Accordo di collaborazione tra Città di Torino e Politecnico di Torino

Studi e ricerche di comune interesse per sistemi caratterizzanti il tessuto urbano

San Salvario

Categoria  
Circoscrizione / Circoscrizioni 8
Quartiere / Quartieri 2: San Salvario
1. Codifica complesso
Scheda / Schede M_23
ID Edificio  
Collegamento a scheda  
Vista aerea dell'ambito di San Salvario (Google Maps 2022).
2. Ubicazione
Foglio PRGC 9A, 13A
Foglio  
Particella  
Cinta daziaria Entro la prima cinta daziaria (1853-1912)
3. Denominazione
Attuale San Salvario
Storica San Salvario (San Salvatore)
4. Periodizzazione
Fondazione impianto attuale
L'impianto attuale del macroambito di San Salvario è l'esito del progetto per parti legato al Piano per l'ampliamento della capitale di Promis (dal 1851), consolidato tra l'ultimo quarto del XIX secolo e il primo decennio del XX.
L'attuale organizzazione è quindi l'esito degli interventi di matrice ottocentesca, in parte completati gradualmente nel primo Novecento.
Indicazioni specifiche
La vicenda di sviluppo e trasformazione dell'ambito considerato si avvia con la sistemazione difensiva della città attraverso opere fortificatorie esterne conseguenti al primo e secondo ampliamento di Torino (XVII secolo) e all'organizzazione rurale del territorio foraneo. La trama viaria su cui tale organizzazione si sostiene è costituita dai grandi viali di collegamento aulico, derivanti dall'opera di disegno territoriale sei-settecentesco, quali il viale tracciato dalla Porta Nuova al Convento di San Salvatore, insistente sulla via di collegamento extraurbano da Torino a Nizza (attuale via Nizza), i viali di collegamento al Castello del Valentino sia dal convento di San Salvatore (ora Corso Marconi), sia dal rondò fuori Porta Nuova (ora completamente scomparso, noto nel corso del primo Ottocento come Allea Buia). In questo contesto emergono infatti come predominanti due importanti già citati edifici seicenteschi, l'uno conventuale, ovvero il convento dei frati serviti noto come San Salvatore in campagna, o già San Salvario (su progetto di Amedeo di Castellamonte) e l'altro di residenza extraurbana della corte, il Palazzo, poi Castello del Valentino (edificato su progetto di Carlo e Amedeo di Castellamonte), edifici commissionati dalla prima Madama Reale Maria Cristina di Francia. L'aspetto rurale del circondario, con la presenza di bealere, coltivi e prati, viene illustrato anche da vedute e cartografie settecentesche, ove si intravvede anche la presenza della grande direttrice della Strada di Nizza, che collegava il centro della Città fino al Valentino. In seguito all'abbattimento delle mura per editto napoleonico, il settore meridionale acquisisce un certo interesse, anche se non è ancora attivo un processo di lottizzazione.
Durante la Restaurazione vengono prolungate le arterie storiche, quali assi portanti della nuova riorganizzazione urbana e, secondo un progetto dell'arch. Lombardi, si assiste a una prima lottizzazione originata dalle direttrici principali, a sud del tracciato di corso Vittorio Emanuele II fino al Po, quali prima testimonianza di edilizia privata nel macroambito oggi noto come San Salvario. Intorno agli anni Quaranta dell'Ottocento si riscontra la presenza di edifici assimilabili a "case rustiche"/"case ad aia", con terreni di pertinenza, sistemate nei pressi del convento di San Salvario e lungo il cosiddetto viale del Re (corso Vittorio Emanuele II). In questa fase gli sviluppi della città si concentrano con particolare intensità nella zona a sud del viale del Re in quanto l'area non presenta impedimenti fisici e funzionali che contraddistinguono al contrario altri parti della città, come la presenza degli apparati industriali di Borgo Dora a nord, l'ansa fluviale del Po a est o il complesso militare della Cttadella a ovest; il processo di lottizzazione viene anche supportato dall'insediamento di alcuni