Accordo di collaborazione tra Città di Torino e Politecnico di Torino

Studi e ricerche di comune interesse per sistemi caratterizzanti il tessuto urbano

Lucento

Categoria  
Circoscrizione / Circoscrizioni 5
Quartiere / Quartieri 15: Lucento
1. Codifica complesso
Scheda / Schede M_27
ID Edificio  
Collegamento a scheda IN8 - IN78 - IN91 - IN116
Vista aerea dell'ambito di Lucento (Google Maps, 2022).
2. Ubicazione
Foglio PRGC 4A - 4B
Foglio 55-56-62-63-64-66 (Catasto Urbano)
Particella Da 65 a 85
Cinta daziaria Tra la prima e la seconda cinta (1912-1930)
3. Denominazione
Attuale Lucento
Storica Lucento
E sottoambiti:
Lucento - Le Vallette Castello di Lucento Area ex Teksid /ex ThyssenKrupp - ex ILVA
4. Periodizzazione
Fondazione impianto attuale
Fine Ottocento - primo Novecento
Indicazioni specifiche
1912: edificazione del tracciato della seconda cinta daziaria
1955-1959: edificazione del complesso di case popolari costituenti i quartieri 30°, SB1 e SP1 ad opera dello IACP.
Data primo impianto
XIII secolo: primo impianto del Castrum nell'area di successivo insediamento del Castello di Lucento
XVIII secolo: consolidamento del borgo
5. Regime patrimoniale
Indicazioni specifiche
L'ambito in oggetto è caratterizzato da isolati a carattere residenziale e commerciale, con diffuse proprietà private e fabbricati sede di piccole e medie imprese. Il PRG individua Zone Urbane di Trasformazione (ZUT) per attività produttive e servizi negli edifici dell'area del Castello di Lucento, nonché nei fabbricati destinati ad attività commerciali (servizi per riparazioni auto, carrozzerie, forniture, ecc.) nell'area occupata anche dai capannoni della ex Teksid/ ex ThyssenKrupp - ex ILVA, ora dismessi e non riutilizzati. Nella zona delimitata dall'ansa della Dora, da corso Potenza e corso Regina Margherita sono presenti edifici residenziali (in PRG, normati come Residenza R1), Aree da Trasformare per Servizi (ATS), parcheggi pertinenziali e un parco pubblico urbano/fluviale (Parco di via Calabria), nonché la sede del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Torino, con annessi poli di servizio ad essi afferenti, tra cui la sede del Gruppo Sportivo Vigili del Fuoco Salza lungo Strada delle Ghiacciaie.
Al di sopra dell'asse di via Pianezza, numerose sono le aree di proprietà privata, normate come Residenza R2, R3 e Misto M1, M2, con alcune aree ATS per servizi, aree ZUT per attività produttive e commercio, nonché alcune Aree per Servizi incentrate su servizi zonali di istruzione inferiore e attrezzature di interesse comune. In particolare, tra i servizi di istruzione inferiore, si annoverano la Scuola Primaria ed Elementare Guido Gozzano su corso Toscana, afferente all'Istituto Comprensivo Pier Giorgio Frassati sostenuto dai Fondi Strutturali Europei (PON 2014-2020), la Scuola elementare Padre Gemelli su via Pianezza, nonché la Scuola secondaria di primo grado "G. Pola" su via Foglizzo, tutte scuole statali.
La Scuola dell'infanzia paritaria Casa del Sacro Cuore, su via Pianezza, è invece aderente alla FISM Torino (Federazione Italiana Scuole Materne) ed è gestita dall'ente Casa Sacro Cuore.
L'ex asilo nido Principessa Isabella all'imbocco di via Verolengo è attualmente di proprietà comunale, sede del Centro Culturale Principessa Isabella - Centro di Documentazione Storica, della Circoscrizione 5.
Tra le proprietà comunali/statali si segnalano inoltre la Scuola d'Infanzia Municipale su corso Cincinnato 200, la Scuola Materna della Circoscrizione 5 su strada Antica della Venaria, la Ludoteca San Giocondo afferente ai Centri di Cultura per il Gioco del Comune di Torino, nonché la Scuola Materna statale Anna Bechis in Via Val della Torre. Tra gli edifici afferenti ai servizi culturali di pubblica fruizione, si segnala inoltre la Biblioteca Civica Francesco Cognasso su corso Cincinnato.
L'ambito è inoltre caratterizzato dalla presenza di sedi di associazioni locali, tra cui l'Associazione Sportiva Dilettantistica Campo Luini in via Luini e la Nuova Polisportiva Amici di Lucento in Strada Antica della Venaria, enti che testimoniano il persistere dei caratteri identitari del borgo per i residenti. Ulteriori spazi destinati ad attività sportive sono concentrati nell'isolato tra corso Lombardia, via Val della Torre, via Terraneo e via Pianezza ove sono situati l'Associazione Calcio Lucento, la piscina comunale Lombardia e il Club Tennis De Coubertin. In tale area inoltre, ove originariamente sorgeva il Cimitero di Lucento, è attualmente presente il Centro Socioterapeutico Le Vallette Lucento, servizio sociale comunale di prima accoglienza afferente alla Circoscrizione 5. Inoltre, la presenza del Mercato Rionale di corso Cincinnato, nel tratto tra corso Toscana e via Val della Torre, benchè distribuito su un corso di recente costituzione quale corso Cincinnato appunto, disegnato dalla pianificazione urbanistica negli anni Trenta del Novecento, costituisce un ulteriore fattore di conferma della fruizione sociale "a misura d'uomo" degli spazi di borgo Lucento.
