Accordo di collaborazione tra Città di Torino e Politecnico di Torino

Studi e ricerche di comune interesse per sistemi caratterizzanti il tessuto urbano

Borgata Ceronda

Categoria  
Circoscrizione / Circoscrizioni 5
Quartiere / Quartieri 15, 16: Madonna di Campagna
1. Codifica complesso
Scheda / Schede M_20
ID Edificio  
Collegamento a scheda In compilazione
Vista aerea dell'ambito Borgata Ceronda (Google Maps, 2023).
2. Ubicazione
Foglio PRGC 4B
Foglio 35-53-54-55-64 (Catasto Urbano)
Particella  
Cinta daziaria Tra la prima e la seconda cinta daziaria
3. Denominazione
Attuale Circoscrizione 5, Madonna di Campagna
Storica Borgata Ceronda
4. Periodizzazione
Fondazione impianto attuale
L'attuale assetto urbano del quartiere Madonna di Campagna scaturisce dalla pianificazione del Piano Regolatore del 1906-08 e delle successive varianti.
Indicazioni specifiche
Dalla seconda metà del XVIII secolo si insediano in tale ambito i primi nuclei rurali, con cascine distribuite su un territorio marcatamente agricolo. Durante il XIX secolo, agli insediamenti rurali, si affianca la costruzione di nuclei edificati, ma anche di poli produttivi, quali ad esempio fornaci, concentrati nell'area esterna al tracciato della prima cinta daziaria (1853-1912), al di là della quale trova strategica collocazione, al fine di fronteggiare le epidemie e garantire l'isolamento dei malati, l'Ospedale Amedeo di Savoia, edificato nel 1884 con successivi ampliamenti all'interno dell'ansa della Dora Riparia. Borgata Ceronda si origina a seguito delle lottizzazioni del 1876 ad opera dei Momigliano, che suddividono le proprietà con conseguenti vendite, tra gli altri ad Adolfo Gastaldi, tanto che la borgata inizialmente viene denominata appunto Gastaldi e solo in seguito, nel 1889, modifica il toponimo in borgata Ceronda ad opera del Comune di Torino. Il territorio dell'ambito è segnato significativamente dal corso del canale Ceronda, che appunto determinerà l'omonimo toponimo della borgata, e dalla strada vecchia di Lucento, che corre parallela alla Gora Vecchia di Viarbé, assi lungo i quali si insediano ulteriori edifici ma anche manifatture, quali ad esempio il setificio che sorge nei pressi della Cascina La Bianchina e della Cascina La Scaravella. Borgata Ceronda è percorsa dalle prime strade fondanti dell'agglomerato ottocentesco quali ad esempio via Balangero, via Verolengo, via Borgaro (confine ideale rispetto all'adiacente borgata Vittoria) e strada provinciale di Pianezza; quest'ultima, in particolare, realizzata tra il 1881 e il 1884, si configura come direttrice preferenziale di collegamento tra Lucento e Torino e significativa per l'insediamento di poli industriali ma anche, di conseguenza, residenziali dedicati alle famiglie dei lavoratori impegnati nel lavoro delle fabbriche. La maglia viaria ottocentesca appare come un fitto reticolo che tuttavia, in conseguenza della pianificazione urbanistica del Piano Regolatore del 1906-08 e delle successive varianti, si trasforma progressivamente dal punto di vista infrastrutturale; si progetta il tracciato di corso Potenza, che, pur concepito nella logica di futura implementazione delle porzioni di territorio urbano soggette a dazio, costituisce una forte cesura rispetto all'assetto viabilistico e insediativo esistente e peraltro spezza la continuità funzionale e semantica con l'adiacente Borgo Lucento, i cui caratteri tipologici e insediativi sono assimilabili a Borgata Ceronda, come traspare dallo studio delle fonti indirette, dalla lettura della cartografia storica e dalle caratteristiche morfologiche attualmente osservabili in loco. Lo spostamento della cinta daziaria in posizione più esterna nel 1912 e la costituzione di ulteriori grandi assi di scorrimento nei primi decenni del Novecento, quale ad esempio corso Toscana, concorrono a un'ulteriore metamorfosi di questo ambito urbano, caratterizzato da una maglia viaria pianificata con un andamento ortogonale in prossimità di corso Potenza e corso Toscana, ma in altri lacerti ancora orientata in base alle primigenie lottizzazioni, alla presenza dei canali storici e al carattere prettamente industriale che disegna il margine meridionale della borgata, rappresentato, tra gli altri, dallo stabilimento FIAT Ferriere e dalla manifattura Mazzonis. L'inizio del Novecento vede un significativo incremento demografico in borgata Ceronda, che funge da tessuto urbano funzionale anche al limitrofo borgo Lucento, ad esempio con la costruzione nel 1929 della scuola elementare Margherita di Savoia. Tra gli anni Trenta e Quaranta del Novecento, una diffusa edilizia residenziale integra il quadrante urbano settentrionale dell'ambito, sinora rimasto più rado rispetto al polo meridionale. Un inverso processo demografico di abbandono della borgata ha luogo a partire dagli anni Sessanta del Novecento, in concomitanza con la chiusura di numerose attività produttive. Tra la seconda metà del Novecento e i primi anni del Duemila, l'ambito è oggetto di un'importante pianificazione urbanistica di riassetto viabilistico e funzionale che interessa l'area meridionale in prossimità di corso Svizzera e della Dora, la cosiddetta "Spina 3", il cui esito è oggi visibile a livello infrastrutturale lungo l'asse di via Val della Torre, con corso Mortara, il sottopasso Carlo Donat-Cattin e il Parco Dora, ma anche a livello architettonico, con il polo aggregativo Piero della Francesca e la Chiesa del Santo Volto con annesso Auditorium Santo Volto, nei pressi di via Borgaro.
