Categoria | |
Circoscrizione / Circoscrizioni | 5 |
Quartiere / Quartieri | Madonna di Campagna, "Borgo Vittoria" |
1. Codifica complesso |
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Scheda / Schede | M_29 |
ID Edificio | |
Collegamento a scheda | CA_008, CA_013, CA_091, ... |
Vista aerea del macroambito Basse di Stura (Google Earth, 2023). |
2. Ubicazione |
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Foglio PRGC | 1, 2a, 4b, 5a, 5b |
Fogli di mappa catastale | 53, 1035, 1036, 1039, 1051, 1052, 1054, 1055-1059, 1078, 1079 |
Particella | |
Cinta daziaria | All'esterno del perimetro di tutte le cinte daziarie |
3. Denominazione |
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Attuale | Basse di Stura |
Storica | Le Basse, Feudo delle Maddalene |
4. Periodizzazione |
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Fondazione impianto attuale |
L'assetto urbano attuale dell'area Basse di Stura è l'esito della stratificazione di insediamenti rurali, residenziali e produttivi che hanno trovato spazio in quest'area un tempo prettamente agricola. L'area qui identificata con il toponimo di Basse di Stura rappresenta la porzione di territorio appartenente amministrativamente al Comune di Torino compresa tra il fiume Stura (a nord), il limite della ferrovia della tratta Torino-Ceres (a ovest), l'autostrada Torino-Caselle (a est) e via Paolo Veronese (a sud). L'ambito territoriale comprende aree ricadenti all'interno dei quartieri (così come individuati e perimetrati da Beni Culturali e Ambientali del Comune di Torino) segnalati sotto i toponimi di 16. Lanzo-Madonna di Campagna, e 17. Borgata Vittoria. L'area di questo macroambito trae il suo nome dalla Cascina Basse di Stura nominata anche, tra i molteplici toponomi, La Bassa, edificata a partire dal XVIII secolo. Preesistevano in questo periodo insediamenti rurali sparsi che costituivano e gestivano un tessuto produttivo di carattere agricolo assai sfruttato grazie alla formazione di canali atti a trarre (e condurre) acqua tanto dalla Dora quanto dalla Stura di Lanzo, più limitrofa all'area ma con regime dichiaratamente torrentizio. |
Indicazioni specifiche |
L'area si caratterizzava prevalentemente per uno sfruttamento a fini agricoli: la Carta Topografica della Caccia testimonia locali tentativi di attinzione delle acque del torrente a fini irrigui. La stessa carta rivela l'ingente presenza di aree boscate sulla sponda orografica destra del torrente, atta a minimizzare gli effeti dei frequenti eventi alluvionali . L'impianto rurale del territorio, riplasmato sin dal Medioevo, così come testimonato da alcuni insediamenti ricondotti a tale periodo, vede il suo sviluppo in questa porzione di territorio prettamente a partire dal XVI secolo, con la fondazione di tessuti edilizi aggregativi formati da edifici a corte di carattere rurale. Questi insediamenti costituiscono i poli funzionali in grado di gestire, e nei secoli di trasfomare, un territorio geomorfologicamente omogeneo privo di particolarità orografiche o di elementi naturali tipizzanti, segnato da un declivio naturale che da sud scende verso nord, poi degradante verso il corso del torrente. Paiono assenti in questa zona, in ancien régime, aggregati urbani, o nuclei aggregativi di complessi rurali. Per contro l'area risulta costellata di insediamenti rurali a corte in funzione dei quali si articola una rete, assai poco geometrizzata, di canali irrigui e di infrastruture viarie di modesta entità. Così come testimoniato dal catasto napoleonico, ancora ai primi dell'Ottocento alla presenza di coltivi si alternavano ampie aree arborate, diffuse specialmente presso il corso del torrente Stura, piantumate onde mitigare le esondazioni al di fuori del suo letto ondiforme e irregolare, che lasciava spazio a numerosi atolli di terra o addirittura larghe fasce di terreno non produttivo. Tra gli insediamenti rurali a corte, per lo più oggi ancora leggibili e individuabili, pochi mantengono l'originaria funzione rurale, molti hanno visto mutata la relativa destinazione d'uso, talvolta divenuta anche a carattere industriale, e almeno in un caso appare oggi abbandonato. Il torrente Stura rappresenta l'elemento strutturante: il corso irregolare di questo, i suoi frequenti fenomeni alluvionali, così come l'imprevedibilità delle sue piene hanno da sempre condizionato le attività antropiche sorte nelle vicinanze del corso d'acqua, dissuadendo l'inserimento, in epoca moderna, di qualsivoglia forma