Accordo di collaborazione tra Città di Torino e Politecnico di Torino

Studi e ricerche di comune interesse per sistemi caratterizzanti il tessuto urbano

Barriera di Milano

Categoria  
Circoscrizione / Circoscrizioni 6
Quartiere / Quartieri 18, 19, 20: Barriera di Milano
1. Codifica complesso
Scheda / Schede M_21
ID Edificio  
Collegamento a scheda  
Vista aerea dell'ambito Barriera di Milano delimitato a nord dallo Stura di Lanzo (Google Maps 2023).
2. Ubicazione
Foglio PRGC 5A - 5B - 9A - 9B
Foglio  
Particella  
Cinta daziaria Tra la prima (1853-1912) e la seconda cinta daziaria (1912-1930)
3. Denominazione
Attuale Barriera di Milano
Storica Borgata Montebianco
Borgata Monterosa
4. Periodizzazione
Fondazione impianto attuale
Tra la seconda metà del XIX secolo e i primi anni del XX.
Indicazioni specifiche
Il macroambito comprende due borgate storiche (borgate Montebianco e Monterosa, definite dal corso Vercelli), che si formano proprio in ragione della presenza della prima cinta daziaria e dei relativi vincoli fiscali. La direzione verso Milano, e in particolare la presenza del casello (o barriera) indirezione di Milano ha metonimicamente indotto il riaccorpamento delle due nel termine più generico di "Barriera di Milano", che comprende peraltro segmenti anche storicamente appartenenti più propriamente alla borgata Aurora.
1853-1912: presenza della I cinta daziaria, lungo la quale si attesta lo sviluppo delle borgate.
1887: prolungamento fuori cinta daziaria (piano approvato con Regio Decreto del 4 settembre) di corsi e vie determinanti per il collegamento della città con il territorio circostante
1906-08: il nuovo PRG pianifica la riorganizzazione del reticolo viario di borgata Montebianco e borgata Monterosa con collegamenti stradali che contemplano il mantenimento di strade storiche
1912: edificazione del tracciato della II cinta daziaria
1930: demolizione della II cinta daziaria
Data primo impianto
Seconda metà del XIX secolo.
5. Regime patrimoniale
Indicazioni specifiche
Il macroambito in oggetto è costituito dalle borgate Montebianco e Monterosa che, pur identificate storicamente come due poli distinti nella toponomastica delle borgate di Torino, vengono qui trattate con una visione d'ambito unitaria, in virtù delle ricorrenti analogie riscontrabili nell'impianto morfogenetico di questi luoghi, nonché nelle caratteristiche architettoniche, funzionali e urbanistiche dell'edificato e delle infrastrutture che le compongono, come si vedrà più dettagliatamente in seguito (vd. 6. Riconoscibilità logiche insediative e 7.Elementi di connessione con il territorio circostante).
Il macroambito oggetto di studio è costituito da diffusi isolati con edifici a carattere residenziale ma anche commerciale, con proprietà private e sedi di piccole e medie imprese. Si riscontrano anche poli industriali dismessi e di conseguenza un sistema edilizio e insediativo nato in funzione delle attività produttive presenti, con la caratteristica di tresidenza originaria per la popolazione impiegata nelle fabbriche Il PRG individua Zone Urbane di Trasformazione (ZUT) per attività produttive e servizi, nonché Aree da Trasformare per Sevizi (ATS) con insediamenti a carattere commerciale o di servizi caratterizzati sovente dalla compresenza di multiproprietà (vd. 9. Norme urbanistico edilizie di attuazione).
Distribuite in questo tessuto urbano sorgono inoltre numerose strutture pubbliche, concentrate in Aree per servizi, afferenti al settore dell'istruzione inferiore, superiore e universitaria. Nella fattispecie, tra gli istituti pubblici si annoverano in via Antonio Banfo (già via Montebianco) la scuola elementare G.E. Pestalozzi e l'asilo nido/scuola d'infanzia, strutture rifunzionalizzate grazie ai Fondi Strutturali Europei (PON 2014-2020), nonché la scuola d'infanzia municipale Tommaso di Savoia in via Cervino 6, tutte nell'area di borgata Montebianco. Nella borgata Monterosa si reperiscono ulteriori istituti dal regime patrimoniale pubblico: la scuola materna municipale G. Fanciulli in via Mercadante/ via Paisiello, la scuola elementare di Stato Aristide Gabelli nell'isolato tra via Monte Rosa, via Scarlatti e via Santhià, l'Istituto Comprensivo in corso Vercelli 141, presso cui trovano sede la Scuola secondaria G.B. Viotti e una Biblioteca pubblica, nonché il liceo linguistico Albert Einstein in via Bologna 183, succursale dell'Istituto di Istruzione Superiore Einstein ubicato in via Pacini.
Nell'ambito trovano sede inoltre enti pubblici, quale ad esempio Urban Barriera, sede di uffici dell'amministrazione comunale, in via Banfo angolo via Cervino, in un edificio di originaria matrice industriale ove hanno sede anche attività commerciali quali magazzini tessili, a testimonianza della recente e diffusa commistione polifunzionale di fruizioni negli edifici produttivi dismessi della città.
Borgata Monterosa è inoltre caratterizzata dalla presenza di associazioni locali, quali l'Associazione Sportiva Dilettantistica - Bocciofila Pensionati Ponchielli, la Scuola Calcio Mercadante, nonché comprensori sportivi nell'Istituto di via Vercelli 141 ove trovano sede i Servizi decentrati della Circoscrizione 6, in particolare il Centro Culturale e Sportivo "La Marchesa" (con palestre dedicate a scherma, arti marziali, pallavolo). Tali poli di aggregazione rimarcano il carattere urbano della borgata dedito ai servizi per la comunità e la rifunzionalizzazione di aree dismesse, in origine a destinazione agricola, quale appunto quella della cosiddetta Cascina Marchesa (in realtà nel XVIII secolo nota come "La Fiorita") che qui sorgeva, in una progressione funzionale dell'ambito che ha traslato la sua vocazione da agricola a produttiva e residenziale per gli operai delle manifatture, fino a giungere ai giorni nostri con comprensori a carattere pubblico, culturale e sportivo.
Diffusi inoltre, nell'ambito in oggetto, gli edifici costruiti nell'ambito dell'edilizia economica popolare, che caratterizzano borgata Montebianco tra via Chatillon, via Rossi e piazza Rebaudengo, nonché borgata Monterosa tra via Bologna, via Sempione, via Ghedini, via Gottardo, per citarne solo alcuni.
Tra gli edifici di pertinenza ecclesiale che punteggiano l'ambito in oggetto, si segnalano la Chiesa Parrocchiale di Maria Speranza Nostra in via Châtillon, cui è correlata la Scuola dell'infanzia paritaria "Nostra Signora della Speranza" in via Desana 18, la Chiesa Parrocchiale di Santa Maria della Pace in corso Giulio Cesare, di gusto tardo eclettico, su committenza di Mons. Michele Mossotto, già edificatore della chiesa di San Gaetano da Thiene al Regio Parco, la chiesa di San Domenico Savio in via Paisiello, in cui trovano sede anche l'Oratorio Salesiano Michele Rua, nonché la Scuola secondaria di I grado Michele Rua.
