Categoria | |
Circoscrizione / Circoscrizioni | 6 |
Quartiere / Quartieri | 8, 18, 20: Borgo Regio Parco |
1. Codifica complesso |
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Scheda / Schede | M_22 |
ID Edificio | |
Collegamento a scheda |
Vista aerea dell'ambito Regio Parco (Google Maps 2023). |
2. Ubicazione |
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Foglio PRGC | 5B - 9B |
Foglio | |
Particella | |
Cinta daziaria | Tra la prima cinta daziaria (1853-1912) e la seconda cinta daziaria (1912-1930) |
3. Denominazione |
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Attuale | Borgo Regio Parco |
Storica | Borgo Regio Parco |
4. Periodizzazione |
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Fondazione impianto attuale |
L'attuale configurazione urbana del borgo Regio Parco corrisponde alla struttura dei tessuti minori e delle lottizzazioni private esterne alla prima Cinta Daziaria (1853) costituita da tessuti microurbani tardo ottocenteschi inglobati nella espansione edilizia della città definita dal Piano Regolatore per il prolungamento dei corsi e principali fuori la Cinta Daziaria [ ... ] del 1887 e normata dal Piano Unico Regolatore e d'Ampliamento del 1906-08 e dalle sue successive varianti. |
Indicazioni specifiche |
La vicenda di
sviluppo e trasformazione dell'ambito può essere schematizzata
in alcune fasi principali che rimandano in primo luogo a
un'originaria organizzazione rurale del territorio con cascine
anche di ampie dimensioni, rilevabile ancora nel Catasto
Rabbini (1866) in cui il borgo appare chiaramente definito e
compatto attorno all'ampio complesso della Manifattura
Tabacchi che catalizza la presenza anche di altri stabilimenti
protoindustriali. In questa fase l'intero impianto produttivo
è alimentato dal canale del Parco, e si riconosce la Strada
Comunale delle Maddalene, una delle direttrici portanti
del futuro sviluppo del borgo. Appena fuori dalla Cinta
Daziaria si attesta anche il complesso del Cimitero
monumentale, lambito dal canale del Parco sul lato ovest e da
un tratto di quello del Regio Parco a sud, nonché da una delle
anse della Dora in direzione est. Nella cartografia di inizio Novecento, il borgo appare facilmente individuabile, strettamente connesso e connotato dal complesso della Manifattura Tabacchi ma in questa fase anche dall'ampio fabbricato della Parrocchiale del Parco (parrocchia di San Gaetano da Thiene) dalla parte opposta rispetto al corso Regio Parco, parallelo al corso del canale del Parco. Nella Carta Topografica del Territorio di Torino coll'Indicazione dei Piani Regolatori e degli Ampliamenti [...], del 1900, in particolare, si rileva l'andamento del corso Regio Parco e del parallelo canale originati dalla Barriera del Camposanto, parte del sistema della prima cinta daziaria, posta presso lo spigolo del Cimitero monumentale ancora lambito sul fianco di levante dalla non rettificata ansa della Dora. Importante anche rilevare l'indicazione riguardo a una delle future assialità di sviluppo del borgo, costituita dall'ipotesi di prolungamento di via Bologna oltre la cinta daziaria. Nel successivo Piano Topografico del Territorio ripartito in Frazioni e Sezioni di Censimento del 1911, il borgo è riconoscibile nella Frazione G - R. Parco, delimitato dalla via Circonvallazione antistante il cimitero ampliato rispetto al suo impianto originario e composto da due zone distinte, una prima tutta sviluppata sui due lati di corso Regio Parco e di fatto coincidente con il nucleo più compatto del borgo, e