di attività proto-industriale nei pressi di questo. Gli stabilimenti industriali sorgono infatti solo nel pieno Novecento, concentrati prevalentemente lungo le vie Reiss Romoli e Paolo Veronese, a debita distanza dal corso d'acqua, mentre attività estrattive e talune attività produttive minavano lo sfruttamento rurale dell'area, condizionando la qualità ambientale della fascia di territorio limitrofa al corso della Stura e mutando il corso di molti canali artificiali nati a fini irrigui. Decisivo l'impatto sul territorio operato dall'infrastrutturazione viaria: l'elemento determinante di più antico impianto è riconoscibile nell'attuale via Lanzo, erede della vecchia stradale di Lanzo e già individuato dalla Carta Topografica della Caccia come Strada da Torino a Borgaro Torinese: conduceva a un ponte precario su barche oltre il quale il percorso si dirigeva verso l'agglomerato di Borgaro. In relazione a questa tracciato è stata ordita la maglia urbana di una larga area, attigua alla strada, ove le vie si collocano in ortogonalità a quest'ultima. Lungo questo tracciato sono sorti inoltre molteplici insediamenti a corte così come un minimo agglomerato di costruzioni oggi comprese tra strada dell'Aeroporto e via Paolo Veronese. Via Lanzo ha mantenuto un ruolo determinante fino al 1962 allorquando cedeva, travolto da una piena, il moderno ponte sulla Stura, mai più riedificato. La stessa Carta sopra menzionata segnalava il disegno, tracciato per spezzate irregolari, dell'attuale via Reiss Romoli, quale collegamento tra le cascine che sorgevano lungo questo tragitto. Incisivo è stato l'avvento della ferrovia, nella seconda metà dell'Ottocento, tanto il tracciato della strada ferrata Torino-Ceres (a ovest) quanto quello della Torino-Milano (a est, qui già considerato parte del macrambito Barriera di Milano), entrambi responsabili di aver generato delle profonde cesure nel territorio, poi risolte solo in tempi recenti con interventi di abbassamento della linea del ferro e creazione di sovrappassi (che hanno restituito piena percorribilità a tali aree). Con il Piano Regolatore 1906-1908 quest'area viene lambita, ma non interessata, dallo strumento urbanistico comunale, attento nella pianificazione urbana fino al limite dell'attuale corso Grosseto, poi divenuto sede della seconda cinta daziaria. L'esclusione dalle logiche urbane e, per certi versi urbanistiche, favorisce la trasformazione del territorio senza una specifica pianificazione, accennata per quest'area, solo quale prolungamento delle direttrici viarie consolidate, nel Piano Quaglia-Marescotti degli anni 1912-1913 e poi cartografata, ma non per questo normata, in tutte le successive varianti. In questi ultimi Piani si assiste al consolidarsi dell'attuale via Reiss Romoli quale ultimo anello viario, periferico alla città, oltre il quale ancora emerge la forte connotazione di inedificato (eccezion fatta per la cascina Il Comotto e altre minime costruzioni puntuali). Occorre attendere la seconda metà del Novecento per veder sorgere in quest'area i primi insediamenti produttivi, in paralllelo ai quali si erige la strada dell'Aeroporto, percorso supplettivo alla via Lanzo, grazie al superamento del torrente reso possibile dalla costruzione di un ponte in calcestruzzo armato, completato nel 1963. Sul lembo opposto si costruiva nel 1979 il ponte della "Direttissima per Caselle", oggi raccordo autostradale, che, se da un lato collegava meglio la città al suo aeroporto extraforaneo, dall'altra generava una nuova cesura in quest'ambito del territorio comunale. Il Piano Regolatore del 1980, non attuato, cartografa l'ampio sfruttamento di quest'area e le infrastrutture ivi sorte, aggiungendo un ulteriore svincolo autostradale, mai realizzato, che avrebbe dovuto unire via Reiss Romoli al raccordo autostradale Torino- Caselle con un collegamento a prolungamento di via Ala di Stura oltre che un ulteriore ponte sulla Stura, anche questo mai realizzato. |
Data primo impianto |
I primi nuclei insediativi risalgono al XVI secolo. |
5. Regime patrimoniale |
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Indicazioni specifiche |