6. Riconoscibilità logiche insediative
X Riconoscibilità del nucleo originario
X Presenza di stratificazioni successive/demolizioni/lacune rispetto al nucleo originario
Indicazioni specifiche
Il macroambito in oggetto comprende borgata Montebianco e borgata Monterosa, che nascono con specifiche e distinte identità urbanistiche, rivelate nella lettura della cartografia storica, tra l'altro, dalla distribuzione dei primi aggregati edificati lungo assi viari portanti e caratterizzanti i nuclei originari (basti pensare alla toponomastica borghigiana che richiama via Monte Bianco, ora via Banfo, e via Monte Rosa, che ancora conserva il toponimo), ma in questa sede le due borgate vengono accomunate nell'analisi sistemica del loro tessuto insediativo, in virtù dei ricorrenti tratti comuni che ne contraddistinguono la morfologia urbana, le architetture, gli insediamenti produttivi, la conformazione dell'ordito infrastrutturale e viabilistico.
Le borgate Montebianco e Monterosa nascono tra Otto e Novecento come aggregati di barriera, connesse appunto alla loro collocazione limitrofa al perimetro della prima cinta daziaria (edificata nel 1853) in corrispondenza della Barriera di Milano (attuale piazza Francesco Crispi, tra corso Vigevano e corso Novara) e della Barriera dell'Abbadia (ora corrispondente all'intersezione tra corso Novara, corso Palermo e all'inizio di via Aosta).
La riconoscibilità dei nuclei originari di borgata Monterosa e borgata Montebianco è correlata prevalentemente ai densi agglomerati urbani, prevalentemente residenziali, di primo impianto, mentre i caratteri tipologici e morfogenetici correlati alla presenza della barriera daziaria sono alla data odierna meno rimarcati, seppur resti forte il segno del tracciato della prima cinta daziaria, nonché della seconda in posizione più esterna.
Significativi per tale ambito i poli insediativi sviluppatisi a fine Ottocento attorno alla Barriera di Milano e alla Barriera dell'Abbadia, da cui attualmente si dipanano rispettivamente le vie Banfo (già via Monte Bianco), Soana, Sesia, Malone, Leinì e le vie Aglié, Aosta, Monte Rosa, per citarne solo alcune, e che mantengono tratti connotanti un assetto borghigiano con bassi fabbricati residenziali e capannoni per piccole e medie imprese. Emblematica via Monte Rosa, che conserva un'area di mercato rionale, tratti pedonali e poli scolastici storici per borgata Monterosa, quale l'isolato ove sorge la scuola elementare Gabelli.
A fine Ottocento il resto del territorio dell'ambito è diffusamente a carattere agricolo, con cascine sparse anche di rilevanza storica e di cui ancora oggi si conserva memoria; basti citare la cascina Marchesa (impropriamente così chiamata, ma in origine denominata "La Fiorita") lungo la Strada Provinciale di Milano, ora corso Vercelli, il cui toponimo rimane attualmente nel Centro Culturale e Sportivo "La Marchesa" della Circoscrizione 6.
I poli insediativi originari fine ottocenteschi, dunque, si attestano nell'area centro-meridionale dell'ambito e sono riconoscibili anche per i sedimi stradali contenuti e per l'assetto urbanistico e architettonico dei luoghi.
La progressione insediativa dell'ambito è fortemente influenzata dalla pianificazione urbanistica di fine Ottocento e dei primi del Novecento, che, per mezzo dei nuovi Piani Regolatori Generali della città, decreta il prolungamento di alcuni assi viari tra cui via Cigna prolungata lungo la ferrovia di Milano, corso Vercelli esteso fino al ponte sulla Stura, corso Giulio Cesare (via al Ponte Mosca) sino alla Stura, corso Palermo sino alla via per Milano e via Bologna entro l'ansa del tracciato ferrovario. Tali estensioni e potenziamenti delle infrastrutture viarie sono ancora oggi leggibili, nella miscellanea architettonica e funzionale che traspare percorrendo i suddetti assi viari, ove l'edilizia di primo insediamento si interseca a edifici multipiano di più recente edificazione e ove i collegamenti tranviari tragliano reticoli viari a maglie ortogonali, desunti anch'essi dalle estensioni insediative occorse a partire dal primo Novecento. L'edificazione della seconda cinta daziaria, a partire dal 1912, viene decisa per porre un freno all'incontrollata edilizia "extra moenia" rispetto alla prima cinta, finalizzata per alcuni imprenditori e artigiani a sottrarsi all'esazione del dazio, ma anche per controllare il progressivo e inesorabile spostamento residenziale di ingenti masse di popolazione, prevalentemente impiegata negli stabilimenti manifatturieri, oltre la cinta e al di là delle barriere, ove i costi delle abitazioni e degli approvigionamenti alimentari erano meno elevati. La seconda cinta ricolloca su alcuni degli assi viari prolungati nuove barriere, tra cui la Barriera di Milano in posizione più esterna rispetto alla prima, ove ora si trova piazza Rebaudengo, la Barriera di Stura all'estremità dell'attuale via Bologna, ma anche casotti di guardia, tra cui quelli della ex cascina Rivore (oggi strada dell'Arrivore).
Sorgono nell'ambito importanti poli industriali e produttivi, di cui in alcuni casi si sono perse le tracce con le demolizioni avvenute soprattutto verso borgata Montebianco in concomitanza con la progettazione della nuova Spina di Torino, ma di cui in altri casi si conservano testimonianze parziali, nonostante rimaneggiamenti e rifunzionalizzazioni: nell'area meridionale dell'ambito, ad esempio, l'ex stabilimento INCET, fabbrica di cavi elettrici, su via Banfo, di cui permane ancora una testimonianza nella sola quinta muraria finestrata mantenuta a memoria dell'architettura industriale originaria e delimitante il polo scolastico ora presente.
Polo correlato alla linea ferroviaria Torino-Milano è ampiamente individuabile nel lacerto borghigiano di borgata Montebianco ove è sito il complesso, ora rifunzionalizzato, dei magazzini Docks Dora sorti per il deposito merci, su via Valprato.
Importante per borgata Monterosa l'ex lanificio F.lli Piacenza, poi Magazzino di Artiglieria e Difesa Chimica M.Ar.Di.Chi. (via Bologna angolo via Cimarosa) e lo Stabilimento ex filatura di Tollegno, entrambi in via Bologna, sul versante opposto a quello del confine viario ideale identificato per l'ambito oggetto di studio, ma certamente non un limite per le afferenze funzionali di tali siti produttivi per l'ambito qui studiato; è inoltre opportuno ricordare che gli stabilimenti tessili e le attività produttivo-manifatturiere ricevono un forte impulso grazie alla Società Elettrica Alta Italia e alla creazione nel 1907, da parte dell'amministrazione comunale, dell'Azienda Elettrica Municipale, per cui la fornitura di energia elettrica svincola gli stabilimenti dalla precedente necessaria prossimità con corsi d'acqua per la fruizione dell'energia cinetica idraulica.
Sul versante settentrionale dell'ambito, si annoverano la Stazione Enel CPCIE, ancora in parte visibile su via Botticelli, nonché la fabbrica 3M Italia (precedentemente cascina del Rivore) su via Botticelli angolo Strada dell'Arrivore, oggi adibita ad attività commerciali, ma in passato sede di produzione di concimi chimici.
