grandi modifiche relative ai processi di densificazione urbana che sono avvenute dal secondo dopoguerra hanno visto una serie di demolizioni sistematiche in favore di un nuovo tipo edilizio quantitativo con finalità di pura rendita, pertanto non si individuano edifici aventi particolare interesse storico-ambientale. Con le variazioni recenti che riguardano la suddivisione della Città in circoscrizioni e non più in quartieri, l'ambito si estende includendo anche l'area oltre corso Spezia, fino al limite di piazza Bengasi, pertanto l'ambito individuato include sia l'antica borgata Molinette, sia l'area di espansione contigua denominata Nizza Millefonti, in quanto delimitata a ovest dal lungo asse di via Nizza. |
11a. Documentazione cartografica storica |
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Antonio Rabbini, Mappa originale del Comune di Torino, detta “Catasto Rabbini”, 1866. ASTO, Riunite, Finanze, Catasti, Catasto Rabbini, f. XII. |
Ufficio Municipale dei Lavori Pubblici, Carta Topografica del Territorio di Torino con l'Indicazione dei Piani Regolatori e degli Ampliamenti [...], 1900. ASCT, Tipi e disegni, 64.6.1. |
Comune di Torino, Piano Topografico del Territorio ripartito in Frazioni e Sezioni di Censimento, 1911. ASCT, Tipi e disegni, 64.8.17. |
Ufficio Municipale dei Lavori Pubblici, Pianta di Torino coll’Indicazione dei due Piani Regolatori e di Ampliamento rispettivamente delle Zone piana e collinare adottati dal Consiglio Comunale nel 1913, colle Varianti approvate successivamente sino a Maggio 1915, 1916. ASCT, Tipi e disegni, 64.6.8. |
Servizio Tecnico Municipale dei Lavori Pubblici, Pianta di Torino coll’Indicazione dei due Piani Regolatori e di Ampliamento rispettivamente della Zona piana [...] e della Zona collinare [...] aggiornati colle Varianti deliberate successivamente sino a Giugno 1935 (terza variante piano 1908). ASCT, Tipi e disegni, 64/7/8/1-8. |
11b. Documentazione cartografica attuale |
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Piano Regolatore 1995. Tavv. 13a, 12b (Geoportale Comune di Torino). |
Ortofoto dell'ambito Borgata Molinette (Google Maps, 2021). |
12a. Documentazione storica |
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Terreni vuoti e sistemazione argini Po, 1957 (foto: Archivio Storico Città Torino FT 12C02_002). |
Corso Spezia angolo via Ventimiglia, campo da calcio ex-campo da baseball, Anni Cinquanta del Novecento (foto: Torino Piemonte Antiche Immagini). |
Palazzo a Vela, Anni Sessanta del Novecento (foto: Museo Torino). |
Corso Spezia 60, Ospedale Ostetrico Ginecologico S. Anna (già R. Opera Maternità). Effetti prodotti dai bombardamenti dell'incursione aerea del 3 gennaio 1944 (foto: Archivio Storico della Città di Torino/Archivio Storico Vigili del Fuoco UPA 4307_9E04-53). |
Ospedale le Molinette (foto: Immagini del cambiamento). |
Via Nizza, Stabilimento FIAT Lingotto “prima dei crolli”. Effetti prodotti dai bombardamenti dell'incursione aerea del 29 marzo 1944 (foto: Archivio Storico della Città di Torino /Archivio Storico Vigili del Fuoco UPA 4419_9E05-50). |
Stabilimento Ex RIV (dismessa nel 1971), 1972 (foto: Archivio Storico Città Torino FT 13A07_017). |
12b. Documentazione attuale |
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Traffico automobilistico di fronte a sede Unicredit (foto: Luca Davico, 2015. Immagini del cambiamento). |
Il mercato di piazza Bengasi (foto: Mauro Raffini, 2010. Museo Torino). |
Palazzo del Lavoro (foto: Fabrizia Di Rovasenda, 2010. Museo Torino). |
Ospedale San Giovanni Battista, Le Molinette (foto: Bruna Biamino, 2010. Museo Torino). |
Ponte Balbis, ex Ponte Vittorio Emanuele III (foto: Edoardo Vigo, 2012. Museo Torino). |
Museo dell'automobile (foto: Luca Davico, 2015. Immagini del cambiamento). |
Complesso degli ex Mercati Generali (foto: Bruna Biamino, 2010. Museo Torino). |
Chiesa di San Michele e oratorio (foto: Paola Boccalatte, 2013. Museo Torino). |
13. Documentazione archivistica |
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14. Documentazione bibliografica |
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15. Sitografia |
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16. Compilazione e revisione |
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Compilatore scheda: | Giulia Bergamo |
Data compilazione: | Agosto 2021 |
Revisore scheda: | Chiara Devoti |
Data revisione: | Gennaio 2021 |