Data primo impianto
I primi agglomerati insediativi, purtuttavia di scarsa densità e con una collocazione parcellizzata sul territorio, risalgono alla seconda metà del XVIII secolo. Essi sorgono inizialmente con una prevalenza di cascine di piccola entità in un ambito prettamente agricolo, come testimonia la cartografia storica (Carta della Caccia e, in seguito, Catasto Rabbini), connotato poi dal 1853 come area esterna al tracciato della prima cinta daziaria.
5. Regime patrimoniale
Indicazioni specifiche
L'ambito costituito da borgata Ceronda è attualmente contraddistinto da una marcata impronta residenziale nell'area settentrionale del comparto urbano, con isolati ove sorgono condomini, anche di recente costruzione, misti ad attività commerciali e per servizi, affiancati ad agglomerati di primo impianto parcellizzati sul territorio tra le vie Verolengo, Balangero, Viù, Pessinetto, per citarne solo alcune, e in alcuni casi in stato di degrado, con evidenti stratificazioni di impianto nella commistione con edifici più recenti. L'area meridionale dell'ambito, delimitata dall'asse di via Val Della Torre - corso Mortara - sottopassaggio Carlo Donat Cattin fino all'asse di corso Svizzera (ex tracciato prima cinta daziaria), risulta invece caratterizzato da un assetto originariamente industriale, rappresentato dal Cotonificio Mazzonis costruito nel 1896 (ove nel primigenio sito a carattere rurale sorgeva la Cascina Bianchina), dallo stabilimento Tappetificio Paracchi, subentrato nel 1902 alla precedente fabbrica tessile Marino (ivi presente dal 1882), nonché dallo stabilimento FIAT Ferriere Ingest, potenziamento delle Ferriere FIAT risalente agli anni Trenta del Novecento. Tali persistenze a carattere produttivo sono state interessate da una nuova pianificazione urbana di recente progettazione, concepita e sviluppatasi tra fine Novecento e inizio Duemila, che ha visto la creazione dell'asse ad alto scorrimento viabilistico di corso Mortara nel contesto dello sviluppo del polo "Spina 3" con il Parco Dora, ove originariamente sorgeva lo stabilimento Ingest, di cui ancora si conserva una manica architettonica su via Nole, parco che prosegue oltre l'asse di via Borgaro, al di là di piazza Piero della Francesca, nell'adiacente ambito di borgata Vittoria, ove si contraddistingue urbanisticamente come Parco Dora Area Vitali e Parco Dora area Mortara lungo la Dora Riparia. Nel medesimo contesto pianificatorio, nell'isolato compreso tra via Nole e corso Svizzera, si attesta attualmente l'ampio Centro polifunzionale Piero della Francesca, realizzato nel 1978 su progetto dell'architetto Gabriele Manfredi sul sito dell'ex stabilimento Mazzonis. Lungo il corso della Dora Riparia si conservano testimonianze dell'ex stabilimento industriale Paracchi, che ancora si snoda lungo via Pianezza in una compresenza di alcune maniche architettoniche originarie ancora in stato di abbandono e altre invece recuperate e rifunzionalizzate, prospicienti il Giardino Area Ex Paracchi.