Con una visione d'insieme del macroambito in oggetto, emerge come nel cuore di borgata Montebianco e Monterosa si reperiscano diffusamente logiche insediative residenziali, come testimoniato dai numerosi quartieri di edilizia popolare che punteggiano l'ambito, o al più correlate a piccole e medie imprese artigiane, mentre impianti a carattere produttivo o commerciale appaiono preponderanti, come peraltro detta la coerenza di una volontà imprenditoriale strategica e improntata al profitto, nelle aree a ridosso della linea ferroviaria Torino - Milano, nelle zone esterne alla prima cinta daziaria ma in prossimità di essa, nonché nelle aree immediatamente esterne alla seconda cinta daziaria per gli impianti sorti a inizio Novecento.
Significativi, peraltro, come detto precedentemente, gli impianti produttivi ubicati lungo corso Vigevano e corso Novara, di cui ancora oggi si possono reperire tracce architettoniche di rilievo.
Per quanto concerne le cronologie e i riferimenti alla cartografia storica relativi all'ambito in oggetto e alle suddette riflessioni sulle logiche di carattere insediativo, si veda il punto 10. Descrizione e considerazioni della presente scheda.
7. Elementi di connessione con il territorio circostante
X Relazioni con il sistema viario X Relazioni con il sistema idrico
X Relazioni con il sistema ferroviario X Relazioni con il contesto territoriale
Indicazioni specifiche
Il macroambito costituito da borgata Montebianco e borgata Monterosa è idealmente, e in alcuni tratti fisicamente, delimitato da direttrici viarie, infrastrutture ferroviarie e anse disegnate da percorsi fluviali, secondo chiari tracciati.
Il perimetro dell'ambito, da Piazza Generale Antonio Baldissera, corre lungo corso Venezia e il tracciato della linea ferroviaria Torino-Milano, è delimitato nella parte settentrionale dalle anse del fiume Stura di Lanzo, prosegue lungo via Bologna e si chiude lungo la sede della ex I cinta daziaria, costituita dai tratti di corso Novara e corso Vigevano. In particolare, borgata Montebianco e borgata Monterosa, attestate rispettivamente con i propri margini estremi lungo corso Venezia e all'opposto via Bologna, sono separate dalla forte cesura viabilistica costituita dall'asse di corso Vercelli, che purtuttavia presenta su entrambi i fronti caratteri architettonici ricorrenti nella morfologia dell'edificato, con edifici di matrice novecentesca (in alcuni casi anche denotati da caratteri Liberty) frammisti a condomini multipiano di recente edificazione e, ancora, a bassi fabbricati che si attestano all'inizio delle vie perpendicolari, dando origine in alcuni casi ad agglomerati riconoscibili come originari insediamenti dal caratteristico aspetto "rionale",
Gli elementi di connessione dell'ambito Montebianco-Monterosa con il contesto di Torino sono diversificati in relazioni con il sistema viario e territoriale, ma anche ferroviario e idrico.
Il macroambito appare costituito da poli aggregativi in cui le relazioni sistemiche con il reticolo viario sono spesso "rivolte verso l'interno" di determinati isolati, che si costituiscono come insediamenti di primo impianto e appaiono riconoscibili per i tratti, ancora visibili, di reticolo viario locale, borghigiano, con sedimi stradali contenuti e lungo cui si dipanano bassi fabbricati a carattere residenziale. Pertanto, i grandi assi di scorrimento che delimitano e atttraversano borgata Montebianco e Monterosa, derivati dal prolungamento fuori cinta daziaria di determinati corsi (tra cui via Cigna, corso Vercelli e corso Giulio Cesare), esito della pianificazione urbanistica concretizzatasi da fine Ottocento ai primi del Novecento, costituiscono una cesura forte per i legami relazionali territoriali di questo comparto di Torino. Purtuttavia, ad un attento esame in loco percorrendo le strade e i corsi di tali borgate, è possibile intelligere, dall'ordito architettonico che si snoda lungo i suddetti grandi assi viari, alcune matrici comuni nell'edificato e nelle infrastrutture che rivelano lo status ex ante degli isolati rispetto allo storico prolungamento delle direttrici stradali. In altri casi, tali grandi direttrici costituiscono una cesura anche funzionale tra comparti dell'ambito, come accade per l'asse di via Cigna posto a ripartire l'agglomerato urbano a carattere residenziale sul lato est della via dall'agglomerato ex produttivo e ora identificate da zone in trasformazioni polifunzionali ubicate a ovest del suddetto asse.
Le relazioni intercorrenti con il sistema viario situato al di là del sedime della prima cinta daziaria, lungo il tratto di corso Vigevano e corso Novara, appaiono di difficile lettura, sia per il carattere di "barriera" connaturato con la primigenia presenza della cinta, sia per le differenti caratteristiche morfologiche dell'edificato residenziale ai due lati di tali grandi assi stradali.
Un ulteriore elemento di cesura fisica, ma anche funzionale, è costituito dal tracciato della ex seconda cinta daziaria, edificata nel 1912, che lungo il tratto di via Sandro Botticelli delinea uno spartiacque tra l'agglomerato prevalentemente residenziale e l'area ad esso settentrionale caratterizzata dalla persistenza di bassi e radi fabbricati ora a carattere commerciale, aree di produzione energetica e aree a parco che si snodano lungo il corso della Stura.
Le relazioni con il sistema ferroviario sono significative per tale ambito, in cui nel tempo si è conformato l'insediamento lungo il tracciato della ferrovia Torino-Milano e ancora permane visibile, oggetto di ZUT da attuare e possibile sede di futura linea metropolitana, la trincea ferroviaria correlata all'ex scalo merci Vanchiglia che corre lungo via Gottardo/via Sempione (di fatto lo scalo ancora ricadente nell'ambito del Regio Parco, ma con evidenti ripercussioni anche sulla Barriera di Milano). Mentre l'asse ferroviario che si attesta dalla Stazione Dora e corre lungo corso Venezia ha costituito un limite forte per l'unitarietà di tale comprensorio urbano, si può ragionevolmente asserire che non analogo effetto abbia sortito la presenza della diramazione che corre lungo i suddetti via Gottardo/Sempione; in tal caso infatti, ad eccezione del polo ospedaliero del San Giovanni Bosco che da tale ex asse ferroviario viene separato idealmente (ma non infrastrutturalmente, data la presenza di frequenti ponti di passaggio e di collegamento) dalla parte meridionale dell'ambito, il "trincerone", pur delineandosi come marcata cesura, non altera i tratti costitutivi architettonici dei due fronti urbani che ai lati di essa si snodano e che appaiono funzionalmente omogenei.
Per quanto concerne le relazioni con il sistema idrofluviale, il fiume Stura costituisce una delimitazione netta per tale ambito e in particolare si riconosce un'area "cuscinetto" proprio tra il percorso del fiume e l'ex tracciato della seconda cinta daziaria, costituito da via Botticelli. Tuttavia, il fiume Stura costituisce un protagonista indiretto nella pianificazione urbanistica iniziata tra Ottocento e Novecento, nella progettazione dei prolungamenti dei corsi fuori cinta daziaria, in particolare per la costruzione dei ponti da corso Vercelli (ponte Vittorio Amedeo II), corso Giulio Cesare (ponte Ferdinando di Savoia), via Bologna (ponte Amedeo VIII).