La composizione degli usi e delle coperture attualmente presente nel sito è caratterizzata da una forte disomogeneità: insediamenti produttivi convivono con una porzione di territorio (non più estesa) di aree libere e verde urbano entro il quale appaiono ancora taluni complesi rurali. A dispetto dell'apparenza di queste ultime, poco può ancora sfruttarsi a fini rurali, causa la contaminazione dei suoli, legate ad attività antropiche lugamente qui condotte (estrattive, deposito di rifiuti solidi urbani, impianti produttivi inquinanti etc.). Pur tuttavia questi suoli appaiono con vegetazione sia spontanea sia ripariale, estesa lungo il limite del torrente Stura, intervallata a taluni specchi d'acqua che, effetto di attività antropiche, sono segnati dalla presenza di vegetazione spontanea lungo le sponde; tra questi spicca per dimensioni il cosiddetto Lago Bechis. Dal punto di vista morfologico, l'area si presenta con una globale conformazione di falso piano, degradante verso il letto del torrente Stura, così come più chiaramente appare lungo il corso delle vie Enrico Fermi e Arrigo Olivetti. Il sistema infrastrutturale viario costituisce l'ossatura delle trasformazioni urbane in atto in questo macroambito, laddove in senso est-ovest si impongono le assialità di corso Grosseto (già considerato entro il macroambito Madonna di Campagna) e di via Reiss Romoli, sulle quali ortogonalmente si innestano le viabilità minori a serivizio degli insediamenti residenziali e industriali; eccettuano fortemente questo criterio di ortogonalità strada dell'Aeroporto e via Lanzo, a cui sopra già si accennava. Gli edifici a corte di carattere rurale hanno rappresentato per secoli i poli funzionali atti alla gestione del territorio. Tra questi occorre annoverare, facilmente riconoscibili, anche se spesso de-contestualizzati:
A questa fase di infrastrutturazione del territorio, compiuta assecondando logiche legate allo sfruttamento rurale, ha fatto seguito, solo a partire dall'inizio del Novecento, l'insediamento di edifici residenziali e di centri produttivi di carattere industriale. Già nel 1938 su terreno del Demanio Militare si installava in prossimità della Stura la sede del Tiro a Segno Nazionale Sezione di Torino, prima collocato in zona Martinetto. In affiancamento a questo, nella seconda metà dello stesso secolo sorgevano nuove costruzioni, tra queste il Centro di meccanizzazione postale, già Centro di meccanizzazione primaria di Poste italiane, l'impianto di produzione di pigmenti coloranti, mentre nel 1967 si inaugurava la sede CSELT (Centro Studi E Laboratori Telecomunicazioni) con la sua caratteristica torre alta 75 metri, opera dell'architetto Nino Rosani. Negli insediamenti industriali minori è di larga diffusione il sistema detto a "capannone" qui declinato in numerose forme, a seconda della dimensione delle ditte ivi ospitate. Incisiva in quest'area la presenza del mercato dell'autoveicolo, sia sotto forma di concessionaria di autovetture, sia dideposito aperto dei veicoli qui condotti da numerosi importatori che vi hanno sede. Per quanto all'edilizia residenziale, il tipo edilizio più ricorrente è costituito da edifici multipiano condominiali, di modesta volumetria, collocati per lo più in adiacenza alle viabilità, alle spalle dei quali sorgono bassi fabbricati destinati ad autorimesse o ad attività artigianali. Nei pressi di via Scialoja si assiste al proliferare di alcuni grandi edifici residenziali secondo il tipo "casa in linea", che si ergono isolati rispetto al contesto, immersi in aree a verde e destinate a servizi per la collettività. |
6. Riconoscibilità logiche insediative |
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Riconoscibilità del nucleo originario | |
Presenza di stratificazioni successive/demolizioni/lacune rispetto al nucleo originario |
Indicazioni specifiche |
Non è possibile riconoscere un nucleo originario, esiste pur tuttavia una pluralità di insediamenti storici a carattere rurale capillarmente diffusi sul territorio. |
7. Elementi di connessione con il territorio circostante |
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X | Relazioni con il sistema viario | X | Relazioni con il sistema idrico |
X | Relazioni con il sistema ferroviario | X | Relazioni con il contesto territoriale |
Indicazioni specifiche |