Il tessuto urbano di questo ambito è inoltre marcatamente segnato dalla cesura di corso Toscana, disegnato dalla pianificazione urbanistica della prima metà del Novecento, che da Largo Borgaro a Largo Toscana segna un'interruzione di via Viterbo e include nella sua parte meridionale i densi agglomerati con edifici di primo impianto lungo via Verolengo, via Pettinengo e via Val Della Torre, nonché gli isolati residenziali di edilizia economica popolare di cui le Case ex IACP in via Verolengo 109 costituiscono un significativo esempio: il cosiddetto "Quartiere 2", edificato nel 1908 e impreziosito da decori geometrici di connotazione Liberty, rappresenta infatti il secondo polo edificato dalla IACP nella città di Torino in un'area esterna alla prima cinta daziaria, sprovvista a inizio Novecento di una rete di trasporti pubblici di collegamento con il resto della città, ma caratterizzato da allestimenti impiantistici attenti alle norme d'igiene e certamente rappresentativo in una lettura sistemica dell'ambito, in virtù della sua funzione relazionale con il vicino comparto produttivo, essendo stato creato per fornire alloggi alle maestranze manifatturiere impegnate nello stabilimento Mazzonis, che aveva ceduto i relativi terreni di sua proprietà per la realizzazione del progetto e incentivare così l'impulso edificatorio in quest'area.
Tra i servizi socialmente aggregativi si segnala l'Associazione sportiva Paracchi in via Nole 72/B, oggi Bocciofila di quartiere, fondata originariamente dal tappetificio Paracchi nel 1927 come Sport Club Paracchi, sede di dopolavoro per gli operai della fabbrica e significativo centro per il ruolo cardine nell'organizzazione della ciclistica Milano-Torino.
Tra i servizi religiosi, borgata Ceronda annovera la Chiesa di S. Giuseppe Benedetto Cottolengo edificata nel 1936 su corso Potenza angolo via G. Battista Quadrone, in un'area originariamente a prato afferente alla parrocchia di Lucento e in parte alla cascina La Prevostura; la costruzione della nuova chiesa coadiuva il contrasto alla dilagante attività protestante di quegli anni e costituisce un ausilio di fronte all'implementazione sempre maggiore della popolazione ivi residente. Nella borgata viene inoltre edificato, tra il 2004 e il 2006, l'articolato complesso del Santo Volto su via Val della Torre angolo piazza Piero della Francesca, sede della Curia Metropolitana e progettato dall'architetto Mario Botta, sul sito ove sorgevano le acciaierie della FIAT Ferriere, di cui rimane a testimonianza la ciminiera ora adibita a campanile e rivestita con una spirale in acciaio; il progetto si inserisce nel più ampio quadro di riqualificazione dell'area afferente alla cosiddetta "Spina 3", che vede un riassetto anche urbanistico e viabilistico del sito.
Tra i servizi scolastici, si segnalano per borgata Ceronda la Scuola d'infanzia parrocchiale Regina Pacis su via Angelo Messedaglia, la Scuola secondaria di I grado P. G. Frassati su corso Toscana angolo corso Potenza e via Gerolamo, la Scuola d'infanzia al Boschetto su via Val della Torre, nonché la storica Scuola primaria Margherita di Savoia su via Nole, edificata nel 1929 per fronteggiare l'aumento demografico cui è soggetta a inizio Novecento questa area urbana.
6. Riconoscibilità logiche insediative
X Riconoscibilità del nucleo originario
X Presenza di stratificazioni successive/demolizioni/lacune rispetto al nucleo originario
Indicazioni specifiche
Nell'ambito di borgata Ceronda è oggi arduo riconoscere i nuclei originari, a causa delle stratificazioni edilizie e delle alterazioni funzionali subite nel tempo da questo lacerto urbano, tuttavia in alcuni isolati è possibile riscontrare tracce frammentarie degli insediamenti fondanti la borgata. E', ad esempio, riconoscibile la primigenia logica di impianto lungo l'asse di via Pianezza e di via Verolengo, che conservano un andamento irregolare, nonché alcune tracce storiche e caratteri morfologicamente distinguibili nei minuti agglomerati edilizi residenziali dedicati alle maestranze delle fabbriche; analogo aspetto presentano vie interne come via Balangero, via Pessinetto e via Viù, ove coesistono bassi fabbricati caratterizzanti di primo impianto e condomini multipiano di recente costruzione. Appare inoltre evidente il polo originariamente industriale concentrato nell'area meridionale di borgata Ceronda, tra cui emergono il comprensorio del tappetificio Paracchi, in parte architettonicamente recuperato e in parte ancora da rifunzionalizzare, oppure l'area della ex Fiat Ferriere Ingest, benché qui abbia già avuto luogo una ingente pianificazione urbanistica che ha innovato l'aspetto di questa parte della città, con l'ampio asse di scorrimento di corso Mortara, gli edifici residenziali multipiano di recente edificazione e il polo ecclesiastico dell'ampio complesso del Santo Volto, che su un lotto di 12000 metri quadrati annovera, oltre alla Chiesa del Santo Volto, anche una sala polivalente sotterranea e i locali sede della Curia Metropolitana dell'Arcidiocesi di Torino.