Le relazioni del tessuto urbano di tale ambito con la rete di canali, gore e bealere non sono purtroppo più leggibili sul tessuto urbano odierno, se non attraverso il tracciato di alcune vie storiche, quale ad esempio via Aosta, via Fossata o via Leinì, che rimarcano il percorso di talune bealere presenti a fine Ottocento in concomitanza con gli impianti delle cascine rurali ivi insediate.
Le relazioni dell'ambito con il territorio circostante appaiono concentrate prevalentemente negli assi di connessione oltre la Stura, prolungamenti delle direttrici viarie storiche, nonché nel tracciato della ferrovia Torino-Milano che scorre tangente al versante occidentale di borgata Montebianco. Per il resto, i rapporti osmotici con le aree circostanti appaiono ostacolati dai predetti confini ferroviari, idrofluviali e viari, ad esempio nella cesura funzionale sul lato orientale dell'ambito rispetto al polo costituito dal Cimitero Monumentale. Purtuttavia, è possibile leggere nel tessuto urbano un legame territoriale tipologico e funzionale con l'adiacente borgata Aurora, in particolare nel lacerto urbano compreso fra il percorso della Dora Riparia e il tracciato della prima cinta daziaria, nel tratto lungo corso Novara e corso Vigevano, per la presenza diffusa di impianti industriali che si legano semanticamente a quelli immediatamente al di là della cinta, configurando questa parte della città di Torino come un comprensorio marcatamente produttivo: basti pensare, in tal senso, agli insediamenti sorti lungo corso Vigevano, come la Barone Ambrogio e Figlio (carte da parati), il lanificio Giordano, la Società Anonima Alluminium, la Wamar di Marchisio & C. (produzione dolciaria), nonché a quelli insediatisi su corso Novara come la Fabbrica Torinese Colla e Concimi, la Fautrero legnami, la G. Rivoira Liquigas, per citarne solo alcuni.
8. Vincoli e prescrizioni
X P.R.G. X Soprintendenza
X P.P.R.   Altre tutele
Indicazioni specifiche
 
9. Norme urbanistico edilizie di attuazione
X Inclusione nelle aree ZUT/ATS
Indicazioni specifiche
TITOLO II - Zone ed aree normative: classificazione, regole e parametri di trasformazione, Art. 8 - Aree normative: classificazione e destinazioni d'uso, commi 1-6 (Area R1: Residenze realizzate prevalentemente con piani o progetti unitari); commi 7-11 (Area R2: Isolati residenziali a cortina edilizia verso spazio pubblico); commi 12-15 (Area R3: Isolati residenziali a cortina edilizia verso spazio pubblico con limitata presenza di attività compatibili con la residenza); commi 34-37 (Area M1: Isolati misti prevalentemente residenziali); commi 38-41 (Area M2: Isolati o complessi di edifci a funzione mista con forte presenza di attività produttive); commi 46-49 (Area IN: Edifici o complessi di edifici a destinazione produttiva inseriti in zone consolidate per attività produttive); commi 50-52 (Area CO: Aree o complessi di edifici a destinazione commerciale).
TITOLO IV - Ambiente e paesaggio urbano, Art. 26 - Edifici di particolare interesse storico ed edifici caratterizzanti il tessuto storico esterni alla Zona Urbana Centrale Storica, Comma 1 (edifici di particolare interesse storico, aree di pertinenza storica ed edifci caratterizzanti il tessuto storico), Comma 3 (Edifici di gran prestigio), Comma 4 (Edifici di rilevante valore storico), Comma 5 (Edifici di valore storico-ambientale), Comma 6 (Edifici di valore documentario).

N.B. Le tavole di azzonamento del PRGC F05A ed F05B riportano la segnalazione di interesse, da parte del Piano Regolatore, in relazione a Edifici di particolare interesse storico. In particolare, per riportare solo alcuni esempi, si segnalano il comprensorio dei magazzini Docks Dora e gli isolati di edilizia popolare tra via Lauro Rossi e via Desana come 4 - Edifici di valore documentario; su via Banfo l'istituto scolastico elementare Pestalozzi è indicato come 2 - Edifici di rilevante valore storico; la chiesa parrocchiale di Maria Regina della Pace su corso Giulio Cesare è segnalata come 1 - Edifici di gran prestigio; tra via Scarlatti, Monte Rosa e Baltea, le case Grassi sono indicate come 4 - Edifici di valore documentario; la Scuola Aristide Gabelli nell'isolato tra via Monte Rosa, Scarlatti, Santhià, Feletto è indicata come 3 - Edifici di valore storico ambientale; gli isolati di edifici residenziali di edilizia economica popolare in via Gallina, in via Moncrivello e via Tollegno sono segnalati come 4 - Edifici di valore documentario.
Assai diffuse le Pertinenze Storiche e le perimetrazioni di Edifici caratterizzanti il tessuto storico, che delimitano isolati a carattere residenziale, ma anche comprensori individuati dal PRGC come ZUT e ATS. Si segnalano a tal proposito: l'ampia ZUT concentrata nell'area delimitata dal tracciato della ferrovia Torino - Milano, corso Vigevano, corso Giulio Cesare/via Banfo fino a via Sempione, dedicata a servizi, residenza, attività terziarie e attrezzature di servizio alle persone e alle imprese, commercio e grande distribuzione; il tracciato ZUT 9.37 che percorre il "trincerone" ferroviario della linea che conduceva allo scalo Vanchiglia lungo via Sempione/ via Gottardo; l'isolato ZUT 9.7 CEAT tra via Bioglio, via Pacini, via Leoncavallo e via Ternengo; alcune aree ATS per servizi tra via Banfo, via Leinì, via Santhià, via Corelli.

Tra gli edifici di Barriera di Milano (borgate Montebianco e Monterosa) indicati come Beni Culturali ai sensi dell'art. 10 D.Lgs. 42/2004 (ex Vincoli 1089/39) si annoverano: la manica Ovest del capannone Ex Incet in via Cigna 102, la Scuola Primaria Pestalozzi in via Banfo 32, la Scuola Materna Tommaso di Savoia in via Cervino 6, la Scuola elementare Gabelli in via Santhià 25, la Scuola d'Infanzia Principessa di Piemonte in via Paisiello 1, l'ex cinema Lutrario-Dancing Le Roi in via Stradella 8, il complesso Docks Dora in via Valprato 68, l'ex ufficio daziario di I categoria Barriera di Milano in piazza Rebaudengo 23.
Da segnalare, benché al di là del tracciato della ex prima cinta daziaria nel tratto di corso Vigevano e corso Novara, ma come importanti afferenze al comparto produttivo situate all'interno del tracciato della ex I cinta diaziaria e quindi in borgata Aurora, le facciate del complesso Fiat Grandi Motori in via Cuneo 20, l'ex Astanteria Martini in via Cigna 74, alcuni edifici parte della ex Nebiolo in via Bologna 47-55, il complesso dell'Istituto Zooprofilattico sperimentale in via Bologna 148, il Magazzino di Artiglieria e Difesa Chimica, già Lanificio F.lli Piacenza in via Bologna 190.
