Categoria | |
Circoscrizione / Circoscrizioni | 7 |
Quartiere / Quartieri | 8: Vanchiglia |
1. Codifica complesso |
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Scheda / Schede | M_24 |
ID Edificio | |
Collegamento a scheda |
Vista aerea dell'ambito Vanchiglia (Google Maps 2022). |
2. Ubicazione |
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Foglio PRGC | 9A, 9B |
Foglio | |
Particella | |
Cinta daziaria | Entro la prima cinta daziaria (1853-1912) |
3. Denominazione |
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Attuale | Vanchiglia |
Storica | Borgo Vanchiglia |
4. Periodizzazione |
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Fondazione impianto attuale |
L'immagine urbana attuale di Vanchiglia, corrisponde alle trasformazioni attuate a seguito delle prescrizioni del Piano di ingrandimeno della capitale di Carlo Promis e Giovanni Battista Cassinis del 1851-52 e le successive operazioni di completamento e integrazione delle lottizzazioni. |
Indicazioni specifiche |
Nei primi anni
dell'Ottocento, il territorio in cui sorge l'attuale
Vanchiglia appare ancora quasi totalmente agricolo (come
testimonia la ricognizione catastale operata da Giovanni
Battista Sappa, ASTO, Riunite, Finanze, Catasti, Catasto
Francese, Torino, f. 14) e si osserva ancora la presenza
della cinta bastionata. Tuttavia, già nella Carta
Topografica della Caccia, del 1761-66, compare un'area
definita Ferme Vanchia Grossa, configurabile come la
cascina Vanchiglietta. Attestato il primigenio assetto rurale dell'area, in seguito allo smantellamento delle fortificazioni e il parziale disarmo avvenuto in età napoleonica, si assiste alla progettazione dei nuovi corsi di circonvallazione, come corso San Maurizio e inizia a consolidarsi il preesistente Borgo verso il Po (detto anche Borgo del Moschino). Solo a metà dell'Ottocento però, precisamente nel 1852, con il cosiddetto "Piano Promis", si osserva una prima pianificazione del territorio, conseguente al Piano per la Regione Vanchiglia, incluso nel Piano di Ingrandimento della Capitale, in cui vengono definiti gli ampliamenti urbani. In questo contesto vengono tracciati gli isolati su maglia regolare a partire da corso San Maurizio fino alla nuova strada di circonvallazione, il successivo corso di Santa Barbara, oggi Regina Margherita, secondo il prolungamento degli assi stradali preesistenti a sud di corso San Maurizio. La pianificazione attuata risulta concentrarsi su un settore più compatto che si origina proprio da corso San Maurizio, per proseguire lungo le vie Vanchiglia e dei Macelli (oggi via Giulia di Barolo), fino a terminare in corrispondenza della Chiesa omonima, con una piazza antistante che svolge anche le funzioni mercatali. La maglia regolare ortogonale viene movimentata dalla realizzazione di largo Montebello, nella forma di uno square, ossia una piazza circolare dotata di uno spazio verde al centro. Permane ancora la presenza di parte del Borgo verso il Po, anche noto come Borgo del Moschino, che blocca l'affaccio sul fiume di corso San Maurizio. Questo comparto viene poi demolito per poter garantire lo sbocco del corso lungo il fiume, ma anche per consentire una adeguata circolazione attraverso alcune arterie significative, come per il prolungamento di via Napione fino al raggiungimento del limite della cinta daziaria del 1853. Verso la fine del XIX secolo si osserva l'area a sud di corso Regina quasi totalmente edificata, dotata anche dei servizi primari; contemporaneamente vengono effettuate operazioni di integrazione e trasformazione anche nei tessuti adiacenti di matrice sei-settecentesca. Come rivela infatti il cosiddetto Catasto Rabbini del 1866, il borgo è ormai consolidato e in progressiva crescita in rispondenza alle prefigurazioni del Piano Promis. In questi anni, precisamente tra il 1862 e il 1889 viene costruita la Mole Antonelliana come sinagoga, successivamente privata delle funzione di culto, e assunta come simbolo della città. Nel primo decennio del XX secolo, il borgo è ormai consolidato e corrisponde a una parte ben riconoscibile del nucleo storico e compatto della città , il cui