L'area settentrionale dell'ambito, al di sopra di corso Toscana, presenta una marcata regolarità nella maglia ortogonale degli isolati, che li pone in continuità funzionale e semantica rispetto all'adiacente borgo Lucento, urbanisticamente simile al di là di corso Potenza; tale regolarità ortogonale della trama urbana è desumibile dalla pianificazione urbanistica dei primi decenni del Novecento e dal progressivo ampliamento insediativo della borgata verso nord, ove corre l'asse stradale di via Lucento.
7. Elementi di connessione con il territorio circostante
X Relazioni con il sistema viario X Relazioni con il sistema idrico
  Relazioni con il sistema ferroviario   Relazioni con il contesto territoriale
Indicazioni specifiche
L'ambito in oggetto è delimitato idealmente dal corso del fiume Dora Riparia (nel tratto parallelo a via Pianezza), corso Svizzera (tratto primigenio della prima cinta daziaria del 1853), via Borgaro (che si innesta attualmente su Largo Piero della Francesca, in origine Barriera Valdocco sul tracciato della prima cinta daziaria), via Lucento e corso Potenza. L'ambito Ceronda presenta significative relazioni sistemiche con il sistema viario per quanto concerne gli isolati residenziali che da esso sono disegnati, in particolare al di sopra di via Verolengo e corso Toscana, con i regolari fronti edificati a seguito della ortogonale lottizzazione territoriale effettuata dalla pianificazione del PRGC a inizio Novecento, anche in relazione allo spostamento in posizione più esterna, operata a partire dal 1912, della cinta daziaria, confine fisico ma anche di rilevanza economica rimasto in essere fino al 1930, anno dello smantellamento della suddetta.
Le connessioni funzionali dell'ambito con il sistema idrico sono oggi ancora percepibili solo in relazione al fiume Dora, che costituisce un confine orograficamente marcato per borgata Ceronda, mentre i legami sistemici e produttivi con il tracciato del canale Ceronda, realizzato nel 1868 e fattore propulsivo per lo sviluppo industriale di Torino, non sono oggi più leggibili.
Le relazioni di borgata Ceronda con il contesto territoriale circostante appaiono di difficile rinvenimento, in quanto gli assi di corso Potenza, via Borgaro e corso Svizzera costituiscono cesure profonde sul tessuto urbano. In particolare, l'asse di corso Svizzera risponde coerentemente all'esigenza di delimitazione e separazione originariamente scaturita dalla presenza della prima cinta daziaria e inoltre dall'insediamento, oltre ad esso, dell'Ospedale Amedeo di Savoia. L'asse di corso Potenza e di via Borgaro tagliano qui la trama urbana, il primo in maniera più forte essendo dotato anche di linea tranviaria con doppio senso di marcia e pensiline posta al centro della carreggiata e il secondo in maniera meno severa, ma dall'attuale lettura dell'ambito si riconoscono ai lati di essi, dall'osservazione in loco come delle tavole di azzonamento del PRGC, insediamenti residenziali di relativa omogeneità negli adiacenti ambiti Lucento e Vittoria, benché stratificati in affiancamenti di bassi fabbricati residenziali/manifatturieri accanto a più recenti edifici multipiano.
I legami con il sistema ferroviario non sono qui individuabili, ma si ricorda la presenza delle storiche linee tranviarie lungo via Borgaro e via Pianezza, seppur ora non più presenti.
8. Vincoli e prescrizioni
X P.R.G. X Soprintendenza
  P.P.R.   Altre tutele
Indicazioni specifiche
La tavola di azzonamento F04B del PRGC riporta la segnalazione di interesse da parte del Piano Regolatore in relazione a Edifici di particolare interesse storico nell'isolato su cui sorgono le Case ex IACP in via Verolengo 109 individuate come 4 - Edifici di valore documentario.
Definite come Pertinenza Storica le ampie aree nel lacerto meridionale dell'ambito, sede degli ex stabilimenti industriali Mazzonis, Paracchi e Fiat Ferriere ex Ingest, tra corso Mortara, via Nole, via Borgaro e lungo via Pianezza, peraltro segnalate dalla tavola di azzonamento come Zone Urbane di Trasformazione (ZUT).
Tra gli edifici di borgata Ceronda indicati come Beni Culturali ai sensi dell'art. 10 D.Lgs. 42/2004 (ex Vincoli 1089/39) si annoverano la Scuola elementare Margherita di Savoia in via Pietro Thouar 2 (rif. catastali NCEU Fg.64 part. 541 NCT Fg. 1156 part. 101) trascritto in data 11/10/2012 ai nn. 31648/23975, nonché le ex Manifatture Paracchi in via Pianezza 17-21-27-29-30 angolo via Passinetto (rif. catastali Fg. 53 part. nn. 18-19-20) trascritto in data 15/03/2007 dal n. 7527/13118 al n. 7545/13136.