10. Descrizione e considerazioni (cronologie, comparazioni, riferimenti)
L'area, storicamente identificata come «borgata Montebianco» e «borgata Monterosa», viene qui analizzata come ambito unitario, coincidente con la denominazione attuale di Barriera di Milano, che trae peraltro origine dalla vocazione di insediamento di barriera, appunto, dei primi agglomerati sorti all'esterno della prima cinta daziaria, nel tratto lungo gli attuali corso Vigevano e corso Novara, in corrispondenza della Barriera di Milano e della Barriera di Abbadia.
Attualmente riconoscibili alcuni degli agglomerati originari che costituiscono i primi poli insediativi delle borgate, denotati da bassi fabbricati dall'architettura connotante e sedimi stradali di portata contenuta, a volte ancora in acciottolato, con un assetto tipicamente borghigiano, nonché i diffusi comprensori di edilizia economica popolare, a volte anche di pregio per la scelta dei materiali e delle finiture architettoniche (basti pensare alle Case Grassi presso via Monte Rosa, via lungo la quale si conserva inoltre un mercato rionale). Appaiono tuttavia anche riconoscibili alcuni comprensori in origine produttivi o di supporto ai collegamenti ferroviari, come il lampante caso dei magazzini Docks Dora, oppure le quinte architettoniche dei capannoni industriali conservate lungo via Banfo (ex Incet), ma anche alcuni isolati di cui si intuisce parzialmente l'originaria destinazione produttiva, ma che sono stati rifunzionalizzati progressivamente nel tempo, come per la ZUT 9.7 CEAT presso via Leoncavallo e via Ternengo, ora destinata a servizi per la comunità, biblioteche, edifici residenziali e aree a parco.
Si ripercorrono dunque sinteticamente le fasi di sviluppo di Barriera di Milano, costituita dalle borgate Montebianco e Monterosa, alla luce dell'interpretazione delle fonti indirette, dei sopralluoghi in loco e della cartografia storica.
Ai primi dell'Ottocento, come si evince dalla Carta degli Stati di S.M. Sarda in Terraferma (1816-1830), l'ambito in oggetto appare caratterizzato dalla presenza di diffuse cascine (tra cui La Marchesa, già detta La Fiorita) e già è ben tracciato il percorso in direzione Milano, che valica il corso della Stura e attraversa Settimo Torinese. Tale situazione è confermata dalla carta di Torino relativa al Progetto della Cinta Daziaria del 1853 la quale riporta, al di sopra del tracciato disegnato della prima cinta, una situazione prettamente rurale, con cascine sparse (tra cui Cascina La Mangiardino) e alcuni assi già visibili, tra cui la direttrice per Milano e l'asse del Canale del Parco, tangente il Camposanto Generale.
Il Catasto Rabbini traccia la delimitazione della cinta daziaria e si reitera la ripartizione del territorio rurale effettuata dalla direttrice per Milano, l'attuale corso Vercelli, che peraltro coincide con la ripartizione secondo la quale nel tempo si sviluppano borgata Montebianco e borgata Monterosa; si può inoltre individuare il percorso della ferrovia, nonché la rete di canalizzazioni al servizio delle cascine che punteggiano il territorio.
La Carta Topografica del Territorio di Torino divisa in sette fogli testimonia, a fine Ottocento, l'insediarsi di un agglomerato significativo intorno alla Barriera di Milano, e uno di minore entità presso la Barriera dell'Abbadia, pur nella persistenza del carattere agricolo dell'area settentrionale ove ancora sono presenti molte cascine, nonché canali, gore e bealere. Dalla Barriera dell'Abbadia infatti si dipanano numerose cascine (Mangiardino, Dubois, e, nel macroambito di Regio Parco, la cascina Le Maddalene) lungo il corso della Gora di Naviglio, che si biforca nel ramo Bealera Palazzotto, nei pressi della cascina Il Rivore, fino al fiume Stura, ove sono presenti un Corpo di Guardia e la Polveriera del Parco. L'asse della Strada Provinciale di Milano (attuale corso Vercelli) attraversa il territorio, tangente alla cascina Marchesa, e da tale asse si dipanano i corsi delle gora San Spirito e bealera Campagna, verso borgata Montebianco, e delle Gora Vecchia di Santo Spirito, verso borgata Monterosa. Il tracciato della ferrovia per Milano attraversa il corso della bealera di Campagna, ove sorge anche la Cascina Fossata, da cui trae il toponimo l'ononima via che ancora oggi persiste percorrendo borgata Montebianco.
La Pianta di Torino e dintorni (1911, ASCT, Collezione Simeom, D135) testimonia l'intensificarsi dell'agglomerato urbano attorno alla Barriera di Milano e, lungo la cinta, riporta la nomenclatura Borgata Monterosa, la presenza di impianti produttivi e di servizio (tra cui Officina, indicata presso il tracciato ferroviario per Milano, ove ancora oggi si conservano i magazzini Docks Dora), biforcazioni ferroviarie tra cui il percorso allo scalo Vanchiglia, agglomerati di Case Popolari verso l'asse di via Bologna nei pressi di Regio Parco. L'area più settentrionale dell'ambito conserva un carattere agricolo (cascine Marchesa, Malanotte, Ranotta, Voghera), a parte l'indicazione della Fabbrica di Concimi Chimici poco distante dalla Polveriera.
Il Piano Topografico del Territorio ripartito in Frazioni e Sezioni di Censimento (1911) segnala borgata Monterosa (sezione 1) e borgata Montebianco (sezione 2) come afferenti all'unica Barriera di Milano (Frazione F) e per entrambe si riscontra un reticolo viario ortogonale assai fitto in prossimità della cinta, con la ricorrente indicazione della Strada Provinciale di Vercelli, Strada dell'Arrivore e la Ferrovia di Milano.
Durante il primo Novecento, il Piano Regolatore Generale approvato nel 1908 e le successive varianti approvate fino al 1915 riportano la situazione modificata a seguito dello spostamento della cinta daziaria in posizione più esterna, con la demolizione avvenuta della prima cinta. Gli insediamenti di borgata Montebianco, borgata Monterosa e borgata Aurora appaiono funzionalmente correlati dal reticolo viario unificato, oltre che dalla diffusa dislocazione in tali aree di impianti manifatturieri e produttivi, ed emergono direttrici viarie prolungate, quali corso Giulio Cesare, ove viene costruita la Chiesa di Santa Maria della Pace, e corso Palermo, che si dipana dalla ex Barriera dell'Abbadia. Ben visibili il "trincerone" ferroviario che si ramifica dalla ferrovia per Milano e conduce allo scalo Vanchiglia, la nuova Barriera di Milano in piazza Rebaudengo, oltre al reticolo viario pianificato a maglie regolari tra i grandi corsi che lo attraversano, tra cui la diagonale di via Porpora e l'asse di corso Taranto, per citarne solo alcuni. Visibile il comprensorio Docks Dora, che si insedia su un intero isolato verso borgata Montebianco e l'Istituto Zooprofilattico in borgata Monterosa, su via Bologna. In questi anni, Barriera di Milano vede inoltre l'implementarsi di servizi di supporto per la comunità ivi residente, quali gli istituti scolastici Pestalozzi e Gabelli.