importanti servizi come la stazione ferroviaria, di Porta Nuova, il nuovo Ospedale Divisionario Militare (in corso Marconi), e l'ampliamento dell'Orto Botanico. Grazie alla creazione della cinta daziaria del 1853 vengono stabilite condizioni fiscali differenti, rendendo più vantaggiosi i costi di costruzione e insediamento in San Salvario, quartiere animato successivamente dall'inaugurazione del mercato di piazza Madama Cristina nel 1876. La realizzazione di tali ambizioni espansive viene declinata attraverso numerose proposte progettuali, tra le quali emergono diversi progetti firmati da Carlo Promis. Il processo decisionale è retto infatti dal Piano per l'ampliamento della capitale di Promis (dal 1851) che viene a definire l'area di espansione sui terreni compresi tra corso Vittorio Emanuele II (viale del Re) e le pertinenze del convento di San Salvatore. Il piano, approvato tra il 1851-1852 e completato nel 1857, riguarda complessivamente tre diversi programmi di espansione: fuori Porta Nuova, verso la regione Valdocco oltre Porta Susa e nel quartiere di Vanchiglia, costituendo un nodo cruciale per la storia di Torino. Tale fase risulta caratterizzata dal tracciamento di nuovi isolati a maglia regolare sul proseguimento delle strade già presenti a nord di corso Vittorio Emanuele II (si nota però una declinazione dei tracciati verso sud-ovest a causa della variante del 1853 di Carlo Gabetti). Rimane però ancora scarsamente edificata l'ultima striscia di lotti prospicente l'attuale corso Massimo d'Azeglio. Nel 1877 viene approvato il nuovo Piano d'Ingrandimento per il borgo San Salvario tra la cinta daziaria, il fuome Po e via Nizza, che determina la saturazione del quartiere.
Intorno agli anni Ottanta si innesca uno sviluppo speculativo che coinvolge gli insediamenti residenziali a ridosso della cinta daziaria o in corrispondeza delle porte d'accesso, e quelli nei pressi delle strade foranee.
Il completamento dell'organizzazione urbana nelle zone ancora non edificiate e la saturazione degli isolati precedenti, pressoché conclusa entro il primo decennio del Nocevento, con sporadici episodi nei due decenni seguenti, è caratterizzata dall'edificazione dei lotti lungo corso Massimo D'Azeglio, presso l'attuale piazza Madama Cristina, sulla piazza Sal Salvario, lungo corso Marconi.
Data primo impianto
San Salvario possiede una storia piuttosto recente in quanto, nel corso del Settecento, lungo la direttrice meridionale della Città, esistevano soltanto il Castello del Valentino (sul Po, a est) e il convento di San Salvatore di Campagna (o Salvario), da cui deriva poi il nome dell'ambito Lo sviluppo dell'insediamento vero e proprio avviene a partire dall'Ottocento, in seguito all'abbattimento delle mura, per poi consolidare il processo di lottizzazione durante il corso del Novecento.
5. Regime patrimoniale
Indicazioni specifiche
Il macroambito di San Salvario è connotato prevalentemente da tessuto residenziale e annessi servizi. Nello specifico si individuano complessi residenziali porticati destinati all'affitto di medio o elevato decoro oppure aventi destinazione d'uso alberghiera, appartenenti alla seconda metà dell'Ottocento, in seguito allo smantellamento delle fortificazioni (Piano Fuori Porta Nuova, Carlo Promis 1851), stituati nell'isolato compreso tra corso Vittorio Emanuele II, via Nizza, via Berthollet e via Saluzzo. Appartenenti alla stessa fase di urbanizzazione, si segnalano poi edifici residenziali destinati all'affitto, spesso ospitanti negozi, in particolare sulle vie Saluzzo 13, 23; Belfiore 5, 7; San Pio V 3, 7. Nelle vicinanze di via Madama Cristina invece si concentrano case da reddito realizzate su lotti di dimensioni ridotte, appartenenti alla seconda metà dell'Ottocento, con notevole presenza di strutture commerciali e artigianali; nello specifico si segnalano gli edifici in via Bidone 17, 21, 24, 26; via Belfiore 53, 55.