margine coincide con la prima cinta daziaria, avente funzione di circonvallazione con la via Tortona (oggi nota come corso). La seconda fase di urbanizzazione di Vanchiglia riguarda principalmente le aree escluse dalle pianificazioni del 1852 e segue adesso le prescrizioni del Piano Regolatore del 1906-08, interessando principalmente la lottizzazione della zona compresa tra via Napione e la sponda del Po e la zona tra corso Regina Margherita e la sponda della Dora. Si definiscono così i due ambito distinti, ma tra loro interrelati, del borgo Vanchiglia e della borgata Vanchiglietta. Avviene infatti un processo di graduale saturazione degli isolati del borgo, sulla base degli allineamenti viari preesistenti, mentre in direzione della contigua borgata Vanchiglietta si osserva ia presenza dei gasometri e di vari opifici, inseriti all'interno del tessuto residenziale del quartiere; sono presenti inoltre una Piazza d'Armi di Vanchiglia, nei pressi del cimitero monumentale e uno Scalo Merci, sul confine tra il borgo Regio Parco e la vicina borgata Monterosa. Intorno agli anni trenta del Novecento si assiste all'ultima fase di saturazione dei lotti del borgo, ormai omogenea e indistinguibile dalla città più antica, in cui vengono realizzate una serie di architetture a destinazione d'uso residenziale o servizi di un certo pregio, in stile liberty. L'aspetto del quartiere appare suddiviso dall'asse portante di corso Regina Margherita, che costituisce lo spartiacque che divide l'area prevalentemente residenziale, da quella più produttiva. |
Data primo impianto |
L'impianto originario del borgo si forma nella seconda metà del XIX secolo, assumendo sin da subito una duplice vocazione e distinguendo un'area residenziale che si articola su un impianto viario ortogonale e un'area prevalentemente produttiva con grandi isolati. |
5. Regime patrimoniale |
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Indicazioni specifiche |
Il macroambito Vanchiglia è oggi connotato dalla presenza di
tipologie edilizie coeve alle fasi di urbanizzazione del borgo
e relative agli ampliamenti e alle pianificazioni successive. Si distinguono dunque case da reddito della seconda metà dell'Ottocento, caratterizzate da volumi importanti, legate alle pianificazioni urbane conseguenti alle disposizioni del Piano di Ampliamento di Promis del 1852, tra cui gli edifici in via Napione 30, 32 e in via Vanchiglia 14, 16, 18. Tra questi si ricordano inoltre la casa di civile abitazione di fine Ottocento con una vetrata e un cancello di ingresso di gusto liberty, realizzati nel primo decennio del Novecento, sito in corso Regina Margherita 96; l'edificio in via Santa Giulia 52, significativo esempio di casa borghese del secondo Ottocento; la celebre "Fetta di Polenta", tra corso San Maurizio e via Giulia di Barolo, edificio di civile abitazione costruito nel 1840 su progetto di Alessandro Antonelli, successivamente soggetto a sopraelevazione ad opera dello stesso architetto; Casa Antonelli, edificio realizzato dall'omonimo progettista nel 1846, caratterizzante l'affaccio su corso San Maurizio e via Vanchiglia 9; la palazzina costruita a metà del XIX secolo su via Santa Giulia 74 e via Napione, in gusto eclettico, che caratterizza la zona più qualificata del quartiere in adiacenza al fiume. Appartenenti alle fasi di completamento delle lottizzazioni nelle zone non interessate dal Piano Promis e nelle aree ancora libere, sono le case di primo Novecento, si annotano principalmente edifici residenziali destinati all'affitto, spesso ospitanti negozi oppure, se in prospicienza del Po, organizzati su lotti a giardino, come gli edifici in largo Montebello 31, 33, 35 e in via Santa Giulia 29, 31 e la nota Casa Lombarda, complesso di edifici civili nell'isolato tra i corsi Regina Margherita, Belgio e Farini, costruita nel 1907-1910, su progetto dell'ing. A. Vandone di Cortemiglia, in gusto Art nouveau e con richiami eclettici. Databili al primo decennio del Novecento si segnalano inoltre la palazzina in corso Tortona 4, esempio di casa borghese di gusto liberty e l'edificio in gusto liberty tra via Buniva 4 e via