una seconda caratterizzata da case sparse e ancora con ampia connotazione agraria. La prima variante al PRG del 1906-08, del 1915, prevede una abbondante ridefinizione del margine dell'area, soprattutto presso il fianco di levante del Cimitero monumentale, dove il corso della Dora è regimentato, e nel 1912 viene definito l'andamento della seconda Cinta daziaria, contribuendo anche alla perimetrazione attuale del borgo. Negli anni Trenta del XX secolo il borgo ha ormai raggiunto la sua conformazione definitiva, con il nucleo compatto di fronte alla Manifattura Tabacchi e lungo l'asse di via Maddalene, che si apre ora, in faccia all'opificio, con la piazza Abba. Viene a compiersi anche un tratto di via Bologna con la piazza Croce Rossa Italiana, affiancato da un nuovo significativo comparto industriale. Proseguendo oltre la ferrovia, la via si innesta in corso Regio Parco e successivamente in piazza Sofia. Appare rilevante in questi anni l'osservazione della progressiva densificazione dell'abitato, frammisto a fabbriche, lungo la dorsale di via Bologna, a discapito della conservazione delle caratteristiche proprie del più antico nucleo corrispondente al borgo incardinato attorno alla manifattura del Regio Parco. |
Data primo impianto |
Le prime forme di insediamento nell'area identificata attualmente come borgo Regio Parco fanno riferimento al XVI secolo quando Emanuele Filiberto acquista dei boschi alla confluenza di Dora e Stura per realizzarvi un parco di caccia con annessa residenza detta Viboccone o Palazzo delle delizie, poi distrutta dai francesi durante l'assedio del 1706, con la connotazione prevalente di tessuti insediativi collegabili alla struttura del territorio a matrice rurale o protoindustriale. Un primo riscontro cartografico di tale organizzazione territoriale si trova nel catasto napoleonico (Ville impériale de Turin, 1804-1808) in cui il luogo del Regio Parco è indicato come Le Parc, ma già affiancato dalla denominazione Papeterie, che rimanda alla nuova vocazione dell'antica delizia del Regio Parco ormai dismessa e trasformata in grande manifattura immersa in un intorno territoriale dalla connotazione prevalentemente agricola con ricche tracce di canalizzazioni a servizio degli impianti produttivi, attestati lungo la strada di collegamento con la città, il Chemin du Parc, oggi in parte corso Regio Parco (da Borghi e borgate, 2014). |
5. Regime patrimoniale |
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Indicazioni specifiche |
L'ambito analizzato si caratterizza per la presenza di un
tessuto edilizio composto da importanti emergenze, veri e
propri poli funzionali e fulcri identitari del borgo, intorno
ai quali si addensa un edificato residenziale minuto
prevalentemente residenziale costituito da case di matrice
borghigiana, appartenenti alla fase di urbanizzazione legata
al Piano Regolatore pel prolungamento dei corsi e vie
principali fuori la Cinta Daziaria [ ... ] del 1887 e
quindi risalenti prevalentemente agli ultimi anni
dell'Ottocento (Via Maddalene 48; Corso Regio Parco 143) e da
case di inizio Novecento esito del Piano Unico Regolatore
e d' Ampliamento del 1908 (cfr. Corso Regio Parco 152;
Via S. Benigno 11). Si tratta di edifici residenziali di
impostazione economica in proprietà e affitto, con
possibile presenza di botteghe, di cui costituisce un esempio
il fronte di corso Regio Parco 112-122, edificato nell' ultimo
quarto dell'Ottocento o la zona residenziale da reddito degli
anni Venti del Novecento in corso Regio Parco 135.