Significativi per la configurazione urbanistica e per il connotante regime patrimoniale, i quartieri statali di edilizia popolare costruiti dall'Istituto Autonomo per le Case Popolari (IACP), che tra corso Lombardia e via Sansovino si concentrano come poli riconoscibili circondati da alcuni edifici correlati a piccole manifuatture ora dismessi e riconvertiti a funzioni commerciali o afferenti al settore terziario, affiancati ad istituti di proprietà comunale subordinati alla Circoscrizione 5 destinati all'istruzione e a centri culturali. Il PRG identifica qui ampi lacerti come aree normative Residenza R1 ed R4; ma si riscontrano anche aree normative Misto M2, Misto MP, aree per le attività produttive IN e aree per la grande distribuzione CO, prevalentemente nell'area settentrionale ubicata al di là di corso Grosseto. Tali comprensori sono intervallati da Aree per Servizi pubblici, tra cui servizi zonali dedicati all'istruzione inferiore e superiore, nonché aree con attrezzature di interesse comune, ATS e alcune ZUT.
Esempio di una proprietà originariamente privata che trasla a pertinenza pubblica è lo stabilimento FERT su corso Lombardia, proprietà del Comune di Torino dal 1996.
Tra gli edifici ecclesiastici, si segnalano la Chiesa parrocchiale dei Santi Bernardo e Brigida su via Pianezza, la Chiesa di Sant'Ambrogio in via Frammartino, che sorge all'interno di un ampio isolato residenziale caratterizzato da una diffusa edilizia multipiano, nonché la Chiesa di Santa Caterina da Siena al di là di via Sansovino in corrispondenza del prospiciente complesso residenziale del Quartiere Case Popolari. Nell'area delimitata dall'ansa della Dora, sono inoltre presenti la Chiesa Ortodossa Russa di Rito Antico di San Nicola il Taumaturgo, nonché la sede del Torino Movimento Misionero Mundial su Lungo Dora Liguria.
6. Riconoscibilità logiche insediative
X Riconoscibilità del nucleo originario
X Presenza di stratificazioni successive/demolizioni/lacune rispetto al nucleo originario
Indicazioni specifiche
E' qui fondamentale premettere che l'analisi sistemica della struttura insediativa di borgo Lucento non puಠprescindere, in una visione d'insieme, dalla considerazione dell'adiacente borgata Ceronda, i cui confini ideali si fondono con il tessuto urbano di borgo Lucento lungo l'asse di corso Potenza che risulta dunque essere una cesura fisica, ma non semantica, per la lettura di tali ambiti, in cui i caratteri morfologici degli agglomerati che si estendono ai due lati del suddetto asse appaiono omologhi e architettonicamente uniformi.
La riconoscibilità dei nuclei insediativi originari di borgo Lucento traspare in tre poli principali, nonostante siano presenti evidenti alterazioni del tessuto urbano per successive costruzioni e pianificazioni di fase recente.
Il primo polo insediativo dell'ambito è rappresentato dall'area dell'ex Castello di Lucento, in cui ancora permangono alcune strutture originarie, benché rimaneggiate nel tempo a seguito di un avvicendamento funzionale nell'utilizzo della struttura, all'interno dell'area attualmente recintata prospiciente via Pianezza. Ancora individuabile, qui, la struttura architettonica del comprensorio industriale successivamente sorto, l'impianto ex Teksid, poi ThyssenKrupp ed ex-ILVA ora dismessi, visibili dall'asse di corso Regina Margherita. Il comprensorio industriale Teksid, a seguito del suo abbandono e del grave incendio verificatosi nel 2007, presenta uno stato di degrado correlato all'evento disastroso e alla progressiva dismissione del sito produttivo. In tale comparto, sono riconoscibili le logiche insediative che sono state all'origine della sua formazione, con un'evidente traslazione del tessuto urbano da rurale-agricolo ad ampliamenti ed estensioni di poli a carattere produttivo nel tempo, che hanno confermato la conversione manifatturiera del sito a partire dal Filatore nell'area accanto al Castello, riportato già a metà Settecento nella Carta Topografica della Caccia.
Un secondo polo insediativo si individua al di sopra dell'asse di via Pianezza, ove la configurazione degli agglomerati è a carattere prevalentemente residenziale e commerciale ed è possibile, in alcuni lacerti, distinguere le logiche insediative primigenie dei nuclei originari in edifici borghigiani bassi e tipologicamente connotanti, di assetto semplice ed economico, benché siano presenti anche alterazioni morfologiche del costruito dovute all'edificazione di nuovi comparti residenziali condominiali multipiano, da cui scaturisce l'attuale percezione di disomogeneità del comparto urbano. Su via Pianezza è presente il principale fulcro aggregativo per la genesi di tale comparto, rappresentato dalla Chiesa Parrocchiale dei Santi Bernardo e Brigida del Lucento.
Strutture insediative originali, di matrice rurale e originariamente cascine, riconoscibili nel'assetto di cortine residenziali a due o tre piani fuori terra, con schema tipologico ripetitivo, a manica semplice o doppia, si reperiscono lungo via Verolengo, asse di sviluppo di borgo Lucento a partire dalla Chiesa Parrocchiale dei Santi Bernardo e Brigida, in origine Strada Vecchia di Lucento, che si sviluppava lungo il corso della Gora di Viarbé e parte della Gora San Spirito, asse viario che peraltro prosegue ancora oggi in borgata Ceronda a costituire un ulteriore elemento di connessione tra i due insediamenti.