All'interno del quartiere si individuano ancora ulteriori case da reddito edificate su lotti di dimensioni superiori, ma relative al processo di saturazione del comparto in atto dagli anni ottanta dell'Ottocento al primo decennio del Novecento, come per i complessi in corso Marconi 3, 7; via Principe Tommaso 37, 39; via Goito 6, 8; l'isolato tra le vie Morgari, Principe Tommaso, Valperga Caluso, Belfiore. Si ricordano inoltre casa Sigismondi in via Madama Cristina 5, significativo esempio di architettura di transizione tra il gusto liberty e art déco, su progetto di Giuseppe Momo nel 1915; la palazzina Claretta in via Galliari 37, costruita su progetto di Enrico Petiti nel 1882.
Si segnalano inoltre edifici residenziali destinati all'affitto, di inizio Novecento, appartenenti alla fase di completamento della lottizzazione, come quelli in via Madama Cristina 78, 80; via Belfiore 66, 72; via Donizzetti 7; via Nizza 43; via Argentero 4 (progetto di Pietro Fenoglio).
Tra gli edifici realizzati nei primi anni del Novecento, in concomitanza con le grandi esposizioni nazionali e internazionali che si svolgevano all'interno del parco del Valentino, si individua inoltre un comparto connotato dalla presenza di villini unifamiliari o plurifamiliari con annesso giardino, che si configurano come modelli rappresentativi delle sperimentazioni del linguaggio architettonico del periodo. Tra queste si segnalano un villino (via Tiziano 52) di gusto eclettico tardo ottocentesco; villa Javelli (via Petrarca 44) su progetto di Raimondo D' Aronco, destinato a diventare manifesto del linguaggio modernista, il villino Kind (via Monti 48) opera dell'arch. Michele Frapolli nel 1904, di gusto secessione viennese e Arts & Crafts; villa Canonico (tra via Marchetti e via Canova) in cui si distingue un apparato decorativo eclettico; casa Marangon in gusto art nouveau (via Tiziano 17), edificata nel 1904 da Daniele Donghi. Tra le architetture più rilevanti che fanno da sfondo al comparto urbano, fronteggiando l'area del Viale del Re, dei primi decenni del XX secolo, emerge Palazzo Gualino (corso Vittorio Emanuele II 8), manifersto del razionalismo italiano, affidato agli architetti Gino Levi Montalcini e Giuseppe Pagano Pogatschnig (esterno al macroambito).
Databili agli anni trenta e quaranta del Novecento vi sono inoltre edifici residenziali destinati all'affitto di livello medio e raramente ospitanti negozi, situati in corso Raffaello 18, via Belfiore 47, corso Massimo d'Azeglio 12, appartenenti all'ultima fase di completamento della lottizzazione del quartiere, caratterizzata dal completamento del reticolo viario; tra questi si ricorda anche la casa tra via Sant'Anselmo e via Lombroso; l'edificio a destinazione d'uso mista residenziale-terziario, situato in corso Marconi 15 e realizzato su progetto di Domenico Morelli e Felice Bardelli tra il 1958 e il 1960, in stile post razionalista; degli stessi anni si segnala anche l'edificio di civile abitazione con struttura metallica in corso Massimo d'Azeglio 20, su progetto di Gino Becker.
Tra i rari esempi di edilizia popolare a San Salvario vi sono il Quartiere 21 (via Petiti 31, 35), costruito nel secondo periodo IACP (1924); la Casa Impiegati Maestri Municipali (via Ormea, via Petiti), del 1926 per conto della Società Cooperativa Case per Impiegati e Maestri Municipali.
I principali assi rettori di sviluppo urbano del quartiere sono corso Vittorio Emanuele II, corso Massimo d'Azeglio e via Nizza, quest'ultima insistente sul tracciato dell'antica strada di collegamento extraurbano da Torino a Nizza. Tra gli altri si segnalano corso Guglielmo Marconi, quale antico viale seicentesco di collegamento tra il castello del Valentino e il convento di San Salvatore; via Madama Cristina, la cui omonima piazza ospita lo storico mercato locale, direttrice che, più a sud, interseca gli assi di corso Raffaello e corso Dante.
Si segnala la presenza di due grandi piazze che ospitano il mercato rionale, rispettivamente piazza Nizza e piazza Madama Cristina. La presenza del mercato in piazza Madama Cristina si attesta già a partire dal 1876, in seguito al trasferimento da piazza Bodoni, configurandosi come il secondo mercato cittadino, cuore pulsante degli scambi commerciali, favorito anche dalla presenza di negozi e botteghe artigianali che si insediano attorno alla piazza e alla vicinanza con lo scalo ferroviario di scarico merci della stazione di Porta Nuova.