Fondamentale per lo sviluppo urbano e sociale dell'ambito, ma
anche per la sua connotazione identitaria, è il patrimonio
architettonico industriale di cui esemplare testimonianza è
l'imponente complesso della Manifattura Tabacchi (attuale
corso Regio Parco 142), ampio comparto industriale esito della
trasformaziome, dal 1758, de sito della delizia suburbana del
Parco, su progetto di G. B. Ferroggio e F. A. Devincenti, la
cui attività cessa nel 1996 e oggi sede di varie
funzioni, tra le quali alcuni centri e uffici
dell'Università di Torino. Altre realtà di complessi industriali presenti in Regio Parco (ora in parte dismessi o demoliti) sono il Lanificio Maggia, già manifattura Bona in piazzale Croce Rossa, realizzato nel secondo decennio del Novecento, esempio di stabilimento tessile del primo Novecento con capannoni testimonianza dell'architettura industriale del periodo, rinnovato e sottoposto a variazione d'uso negli anni Settanta e Ottanta, e lo stabilimento FIMIT, già filatura Vanzina, in via Rossetti, edificato nel 1833 in posizione strategica rispetto al canale Regio Parco e che, nonostante gli ampliamenti del Novecento, conserva relativamente integro il primitivo impianto. Fin dall'Ottocento il borgo si connota per la presenza di servizi urbani decentrati tendenti a unificare morfologicamente e socialmente l'ambiente: infatti, se fino al 1880 le scuole del quartiere erano ospitate in locali privati presi in affitto dal comune, tra il 1880 e il 1882 viene costruito il primo nucleo della scuola Abba su progetto dell'ing. Filippi, ampliato già nel 1918 e sopraelevato nel 1925. Negli stessi anni dell'ultimo quarto dell'Ottocento, fuori dalla cinta daziaria, viene costruito l'Asilo Umberto I, tuttora funzionante come scuola materna in via Paroletti 15, primo asilo della Federazione degli Asili Suburbani. Rimodernato nel 1912, questo viene descritto come uno dei più belli della città , con grandi aule, salone, giardino a integrazione e miglioramento del servizio di assistenza per i figli dei dipendenti della Manifattura Tabacchi, fino ad allora accolti in strutture aziendali. La scuola elementare Alma Mater, edificata da privati nel 1932 in via della Chiesa 5, viene ad arricchire la dotazione di edifici scolastici del quartiere. Un ulteriore aspetto rilevante per lo sviluppo urbano e la connotazione identitaria del borgo è costituito dai luoghi e dagli edifici destinati ai servizi di culto, tra cui emerge su tutti la presenza del Cimitero monumentale (corso Novara 137, corso Regio Parco). progettato da Gaetano Lombardi nel 1808 e realizzato a partire dal 1826, localizzato nella zona extraurbana del Regio Parco a prova di una nascente politica comunale di riforma e gestione dei servizi e degli spazi urbani secondo i criteri definiti da un rinnovato concetto di igiene. Tra gli edifici religiosi più significativi si ricorda invece la chiesa di San Gaetano da Thiene, costruita a fine Ottocento in gusto eclettico su progetto di Lorenzo Rivetti per ovviare al fatto che fino a quel periodo la popolazione del borgo Regio Parco fosse costretta a frequentare per i servizi religiosi la chiesa dedicata al Beato Amedeo IX di Savoia, edificata nel 1765 all'interno della Regia Manifattura Tabacchi. Ulteriore testimonianza degli investimenti statali in strutture di servizio decentrate tra la fine dell'Ottocento e il primo decennio del Novecento è rappresentato dall'Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Piemonte Liguria e Valle d'Aosta (via Bologna 148), che si caratterizza per la rilevante facciata in stile eclettico con fioriture liberty su progetto di Pietro Baral del 1913. Tra le infrastrutture a servizio del borgo si annoverano anche diversi ponti e passerelle tra cui il Ponte Bologna, che attraversa la Dora con tre campate in cemento armato, costruito dall'impresa Porcheddu nel 1911. Sempre ad attraversare la Dora si trovano il Ponte Carlo Emanuele I o Ponte del Colombaro, così denominato perché situato in prossimità della barriera del Colombaro, in asse con corso Tortona, e significativo esempio di ponte in cemento armato dell'inizio del Novecento realizzato nel 1902 dall'ingegner Giovanni Antonio Porcheddu concessionario del brevetto Hennebique, e il Ponte Rossini, costruito in cemento armato, a tre campate, nel 1925 dall'impresa Bertelet con un riutilizzo delle spalle in muratura di un precedente ponte ottocentesco. Il Ponte Emanuele Filiberto invece attraversa obliquamente il fiume con una sola campata in cemento armato, tra via Nievo e piazza Fontanesi, progetto 