Un terzo polo insediativo di origine rurale con edifici caratterizzanti la trama originaria del borgo in oggetto, con quinte architettoniche lineari, si snoda inoltre lungo via Foglizzo, che si dipana dalla Chiesa Parrocchiale e si innesta su strada Altessano, lungo il tracciato dell'originaria Strada Nuova di Lucento e che originariamente si distribuiva con cascine sparse lungo la Gora di Lucento e in corrispondenza del Canale della Ceronda.
Oltre ai suddetti poli storicamente connotati, anche su via Giosué Borsi e via Forlà¬, fino a via Foligno si rinvengono edificati tipizzanti che rivelano le logiche insediative originarie, con una maglia urbana relativamente regolare che denuncia il riassetto urbanistico di cui è oggetto il borgo nei primi decenni del Novecento, in relazione alla realizzazione della nuova cinta daziaria del 1912 e al Piano Regolatore Generale con le varianti approvate fino al 1915, e bassi fabbricati destinati a residenza, inframmezzati da edifici originariamente dedicati a piccole manifatture, a uno o due piani fuori terra, oggi in parte in disuso e in parte riconvertiti a ospitare attività commerciali.
Infine, oltre l'asse di corso Lombardia, si legge un tessuto urbano configurato come vera e propria miscellanea, dal punto di vista della riconoscibilità delle logiche insediative originarie. Infatti lungo assi viari come Strada di Lucento o Strada Antica della Venaria è possibile riconoscere gli agglomerati originari a carattere residenziale o a carattere produttivo afferente a piccole manifatture o laboratori artigiani a carattere locale. Numerosi sono gli edifici connotanti, fabbricati bassi e ancora architettonicamente riconoscibili nei propri fronti urbani. Si alternano a tali lacerti originari altri nuclei urbani ove sorgono invece edifici multipiano residenziali di notevole impatto visivo, prospicienti ampi viali di recente costituzione, quale ad esempio corso Cincinnato; aree urbane che generano concomitanti poli di servizi correlati all'istruzione, nonché aree verdi di servizio. Lo sviluppo del sito è qui influenzato dalla presenza del tracciato della seconda cinta daziaria, edificata nel 1912, in questo tratto sviluppatasi lungo via Sansovino. Tale area dunque in origine si configura come esterna alla prima cinta daziaria, a fine Ottocento, e si tratteggia in caratteri parzialmente rurali o con impianti produttivi di piccola e media entità , finanziariamente sgravati dal limite del dazio. In seguito, con la costruzione della cinta, si avvia un processo di pianificazione che origina alterazioni del costruito con l'evidente necessità di normare un'area altrimenti esente da regole urbanistiche cogenti, con la progressiva costituzione di ampi assi urbani ad alto scorrimento quali corso Grosseto e corso Toscana, nati ai primi del Novecento con l'obiettivo di intensificare le infrastrutture esistenti, ma con un impatto forte e snaturante rispetto ai nuclei costitutivi originari dell'ambito, per cui si generano lacune nel tessuto connettivo e isolamenti di porzioni urbane originarie che rimangono "imprigionate" come isole all'interno dei limiti imposti da tali assi ad alto scorrimento.
Gli assi di via Foglizzo e di via Pianezza, primigenii rispetto alla morfogenesi borghigiana, permangono, anche se lungo il loro corso si riconoscono nuove edificazioni residenziali e spazi verdi di recente costituzione, quale il Giardino Cavallotti, nonchè poli sedi di servizi quale l'area dedicata alla piscina comunale e all'Associazione Calcio Lucento.
La porzione settentrionale dell'ambito, delimitata dall'asse di corso Grosseto e compresa tra via Sansovino e via Cuniberti, si presenta particolarmente snaturata dal punto di vista della riconoscibilità degli insediamenti originari, avendo assunto una configurazione marcatamente commerciale con ipermercati, concessionarie e uffici di recente costruzione. Peraltro qui si snoda il prosieguo di Strada Antica della Venaria, asse originario del borgo che è attualmente interrotto dall'asse di Corso Grosseto e dal polo residenziale edificato lungo corso Cincinnato e adiacente alla via interna Angelo Frammartino.
Per le cronologie e i riferimenti alla cartografia storica inerenti alle suddette considerazioni delle logiche di carattere insediativo, si rimanda al punto 10. Descrizione e considerazioni della presente scheda d'ambito.