Artisti. Si segnalano ancora gli edifici di civile abitazione con negozi, costruiti nel primo quarto del Novecento in stile liberty, siti rispettivamente in via Ricotti 1 e corso Regina Margherita 68 e 86 che connotano l'arteria popolare del quartiere; l'edificio residenziale in gusto liberty-eclettico tra via degli Artisti 1 e via Montebello; il condominio in corso Tortona 14, che vivacizza il tracciato stradale; la casa in via Buniva 12 in stile liberty; l'edificio in via Ricasoli 21, tra lo stile liberty e secessione, tipico esempio di abitazione borghese, probabilmente su progetto di Pietro Betta; la palazzina in via Santa Giulia 43, significativo esempio di abitazione piccolo borghese caratterizzante l'ambito adiacente alla Chiesa di Santa Giulia. Coeve a questo periodo si segnalano anche alcune ville e palazzine, generalmente plurifalimiari, edificate su lotti parzialmente destinati a giardino, situati lungo il Po, come gli edifici in via Napione 2, 4, 6. Infine, appartenenti all'ultima fase di completamento e integrazione degli isolati ancora liberi, avvenuta negli anni trenta e quaranta del Novecento, si distinguono edifici residenziali destinati all'affitto, con la presenza di negozi, come quelli in corso Belgio 46 e via Rosazza 6. Al margine con altre macroaree (Aurora in particolare), segnalano i complessi residenziali pluripiano con torretta, noti col nome di Torri Rivella, costruite nel 1929 su progetto di Eugenio Ballatore di Rosana in gusto art déco (corso Regina Margherita, corso Regio Parco 2); ldi interessa anche la palazzina a reddito di gusto art déco costruita intorno al 1936 (via Santa Giulia 20, via Sant'Ottavio 17). All'interno dell'ambito si segnala poi la presenza di complessi di edilizia popolare, tra cui il Quartiere 7, composto da quattro fabbricati destinati alla residenza dei dipendenti della Società ITALGAS, edificato nel primo periodo IACP (1908-1920) e realizzato nel 1910 (via Tommaseo 28-36, via Faà di Bruno 1, corso Farini 52, via Pallavicino 21-27-31); il Quartiere 20, costruito nel secondo periodo IACP (1920-1930) su progetto del 1922, composto da due fabbricati di abitazione popolare (via Ricasoli, via Manin 10, 12, corso Belgio 17/21); la casa da cooperativa della Società Anonima Cooperativa Case e Alloggi (corso Regina Margherita 91, via Denina 4), su progetto del 1911; l'edificio realizzato per conto della Società Anonima Cooperativa Torinese Case Impiegati, su progetto del 1910 (corso Regina Margherita 79-81, via Rossini 28-30-32, via Santa Giulia 13-15). In via Zanella 17 permane una cascina di pianura, nota come L'Airale, già presente nell'ultimo quarto del Settecento, allora edificio di proprietà reale, oggi ancora attiva e unica permanenza del periodo rurale del quartiere. Per quanto riguarda i servizi assistenziali per la sanità , all'interno del macroambito Vanchiglia è presente il polo ospedaliero Gardenigo (corso Regina Margherita 8), costruito nel 1899, poi passato in proprietà alle Figlie della Carità di San Vincenzo de' Paoli nel 1926; inizialmente destinata a curare malati di orecchie, naso e gola, la struttura offre oltre all'attività ambulatoriale, anche una scuola di specializzazione in otorinolaringoiatria. Durante la prima guerra mondiale l'ospedale viene militarizzato e, nel periodo compreso tra le due guerre acquisisce una certa fama, che comporta degli ampliamenti significativi, proseguiti anche nel secondo dopoguerra, incrementando i servizi. All'interno dell'ambito sono inoltre presenti servizi per il culto, di cui fanno parte la Chiesa Santissimo Nome di Gesù (corso Regina Margherita 70) di gusto eclettico, realizzata nel 1895 su progetto dell'ing. Maurizio Vigna; la Chiesa di Santa Croce (piazza Fontanesi), costruita nel 1913 su progetto di Roero di Monticello; la Chiesa di Santa Giulia (piazza S. Giulia 7bis), costruita nel 1862 su progetto di Giovan Battista Ferrante in gusto neogotico. Si segnala poi la presenza, rilevante come affaccio, seppue appartenga al borgo del Regio Parco, del cimitero monumentale della città di Torino (corso Novara, corso Regio Parco), in cui vi si riconoscono