1915-19 (impresa Porcheddu), e più a est si trova il Ponte Washington, tra via Carcano e corso Brianza, realizzato nel 1932 su disegno dell'ingegner Peretti. Sul fiume Stura di Lanzo si localizza infine il Ponte Amedeo VIII, costruito nel 1933 dall'impresa Defilippi su progetto di Mario Dezzutti, per sostituire un precedente ponte sul quale passava, fin dal 1884, la linea tranviaria Torino-Settimo. Nell'Ottocento infatti, con la costruzione del primo ponte Amedeo VIII sulla Stura viene attivato il trenino che da Porta Palazzo porta da una parte fino a Settimo e dall'altra a Bertolla. Il trenino, attivo dal 1884 al 1954, faceva una sorta di capolinea intermedio in Piazza Giuseppe Cesare Abba, baricentro storico e geografico del quartiere. |
6. Riconoscibilità logiche insediative |
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X | Riconoscibilità del nucleo originario |
X | Presenza di stratificazioni successive/demolizioni/lacune rispetto al nucleo originario |
Indicazioni specifiche |
Nel tempo,
sulla definizione del tessuto urbano dell'ambito di borgo
Regio Parco, ha fortemente influito la storica presenza di
edifici e luoghi funzionalmente e dimensionalmente tanto
rilevanti non solo da determinare l'organizzazione funzionale
e l'immagine dell'area, ma da proporsi come punti di
riferimento della storia torinese. Tra questi, per
monumentalità , dimensioni e caratteri formali
dall'architettura, il Cimitero monumentale, l'antica
Manifattura Tabacchi e lo scalo merci di Vanchiglia imprimono
una chiara e particolare impronta al settore urbano e
costituiscono i fulcri visivi e distributivi per la
riconoscibilità di quell'area mentre, e più in generale,
si configurano come poli nodali anche della strutturazione
dell'intera città , e nonostante il mutare della vocazione
funzionale per la manifattura e lo scalo merci, mantengono
tuttavia un ruolo polare come memoria del passato in cui sono
stati rilevanti fulcri di attività lavorative e
organizzative della società torinese. Il tessuto del borgo si organizza quindi intorno e in funzione di queste emergenze architettoniche, contando numerosi fabbricati per l'attività industriale che nel corso del Novecento ne hanno determinato un disegno urbanistico organizzato in ampi isolati, scandito o contornato da una maglia viaria strutturata da alcune importanti arterie (corsi Regio Parco e Novara, la via Bologna e il lungodora Colletta), entro cui si è adattato il costruito destinato alla residenza. L'impostazione di tale struttura urbana si rifà alla fase di espansione pianificata tardo-ottocentesca sostenuta dal Piano Regolatore pel prolungamento dei corsi e vie principali fuori la Cinta Daziaria [ ... ] del 1887, caratterizzato appunto da un disegno a scacchiera regolare dello schema stradale, inglobante parte delle strade foranee preesistenti e in cui si inserisce un edificato più minuto con peculiarità che ne definiscono la connotazione ambientale tipicamente borghigiana, di cui è un esempio il nucleo polarizzato sull'ampio complesso dell'antica Manifattura Tabacchi in affaccio su corso Regio Parco. Questo particolare settore, in cui il settecentesco complesso manifatturiero, per la sua dimensione ma anche per la raffinatezza della sua austera architettura, si configura indiscutibilmente come il polo percettivo dominante, si compone di piccole strade e case che si articolano principalmente nell'area antistante il fronte dello storico edificio produttivo, e che a volte sboccano su spiazzi di varia dimensione su cui si affacciano edifici destinati a servizi urbani decentrati (scuola, asilo, chiesa) unificanti morfologicamente e socialmente l'ambiente, oppure spazi di aggregazione. L'architettura residenziale, composta generalmente da edifici a due o tre piani fuori terra connotati da linguaggi formali molto semplici e chiari, con fronti in cui si alternato facciate con case disegnate solo dal ritmo delle aperture verticali o assetti più ricercati in cui si riconoscono sobrie cornici o lesene, o ancora rigature dell'intonaco atte a simulare un bugnato, sono corrispondenti a una fase di consolidamento e di infittimento edilizio successiva al Piano Unico Regolatore e d' Ampliamento del 1908, caratterizzata dalla revisione di alcuni allineamenti e sezioni stradali e in particolare dall'intensificazione della densità edilizia fondiaria (da Borghi e borgate, 2014). Un'edilizia con caratteri più affini all'architettura rurale si riscontra invece lungo corso Regio Parco, nel settore adiacente al lato meridionale della manifattura, in