Il macroambito di San Salvario presenta diverse architetture legate ai servizi per il culto, tra cui il seicentesco convento con annessa chiesa di San Salvatore, progettati da Amedeo di Castellamonte, come cappella a servizio del castello del Valentino. Negli anni successivi allo Statuto Albertino (1851-1853) si segnala a San Salvario la fondazione del primo edificio di culto non cattolico, ossia della chiesa Valdese (corso Vittorio Emanuele II 23), in gusto neogotico, per volontà di Charles Beckwith, corredato da servizi per la comunità religiosa. A poca distanza, intorno al 1884, su progetto di Enrico Petiti viene costruita la Sinagoga (via Pio V 12) in stile moresco orientaleggiante. L'evidente presenza del tempio protestante sul viale del Re crea una quasi immediata reazione della Curia torinese che fa erigere tra il 1865 e il 1867 la Chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo (via Saluzzo 25 bis). Un altro contrappunto del cattolicesimo dominante si ritrova nel complesso di San Giovanni Evangelista (corso Vittorio Emanuele II 15) noto come San Giovannino, eretto tra il 1878 e il 1882 su disegno dell'architetto Arborio Mella in stile neogotico e con campanile e oratorio annesso. Tra gli altri edifici di culto si segnalano la Chiesa Sacro Cuore di Maria (via Morgani, via Belfiore), opera di Carlo Ceppi del 1884; la Chiesa dell'Immacolata Concezione (via Nizza 47), su progetto dell'arch. Enrico Mottura degli anni venti del Novecento; la Chiesa del Sacro Cuore di Gesù (via Nizza 56), su progetto di Edoardo Arborio Mella in linguaggio neogotico, del 1872.
Il macroambito si configura come polo culturale già storicamente; si segnala infatti un primo nucleo legato alla cultura illumista nell'Orto Botanico, poi nelle serre municipali, nell'Accademia di Agricoltura. La volontà di creare un polo di studi accademici vede l'istituzione di nuove sede universitarie e scientifiche costruite oltre il corso Massimo d'Azeglio. Tra quest'ultimo e via Ormea, già a partire dal 1885, trovano sede anche le nuove facoltà di fisica, chimica, biologia e anatomia e fisiologia umana, dando origine alla cosiddetta Città della scienza, definita tale in occasione dell'Esposizione generale italiana del 1884. Si segnala inoltre che nel 1859 presso il Castello del Valentino trova sede la regia Scuola di Applicazione per gli Ingegneri, nucleo del futuro Politecnico. La definizione di Città della scienza sembra essere ancora attuale in quanto San Salvario è continuativamente sede di nuomerosi dipartimenti scientifici dell'Università degli Studi di Torino e del Politecnico, favorendo ancora lo stabilirsi nel quartiere di studenti, ricercatori e professori. A questo proposito si segnala la Casa dello Studente (via Ormea, via Galliari 30), realizzata nel 1936 su progetto di Ferruccio Grassi, come esempio di architettura razionalista, oggi però trasformata internamente ed esternamente.
Tra gli altri edifici scolastici significativi si ricordano inoltre la scuola materna Santa Maria (via San Pio V 11) del 1887; il complesso della scuola elementare G. A. Reineri e della scuola media A. Manzoni (isolato tra via Ormea, via Giacosa, via Madama Cristina e corso Marconi), edificato tra il 1881 e il 1882 su progetto dell'ing. Pecco; la succursale della scuola elementare G. A. Reineri (via Saluzzo 24) costruita negli ultimi anni dell'Ottocento; l'Istituto Elettrotecnico Galileo Ferraris (corso Massimo d'Azeglio 42) realizzato nei primi anni trenta del Novecento su progetto di Vittorio Eugenio Ballatore di Rosana; l'Istituto Rosmini (via Nizza e via Rosmini); la scuola elementare Silvio Pellico (isolato tra le vie Saluzzo, Foscolo, Madama Cristina e corso Dante), costruito tra il 1884 e il 1887 su progetto dell'ing. Prinetti; l'Istituto per i ciechi (via Nizza 151) fondato nel 1887 e costruito dall'ing. Soldati.