7. Elementi di connessione con il territorio circostante
  Relazioni con il sistema viario   Relazioni con il sistema idrico
  Relazioni con il sistema ferroviario   Relazioni con il contesto territoriale
Indicazioni specifiche
 
8. Vincoli e prescrizioni
X P.R.G. X Soprintendenza
  P.P.R.   Altre tutele
Indicazioni specifiche
 
9. Norme urbanistico edilizie di attuazione
X Inclusione nelle aree ZUT/ATS
Indicazioni specifiche
TITOLO II - Zone ed aree normative: classificazione, regole e parametri di trasformazione, Art. 8 - Aree normative: classificazione e destinazioni d'uso, commi 1-6 (Area R1), commi 16-20 (Area R4), commi 34-37 (Area M1), commi 38-41 (Area M2), commi 42-46 (Area MP), commi 46-49 (Area IN), commi 50-52 (Area CO)
TITOLO IV - Ambiente e paesaggio urbano, Art. 26 - Edifici di particolare interesse storico ed edifici caratterizzanti il tessuto storico esterni alla Zona Urbana Centrale Storica, Comma 1 (edifici di particolare interesse storico, aree di pertinenza storica ed edifci caratterizzanti il tessuto storico), Comma 3 (Edifici di gran prestigio), Comma 5 (Edifici di valore storico-ambientale), Comma 6 (Edifici di valore documentario)
Ambito 4.15 "Castello di Lucento" (parte) - Variante parziale n. 33 al PRG ai sensi dell'art. 17, comma 7 della LR 56/77 e s.m.i.- Adozione
Ambito 4.15 "Regina Margherita" (parte)
Quartiere E27 (Piani di Zona)

N.B. La tavola di azzonamento F04B del PRGC riporta la segnalazione di interesse, da parte del Piano Regolatore, in relazione a Edifici di particolare interesse storico: nell'area del Castello delimitata da via Pianezza sono individuati 3 - Edifici di valore storico ambientale, 4 - Edifici di valore documentario; su via Pianezza il complesso parrocchiale dei Santi Bernardo e Brigida è segnalato come 3 - Edifici di valore storico ambientale; le storiche case popolari municipali tra via Verolengo e via Domenico Carutti vengono identificate come 4 - Edifici di valore documentario.
Diffuse le Pertinenze Storiche che delimitano isolati individuati dal PRGC come ZUT e ATS, comprendenti anche Edifici caratterizzanti il tessuto storico. Si segnalano a tal proposito la ZUT concentrata nell'area del Castello/ stabilimento Thyssen-Krupp, tra via Pianezza e corso Regina Margherita, nonché le ZUT e ATS nell'area delimitata dall'ansa della Dora e nell'ampio tessuto urbano compreso tra corso Lombardia, corso Cincinnato, strada Altessano e via Terni; infine alcune ATS sparse tra corso Lombardia e corso Potenza e una ZUT che identifica l'area dell'ex stabilimento FERT.
Tra gli edifici di Borgo Lucento indicati come Beni Culturali ai sensi dell'art. 10 D.Lgs. 42/2004 (ex Vincoli 1089/39) si annoverano il Castello di Lucento, la Scuola Elementare Padre Gemelli su corso Lombardia 98, l'ex ufficio daziario di seconda categoria - Barriera Pianezza sito in piazza Cirene 230, il fabbricato ex Ventanaflex in via Pietro Cossa 301.
10. Descrizione e considerazioni (cronologie, comparazioni, riferimenti)
L'area, storicamente denominata «borgo Lucento» e, come detto, fortemente correlata all'adiacente «borgata Ceronda», presenta alcuni poli marcatamente riconoscibili, caratterizzati da particolari aspetti morfologici ricorrenti e visibili durante i sopralluoghi in loco, nonché distinti da successive fasi temporali di insediamento e di sviluppo come si può desumere dallo studio delle fonti indirette e dalla lettura della cartografia storica, fondamentali elementi di arricchimento dell'osservazione de visu.
Analizzando dunque borgo Lucento nel dettaglio della trama urbana che lo costituisce e alla luce dell'individuazione di determinati sottoambiti identificati come poli di impianto primigenio, giustificati da logiche insediative omogenee e uniformità di impianto architettonico e urbanistico (descritti al punto 6. Riconoscibilità logiche insediative nella presente scheda d'ambito), si ripercorrono qui le fasi di sviluppo di borgo Lucento alla luce dell'interpretazione delle fonti e della cartografia storica.
Primo polo insediativo del borgo è costituito dal Castello di Lucento, già presente dal XIII secolo e residenza sabauda dal XVI secolo. L'area, per diversi secoli contraddistinta dalla presenza quasi esclusiva del Castello e connotata orograficamente dalla presenza del torrente Dora Riparia, ha subìto una metamorfosi funzionale produttiva con l'insediamento del polo industriale Teksid. La lettura della cartografia storica permette infatti di leggere un primo nucleo, caratterizzato dalla presenza del Castello e di un Filatore nell'area adiacente, riportato già a metà Settecento nella Carta Topografica della Caccia; numerose le cascine, che si estendono verso settentrione oltre il suddetto nucleo, tra cui La Commenda, La Carmagnuola, La Bianchina, La Scaravella, La Medica, La Gioja, che si distribuiscono capillari sul territorio fino al limitare della Strada da Torino a Druent. Il collegamento di Lucento con Torino è visibile nella carta tramite una strada che si dirama dal Castello, costeggia l'agglomerato rurale Le Ca' di Bubbat e raggiunge attraverso i campi la Strada da Torino alla Veneria.
Il Catasto Napoleonico e in seguito il Catasto Rabbini confermano la presenza del polo isolato del Castello rispetto agli agglomerati rurali e alle cascine che attorno ad esso gravitano.