una zona in cui ampi spazi sono ancora tenuti a prato e mostrano le tracce degli antichi canali che un tempo connotavano la morfologia del borgo, contribuendo alla ridotta densità fondiaria che caratterizza il borgo. Diverse aree con prati e alberi sono mantenute ancora oggi vive, presentando tuttora quei caratteri tipici delle aree più estreme della città, anche nella propaggine della zona a nord dell'area, verso il ponte Amedeo VIII, dove si riscontra la presenza di piccole case caratteristiche dei borghi extraurbani, leggibili come singole presenze senza continuità , con caratteri che si ritrovano reiterati anche al di là della Stura di Lanzo, nei borghi di Barca e Bertolla. Un'ulteriore settore in cui è possibile riscontrare la presenza di tipologie edilizie minute di matrice borghigiana è localizzato nella struttura secondaria di piccole strade in affaccio su via Bologna, in corrispondenza di corso Novara, dove un aggregato di piccole case (a due o tre piani fuori terra), di semplice fattura, configura un ambiente del tutto distaccato da quello caotico e disordinato dei tratti prossimi delle due importanti arterie stradali su cui gravita. A circondare questo nucleo è invece un insieme di grandi complessi industriali, in gran parte dismessi, e di altri per piccole attività produttive, su cui gravitava in passato tanto l'ambito in oggetto, quanto l'area dell'adiacente borgata Monterosa. |
7. Elementi di connessione con il territorio circostante |
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X | Relazioni con il sistema viario | X | Relazioni con il sistema idrico |
Relazioni con il sistema ferroviario | X | Relazioni con il contesto territoriale |
Indicazioni specifiche |
Già dalla definizione del perimetro che individua il settore
urbano di borgo Regio Parco, costituito appunto da Corso
Novara a Ovest, via Bologna, piazza Sofia e dagli argini del
fiume Stura di Lanzo a nord, dalla strada di Settimo e dal
fiume Po a est e infine dalle rive del fiume Dora Riparia con
il lungodora Pietro Colletta a sud, appare evidente la stretta
connessione tra l'ambito e il sistema idrico, tanto da
giustificarne il riconoscimento di un forte valore ambientale,
già assegnato nel contesto della ricerca relativa ai Beni
culturali ambientali nel Comune di Torino. Ancora nella descrizione del complesso della residenza del Viboccone -
con aree acquisite già da Emanuele Filiberto sul finire del Cinquecento
e l'impianto fortemente determonato dalle commesse del successore Carlo
Emanuele I, quale casa di caccia e al contempo azienda agricola modello
per la coltivazione del baco da seta - offerta dal Theatrum Sabaudiae nell'ultimo quarto del Seicento, si descrive il Parco come «luogo di
delizia dei principi sabaudi e dei cittadini tutti», dove «una fontana
abbondantissima d'acque, [permette] anche [di] andare in barchetta» e
si trova un richiamo ai tre canali che lo percorrono per riunirsi all'uscita
«permettendo anche il piacere della pesca». Anche dopo il declino della residenza,
in ragione della ricchezza di risorse idriche, nell'area vengono mantenute
significative funzioni agricole; nel 1758 Carlo Emanuele III fa edificare
nel Parco “divenuto Regio dopo l'assunzione del ducato a regno “le nuove
grandi fabbriche per la produzione del tabacco e della carta adibendo i terreni
circostanti a piantagione di tabacco e ricostruendo il ponte delle Benne,
con il contestuale scavo del canale che avrebbe fornito la forza motrice
alle manifatture. Il canale del Regio Parco era costituito da due distinti
alvei: il ramo del Parco con originato dalla Dora in corrispondenza del ponte
delle Benne e il ramo Vanchiglia, come continuazione del canale dei Molassi,
rami che si riunivano in prossimità del Cimitero generale e proseguivano
verso gli stabilimenti del Parco. Dopo un'importante ristrutturazione
ottocentesca per ragioni funzionali e igieniche, il canale del Regio
Parco sopravvive ancora per quasi un secolo, quando alla soglia degli
anni Sessanta il Comune di Torino stabilisce di sopprimere il canale
dei Molassi e il sistema idraulico cittadino, lasciando del canale solo
l'alveo asciutto. Nel tempo, quindi, le attività relazionate alla presenza
dei corsi d'acqua si trasformano completamente e inizia un uso intensivo
del bacino della Stura con il sorgere di numerose cave, a cui segue una
caotica industrializzazione. Al progressivo abbandono, per esaurimento,
delle cave di inerti, fa seguito un maggior degrado dell'area e delle sponde,
che favorisce il conseguente insediamento di attività abusive.