San Salvario nasce con una vocazione prevalentemente residenziale, tuttavia nel quartiere si sono insediati nel corso del tempo alcuni stabilimenti produttivi, quali elementi catalizzatori per l'insediamento nel quartiere di una classe operaia specializzata. Tra questi si ricordano il vivaio dei fratelli Burdin (databile al 1822), realizzato in uno dei terreni contigui al convento di San Salvatore, successivamente ampliato e poi spostato in un'altra area all'interno del quartiere. In corso Dante 102, all'angolo con le vie Marocchetti, Tiziano e Correggio si attesta il primo stabilimento FIAT, inaugurato nel 1900 e attivo fino al 1922, su progetto degli ingg. Enrico Marchese e Alfredo Premoli, all'epoca tecnologicamente all'avanguardia per la presenza di macchinari americani e tedeschi e un cospicuo numero di operai impiegati. Nel corso del tempo lo stabilimento subisce degli ampliamenti, estendendosi lungo il lotto e inglobando la carrozzeria Rotschild (di via Madama Cristina) e altre ditte fornitrici limitrofe.
Tra gli altri edifici industriali si distinguono inoltre i magazzini generali Docks Piemontesi (corso Dante 40), su progetto della Società G. A. Porcheddu; l'opificio Musso (via Lugaro), già presente nella sua conformazione attuale a metà dell'Ottocento; lo stabilimento della Microtecnica (piazza Arturo Graf 147), ancora attiva oggi nel campo delle applicazioni aerospaziali.
Tra gli edifici significativi presenti nel quartiere, si ricordano la sede Utet (corso Raffaello 28), costruita a cavallo tra Ottocento e Novecento, attualmente convertita ad uso residenziale; l'edificio razionalista della società di assicurazioni SAI (corso Galileo Galilei 12), opera dell'arch. Amedeo Albertini, progetto del 1965, significativa espressione di architettura per uffici di gusto internazionale; gli ex bagni municipali, oggi noti come Casa del Quartiere (via Morgari 14), su progetto di Camillo Dolza, databili al primo decennio del Novecento; l'albergo Eden, prima residenza privata (via Donizzetti 22), progettato da Alfredo Premoli nel 1900 in stile liberty; l'edificio della Società Promotrice di Belle Arti (viale Crivelli, all'interno del parco), costruita nel 1916 su progetto di Enrico Bonicelli e ristrutturata nel 1926 da Chevalley; il salone interrato di Torino Esposizioni (viale Ceppi, viale Medaglie d'Oro), quale esempio di struttura moderna e realizzato scavando l'area del galoppatoio-patinoire del Valentino, su progetto di Riccardo Morandi nel 1960.
Fino alla metà dell'Ottocento, il progetto del verde urbano si concentrava sulla realizzazione dei cosiddetti boulevards, ossia i viali alberati, sorti sulle tracce delle fortificazioni abbattute. Tuttavia, nell'ambito del Piano d'Ingrandimento di Promis del 1852, emerge la volontà di creare un parco pubblico, per soddisfare il bisogno di salubrità , igiene urbana e passeggio. Viene quindi realizzato il grande parco del Valentino, adiacente all'omonimo Castello, secondo il progetto di Barillet-Deschamps, in occasione dell'Esposizione Nazionale dei Prodotti per l'Industria, che richiama l'impostazione romantica tipica dei parchi ottocenteschi. Il parco, oltre a diventare luogo di passeggio, si configura anche come polo per le attività legate al divertissment e allo sport, con l'insediamento di strutture come il tiro a segno Pallamaglio, la sede della Società ginnastica d'Italia (1844), poi Società dei Canottieri Caprera, la sede del circolo di canottaggio Cerea (1863) e il circolo di ciclisti Veloce Club (1882). Ad animare il passeggio ottocentesco, lungo i percorsi del parco ,si incontrano diverse opere di statuaria celebrative di personaggi significativi e arre tematiche, come il giardino roccioso.
Tra le altre aree verdi più interessanti di San Salvario, si segnala la presenza dello storico Orto Botanico dell'Università , già attivo nel 1729, adiacente al Castello del Valentino, poi corredato da aranciere, serre e museo erbario negli anni trenta dell'Ottocento.