elementi legati al gusto neoclassico e liberty e realizzato secondo il primo impianto disegnato dall'arch. Gaetano Lombardi del 1808 e successivi ampliamenti nel 1828 ad opera dell'arch. Giuseppe Giarud e nel 1840 dell'arch. Carlo Sada. Per quanto riguarda l'edilizia scolastica, all'interno del quartiere sono rilevanti la scuola materna del quartiere, prima Casa Stratta (via Balbo 1, corso Regina Margherita), del 1897 su progetto arch. Stratta, tipico esempio di villa borghese dellla seconda metà del XIX secolo, poi rifunzionalizzata; la scuola elementare L. Fontana (via Buniva, via balbo, via Guastalla), costruita nel 1890-91 su progetto dell'ing. Velasco per conto del Comune, poi ampliata nel 1908 con la sopraelevazione della palestra; la scuola elementare L.A. Muratori (corso Belgio, via Ricasoli, via Manin, corso Tortona), in stile liberty floreale, edificatoa tra il 1911 e il 1913 su progetto dell'ing. Ghiotti per conto del Comune, a cui seguono gli ampliamenti del 1924 con la sopraelevazione del corpo centrale; il campus universitario Luigi Einaudi (lungo Dora Siena 100/A), realizzato dall'arch. Norman Foster tra il 2009 e il 2012, realizzato nell'area industriale ex Italgas. Vanchiglia presenta una prevalente vocazione residenziale, tuttavia negli isolati più ampi si sono insediati anche alcuni stabilimenti produttivi che hanno caratterizzato il quartiere, come la Ditta G. Martina & C. (via Balbo 9), realizzata tra il 1880 e il 1884 per conto della Ditta Martina e successivamente ampliato nel 1898 su progetto dell'arch. Giovanni Thermignon; l'edificio della Società Anonima Torinese fra Consumatori di Cartonaggio e Aff. poi SAFOV (corso Regina Margherita 43, via Buniva), oggi pesantemente alterata dalla riconversione a scuola materna; l'ex Fonderia G. Martina, poi SAFOV (via Buniva 28, corso Regina Margherita), costruita nel 1897 su disegno di Giovanni Thermignon, con integrazioni e ampliamenti nel 1909 ad opera del medesimo architetto e di Guido De Benedetti, oggi rifunzionalizzato in scuola media e parzialmente alterata rispetto alla sua configurazione orginaria; le rimesse e gli uffici Tramvie Urbane, ora ATM (corso Regina Margherita 14), costruiti tra il 1897 e il 1899 su progetto dell'Ufficio tecnico della Società anonima elettricità Alta Italia, firmati dagli ingg. G. Schultz, E. Beria e L. Tasca, oggi parzialmente demoliti lungo via Ricasoli; l'Opificio Militare, ex Stabilimento Venchi (corso Regina Margherita 16, corso Farini, via Fontanesi), costruito su progetto del 1907 per conto della Ditta Venchi & C., su disegno di Pietro Fenoglio, successivamente ampliato dall'impresa G.A. Porcheddu; i Gasometri, palazzina ad uso uffici e fabbricato industriale, costruito nel 1891 per conto della Società Anonima Consumatori Gas-Luce di Torino, su progetto dell'ing. Antonio Debernardi. Tra gli altri edifici singolari che caratterizzano il macroambito di Vanchiglia si segnala inoltre l'ex casa rionale del Balilla (via Balbo, via Guastalla 16), su progetto dell'arch. C. Costantini del 1934, significativo esempio di architettura razionalista e i Bagni di Vanchiglia (corso Regina Margherita 33, via Vanchiglia), realizzati per conto del Comune nel 1901 su progetto di Camillo Dolza. |
6. Riconoscibilità logiche insediative |
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X | Riconoscibilità del nucleo originario |
X | Presenza di stratificazioni successive/demolizioni/lacune rispetto al nucleo originario |
Indicazioni specifiche |
Rispetto ad
altri macroambiti sviluppati a partire da un nucleo
borghigiano, Vanchiglia si distingue per aver assunto
già dalle prime fasi dell'insediamento del borgo,una
caratterizzazione ambientale in continuità stilistica,
formale e dimensionale, con la realtà più aulica del
centro. Questo aspetto emerge soprattutto lungo il tratto di
corso San Maurizio, asse viario di cerniera tra il centro e il
quartiere, in cui si osservano edifici alti e palazzi di
pregio che caratterizzano i due affacci stradali, conservando
un armonioso rapporto tra antico e nuovo, enfatizzato dal
prolungamento oltre al corso di tutte le strade trasversali.