9. Norme urbanistico edilizie di attuazione
X Inclusione nelle aree ZUT/ATS
Indicazioni specifiche
TITOLO II - Zone ed aree normative: classificazione, regole e parametri di trasformazione, Art. 8 - Aree normative: classificazione e destinazioni d'uso, commi 1-6 (Area R1: Residenze realizzate prevalentemente con piani o progetti unitari); commi 12-15 (Area R3: Isolati residenziali a cortina edilizia verso spazio pubblico con limitata presenza di attività compatibili con la residenza); commi 34-37 (Area M1: Isolati misti prevalentemente residenziali); commi 61-66 (Area S: aree a verde pubblico, a servizi pubblici e a servizi assoggettati all'uso pubblico); Art. 15 - Zone Urbane di Trasformazione (ZUT)
TITOLO III - Aree per servizi e viabilità, Art. 20 - Aree da Trasformare per Servizi (ATS)
TITOLO IV - Ambiente e paesaggio urbano, Art. 26 - Edifici di particolare interesse storico ed edifici caratterizzanti il tessuto storico esterni alla Zona Urbana Centrale Storica, Comma 6 (Edifici di valore documentario)
10. Descrizione e considerazioni (cronologie, comparazioni, riferimenti)
L'ambito di borgata Ceronda si pone in continuità funzionale e morfologica con l'adiacente borgo Lucento, essendosi originata come naturale prosecuzione insediativa del suddetto e ospitando strutture funzionali e di supporto anche ad esso, quali istituti per l'istruzione primaria e secondaria, poli ecclesiastici con chiese parrocchiali, centri di aggregazione dopolavoro, tutte strutture nate per assorbire l'aumento demografico di tale area urbana, esploso prepotentemente nei primi decenni del Novecento con l'incremento del settore produttivo/industriale della città.
Le case di edilizia economica popolare ex IACP su via Verolengo e i bassi fabbricati residenziali riconoscibili nel margine meridionale dell'ambito ne confermano la vocazione residenziale a supporto degli impianti produttivi ubicati lungo il margine della Dora, mentre nell'area settentrionale la maglia ortogonale di isolati abitativi si snoda lungo gli assi ad alto scorrimento, originatisi progressivamente con la pianificazione urbanistica del Piano del 1906-08 e successive varianti, destinati a costituire il prolungamento delle direttrici viarie provenienti dal nucleo urbano di più antica costituzione attraverso la prima cinta daziaria e, in seguito, assi portanti per l'ampliamento della città nell'area compresa entro la più ampia seconda cinta daziaria. Significativo, per i suoi tratti costitutivi marcatamente produttivi e per le alterne vicende che lo hanno riguardato, il lacerto urbano ubicato al di sotto del prolungamento di via Val della Torre, che oggi si innesta nell'ampio corso Mortara, area originariamente industriale che ha subito gravi danneggiamenti durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale (in particolare per quanto riguarda lo stabilimento FIAT Ferriere ex Ingest), è stata ricostruita con il potenziamento della produzione nel secondo dopoguerra e, in seguito, è stata funzionalmente dismessa. Tale area è stata oggetto, tra fine Novecento e inizio Duemila, di una intensa pianificazione urbanistica e architettonica, qui riguardante la cosiddetta "Spina 3", che integra il processo di continuità progettuale che contempla da nord a sud tutta la Spina centrale di Torino, dorsale baricentrica che si snoda a partire dalla "Spina 1" e "Spina 2" ubicate nella parte merifionale della città e prosegue a nord con la "Spina 4".
11a. Documentazione cartografica storica
Carta Topografica della Caccia, 1761-66, ASTO, Carte, Carte Topografiche Segrete, Torino, 15.A.VI rosso.
Giovanni Lorenzo Amedeo Grossi, Carta corografica dimostrativa del territorio della città di Torino [...], 1790-91, ASCT, Collezione Simeom D1800.
Giovanni Battista Sappa, Ville Imperiale de Turin, 1804-05, ASTO, Riunite, Finanze, Catasti, Catasto Francese, Torino, ff. 7-8.
Mappa catastale degli anni Trenta dell'Ottocento inerente al territorio che si configurerà come borgata Ceronda. Archivio Storico della Città di Torino.
Corpo Reale di Stato Maggiore, Gran Carta degli Stati Sardi in Terraferma, 1852, ASTO, c. 30 f. 45 (Cirié).
Antonio Rabbini, Mappa originale del Comune di Torino, 1866, ASTO, Riunite, Finanze, Catasti, Catasto Rabbini, ff. VII, XII.