Si legano alla realtà del Parco del Valentino anche alcuni edifici dedicati all'attività sportiva, tra cui lo storico club di scherma Le Glicini (viale Ceppi) costruito in gusto eclettico nel 1844 e le società dei canottieri lungo il fiume, tra cui la Società Canottieri Caprera, nata nel 1883 (corso Moncalieri 22/A), poi trasferitasi sulla sponda destra del Po, la Società dei Canottieri Armida del 1876 (viale Virgilio 45), in stile liberty su progetto dell'ing. Vittorio Rovere.
Eredità delle numerose esposizioni che hanno caratterizzato l'area del parco del Valentino e la storia del quartiere tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento, si identificano alcuni significativi complessi tutt'oggi conservati. Tra questi vi è il Borgo Medievale (viale Turr), quale unico documento di una precisa stagione culturale neomedievale, progettato da numerosi progettisti vicini ad Alfredo d'Andrade (Brayda, Canessa, Nigra, Germano, Pucci-Baudana), in occasione dell'Esposizione del 1884. Su progetto di Carlo Ceppi si ricorda, inserita all'interno del Parco, la Fontana delle Stagioni, per l'Esposizione del 1898.
Si segnala il Palazzo della Moda, poi Palazzo Torino Esposizioni (corso Massimo d'Azeglio 88), progettato assegnato su concorso a Ettore Sottsass nel 1936-38, che comprende anche un ristorante e un teatro.
6. Riconoscibilità logiche insediative
X Riconoscibilità del nucleo originario
  Presenza di stratificazioni successive/demolizioni/lacune rispetto al nucleo originario
Indicazioni specifiche
Rispetto ad altri ambiti torinesi, San Salvario ha un'origine più recente, pertanto non assume la connotazione di borgo, ma non ha neppure la genesi extra cinta che connota l'origine delle borgate e, se si intende considerare come nucleo originario la presenza di elementi particolarmente significativi, precedenti al processo di inurbamento, allora si può affermare che il sistema del Palazzo, poi Castello del Valentino, e il contiguo Orto Botanico rappresentino di per sè un complesso polarizzante già presente nel XVII secolo e attualmente ancora riconoscibile all'interno del quartiere.
7. Elementi di connessione con il territorio circostante
X Relazioni con il sistema viario X Relazioni con il sistema idrico
X Relazioni con il sistema ferroviario X Relazioni con il contesto territoriale
Indicazioni specifiche
L'ambito considerato presenta delle forti connessioni con il sistema viario a partire già dalla sua perimetrazione definita da corso Vittorio Emanuele II, via Nizza adiacente alla direttrice ferroviaria, corso Bramante e un significativo tratto del fiume Po.
L'attuale ambito di San Salvario presenta anche una forte connessione con il sistema ferroviario, in particolare con a linea Torino-Genova: il quartiere subisce infatti una notevole variazione e taglio già nel 1848 con la costruzione del primo tratto ferroviario di collegamento tra Torino e Moncalieri, nel 1853 esteso fino a Genova, provocando una netta divisione tra San Salvario e i quartieri di San Secondo e Crocetta. Al contempo la presenza del nuovo e vicino scalo ferroviario favorisce l'insediamento intorno a San Salvario di attività produttive non solo agricole. La presenza dell'imbarcadero della ferrovia per Genova, costruito tra il 1860 e il 1868 (attuale stazione Porta Nuova), favorisce il concentrarsi di attività commerciali nella zona adiacente la ferrovia, assecondando la vocazione commerciale dei piani terra degli edifici progettati da Promis con gradi portici. Tuttavia all'inizio del XX secolo emerge la necessità di far dialogare i quartieri di San Salvario e Crocetta-San Secondo, divisi dalla infrastruttura ferroviaria Torino-Genova, problema risolto tramite la costruzione del cavalcavia di corso Dante.
Il rapporto con il sistema idrico e territoriale appare evidente dalla connessione diretta con il fiume Po e con l'area del Parco del Valentino, che si interfaccia in modo visivo diretto con l'area collinare torinese.
8. Vincoli e prescrizioni
X P.R.G. X Soprintendenza
X P.P.R.   Altre tutele
Indicazioni specifiche
All'interno del macroambito si riscontra una vasta area tutelata dal P.P.R. in cui si riscontra la presenza di edifici vincolati secondo la legge 1497/39, lungo la sponda del Po, all'interno del Parco del Valentino e lungo corso Vittorio Emanuele.