La presenza di edifici di pregio si ritrova anche nel comparto
tra corso San Maurizio e corso Regina, assi rettori dello
sviluppo e dell'organizzazione strutturale del settore urbano,
sebbene vi siano qui architetture più moderne che alterano
l'immagine complessiva del quartiere con la presenza di
caratteri tipologici molto diversi e disomogenei dall'immagine
ambientale originaria. Nonostante i tratti più signorili dell'insediamento borghigiano di Vanchiglia, sono comunque presenti alcuni edifici minuti e dai caratteri essenziali isolati all'interno dell'ambito, con una maggiore concentrazione nel settore a nord di corso San Maurizio. L'alternanza dimensionale e volumetrica tra gli edifici di pochi piani e le palazzine più eleganti e alte, particolarmente visibile nel settore meridionale del quartiere, conferisce un'immagine ambientale gradevole, concorde con una costante discontinuità della cortina edilizia, dovuta ai tagli trasversali all'interno del tessuto costruito, percepibile anche sui fronti stradali. Il settore a nord di corso Regina Margherita invece presenta una scarsa leggibilità della struttura originaria dell'insediamento, in cui si individua un tessuto costruito misto e anonimo, con molti edifici multipiano più recenti. In questo contesto, gli unici elementi che richiamano l'assetto originario sono i lacerti degli ex stabilimenti industriali, i cui caratteri tipologici costituiscono il vero elemento connotante di quest'area; gli impianti industriali sono oggi peraltro quasi totalmente riconvertiti a nuove destinazioni d'uso e con i prospetti parzialmente alterati. Di particolare interesse ambientale risulta il tratto lungo la Dora, nelle vicinanze del ponte Rossini, in cui i fronti degli edifici siti lungo corso Regina Margherita dialogano con quelli siti sull'altra sponda (quartiere Aurora), costituendo un sistema paesaggistico di valore significativo per la caratterizzazione dell'ambito. |
7. Elementi di connessione con il territorio circostante |
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X | Relazioni con il sistema viario | X | Relazioni con il sistema idrico |
Relazioni con il sistema ferroviario | Relazioni con il contesto territoriale |
Indicazioni specifiche |
Il macroambito di
Vanchiglia si colloca in adiacenza con il vecchio tracciato
settentrionale della cinta fortificata, in stretta
continuità con il tessuto urbano del centro di Torino.
E' connotato da una maglia urbana regolare, che segue i due
tracciati obliqui dei corsi San Maurizio e Regina Margherita,
assi rettori dello sviluppo urbano del borgo. L'ambito
presenta dunque solide relazioni con il sistema viario, a
cominciare dalla sua perimetrazione, contingente alcuni
tracciati viari rilevanti, quali corso San Maurizio, rondò
Francesco Rivella, corso Regio Parco, il fiume Dora, corso
Tortona, piazzale Regina Margherita e un tratto del fiume Po. Si individuano inoltre alcuni assi viari significativi, come via Napione, direttrice di sviluppo urbano dell'espansione ottocentesca; l'asse di corso Regina, che divide e delimita l'ambito e costituisce il limite settentronale del piano urbanistico della città a metà Ottocento; il corso San Maurizio, antico limite urbano costituito dalla circonvallazione napoleonica che si configura come cerniera tra l'insediamento più antico della città e il quartiere; corso Tortona, già tratto del sedime della cinta daziaria del 1853. L'ambito è altresì connotato da una stretta relazione con il sistema idrico poichè parte della sua perimetrazione è costituita da un tratto del fiume Po e un tratto della Dora, che si rafforza anche nella presenza di ponti e passerelle pedonali che collegano il macroambito con gli altri settori urbani, tra cui il ponte di Sassi, ex ponte Principi di Piemonte (in corrispondenza di corso Belgio), con una struttura ad archi di cemento armato, costruito nel 1926-28 dall'Impresa Feletti, su progetto di G. Pagano; il ponte Emanuele Filiberto (in corrispondenza di via Fontanesi), realizzato in cemento armato su progetto del 1915-19, ad opera dell'impresa G.A. Porcheddu; il ponte George Washington (in corrispondenza di corso