Ufficio Municipale Lavori Pubblici, Carta Topografica del Territorio di Torino divisa in sette fogli, 1879-98, ASCT, Tipi e disegni, 64.8.
Planimetria di borgata Ceronda, 1892, particolare. Archivio Storico della Città di Torino.
Ufficio Municipale dei Lavori Pubblici, Pianta della città di Torino coll'indicazione del Piano Regolatore e di Ampliamento. 1906, ASCT, Serie 1K, Decreti Reali, Piani Regolatori, 1899-1911, n. 14 all. 3 e s.v.
Comune di Torino, Piano Topografico del Territorio ripartito in Frazioni e Sezioni di Censimento, 1911. ASCT,Tipi e disegni, 64.8.17.
Torino e dintorni (1912), mappa IGM del 1909 con tracciato in rosso della cinta daziaria definitiva. ASCT, Tipi e disegni, 2.1.30.
Ingg. A. Quaglia e L. Marescotti, Progetto del PRG di Torino con le zone piana e collinare. 1913, Torino, Archivio Storico del Comune, Tipi e disegni, 64-8-18/19.
Ufficio Municipale dei Lavori Pubblici, PRG di Torino con le zone piana e collinare adottato dal Consiglio Comunale nel 1913, con le Varianti approvate a Maggio 1915. 1916, ASCT,Tipi e disegni, 64.6.8.
Servizio Tecnico Municipale dei Lavori Pubblici, PRG di Torino con le zone piana e collinare [...] Giugno 1935 (terza variante piano 1908). ASCT, Tipi e disegni, 64/78.
Planimetria del canale della Ceronda, indicato in rosso dal partitore di Lucento al torrente Dora, indicato in giallo il tratto soppresso a seguito del deviamento, 1931-1940. Archivio Storico della Città di Torino.
Servizio Tecnico Municipale dei Lavori Pubblici, Pianta di Torino coll'indicazione dei due Piani Regolatori e di Ampliamento [...] Giugno 1945 (quarta variante piano 1908). ASCT, Tipi e disegni, 64.8.31/1.
Planimetria della borgata Ceronda, dettaglio, 1945, ©Archivio Storico della Città di Torino.
Danni arrecati agli stabili, 1:5000, 1942-1945. Zona 9: Borgate Ceronda e Lucento. ASCT, Tipi e disegni, cart. 68, fasc. 2 disegno 9. ©Archivio Storico della Città di Torino.
Comune di Torino, Piano Regolatore Generale, 1980 (non attuato), Archivio LARTU, Politecnico di Torino e ASCT, Piano Regolatore 1980.
11b. Documentazione cartografica attuale
Estratto azzonamento P.R.G.C. tav. 1, foglio F04B (fonte: http://www.comune.torino.it/geoportale).
Ortofoto dell'ambito Ceronda (Google Maps, 2023).
12a. Documentazione storica
Stabilimento Mazzonis, immagine del 1928 (fonte: www.museotorino.it)
Logo della ditta Paracchi raffigurante gli stabilimenti idealmente raggruppati, anni Cinquanta (fonte: www.museotorino.it).
Logo della ditta Paracchi raffigurante gli stabilimenti idealmente adiacenti, 1934 (fonte: www.museotorino.it).
Stabilimento Paracchi, immagine degli anni Ottanta del Novecento (fonte: www.museotorino.it).
Scuola Margherita di Savoia, immagine d'epoca (fonte: www.museotorino.it).
Veduta case ex IACP, Quartiere 2° (fonte: www.museotorino.it).
12b. Documentazione attuale
Veduta di corso Svizzera, tratto della prima cinta daziaria (fonte: foto Roberta Oddi 30/11/2021).
Ospedale Amedeo di Savoia, oltre il tracciato della ex prima cinta daziaria su corso Svizzera (fonte: foto Roberta Oddi 30/11/2021).
Centro Piero della Francesca, sorto sul sito dell'ex cotonificio Mazzonis, corso Svizzera (fonte: foto Roberta Oddi 30/11/2021).
Centro Piero della Francesca, fronte su via Pessinetto (fonte: foto Roberta Oddi 30/11/2021).
Via Nole, fabbricato ex stabilimento FIAT Ingest e, di fronte, Centro Piero della Francesca (fonte: foto Roberta Oddi 30/11/2021).
Via Nole, veduta in lontananza del fabbricato ex stabilimento FIAT Teksid (fonte: foto Roberta Oddi 30/11/2021).
Via Balangero, edifici residenziali in una delle vie di primo impianto per la borgata Ceronda (fonte: foto Roberta Oddi 30/11/2021).
Via Balangero, "La Veja", Associazione Nazionale Alpini, sezione di Torino (fonte: foto Roberta Oddi 30/11/2021).