Verso fine Ottocento, come riportato sulla Carta Topografica del Territorio di Torino divisa in sette fogli, persiste il nucleo del Castello sull'area delimitata dall'ansa della Dora Riparia, al di sotto della quale punteggiano il territorio cascine, tra cui La Marchesa, e alcune fornaci. Nell'area oltre l'ansa della Dora, si osservano inoltre le cascine Blanchier, Sargiotta e il corso del Canale della Ceronda che traccia un'ulteriore cesura del territorio, proseguendo a settentrione oltre la Dora verso la Parrocchia di Lucento e l'agglomerato edificato, denominato propriamente «Lucento». Oltre tale area, a ridosso della cinta daziaria, si può osservare il Tiro a segno comunale.La Pianta di Torino e dintorni (1911, ASCT, Collezione Simeom, D135) riporta qui il Tiro a segno nazionale e la Ghiacciaja, ove oggi si snoda appunto la Strada delle Ghiacciaie. La presenza dalla Gora vecchia di Lucento e Gora del Marchese, al di sopra del complesso del Castello di Lucento, coadiuvano l'assetto agricolo dell'area, che tuttavia manifesta i primi caratteri produttivi con fornaci e manifatture che qui punteggiano il territorio. Peraltro, la Gora vecchia di Lucento valica i confini ideali di tale area e prosegue verso la Parrocchia di Lucento, ove corre la Gora di Viarbé e la Strada vecchia di Lucento, ora via Verolengo.
Un secondo polo insediativo di rilevanza storica si concentra intorno al fulcro della Chiesa Parrocchiale Santi Bernardo e Brigida del Lucento e si dipana lungo alcune direttrici viarie di fondamentale importanza per la genesi borghigiana, tra cui via Verolengo, corrispondente alla Strada Vecchia di Lucento, via Val della Torre, Strada della Commenda, ancora riconoscibile, via Foglizzo, che ripercorre nel tratto iniziale il tracciato dell'ottocentesca Strada Nuova di Lucento, fino a innestarsi su strada Altessano per raggiungere via Druento, originariamente Strada Comunale di Druent lungo il tracciato della Gora di Barolo o di Druent. La cartografia storica rivela l'origine rurale di questa parte del borgo, nonché la compresenza coeva dell'impianto del Castello con il polo della Chiesa, benché lo sviluppo dei due sottoambiti individuati si configuri nel tempo con differenti assetti architettonici e produttivi degli edifici che ne costituiscono l'essenza.
La Carta Topografica della Caccia permette di individuare già la Chiesa, prospiciente l'area del Castello, e un insieme di cascine e agglomerati rurali sparsi sul territorio. Le carte ottocentesche reiterano graficamente la distanza tra l'agglomerato del Castello e il polo borghigiano in corso di sviluppo attorno alla Chiesa.
Il Catasto Rabbini evidenzia come il borgo di Lucento abbia in questa porzione, posta a corollario della Chiesa, ancora un assetto edificatorio sparso e un carattere eminentemente agricolo.
La Carta Topografica del Territorio di Torino divisa in sette fogli sottolinea il centro di sviluppo attorno all'edificio ecclesiastico, identificato esplicitamente con la dicitura Parr di Lucento e registra un ulteriore comprensorio, denominato Lucento, attorno a cui si attestano numerose cascine anche di impianto strutturato, tra cui Cascina Pavia, Cascina Rastello Verde, Cascina Resegotti verso la Strada della Commenda, nonché Cascina Carmagnola e Cascina Vola in prossimità della Strada Vecchia della Veneria. Emerge un reticolo viario retto da alcuni assi principali, tra cui la Vecchia Strada di Lucento presso la Parrocchiale, la Strada Nuova di Lucento, nonché il tracciato del Canale della Ceronda, che dalla barriera del Martinetto, nei pressi del Tiro a Segno Comunale "extra moenia" attraversa la Dora e raggiunge la Cascina Barolo in corrispondenza della Strada Comunale di Druent e dell'omonima gora. Altre gore e bealere supportano il sistema agricolo e produttivo, tra cui, come già descritto precedentemente, la Gora Vecchia di Lucento, la Gora San Spirito, la Gora del Marchese e la Gora di Viarbé, che dalla Parrocchia si estende verso borgata Ceronda parallelamente alla biforcazione del Canale della Ceronda che raggiunge cascine e impianti manifatturieri (Setificio) verso borgo Madonna di Campagna.
Le carte novecentesche, tra cui il Piano Topografico del Territorio ripartito in Frazioni e Sezioni di Censimento (1911) e la mappa IGM Torino e dintorni (1909) confermano il principale polo attorno alla Chiesa e lungo il Canale della Ceronda e la persistente presenza di cascine sparse. In particolare, la mappa IGM riporta il tracciato della nuova cinta daziaria con la Barriera di Pianezza e il Corpo di guardia Altessano in corrispondenza delle omonime strade.
La Pianta di Torino e dintorni (1911, ASCT, Collezione Simeom, D135) riporta graficamente Scuole ove ancora oggi si concentrano alcuni degli edifici scolastici del borgo.
Dalla lettura delle carte storiche e delle fonti indirette relative all'insediamento di manifatture, si può evincere come borgo Lucento trasformi progressivamente la propria matrice rurale e agricola in una a carattere produttivo e protoindustriale verso fine Ottocento anche in relazione alla sua posizione esterna rispetto alla prima cinta daziaria, fattore che agevola le imprese per l'assenza di imposte daziarie e di rigide prescrizioni normative urbanistiche, pur essendo in una posizione di prossimità con il nucleo perimetrato della città.
Durante il primo Novecento, il Piano Regolatore Generale con le varianti approvate fino a maggio 1915 riporta la pianificazione dei grandi assi di percorrenza che tagliano in maniera netta la trama urbana di borgo Lucento, tra cui l'asse di corso Potenza, il perpendicolare corso Toscana che segna una cesura netta nel reticolo edificato di primo impianto collegando borgata Ceronda fino all'area che diverrà il cuore edificato residenziale delle Vallette, il tracciato di corso Lombardia, nonché la progettazione di rettifica di alcune anse della Dora, operazione che non troverà completa esplicitazione fattuale negli anni successivi.