Il Piano Regolatore Generale con le varianti approvate fino a giugno 1935 conferma la congestione dell'agglomerato residenziale dalla linea della ex prima cinta daziaria fino al "trincerone" ferroviario (via Sempione/via Gottardo) mentre gli insediamenti di diradano tra quest'ultimo e gli assi di corso Taranto e corso Botticelli, sede della ex seconda cinta daziaria che viene demolita nel 1930. L'edilizia popolare costruita nel tempo contribuisce a intensificare l'edificato di numerosi isolati di borgate Montebianco e Monterosa. Oltre via Botticelli, sull'asse di corso Vercelli, si osserva l'insediarsi di un nuovo polo "extra moenia" rispetto alla seconda cinta daziaria.
Nell'ambito oggetto di studio e nelle aree immediatamente ad esso limitrofe sorgono numerosi e ingenti comprensori industriali, tra cui se ne citano soltanto alcuni: in corso Vigevano la Barone Ambrogio e figlio (carte da parati), il lanificio Giordano; in corso Novara la Fabbrica Torinese Colle e Concimi; i magazzini Docks Dora e la Fabbrica Piemontese Lampade Elettriche in via Valprato; la filatura di lana F.lli Piacenza, la Filatura di Tollegno e la Fabbrica Italiana Utensili Lavorazione Metalli in via Bologna; l'unione Arti Grafiche su Metalli in corso Brescia; in corso Palermo la Nebiolo & C. fonderia di caratteri tipografici; la fabbrica tessile Hoffmann in via Parella; la Tedeschi ing. Vittorio & C. cavi elettrici in via Monte Bianco (ora via Banfo); la conceria Gilardini in corso Ponte Mosca (oggi corso Giulio Cesare) e nello stesso corso le fonderie Poccardi, poi trasferitesi in via Cervino; in via Cuneo la FIAT San Giorgio, poi Ansaldo San Giorgio e in seguito FIAT Grandi Motori (navali), nonché la FIAT Brevetti; ma si annoverano anche la FIAT ricambi, la Spa Italtubi metallici, la INCET, oltre allo stabilimento Fiat Sezione Industrie Metallurgiche e Acciaieire (SIMA) in via Cigna, le Acciaierie e Fonderie Piemontesi in via Belmonte. Tra gli anni Venti e Quaranta del Novecento l'impulso insediativo che interessa il comparto industriale non si arresta e trovano qui sede, tra le altre, la Fabbrica Italiana Biancherie e Affini Torino in via Courmayeur, la Fabbrica Italiana Vernici Industriali e la Società Italiana Ossigeno e altri gas in via Bologna, la Società Anonima Farmaceutica Torino in via Santhià, il calzaturificio AFAST e le Fonderie Monte Bianco in via Desana, la CEAT cavi elettrici in corso Palermo, il Lanificio Filippo Giordano, la WAMAR e la Società Anonima Alluminium in corso Vigevano, la Fautrero Legnami e la G. Rivoira Liquigas in corso Novara.
Lo studio Beni Culturali Ambientali nel Comune di Torino (1984) individua le borgate Montebianco e Monterosa come ambito di «carattere ambientale con valore di bene», ruolo emblematico per l'area di Barriera di Milano costituitasi nel tempo come borgo operaio tipico negli anni di incremento degli stabilimenti produttivi in Torino e inserita a pieno titolo dal PRGC nel 1995 tra i «settori urbani di valore storico-ambientale».
Nello specifico, il macroambito in oggetto si sviluppa secondo le seguenti fasi salienti.
Settecento: insediamenti rurali sparsi, tra cui la cascina Marchesa, detta "La Florita", tra via Rondissone e corso Vercelli 137-139, e cascina "La Mangiardina", di origine seicentesca.
1853: realizzazione della prima cinta daziaria lungo gli attuali corso Vigevano e corso Novara.
1887: il Piano Regolatore della città, approvato con Regio Decreto il 4 settembre, pianifica il prolungamento fuori cinta daziaria di alcuni corsi e vie determinanti per implementare i collegamenti da e per il cuore urbano di Torino. Borgata Montebianco vede il prolungamento di via Cigna fino alla ferrovia di Milano, nonché di corso Vercelli fino al ponte della Stura; in borgata Monterosa si attua il prolungamento della strada al Ponte Mosca (attuale corso Giulio Cesare), di corso Palermo fino alla strada per Milano e di via Bologna fino al Regio Parco.
Fine Ottocento: realizzazione su progetto dell'Ing. Bianchini di comprensori residenziali di case operaie in via Mottarone 9. Nello stesso periodo, la fabbrica 3M Italia in via Botticelli, angolo strada dell'Arrivore, precedentemente cascina del Rivore Falcheri, viene trasformata in una fabbrica di concimi.
1890: la Federazione asili infantili suburbani fa costruire in via Cervino 4 la scuola materna Tommaso di Savoia.
1892: viene costruito l'oratorio della parrocchia di Santa Maria della Pace, chiesa dall'architettura tardo eclettica, in via Malone. Il campanile della chiesa sarà edificato successivamente, nel 1912.
Inizio Novecento: lungo la strada delle Maddalene, all'esterno della Barriera dell'Abbadia, si insedia un nucleo frazionario rurale in via Aosta 101-147. Nello stesso periodo, viene edificata la chiesa di San Domenico Savio, con architettura in stile Liberty, in via Paisiello 37, nonché la casa di riposo Istituto Cimarosa tra via Leoncavallo (ora via Ghedini) e via Moncrivello.
1904: su progetto di Pietro Fenoglio, vengono realizzati edifici residenziali con caratteristiche Liberty in piazza Rebaudengo 27, nonché altri edifici in corso Vercelli 237. Nello stesso periodo su progetto dell'Ing. Scanagatta, il Comune fa realizzare tra via Montebianco, Cervino e Mottarone il complesso scolastico elementare Pestalozzi.
1908: con il PRG del 1908 e le successive varianti del 1915-1926 fino al 1935 le borgate Montebianco e Monterosa vengono "riordinate" urbanisticamente nel collegamento tra i grandi assi e il reticolo viario esistente, tra cui le storiche vie Fossata, Vercelli, via Aosta, per cui non si elide la maglia storica esistente ma si effettua una progettazione per maglie ortogonali che realizza collegamenti stradali diversi.
1909: vengono realizzati quartieri di edilizia popolare, denominati Q3, nelle vie Cimarosa, Bologna e Moncrivello.
1910 ca: su progetto del Geom. Conti viene edificato un villino dall'architettura in stile floreale in via Santhià 43.
1912: realizzazione della seconda cinta daziaria in posizione più esterna, lungo l'attuale via Botticelli, per cui ad esempio la Barriera di Milano viene traslata da Piazza Crispi alla più lontana Piazza Rebaudengo. Nello stesso periodo, l'impresa Porcheddu realizza la costruzione dei magazzini in cemento armato Docks Dora in via Valprato 68
1914: nell'isolato compreso tra le vie Scarlatti, Santhià, Feletto, Monte Rosa, il Comune fa costruire, su progetto dell'Ing. Dolza, la scuola elementare Gabelli.
1920: vengono progettati i quartieri di edilizia popolare Q12, nelle vie Cigna, Rossi, Desana e Châtillon.
1921: realizzazione di due complessi di edilizia economica popolare, isolato QM1, tra via Bologna, Tollegno, Caresana e Borriana, Pietracqua.