Chiesa del Santo Volto, veduta da corso Mortara (fonte: foto Roberta Oddi 30/11/2021).
 Chiesa del Santo Volto, veduta da corso Mortara della chiesa e del "campanile-ciminiera" (fonte: foto Roberta Oddi 30/11/2021).
Via Borgaro, veduta di edifici residenziali multipiano (fonte: foto Roberta Oddi 30/11/2021).
Via Borgaro, commistione di edifici residenziali multipiano e di edifici di primo impianto (fonte: foto Roberta Oddi 30/11/2021).
Giardino area ex Paracchi con veduta della ciminiera, via Pianezza (fonte: foto Roberta Oddi 30/11/2021).
Stabilimento ex Paracchi, via Pessinetto angolo via Pianezza (fonte: foto Roberta Oddi 30/11/2021).
Veduta di via Pianezza, rifunzionalizzazione fabbricati produttivi (fonte: foto Roberta Oddi 30/11/2021).
Veduta di via Pianezza, polo residenziale di recente costruzione (fonte: foto Roberta Oddi 30/11/2021).
Veduta di via Pianezza, stabilimento ex Paracchi rifunzionalizzato (fonte: foto Roberta Oddi 30/11/2021).
Veduta di via Pianezza, stabilimento ex Paracchi rifunzionalizzato, dettaglio di facciata (fonte: foto Roberta Oddi 30/11/2021).
Veduta di via Nole, scuola primaria Margherita di Savoia (fonte: foto Roberta Oddi 30/11/2021).
Scuola primaria Margherita di Savoia, via Nole (fonte: foto Roberta Oddi 30/11/2021).
Associazione Sportiva Paracchi, via Nole (fonte: foto Roberta Oddi 30/11/2021).
Via Viterbo, compresenza di edifici di primo impianto e più recenti fabbricati multipiano (fonte: foto Roberta Oddi 30/11/2021).
Chiesa Cristiana Evangelica, via Viterbo (fonte: foto Roberta Oddi 30/11/2021).
Veduta di via Tiraboschi, Chiesa Cristiana Evangelica angolo via Viterbo (fonte: foto Roberta Oddi 30/11/2021).
Via Tiraboschi, edifici produttivi attualmente destinati ad autofficine e attività commerciali (fonte: foto Roberta Oddi 30/11/2021).
Veduta di via Tiraboschi, edifici produttivi attualmente destinati ad autofficine (fonte: foto Roberta Oddi 30/11/2021).
Scuola media P.G. Frassati, veduta da via Tiraboschi angolo corso Potenza (fonte: foto Roberta Oddi 30/11/2021).
Veduta del Giardino di via Verolengo (fonte: foto Roberta Oddi 30/11/2021).
Via Verolengo, fronte Giardino, compresenza di edifici storici e di più recente costruzione (fonte: foto Roberta Oddi 30/11/2021).
Via Verolengo, veduta del quartiere di edilizia economica popolare, Case ex IACP (fonte: foto Roberta Oddi 30/11/2021).
Chiesa Parrocchiale di San Giuseppe Benedetto Cottolengo, ingresso su corso Potenza (fonte: foto Roberta Oddi 30/11/2021).
Chiesa San Giuseppe Benedetto Cottolengo, veduta da via Quadrone angolo corso Potenza (fonte: foto Roberta Oddi 30/11/2021).
13. Documentazione archivistica
  • Carta Topografica della Caccia, 1761-66, ASTO, Carte, Carte Topografiche Segrete, Torino, 15.A.VI rosso
  • Giovanni Lorenzo Amedeo Grossi, Carta corografica dimostrativa del territorio della città di Torino [...], 1790-91, ASCT, Collezione Simeom D1800
  • Giovanni Battista Sappa, Ville Imperiale de Turin, 1804-05, ASTO, Riunite, Finanze, Catasti, Catasto Francese, Torino, ff. 7-8
  • Istituto Geografico Militare (IGM), Carta degli Stati Sardi, 1816-30. Firenze, Archivio Topo-cartografico, foglio M10 (Torino)
  • Corpo Reale di Stato Maggiore, Gran Carta degli Stati Sardi in Terraferma, 1852, ASTO, c. 30 f. 45 (Cirié)
  • Antonio Rabbini, Mappa originale del Comune di Torino, 1866, ASTO, Riunite, Finanze, Catasti, Catasto Rabbini, ff. VII, XII
  • Ufficio Municipale Lavori Pubblici, Carta Topografica del Territorio di Torino divisa in sette fogli, 1879-98, ASCT, Tipi e disegni, 64.8
  • Ufficio Tecnico Municipale dei Lavori Pubblici, Pianta della città di Torino coll'indicazione del Piano Regolatore e di Ampliamento, 1906, ASCT, Serie 1K, Decreti Reali, Piani Regolatori, 1899-1911, n. 14 all. 3 e s.v.