Tale processo di degenerazione viene però contrastato dalla progettazione
e realizzazione di due grandi spazi verdi che attualmente mediano la
relazione tra borgo Regio Parco e il sistema idrico-fluviale: il
parco dell'Arrivore e il parco della Confluenza. In particolare
il nuovo Parco dell'Arrivore, inaugurato nel 2009, è situato sulla
sponda destra del torrente Stura, in un'area di grande valenza naturalistica
riqualificata attraverso il riconoscimento di elementi paesaggistici ed
ecologici per la ricostruzione di un'identità paesaggistica.
Risulta evidente che attraverso la mediazione dell'area verde
con i suoi elementi caratterizzanti, il fiume e la vegetazione delle sue sponde,
un corridoio ecologico, l'area umida, l'orlo del terrazzo naturale,
verso via Botticelli, la città entra in relazione diretta con il
contesto territoriale che la circonda, godendo di una balconata panoramica
verso tutta l'area del Parco e di visuali verso l'arco alpino e la collina
torinese, che rappresentano orizzonti paesaggistici di grande valore scenico,
rafforzati in alcuni casi da specifici punti di interesse panoramico
(come la Basilica di Superga). Per quanto concerne invece le relazioni che intercorrono tra il tessuto urbano del borgo Regio Parco e il sistema viario, è rilevante segnalare che la direttrice storica di sviluppo dell'ambito è costituita dall'antica Strada delle Maddalene attestata sull'ingresso principale della Manifattura Tabacchi. Significativo storicamente e funzionalmente è anche il collegamento con l'ambito dell'antico tracciato della Strada del Regio Parco, consolidato come direzione di sviluppo sul proseguimento per Barca e Bertolla contestualmente alla formazione della barriera daziaria di Piazza Sofia. Altro asse portante dello sviluppo del borgo è via Bologna, il cui prolungamento oltre la cinta daziaria è stato voluto dai piani di espansione di inizio Novecento. |
8. Vincoli e prescrizioni |
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X | P.R.G. | X | Soprintendenza |
X | P.P.R. | Altre tutele |
Indicazioni specifiche |
Esiste un'area vincolata dal P.P.R. in cui si riscontra la presenza di edifici vincolati secondo la legge 1497/39, lungo l'asse fluviale del Po, attraversando l'area del Parco della Colletta e terminando alla confluenza con la Dora. |
9. Norme urbanistico edilizie di attuazione |
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X | Inclusione nelle aree ZUT/ATS |
Indicazioni specifiche |
Nel settore considerato, il PRG vigente della Città di Torino classifica come Zona Urbana di Trasformazione numerosi ambiti, in ragione della dismissione di diversi complessi industriali, tra cui si evidenziano i casi: 5.25_Botticelli, 9.37_Gottardo, 9.7_CEAT, 9.200_Regaldi, 9.35/.36_Scalo Vanchiglia Est, 9.34_Cimarosa, 9.23_Zerboni, 9.24_Lanificio di Torino, 9.27_Ferrai, 9.29_Bologna. |
10. Descrizione e considerazioni (cronologie, comparazioni, riferimenti) |
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L'ambito di borgo
Regio Parco, come già evidenziato, risulta storicamente
connotato dalla localizzazione all'interno del suo perimetro
di importanti emergenze, veri e propri poli funzionali e
fulcri identitari del borgo, le cui fasi storiche e di
sviluppo hanno determinato l'espansione e i caratteri
dell'intero settore urbano. La nascita del Regio Parco è
connessa a volontà politiche e di potere di casa Savoia,