Il Piano Regolatore Generale con le varianti approvate fino a giugno 1935 riporta il tracciato delle direttrici viarie di corso Grosseto e Cincinnato, oltre al nuovo percorso della Dora Riparia, che viene deviata consentendo il prolungamento di corso Regina Margherita e liberando l'area del Parco pubblico Pellerina, oggi in parte titolato Parco Vittime del Rogo nello Stabilimento ThyssenKrupp.
Il Piano Regolatore Generale del 1980, non attuato, registra tale porzione di borgo Lucento, individuato da via Pianezza, via Foglizzo, corso Lombardia, via Lucento e corso Potenza, tra i «tessuti minori e lottizzazioni esterni alla cinta daziaria del 1853» attestando la metamorfosi del borgo come agglomerato fortemente edificato, strutturato secondo l'originaria maglia prevalentemente regolare, a eccezione dell'andamento irregolare di via Verolengo e via Foglizzo, con destinazioni di piano uniformi, simili anche a quelle indicate per l'adiacente borgata Ceronda.
Tra le fonti indirette, lo studio Beni Culturali Ambientali nel Comune di Torino (1984) individua per borgo Lucento un ambito (parte a) di «carattere ambientale con valore di bene», fulcro morfogenetico di Borgata Lucento, come viene denominata dallo studio condotto dal gruppo di lavoro di Vera Comoli, coincidente parzialmente con l'area compresa tra le vie Pianezza, Foligno, Magnano, Forlì, Givoletto, corso Potenza, la sponda della Dora. La parte b dell'ambito assume invece le connotazioni «di interesse ambientale e documentario» ed è individuato tra corso Potenza, le vie Pianezza, Borsi, Carutti, Forlì, Givoletto, la sponda della Dora.
Un ulteriore polo insediativo, al di là dell'attuale corso Lombardia, presenta un'identità specifica che si rivela nella presenza di agglomerati insediativi e di strade antiche di collegamento responsabili della morfogenesi di questa parte di borgo, originariamente esterno alla prima cinta daziaria. Purtuttavia, una meticolosa lettura della trama urbana, delle fonti indirette e della cartografia storica permette di riconoscere una progressiva metamorfosi di interi isolati e una commistione di tipologie insediative, dovuti tra l'altro allo spostamento nel 1912 della cinta daziaria in posizione più esterna, nello specifico lungo via Sansovino. I caratteri rurali del sito, ove sorgono cascine ma anche piccole e medie attività artigianali, subiscono cambiamenti sistemici correlati a numerosi fattori: certamente a una nuova configurazione delle infrastrutture, con la pianificazione urbanistica che, come precedentemente descritto, disegna marcati assi di alto scorrimento a inizio Novecento, quali i corsi Toscana, Grosseto e Cincinnato, ma anche in concomitanza con l'edificazione dei complessi residenziali di edilizia economica popolare con i quartieri IACP realizzati nella seconda metà del Novecento. Processo edificatorio che peraltro ricalca quello già verificatosi, seppur in maniera più contenuta, ai primi del Novecento in una delle aree di più antico impianto di borgo Lucento con la costruzione delle case economiche municipali lungo via Verolengo, nell'isolato delimitato da via Forlì, via Carutti e via Borsi, complesso poi ceduto nel 1935 allo IACP e da allora denominato Quartiere 19°.
Da segnalare, in riferimento alle residue testimonianze architettoniche correlate alla seconda cinta daziaria, la permanenza del casello daziario in piazza Cirene, all'intersezione di via Pianezza e via Sansovino, in quella che originariamente era la Barriera di Pianezza, come indicato nella Mappa IGM del 1909 con il tracciato della «Cinta daziaria definitiva». L'edificio è rimasto riconoscibile nella sua configurazione architettonica, benché riconvertito per ospitare un'attività commerciale (concessionaria di automobili) che ne ha comunque tutelato l'esistenza e la funzionalità.
L'analisi della cartografia storica rivela il marcato assetto rurale di questa porzione di borgo Lucento, che si sviluppa oltre l'attuale corso Lombardia. La lettura della Carta Topografica della Caccia consente di appurare come qui il territorio sia punteggiato di cascine tra cui La Cittadella, Ca' di Mria, Baretta, Ca' di Rabbi e Caccin in un contesto di campi coltivati segnati da alcune strade principali e poli di rilevanza quale La Croce dei Morti a un crocevia e il Molino di Lucento.
Il Catasto Francese sottolinea la presenza di un'aggregato come Hameau de Lucento, ma si conferma la persistenza della connotazione agricola con coltivi e cascine, così come si riscontra anche nelle tavole del Catasto Rabbini.