1925: ha luogo l'ampliamento della scuola elementare Gabelli.
1926: l'impresa Grassi avvia la costruzione degli edifici di civile abitazione ubicati tra le vie Monte Rosa, Baltea e Scarlatti, identificate oggi appunto come "Case Grassi". Nello stesso periodo, su progetto dell'Ing. Bonicelli, viene costruito l'Istituto magistrale Gramsci, già collegio correzionale Lombroso, in via Bologna 183. In seguito, negli anni Trenta del Novecento, l'impresa Grassi costruisce edifici residenziali in largo Sempione, mentre nello stesso periodo in corso Vercelli 110 e via Verres 13 vengono costruite le case per i dipendenti Italgas, il cui progetto viene acquisito negli anni Cinquanta dall' Italgas medesima.
Anni Trenta del Novecento: in via Botticelli 95-139 viene edificata, con gusto tardo Liberty, la stazione Enel CPCIE.
1933: realizzazione di Ponte Amedeo VII sulla Stura, allineato a strada di Settimo. Nello stesso periodo viene edificata una scuola materna, nell'isolato tra le vie Boito, Mercadante, Paisiello e Scarlatti.
1941: costruzione del quartiere di edilizia economica popolare Q24 in via Leoncavallo e via Maddalene.
1946: edificazione, su progetto degli anni Trenta del Novecento, dell'isolato di edilizia economica popolare Q18, soprannominato "villaggio rurale" in via Gottardo 275. Nello stesso periodo, viene progettato il quartiere QS1 tra via Pergolesi e corso Taranto.
1949: viene progettato il complesso residenziale GESCAL in via Cruto e via Petrella.
1950: vengono realizzati 13 fabbricati per INA CASA in piazza Rebaudengo 3.
11a. Documentazione cartografica storica
Carta degli Stati Sardi, 1816-30. IGM, Firenze, Archivio Topo-cartografico, foglio M10 (Torino).
Edoardo Pecco, Pianta Regolare della Città di Torino suoi Borghi ed adiacenze [...]. Progetto della Cinta Daziaria, 1853. ASCT, serie 1k, Decreti Reali, 1849-1863, n. 11, f.106.
Antonio Rabbini, Mappa originale del Comune di Torino, 1866, ASTO, Riunite, Finanze, Catasti, Catasto Rabbini, ff. VII, XII.
Ufficio Municipale Lavori Pubblici, Carta Topografica del Territorio di Torino divisa in sette fogli, 1879-98. ASCT, Tipi e disegni, 64.8.
Comune di Torino, Piano Topografico del Territorio ripartito in Frazioni e Sezioni di Censimento, 1911. ASCT, Tipi e disegni, 64.8.17.
Pianta di Torino e dintorni, 1911, ASCT, Collezione Simeom, D 135. Archivio Storico della Città di Torino.
Ufficio Municipale dei Lavori Pubblici, PRG di Torino con le zone piana e collinare adottato dal Consiglio Comunale nel 1913, con le Varianti approvate sino a Maggio 1915. 1916, ASCT, Tipi e disegni, 64.6.8.
Servizio Tecnico Municipale dei Lavori Pubblici, PRG di Torino con le zone piana e collinare aggiornato con le Varianti deliberate sino a Giugno 1935 (terza variante piano 1908). ASCT, Tipi e disegni, 64/78.
Danni arrecati agli stabili, 1:5000, 1942-1945. Zona 7: Borgate Monte Rosa e Monte Bianco, Barriera di Milano. ASCT, Tipi e disegni, cart. 68, fasc. 2 disegno 7. Archivio Storico della Città di Torino

11b. Documentazione cartografica attuale
Piano Regolatore 1995. Tavv. 5a, 5b, 9a, 9b (Geoportale Comune di Torino).
Ortofoto dell'ambito Barriera di Milano (Google Maps, 2023).
12a. Documentazione fotografica storica
Ex barriera del dazio in corso Vercelli, anni Venti del Novecento (fonte www.immaginidelcambiamento.it).
Cascina Marchesa in corso Vercelli 141, anno 1976 (fonte: www.immaginidelcambiamento.it).
Veduta di corso Giulio Cesare 138, anni Quaranta del Novecento (fonte: www.immaginidelcambiamento.it).
Veduta dello stabilimento Incet in corso Vigevano 20, anni Cinquanta del Novecento (fonte: www.immaginidelcambiamento.it).
Istituto professionale Birago, corso Novara 67, anni Cinquanta del Novecento (fonte: www.immaginidelcambiamento.it).
Ex stabilimento Incet cavi elettrici in via Cervino 2, anno 1997 (fonte: www.immaginidelcambiamento.it).
Ex stabilimento Poccardi in via Cervino 60, immagine del 1997 (fonte www.immaginidelcambiamento.it).
Ex FIAT telai, in seguito ex SIMA, via Valprato 44, anno 1997 (fonte: www.immaginidelcambiamento.it).
Ex CEAT cavi, via Leoncavallo 25, immagine degli anni Cinquanta (fonte: www.immaginidelcambiamento.it).
FIAT Grandi Motori, corso Vercelli angolo corso Vigevano, 1954 (fonte: www.immaginidelcambiamento.it).
 Cantiere area residenziale di via Mercadante, fine anni Sessanta (fonte: www.immaginidelcambiamento.it).
Passaggio a livello ferrovia Torino-Milano in corrispondenza di via Fossata, anni Sessanta (fonte www.immaginidelcambiamento.it).
Case Grassi, isolato tra via Baltea, Monte Rosa, Montanaro, Scarlatti, immagine d'epoca (fonte www.museotorino.it).
Quartiere Q3, "cascina Verdina" via Cimarosa, Bologna, Moncrivello, immagine d'epoca (fonte www.museotorino.it).
Casa Bianchini, in via Mottarone 9, immagine d'epoca (fonte: www.museotorino.it).
Scuola elementare G.E. Pestalozzi, via Banfo 32, immagine d'epoca (fonte: www.museotorino.it).
Magazzini Docks Dora in via Valprato, immagine d'epoca (fonte: www.museotorino.it).
Istituto Zooprofilattico Sperimentale in via Bologna, immagine d'epoca (fonte: www.museotorino.it).
12b. Documentazione fotografica attuale
Borgata Montebianco, veduta piazza Baldissera (fonte: foto Roberta Oddi 27/01/2022).
Borgata Montebianco, veduta di stazione Dora da piazza Baldissera (fonte: foto Roberta Oddi 27/01/2022).
Veduta di corso Venezia, lungo il percorso della linea ferroviaria Torino-Milano (fonte: foto Roberta Oddi 27/01/2022).
Borgata Montebianco, veduta di corso Venezia con persistenza di edifici del primo Novecento (fonte: foto Roberta Oddi 27/01/2022).
Via Parella, edifici di matrice industriale (fonte: foto Roberta Oddi 27/01/2022).
Borgata Montebianco, veduta dell'ex stabilimento Poccardi (fonte: foto Roberta Oddi 27/01/2022).
Borgata Montebianco, comprensorio industriale (ex Incet) rifunzionalizzato sede Facit (fonte: foto Roberta Oddi 27/01/2022).
Veduta dell'istituto scolastico Pestalozzi in via Banfo 32 (fonte: foto Roberta Oddi 27/01/2022).