9. Norme urbanistico edilizie di attuazione
X Inclusione nelle aree ZUT/ATS
Indicazioni specifiche
All'interno del macroambito si riscontra la presenza di diverse aree di trasformazione lungo l'asse ferroviario di Porta Nuova.
10. Descrizione e considerazioni (cronologie, comparazioni, riferimenti)
Nel 1880 viene pubblicato un libro intitolato Torino e scritto da diversi autori tra cui Edmondo De Amicis. Il libro viene pensato per presentare la città in occasione dell'Esposizione nazionale italiana del 1884 svoltasi nel parco del Valentino. Dal testo di De Amicis emerge una Torino profondamente scissa tra l'animo borghese della città consolidata e i suoi borghi di espansione popolati prevalentemente da operai. In questa descrizione l'immagine che emerge di San Salvario è quella di un quartiere operaio vivace e rumoroso anche a causa della vicinanza alle attività dell'infrastruttura ferroviaria, una sorta di piccola città a parte giovane di trent'anni appena. Tale crescita separata del quartiere rispetto alla città consolidata rimane presente ancora oggi nei caratteri distinguibili e riconoscibili nella morfologia della città e del paesaggio urbano.
11a. Documentazione cartografica storica
Antonio Rabbini, Mappa originale del Comune di Torino, detta "Catasto Rabbini", 1866. ASTO, Riunite, Finanze, Catasti, Catasto Rabbini, ff. XIV, XVIII.
Comune di Torino, Piano Topografico del Territorio ripartito in Frazioni e Sezioni di Censimento, 1911. ASCT, Tipi e disegni, 64.8.17.
Ufficio Municipale dei Lavori Pubblici, Pianta di Torino coll’Indicazione dei due Piani Regolatori e di Ampliamento rispettivamente delle Zone piana e collinare adottati dal Consiglio Comunale nel 1913, colle Varianti approvate successivamente sino a Maggio 1915, 1916. ASCT, Tipi e disegni, 64.6.8.
Servizio Tecnico Municipale dei Lavori Pubblici, Pianta di Torino coll’Indicazione dei due Piani Regolatori e di Ampliamento rispettivamente della Zona piana […] e della Zona collinare […] aggiornati colle Varianti deliberate successivamente sino a Giugno 1935 (terza variante piano 1908). ASCT, Tipi e disegni, 64.7.8/6.
11b. Documentazione cartografica attuale
Piano Regolatore 1995. Tavv. 9a, 13a (Geoportale Comune di Torino).
Ortofoto dell'ambito San Salvario (Google Maps 2022).
12a. Documentazione storica
Mercato di via Madama Cristina (Archivio Storico della Città di Torino, ASCT, Fototeca, 12B16_096. FOnte: MuseoTorino).
Borgo Medioevale, all'interno del Parco del Valentino. Effetti prodotti dai bombardamenti dell'incursione aerea del 17 agosto 1943 (UPA 4006_9E03-43. Archivio Storico della Città di Torino/Archivio Storico Vigili del Fuoco. Fonte: MuseoTorino).
Riproduzione di un'incisione raffigurante il Castello del Valentino dal lato de Po, con la passerella in legno e l'imbarcadero (Mario Gabinio, 1902. Fondazione Torino Musei, Archivio Fotografico, Fondo Mario Gabinio. Fondazione Torino Musei. Fonte: MuseoTorino).
Castello del Valentino, incisione di Stucchi su disegno di Nicolosino (Archivio Storico della Città di Torino. Fonte: MuseoTorino).
Patinoire nel Parco del Valentino a Torino (Archivio Storico della Città di Torino, Nuove Acquisizioni fotografiche, 08_149. Archivio Storico della Città di Torino. Fonte: MuseoTorino).
"La squadra dei pattinatori americani al Palazzo del Ghiaccio di Torino Esposizioni prima dell'Esposizione del 7 marzo 1952" (ASCT, Archivio Gazzetta del Popolo, sez. VI, b. 1007, f. 2. Archivio Storico della Città di Torino. Fonte: MuseoTorino).