Brianza), esempio di ponte ad arco in cemento armato, ad opera dell'impresa De Filippi e costruito nel 1932 su progetto dell'ing. E. Peretti. In questo caso, il rapporto territoriale è molto debole, quasi insesistente, in quanto, a differenza della fascia fluviale verde di rispetto presente in altri macroambiti adiacenti al fiume, questo spazio è sostituito dal percorso pedonale dei ripari spondali (Murazzi di Dora) che percorre il tratto lungo il Po e per un buon tratto del lungo Dora. La porzione dei Murazzi del lungodora Siena costituiscono un tipico esempio di opera di contenimento fluviale in pietra e muratura di mattoni dei primi decenni del Novecento, con marciapiedi a sbalzo in appoggio su mensoline a archetti pensili. Si riafferma parzialmente il legame con il territorio in corrispondenza con il corso San Maurizio, dove Vanchiglia confina con la vasta area verde dei Giardini Reali. |
8. Vincoli e prescrizioni |
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X | P.R.G. | X | Soprintendenza |
X | P.P.R. | Altre tutele |
Indicazioni specifiche |
Oltre a numerosi edifici vincolati dalla Soprintendenza, esiste inoltre un'area all'interno dell'ambito vincolata dal P.P.R. in cui si riscontra la presenza di edifici vincolati secondo la legge 1497/39, situati lungo l'asta fluviale del Po. |
9. Norme urbanistico edilizie di attuazione |
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X | Inclusione nelle aree ZUT/ATS |
Indicazioni specifiche |
All'interno dell'ambito si riscontrano alcune aree di trasformazione urbana, rispettivamente la 9.14 "Università" e la 9.15"ATM", relative alle strutture inerenti al Campus dell'Università di Torino, e la 9.16 "Farini", spazio destinato per metà ad uso residenziale e la restante ad attività terziare e di servizio alle imprese. |
10. Descrizione e considerazioni (cronologie, comparazioni, riferimenti) |
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Il borgo primitivo di Vanchiglia appartiene alla tipologia di
insediamento che si sviluppa esternamente e prossima al sedime
della cinta fortificata, ricompresa all'interno alla prima
cinta daziaria (del 1853). Alcune fonti, secondo gli studi del
giornalista Pietro Abate-Daga, pubblicati nel 1926, riportano
l'origine del toponimo Vanchiglia alla corruzione del vocabolo
"fanghiglia" o di "Gunchilla", in riferimento anche al termine
del dialetto piemontese come luogo pieno di giunchi,
richiamando l'idea di un territorio probabilmente paludoso e
acquitrinoso, compreso entro la Dora e il Po. L'assetto attuale del quartiere deriva dalle pianificazioni promosse da Carlo Promis nel 1852, con il Piano per la Regione Vanchiglia, nell'ambito del Piano di Ingrandimento della Capitale, realizzate sulla base di una maglia regolare compresa tra il lungopo Machiavelli, corso Regina Margherita e corso San Maurizio. L'ortogonalità della maglia fa riferimento alla preesistente piazza Vittorio Veneto e al prolungamento delle vie Montebello e Rossini, che convergono in largo Montebello, snodo viario a forma di rondò, unico largo torinese dotato di verde pubblico e al contempo luogo di aggregazione (secondo il modello internazionale degli squares). Il Piano Promis si fonda sul principio dell'addizione integrata, che conferma l'adozione di una definizione chiusa e regolare dell'ampliamento, in questo caso racchiuso in un triangolo. In seguito alla realizzazione della cinta daziaria (1853) e all'adozione del Regolamento d'Ornato, secondo la poligonale definita a inizio degli anni sessanta del secolo, alla zona triangolare pianificata si accostra un'altra area dotata di servizi e attrezzature che conferisce a entrambe un carattere di borgo autonomo. L'ampliamento e le modalità costruttive sono quindi regolate dal Piano e dai livelli di controllo normativo del dazio fiscale; sono state avanzate pertanto ipotesi che vedono più plausibile l'accorpamento della zona destinata alla produzione al borgo Vanchiglia, anzichè alla contigua borgata Vanchiglietta. Altri, come Pietro Abate-Daga, sostengono invece il contrario, ovvero che Vanchiglietta includa anche la zona produttiva, anche se appare