Il Catasto Gatti registra l'agglomerato di cascine rurali Tetti di Lucento, che si ripresentano ben distinguibili nella Carta Topografica del Territorio di Torino divisa in sette fogli la quale rileva in tale area un polo denominato Lucento, attorno al quale si distribuiscono sul territorio molteplici cascine, tra cui le già citate Cascina Pavia, Cascina Rastello Verde, Cascina Carmagnola e Cascina Vola. La Strada Nuova di Lucento si snoda verso settentrione fino a Cascina Barolo, all'intersezione con la Gora di Barolo o di Druent e al cui crocevia è indicato un Pilone. Al di là della Strada Nuova di Lucento si riscontra un'ampia area coltivata, senza insediamenti fino alla Gora Nuova di Lucento ove si attesta la Cascina Maletta, all'incrocio con l'antica Strada di Collegno, la Bealera Putea e la Gora Nuova di Lucento. La cartografia riporta il tracciato della Strada Vecchia della Veneria, che interseca la Bealera Putea (ramo del Canale Pertusia) e la Strada delle Vallette. Sul versante occidentale, verso Cascina Maletta, si trova la Cascina Vallette. Emergono dunque, dall'analisi condotta su questa parte di borgo Lucento, un fitto reticolo infrastrutturale e un'articolata rete di canali a supporto delle attività agricole; le tracce degli assi viari sono ancora oggi leggibili, benché in lacerti frammentari e con percorsi lievemente divergenti rispetto al disegno della cartografia ottocentesca, mentre per i canali assai più complesso è poterne reperire tracce residue a seguito di interramenti e smantellamenti dei medesimi occorsi nel tempo. Affascinante comunque reperire in loco, nella cornice urbana odierna, tratti degli antichi collegamenti viari che ancora conservano i primigeni toponimi, quale ad esempio strada Lucento/ via Lucento, strada Antica di Venaria e strada delle Vallette, nonché un residuo tratto della Bealera Putea oltre corso Grosseto, in prossimità di strada della Perussia.
La mappa IGM Torino e dintorni (1909) traccia il progetto del percorso definitivo della seconda cinta daziaria e si può leggere sulla carta la presenza della Barriera Pianezza, in corrispondenza dell'attuale piazza Cirene, ove ancora sorge appunto l'edificio del casello daziario, lungo il muro daziario che si dipana lungo l'attuale via Sansovino fino al Corpo di Guardia Altessano, all'intersezione con l'omonima strada, fino a giungere alla Barriera di Venaria.
La Pianta di Torino e dintorni (1911, ASCT, Collezione Simeom, D135) conferma la persistenza della vocazione agricola di tale area, con cascine sparse tra cui l'agglomerato Tetti di Lucento, ma riporta anche la presenza di manifatture e insediamenti produttivi quali un setificio e un lanificio, rispettivamente in prossimità di Cascina Vola/ Tetti di Lucento e di Cascina Bianco e Cascina Nuova lungo la Gora di Lucento.
Durante il primo Novecento, il Piano Regolatore Generale con le successive varianti approvate fino a maggio 1915, tra cui il progetto ad opera degli Ingg. A. Quaglia e L. Marescotti (1913), struttura qui una maglia viaria regolare, ove spiccano i tracciati di corso Lombardia, corso Cincinnato e via Sansovino fino alla Barriera Pianezza, citata dalla cartografia. L'ampio Giadino Cavallotti si attesta lungo corso Toscana, all'intersezione con corso Cincinnato, mentre al di là della barriera di via Sansovino si estendono ancora coltivi e alcune cascine. La progettazione dei suddetti imponenti assi di scorrimento concorre alla connessione di quest'area che era esterna alla cinta daziaria nella seconda metà dell'Ottocento, ma all'interno dei regolari isolati disegnati dalla pianificazione urbanistica permangono, dall'analisi attuale del tessuto cittadino, alcune delle vie irregolari di prima costituzione, che risultano ora interne alle rigide maglie novecentesche. Ancora riconoscibile l'asse di via Pianezza, lungo cui si attestano impianti in origine produttivi (tra cui la Restamp) ora riqualificati per ospitare uffici e attività commerciali.
Il Piano Regolatore Generale con le varianti approvate fino a giugno 1935, oltre al tracciato delle direttrici viarie di corso Grosseto e corso Cincinnato e alla regolare maglia edificatoria che ne deriva, testimonia ancora la presenza di campi e cascine sparse oltre via Sansovino, ma comincia a delineare la progettazione regolare prevista per il comparto edilizio residenziale delle limitrofe Vallette.
11a. Documentazione cartografica storica
Luzin, Lucento, 1694-1703, ASTO, Sez.Corte, Carte topografiche e disegni, Carte topografiche per A e B, Torino, Torino 14.
Carta Topografica della Caccia, 1761-66, ASTO, Carte, Carte Topografiche Segrete, Torino, 15.A.VI rosso.
Giovanni Battista Sappa, Ville Imperiale de Turin, 1804-05, ASTO, Riunite, Finanze, Catasti, Catasto Francese, Torino, ff. 7-8.
Corpo Reale di Stato Maggiore, Gran Carta degli Stati Sardi in Terraferma, 1852, ASTO, c. 30 f. 45 (Cirié).
Antonio Rabbini, Mappa originale del Comune di Torino, 1866, ASTO, Riunite, Finanze, Catasti, Catasto Rabbini, ff. VII, XII.
Ufficio Municipale Lavori Pubblici, Carta Topografica del Territorio di Torino divisa in sette fogli, 1879-98, ASCT, Tipi e disegni, 64.8.
Ufficio Municipale dei Lavori Pubblici, Pianta della città di Torino coll'indicazione del Piano Regolatore e di Ampliamento. 1906, ASCT, Serie 1K, Decreti Reali, Piani Regolatori, 1899-1911, n. 14 all. 3 e s.v.
Pianta di Torino e dintorni, 1911, ASCT, Collezione Simeom, D 135. Archivio Storico della Città di Torino.