  • Comune di Torino, Piano Topografico del Territorio ripartito in Frazioni e Sezioni di Censimento, 1911. ASCT,Tipi e disegni, 64.8.17
  • Istituto Geografico Militare (IGM), Torino e dintorni (1912), mappa IGM del 1909 con tracciato in rosso della cinta daziaria definitiva. ASCT, Tipi e disegni, 2.1.30
  • Ingg. A. Quaglia e L. Marescotti, Progetto del PRG di Torino con le zone piana e collinare, 1913, Torino, Archivio Storico del Comune, Tipi e disegni, 64-8-18/19
  • Ufficio Municipale dei Lavori Pubblici, Pianta di Torino coll'indicazione dei due Piani Regolatori e di Ampliamento rispettivamente delle Zone piana e collinare adottati dal Consiglio Comunale nel 1913, colle Varianti approvate successivamente sino a Maggio 1915, 1916, ASCT, Tipi e disegni, 64.6.8
  • Servizio Tecnico Municipale dei Lavori Pubblici, Pianta di Torino coll'indicazione dei due Piani Regolatori e di ampliamento rispettivamente della Zona Piana [...] e della Zona Collinare [...] aggiornati colle Varianti deliberate successivamente sino a Giugno 1935 (terza variante piano 1908). ASCT, Tipi e disegni, 64/7/8/1-8.
  • Servizio Tecnico Municipale dei Lavori Pubblici, Pianta di Torino coll'indicazione dei due Piani Regolatori e di Ampliamento rispettivamente della Zona Piana [...] e della Zona Collinare [...] aggiornati colle Varianti deliberate successivamente sino a Giugno 1945 (quarta variante piano 1908). ASCT, Tipi e disegni, 64.8.31/1
  • Danni arrecati agli stabili, 1:5000, 1942-1945. Zona 9: Borgate Ceronda e Lucento. ASCT, Tipi e disegni, cart. 68, fasc. 2 disegno 9. Archivio Storico della Città di Torino
  • Comune di Torino, Piano Regolatore Generale, 1980 (non attuato), Archivio LARTU, Politecnico di Torino e ASCT, Piano Regolatore 1980
14. Documentazione bibliografica
  • Ainardi, M.S.; Depaoli, A., Il territorio storico: da San Donato Campidoglio Parella, un racconto per immagini e testimonianze. Catalogo della mostra (Torino, 2008), EUT4, Torino 2008.
  • Bocco Guarneri, A, Il fiume di Torino, Viaggio lungo la Dora Riparia, Città di Torino, Torino 2010.
  • Bonino, M., Fassino, G., Ferrando, D.M., Spinelli, C. (a cura di), Torino 1984-2008. Atlante dell'architettura, Umberto Allemandi, Torino 2008.
  • Botta, M., La Chiesa del Santo Volto a Torino, Skira, Milano 2007.
  • Città di Torino, Direzione Urbanistica e Territorio, Area urbanistica, Norme Urbanistico Edilizie di Attuazione, PRGC Torino, 2 voll., voll. 1-2.
  • Davico, P.; Devoti, C.; Lupo, G.M.; Viglino, M., La storia della città per capire, il rilievo urbano per conoscere. Borghi e borgate di Torino, Politecnico di Torino, Torino 2014.
  • Guidi, G., Le industrie torinesi danneggiate da eventi bellici, in «Torino. Rivista mensile municipale», A. XXV, n. 10, ottobre, 1949, Torino.
  • Lupo, G.M.; Paschetto, P., 1853-1912, 1912-1930, Le due cinte daziarie di Torino, Archivio di Stato della Città, Torino 2005.
  • Lupo, G.M., Le barriere e la cinta daziaria, in Levra, U. (a cura di), Storia di Torino, vol. 7, Da capitale politica a capitale industriale (1864-1915), Torino 2001.
  • Marcarino, P.; Sommo, P.C., Ospedale Amedeo di Savoia: ieri, oggi, domani, Ecomuseo Urban Circoscrizione 4, Torino 2009.
  • Pernaci, G.; Rodriguez, V., Via Balangero 336: uno stabilimento cinematografico nella Torino del cinema muto, in «Quaderni del Cds. Periodico a cura del Centro di documentazione storica della Circoscrizione 5°», A. II, n. 2, fascicolo 1, 2003, Torino.
  • Politecnico di Torino, Dipartimento Casa Città, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, Vol. 1, Società degli ingegneri e degli architetti in Torino, Torino 1984.
16. Compilazione e revisione
Compilatore scheda: Roberta Oddi
Data compilazione: Febbraio 2022
Revisore scheda: Chiara Devoti
Data revisione: 2022