discutibile, in quanto le interpretazioni relative all'influenza delle cinte daziarie sui piani regolatori lasciano pensare che non tagliassero i territori delle borgate, poichè considerate come un insieme di impianti strettamente connessi all'organizzazione e alla costruzione della città , nonchè alla localizzazione delle aree produttive e di servizi. Nella seconda metà dell'Ottocento infatti l'insieme dei criteri di regolarità per l'assetto viario portano alla demolizione del Borgo Moschino, prolungamento del Borgo di Po, in quanto la presenza di questo comparto risultava in conflitto con le disposizioni del piano nell'area di Vanchiglia. |
11a. Documentazione cartografica storica |
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Giovanni Battista Sappa, Ville impériale de Turin, in Département du Po, Arrondissement Communal & Canton de Turin, Plan géometrique de la Commune de Turin, Levé en exécution de l’arrêté du 12 Brumaire an II, Terminé le 12 Nivose an XIII, 1804-05. ASTO, Riunite, Finanze, Catasti, Catasto Francese, Torino, f. 14 (il nord è in alto). |
Antonio Rabbini, Mappa originale del Comune di Torino, detta “Catasto Rabbini”, 1866. ASTO, Riunite, Finanze, Catasti, Catasto Rabbini, ff. XL, XLII. |
Comune di Torino, Piano Topografico del Territorio ripartito in Frazioni e Sezioni di Censimento, 1911. ASCT, Tipi e disegni, 64.8.17. |
Ufficio Municipale dei Lavori Pubblici, Pianta di Torino coll’Indicazione dei due Piani Regolatori e di Ampliamento rispettivamente delle Zone piana e collinare adottati dal Consiglio Comunale nel 1913, colle Varianti approvate successivamente sino a Maggio 1915, 1916. ASCT, Tipi e disegni, 64.6.8. |
Servizio Tecnico Municipale dei Lavori Pubblici, Pianta di Torino coll’Indicazione dei due Piani Regolatori e di Ampliamento rispettivamente della Zona piana [...] e della Zona collinare [...] aggiornati colle Varianti deliberate successivamente sino a Giugno 1935 (terza variante piano 1908). ASCT, Tipi e disegni, 64/7/8/1-8. |
11b. Documentazione cartografica attuale |
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Piano Regolatore 1995. Tavv. 9a, 9b (Geoportale Comune di Torino). |
Orotfoto dell'ambito Vanchiglia (Google Maps, 2023). |
12a. Documentazione storica |
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Edificio dell’ex casa rionale del Balilla di Borgo Vanchiglia. Anni Ottanta del Novecento (Foto di Guido Montanari. Fonte: MuseoTorino). |
Alessandro Antonelli, "Fetta di polenta" (Foto 1930-1932. Archivio Storico della Città di Torino. Fonte: MuseoTorino). |
Società Anonima Torinese fra Consumatori di Cartonaggio e aff., poi SAFOV (Fonte: MuseoTorino). |
Vista della Chiesa di Santa Giulia (Foto storica. Fonte: MuseoTorino). |
Vista sull'ex Stabilimento Venchi, poi Opificio Militare (Foto storica. Fonte: MuseoTorino). |
Casa Antonelli (Foto storica. Fonte: MuseoTorino). |
12b. Documentazione attuale |
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Edificio in via Guastalla, già casa del Balilla (Foto di Andrea Bruno jr. Fonte: MuseoTorino). |
Fronte dell’edificio detto Fetta di Polenta, realizzato da Alessandro Antonelli in via Barolo (Foto di Elena Francisetti, 2010. Fonte: MuseoTorino). |
Scuola materna dell'infanzia Gianni Rodari (Foto di Paola Boccalatte, 2014. Fonte: MuseoTorino). |
Giovanni Battista Ferrante, Chiesa di Santa Giulia, 1862-1866 (Foto di Fabrizia Di Rovasenda, 2010. Fonte: MuseoTorino). |
Ex Opificio Venchi – Ex Opificio Militare, corso Regina Margherita (Foto di Silvia Bertelli. Fonte: MuseoTorino). |
Antonelli Alessandro, Casa Antonelli, 1846 (Foto di Fabrizia Di Rovasenda, 2010. Fonte: MuseoTorino). |
13. Documentazione archivistica |
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14. Documentazione bibliografica |
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15. Sitografia |
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16. Compilazione e revisione |
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Compilatore scheda: | Giulia Bergamo |
Data compilazione: | Settembre 2021 |
Revisore scheda: | Chiara Devoti, Giulia Bergamo |
Data revisione: | Gennaio 2022 |