Sarre Borioli, Pianta di Torino coll'indicazione dei due Piani Regolatori e di Ampliamento, ASCT, Tipi e disegni, rotolo 57.
Ingg. A. Quaglia e L. Marescotti, Progetto del PRG di Torino con le zone piana e collinare. 1913, Torino, Archivio Storico del Comune, Tipi e disegni, 64-8-18/19.
Ufficio Municipale dei Lavori Pubblici, PRG di Torino con le zone piana e collinare adottato dal Consiglio Comunale nel 1913, con le Varianti approvate sino a Maggio 1915. 1916, ASCT, Tipi e disegni, 64.6.8.
Servizio Tecnico Municipale dei Lavori Pubblici, Pianta di Torino coll'indicazione dei due Piani Regolatori e di Ampliamento rispettivamente delle Zone piana [...] e della Zona collinare [...] aggiornati colle Varianti deliberate successivamente sino a Giugno 1935, (terza variante piano 1908). ASCT, Tipi e disegni, 64/7/8/1-8.
11b. Documentazione cartografica attuale
Piano Regolatore 1995. Tavv. 4a, 4b (Geoportale Comune di Torino).
Ortofoto dell'ambito Lucento (Google Maps, 2023).
12a. Documentazione storica
Molino di Lucento, lungo la Bealera Nuova di Lucento, 1940 (fonte: http://www.immaginidelcambiamento.it).
Stabilimento industriale, ora demolito, su via Sansovino 74, anni Cinquanta (fonte: http://www.immaginidelcambiamento.it).
Stabilimento FERT, palazzina uffici, anni Cinquanta (fonte: http://www.immaginidelcambiamento.it).
Stabilimento industriale FERT su corso Lombardia, anni Cinquanta (fonte: http://www.immaginidelcambiamento.it).
Villaggio di Santa Caterina, case edilizia popolare IACP, anni Cinquanta (fonte: http://www.immaginidelcambiamento.it).
Quartiere SP1 edificato dallo IACP, anni Cinquanta (fonte: http://www.immaginidelcambiamento.it).
Quartiere SB1 edificato dallo IACP, 1957 (fonte: http://www.immaginidelcambiamento.it).
Edificio del dazio, piazza Cirene, anni Settanta del Novecento (fonte: http://www.immaginidelcambiamento.it).
Tratto della Bealera Putea, strada della Perussia 40, anni Ottanta (fonte: http://www.immaginidelcambiamento.it).
Stabilimento Restamp su via Pianezza, anni Ottanta del Novecento (fonte: http://www.immaginidelcambiamento.it).
12b. Documentazione attuale
Lucento, corso Lombardia, compresenza di cascine e nuovi edifici residenziali multipiano (fonte: foto Roberta Oddi 02/12/2021).
Lucento, corso Lombardia, ex palazzina uffici FERT e nuovi edifici residenziali multipiano (fonte: foto Roberta Oddi 02/12/2021).
13. Documentazione archivistica
Danni arrecati agli stabili, 1:5000, 1942-1945. Zona 9: Borgate Ceronda e Lucento. ASCT, Tipi e disegni, cart. 68, fasc. 2, disegno 9. Archivio Storico della Città di Torino.
14. Documentazione bibliografica
  • Alle porte di Torino. Studio storico-critico dello sviluppo, della vita e dei bisogni delle regioni periferiche della città, pp. 245-255.
  • Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, pp. 517-520.
  • Borghi e borgate di Torino tra tutela e rilancio civile, p. 61.
  • CDS 5 - Notiziario del Centro di Documentazione Storica della Circoscrizione 5 - Città di Torino, anno 2, n.1, maggio 2002, pp.1-7.
  • Città e fabbrica. Analisi storica e mappatura del primo sviluppo industriale di Torino con riferimento all'industria dei metalli, p. 52-65.
  • Del tiro a segno in Torino. Storia con documenti inediti, p. 41-64.
  • Delibera del Consiglio Comunale 26 febbraio 2001, Città di Torino, Divisione Edilizia e Urbanistica, Settore Procedure Amm.ve Urbanistiche, p. 1.
  • Delibera del Consiglio Comunale 9 dicembre 2013, Città di Torino, "Impianti ex Thyssen-ILVA ed il Castello di Lucento". Programma di rigenerazione urbana art.17 bis, L.R. n. 56/77, L.R. n.3/2013.
  • Fabbriche, borghi e memorie. Processi di dismissione e di riuso post-industriale a Torino Nord, pp. 40-101.
  • La storia della città per capire. Il rilievo urbano per conoscere. Borghi e borgate di Torino, pp. 142-143.
  • Norme Urbanistico Edilizie di Attuazione, PRGC Torino, voll. 1-2.
  • Storia della Barriera di Milano. 1852-1945, pp. 20-52.
  • Storia di Torino. Da capitale politica a capitale industriale (1864-1915), pp. 304-317.
  • Torino 1984-2008. Atlante dell'architettura, capp. 29-31.
  • Torino. Reti e trasporti. Strade, veicoli e uomini dall'Antico regime all'Età contemporanea, pp. 134-161.
  • Uomini e fabbriche dopo i bombardamenti, pp. 293-316.
16. Compilazione e revisione
Compilatore scheda: Roberta Francesca Oddi
Data compilazione: Gennaio 2022
Revisore scheda: Chiara Devoti
Data revisione: Gennaio 2022