a seguito della scelta di Torino quale capitale degli
Stati nel 1563, che si esplica attraverso un programma
di acquisti fondiari per creare quella che successivamente
viene definita la corona di delizie, grandi estensioni
di terreni al Valentino, a Stupinigi, a Venaria, il feudo del
castello di Lucento e la zona compresa tra i fiumi Dora Stura
e Po, conosciuta con il toponimo di Viboccone. Per volere di
Emanuele Filiberto, sul finire del Cinquecento, viene
intrapresa la realizzazione della residenza del Viboccone, e
poiché questa viene immaginata come casa di caccia e al
contempo azienda agricola modello per la coltivazione del baco
da seta, vengono ampliati i possedimenti terrieri nell'area
circostante, inglobando anche un'ottantina di giornate di
terreno boscoso a nord-est della città, in prossimità della
confluenza tra il Po, la Dora e la Stura, proprietà
ulteriormente ampliate e arricchite ancora dal figlio
Carlo Emanuele I. I terreni acquisiti vengono trasformati in
un grande spazio verde, un vero e proprio parco, parzialmente
anche aperto al pubblico, descritto dai contemporanei come un
luogo ameno e bucolico, destinato alle cacce, alle feste e
alla contemplazione. Tuttavia, già dopo la morte di
Carlo Emanuele I, l'aulico complesso conosce un precoce
declino, lasciando prevalere lo sviluppo di attività
agricole, fino alle distruzioni ad opera dei francesi in
seguito alla battaglia di Torino del 1706, nel corso della
quale rimase gravemente danneggiato e non più ricostruito. Nel corso del XVIII secolo, i resti della residenza vengono riconvertiti e inglobati nelle Regie Manifatture Tabacchi (1758), mentre parte dell'area del regio Parco viene destinata a ospitare dal 1829 quello che oggi è il Cimitero monumentale. Il complesso protoindustriale delle Manifatture Tabacchi si proponeva di raccogliere in un unico luogo tutte le fasi della coltivazione e della lavorazione delle foglie di tabacco e essere riflesso dell'efficienza del potere reale. A partire dal 1840 lo stabilimento evolve in una vera e propria fabbrica di tabacchi con annessa una cartiera, con progressivi ampliamenti, fino all'inserimento di centrale elettrica a discapito della cappella, unico elemento residuale dell'originaria residenza. Al sopraccitato Cimitero Monumentale di Torino si accede attraverso un ingresso in stile neoclassico e racchiude nel suo perimetro un il Tempio Crematorio, il Luogo del Ricordo per la dispersione delle ceneri e aree di sepoltura riservate alle comunità ebraica ed evangelica, a ordini religiosi e a corpi militari, sicché il Monumentale è effettivamente un museo a cielo aperto. |
11a. Documentazione cartografica storica |
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Giovanni Battista Sappa, Ville impériale de Turin, in Département du Po, Arrondissement Communal & Canton de Turin, Plan géometrique de la Commune de Turin, Levé en exécution de l'arrêté du 12 Brumaire an II, Terminé le12 Nivoise an XIII, 1804-05, ASTO, Riunite, Finanze, Catasti, Catasto Francese, Torino f.9. |
Antonio Rabbini, Mappa originale del Comune di Torino, detta "Catasto Rabbini", 1866. ASTO, Riunite, Finanze, Catasti, Catasto Rabbini, ff. XIV, XVIII. |
Ufficio Municipale dei Lavori Pubblici, Carta Topografica del Territorio di Torino coll’Indicazione dei Piani Regolatori e degli Ampliamenti [...], 1900. ASCT, Tipi e disegni, 64.6.1. |
Comune di Torino, Piano Topografico del Territorio ripartito in Frazioni e Sezioni di Censimento, 1911. ASCT, Tipi e disegni, 64.8.17. |