Borgata Montebianco, veduta di via Banfo ed edifici industriali rifunzionalizzati (fonte: foto Roberta Oddi 27/01/2022).
Via Banfo, lacerto murario di impianto industriale conservato come quinta urbana (fonte: foto Roberta Oddi 27/01/2022).
Ex stabilimento Tedeschi in via Banfo (ex via Monte Bianco) (fonte: foto Roberta Oddi 27/01/2022).
Via Cervino, edificio residenziale con caratteristiche architettoniche di pregio (1901) (fonte: foto Roberta Oddi 27/01/2022).
Via Cervino, scuola materna Tommaso di Savoia (fonte: foto Roberta Oddi 27/01/2022).
Veduta di via Fossata, asse storico di primo impianto della borgata Montebianco (fonte: foto Roberta Oddi 27/01/2022).
Borgata Montebianco, via Goletta, primo impianto borghigiano dai caratteri tipici (fonte: foto Roberta Oddi 27/01/2022).
Via Feletto e via Soana, primo reticolo viario dell'agglomerato borghigiano (fonte: foto Roberta Oddi 27/01/2022).
Corso Vercelli angolo via Volpiano, edifici residenziali di fine Ottocento-primo Novecento (fonte: foto Roberta Oddi 27/01/2022).
Veduta della direttrice viaria storica rappresentata da corso Giulio Cesare (fonte: foto Roberta Oddi 27/01/2022).
Veduta di via Baltea, nel reticolo viario di primo impianto borghigiano (fonte: foto Roberta Oddi 27/01/2022).
Piazza Crispi, ex barriera della prima cinta daziaria (fonte: foto Roberta Oddi 27/01/2022).
Veduta di corso Vigevano da piazza Crispi, tratto della ex prima cinta daziaria (fonte: foto Roberta Oddi 27/01/2022).
Veduta di corso Vercelli, edifici multipiano con qualità architettonica di rilievo (fonte: foto Roberta Oddi 27/01/2022).
Veduta di corso Vercelli 110, case Italgas (fonte: foto Roberta Oddi 27/01/2022).
Veduta di piazza Derna, circondata da edifici multipiano di recente edificazione (fonte: foto Roberta Oddi 27/01/2022).
Corso Vercelli 141, istituto comprensivo Circoscrizione 6 (fonte: foto Roberta Oddi 27/01/2022).
Chiesa di Maria Speranza Nostra in via Chatillon (fonte: foto Roberta Oddi 27/01/2022).
Scuola d'infanzia paritaria "Nostra Signora della Speranza" in via Desana 18 (fonte: foto Roberta Oddi 27/01/2022).
Quartiere di edilizia economica popolare Q12 in via Desana e via Rossi (fonte: foto Roberta Oddi 27/01/2022).
Edilizia residenziale popolare su via Sempione/ via Gottardo lungo trincea ferroviaria dismessa (fonte: foto Roberta Oddi 27/01/2022).
Veduta del "trincerone" ferroviario lungo via Sempione e via Gottardo (fonte: foto Roberta Oddi 27/01/2022).
Ospedale San Giovanni Bosco su piazza Donatori di Sangue (fonte: foto Roberta Oddi 27/01/2022).
Scuola materna G. Fanciulli su via Mercadante (fonte: foto Roberta Oddi 27/01/2022).
Borgata Monterosa, istituto scolastico Gabelli su via Monte Rosa (fonte: foto Roberta Oddi 27/01/2022).
Veduta di via Monte Rosa, asse di primo impianto della borgata omonima (fonte: foto Roberta Oddi 27/01/2022).
Borgata Monterosa, veduta di piazzetta Cerignola, isola pedonale del quartiere borghigiano (fonte: foto Roberta Oddi 27/01/2022).
Borgata Monterosa, inizio di isola pedonale su via Monte Rosa e case Grassi (fonte: foto Roberta Oddi 27/01/2022).
Borgata Monterosa, edifici di edilizia economica costruiti dall'impresa Grassi (fonte: foto Roberta Oddi 27/01/2022).
Chiesa Santa Maria della Pace su corso Giulio Cesare (fonte: foto Roberta Oddi 27/01/2022).
Veduta di corso Palermo (fonte: foto Roberta Oddi 27/01/2022).
Borgata Monterosa, Istituto Zooprofilattico Sperimentale su via Bologna (fonte: foto Roberta Oddi 27/01/2022).
Borgata Monterosa, veduta case economiche popolari su via Bologna (fonte: foto Roberta Oddi 27/01/2022).
Riqualificazione sito industria legnami Fautrero su corso Novara (fonte: foto Roberta Oddi 11/08/2021).
Borgata Monterosa, riqualificazione ex stabilimento Gilardini in via Aosta (fonte: foto Roberta Oddi 20/08/2021).
Complesso riqualificato dei magazzini Docks Dora su via Valprato (fonte: foto Roberta Oddi 21/07/2020).
13. Documentazione archivistica
Danni arrecati agli stabili, 1:5000, 1942-1945. Zona 7: Borgate Monte Rosa e Monte Bianco, Barriera di Milano, ASCT, Tipi e disegni, cart. 68, fasc. 2, disegno 7. Archivio Storico della Città di Torino.
14. Documentazione bibliografica
  • Borghi e borgate di Torino tra tutela e rilancio civile, p. 64-66.
  • Città e fabbrica. Analisi storica e mappatura del primo sviluppo industriale di Torino con riferimento all'industria dei metalli, p. 52-116.
  • Fabbriche, borghi e memorie. Processi di dismissione e di riuso post-industriale a Torino Nord, pp. 90-101.
  • Alle porte di Torino. Studio storico-critico dello sviluppo, della vita e dei bisogni delle regioni periferiche della città, pp. 273-306.
  • Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, pp. 540-548.
  • La storia della città per capire. Il rilievo urbano per conoscere. Borghi e borgate di Torino, pp. 330-339.
  • Norme Urbanistico Edilizie di Attuazione, PRGC Torino, voll. 1-2.
  • Norme Urbanistico Edilizie di Attuazione, Variante n. 200 al PRG, Linea 2 di Metropolitana e quadrante nord-est di Torino, PRGC Torino, Progetto Preliminare, estratto vol. II, variante.
  • Piccola storia della Barriera di Milano, La Stampa, 27.08.2010.
  • PRGC - Allegato 7 alla proposta 2021_22396 - Piano delle alienazioni e valorizzazione triennio 2021-2023.
  • PRGC - Piano particolareggiato "Regaldi" in variante al PRG, elaborato n. 2.
  • PRGC - Variante n. 200. Documento programmatico, p. 108.
  • Storia della Barriera di Milano. 1852-1945, pp. 51-118.
  • Torino e le fabbriche. Percorsi multimediali sulla storia industriale della città, pp. 5-6.
  • Storia di Torino. Da capitale politica a capitale industriale (1864-1915), pp. 304-317.
  • Torino. Reti e trasporti. Strade, veicoli e uomini dall'Antico regime all'Età contemporanea, pp. 150-161.
  • Uomini e fabbriche dopo i bombardamenti, pp. 304-316.
16. Compilazione
Compilatore scheda: Roberta Francesca ODDI
Data compilazione: Gennaio 2022
Revisore scheda: Chiara Devoti
Data revisione: Gennaio 2023