Tempio Valdese (Foto di Mario Gabinio, 13 agosto 1925. Fondazione Torino Musei - Archivio fotografico. Fonte: MuseoTorino).
Vista sud sui Magazzini Dock Piemontesi in corso Dante (Foto di Paolo Arlandi, 1991. Fonte: MuseoTorino).
Bagni Municipali in via Belfiore (Foto storica. Fonte: MuseoTorino).
Sede UTET, in Corso Raffaello (Foto storica. Fonte: MuseoTorino).
12b. Documentazione attuale
Mercato Madama Cristina, 2015 (Città di Torino Area Commercio e Attività Produttive. Fonte: MuseoTorino).
Vista del Borgo Medievale (1882-1884), all'interno del parco del Valentino (Foto di Dario Lanzardo, 2010. Fonte: MuseoTorino).
Castello del Valentino, oggi sede dei Dipartimenti di Architettura del Politecnico di Torino (Foto di Giulia Bergamo, 2022).
Vista sul Castello del Valentino (Foto di Giulia Bergamo, 2022).
Vista sul viale del Parco del Valentino, antistante il Castello e parallelo a corso Massimo d'Azeglio (Foto di Giulia Bergamo, 2022).
Torino Esposizioni (Foto di Fabrizia Di Rovasenda, 2010. Fonte: MuseoTorino).
Giuseppe Formento, Tempio Valdese, 1853 (Foto di Fabrizia Di Rovasenda, 2010. FOnte: MuseoTorino).
Ex areac Docks di Corso Dante, complesso residenziale, a sinistra giardino Firpo (Foto di Chiara Donno 2018. Fonte: MuseoTorino).
Casa del quartiere, ex Bagni Municipali (Foto Studio fotografico Gonella, 2012. Fonte: MuseoTorino).
Ex sede dell'Unione Tipografica Editrice Torinese - UTET in corso Raffaello 28 (Foto di Paola Boccalatte, 2014. Fonte: MuseoTorino).
13. Documentazione archivistica
  • Antonio Rabbini, Mappa originale del Comune di Torino, detta "Catasto Rabbini", 1866. ASTO, Riunite, Finanze, Catasti, Catasto Rabbini, f. XXVI;
  • Ufficio Tecnico Municipale dei Lavori Pubblici, Pianta della Città di Torino coll'indicazione del Piano Regolatore e di Ampliamento, 1906, Roma, 5 aprile 1908. ASCT, Serie 1K, Decreti Reali, 1899-1911, n.14, all. 3 e successive varianti;
  • Comune di Torino, Piano Topografico del Territorio ripartito in Frazioni e Sezioni di Censimento, 1911, ASCT, Tipi e disegni, 64-8;
  • Ufficio Municipale dei Lavori Pubblici, Pianta di Torino coll'indicazione dei due Piani Regolatori e di Ampliamento rispettivamente delle Zone piana e collinare adottati dal Consiglio Comunale nel 1913, colle Varianti approvate successivamente sino a Maggio 1915, 1916. ASCT, Tipi e disegni, 64-8;
  • Ufficio Municipale dei Lavori Pubblici, Pianta di Torino coll'indicazione dei due Piani Regolatori e di Ampliamento rispettivamente delle Zone piana [...] e della Zona collinare [...] aggiornati colle Varianti deliberate successivamente sino a Giugno 1935 (terza variante piano 1908), 1916. ASCT, Tipi e disegni, 64/7/8/1-8;
  • Comune di Torino, Ufficio del Piano Regolatore, Studio Gregotti Associati, Piano Regolatore Generale, 1995, Settore Urbanistica del Comune di Torino.
14. Documentazione bibliografica
  • Barrera, Francesco; Comoli Mandracci, Vera; Vigliano, Giampiero (a cura di), Il Valentino. Un parco per la città, Torino 1994;
  • Bianco, Mario; Scaglione, Massimo, San Salvario, Torino 2011;
  • Bracco, Giuseppe, Comoli Mandracci, Vera (a cura di), Il disegno della città (1850-1940), Torino, 2004;
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16. Compilazione e revisione
Compilatore scheda: Giulia Bergamo, Chiara Benedetti
Data compilazione: Settembre 2021
Revisore scheda: Chiara Devoti
Data revisione: Gennaio 2022