Ufficio Municipale dei Lavori Pubblici, Pianta di Torino coll’Indicazione dei due Piani Regolatori e di Ampliamento rispettivamente delle Zone piana e collinare adottati dal Consiglio Comunale nel 1913, colle Varianti approvate successivamente sino a Maggio 1915, 1916. ASCT, Tipi e disegni, 64.6.8. |
Servizio Tecnico Municipale dei Lavori Pubblici, Pianta di Torino coll’Indicazione dei due Piani Regolatori e di Ampliamento rispettivamente della Zona piana [...] e della Zona collinare [...] aggiornati colle Varianti deliberate successivamente sino a Giugno 1935 (terza variante piano 1908). ASCT, Tipi e disegni, 64.7.8/6. |
11b. Documentazione cartografica attuale |
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Piano Regolatore 1995. Tavv. 5b, 9b (Geoportale Comune di Torino). |
Ortofoto dell'ambito Regio Parco (Google Maps, 2021). |
12a. Documentazione storica |
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Chiesa San Gaetano da Thiene e binari per scalo Vanchiglia, anni Trenta del Novecento (EUT6). |
"Villaggio rurale" XVIII Quartiere IACP, 1956 (Archivio ATC Torino). |
Fiume Dora Riparia e il ponte Emanuele Filiberto di via Fontanesi, anni Cinquanta del Novecento (Archivio Storico della Città di Torino). |
Manifattura Tabacchi e tram, anni Venti del Novecento (Collezione Chiara Devoti). |
Cimitero Monumentale, Corso Novara (già Corso Tortona 76-78). Effetti prodotti dai bombardamenti dell'incursione aerea del 13 luglio 1943 (Archivio Storico della Città di Torino/Archivio Storico Vigili del Fuoco. |
Corso Regio Parco 142. Regia Manifattura dei Tabacchi. Effetti prodotti dai bombardamenti dell'incursione aerea dell'8-9 dicembre 1943 (Archivio Storico della Città di Torino/Archivio Storico Vigili del Fuoco). |
Ingresso del raccordo ferroviario con la Manifattura Tabacchi, anni Settanta del Novecento (Collezione Mauro Lavazza). |
Cascina Druetto (demolita negli anni Sessanta del Novecento), anni Cinquanta del Novecento (Edizioni del Capricorno). |
12b. Documentazione attuale |
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Lo stabile ottocentesco dell’ex stabilimento FIMITcon il tetto scoperchiato (foto: Giuseppe Beraudo, 2010. Museo Torino). |
Parziale utilizzo Università e uffici, resto dell'ex Manifattura tuttora dismesso (foto: Luca Davico, 2015. Immagini del Cambiamento). |
Capannone più vecchio costruito nel 1910 dello stabilimento ex Filatura di Tollegno – ex Lanificio Bona – ex Lanificio di Torino Maggia (foto: EUT 6, 2009. Museo Torino). |
Ponte Rossini sulla Dora (foto: Edoardo Vigo, 2012. Museo Torino). |
Ingresso Cimitero Monumentale su corso Novara (foto: Dario Lanzardo, 2010. Museo Torino). |
Campi sportivi e Scuola materna in via Mercadante, sullo sfondo ospedale S.Giovanni Bosco (foto: Luca Davico, 2015. Immagini del Cambiamento). |
Parco della Confluenza (foto: Daniele Viarengo, 2021. Immagini del Cambiamento). |
13. Documentazione archivistica |
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14. Documentazione bibliografica |
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15. Sitografia |
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16. Compilazione e revisione |
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Compilatore scheda: | Chiara Benedetti |
Data compilazione: | Gennaio 2022 |
Revisore scheda: | Chiara Devoti |
Data revisione: | Gennaio 2022 |