Il sistema viario di antica formazione risponde a logiche prettamente insediative, non attenendosi, almeno secondo le apparenze, a disegni o allineamenti specifici: la presenza dei nuclei rurali ha condizionato la formazione del sistema viario, attento a collegare i puntuali insediamenti rurali con percorsi dagli andamenti curviformi o mistilinei, apparentemente privi di alcun disegno latente (vedasi il caso di via Reiss Romoli quale collegamento tra distinte cascine). Paralleleamente la distribuzione dei complessi rurali pare rispondere a un tentativo di insediare secondo logiche di equa densità tutta l'area di interesse, fatta eccezione per le fasce di territorio più a ridosso del corso del torrente Stura. Talune assi viari (e particolarmente gli attraversamenti realizzati mediante ponti direcente edificazione) si collocano in ortogonalità al letto del torrente, il cui andamento irregolare ha indotto il tracciamento di questi a plurime soluzioni tra loro non allineate. Le principali dorsali viarie in questo macroambito sono rappresentate da via Lanzo (cronologicamente la più antica), via Reiss Romoli (ai primi dell'Ottocento detto Chemin dit de la Campagne), strada dell'Aeroporto e il raccordo autostradale per Caselle (ultimo in ordine di costruzione). Tra le infrastrutture a superamento del corso d'acqua si annoverano in quest'area il ponte di strada dell'Aeroporto (opera in calcestruzzo armato), il ponte dell'autostrada Torino-Caselle -Raccordo RA10- (anch'esso di medesima fattura). Per quanto al sistema idrico, il corso del torrente Stura che, come dimostra la cartografia storica, ha subito notevoli variazioni negli ultimi secoli, ha condizionato come già si segnalava, gli insediamenti antropici, assai premuniti dai reiterati fenomeni di esondazione. Alcuni canali artificiali, nello specifico bealere, solcano localmente questo macroambito, tra questi occorre segnalare la bealera Putea - Barola, che nei suoi molteplici rami tocca la cascina La Panatera e cascina Canonico, pur tuttavia sebbene talvolta ancora in servizio, si presenta per lo più tombato. Presenti nell'area taluni specchi d'acqua, originatisi per lo più da attività di carattere estrattivo (cave di inerti) tra questi spicccano per ampiezza Lago Bechis e il Lago Martini. I rami ferroviari della linea Torino-Ceres, così come della linea Torino-Milano, lambiscono il perimetro di questo macroambito, e, come già si segnalava, rappresentano una cesura rispetto al territorio circostante. Nel primo caso, in particolare, il piano della strada ferrata ha sede in una profonda trincea in calcestruzzo che frammenta il contesto edificato e viene superata solo da due sovrappassi; questo ramo di ferrovia scompare poi al di sotto della via Sansovino e prosegue sotto via Confalonieri. Il sistema territoriale pare collocarsi in continuità con il resto della città consolidata ,reciso però rispetto al contesto edificato di Venaria dalla presenza della tangenziale nord, così come scisso dal territorio posto oltre il corso della Stura dal torrente stesso, e frammentato rispetto all'ambito Rebaudengo dal raccordo autostradale per Caselle oltre che dalla ferrovia prima indicata. L'area si avvale di numerosi servizi (commerciali, direzionali ...), mentre i servizi religiosi sono garantiti dalle chiese parrocchiali di Sant'Antono Abate, San Paolo Apostolo e di Gesù Cristo Signore delle Genti, tutte tre costruzioni contemporanee, cui si aggiungono chiese cristiane di altre confessioni, ospiti di edifici nati per altre destinazioni d'uso. Il macroambito presenta molteplici scuole pubbliche, comprese sia tra via Scialoja e via Reiss Romoli così come lungo la via Lanzo e relative traverse. Assente un ospedale specifico e servizi sanitari pubblici. |
8. Vincoli e prescrizioni |
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X | P.R.G. | X | Soprintendenza |
X | P.P.R. | X | Altre tutele |
Indicazioni specifiche |
Il Piano Paesaggistico Regionale, confermando l'appartenenza di tutta l'area al macroambito Paesaggio urbanizzato della piana e della collina di Torino (tavola P6), negli Ambiti e Unità di Paesaggio (tavola P3), identifica l'intera area quale Urbano rilevante alterato. Il perimetro degli ultimi lotti edificati a nord sancisce il perimetro dell'Area contigua della fascia fluviale del Po - tratto torinese comprendente pur tuttavia, insieme a tutta la larga fascia di territorio inedificato lungo la Stura (nel Piano individuata tra le Aree rurali di pianura o collina), anche l'area occupata dal tiro a segno, dalla fabbrica di pigmenti coloranti e il Centro meccanizzato per lo smistamento postale di Poste Italiane (vedasi tavola P4 del Piano). La protezione legata allla ZPS Paesaggio urbanizzato della piana e della collina di Torino non raggiunge quest'area arrestandosi all'altezza del ponte su corso Giulio Cesare. Vigono tutte le protezioni legate ai corsi d'acqua, individuate anche dalla tavola P4 del medesimo Piano, che con l'inviluppo dell'area Zona fluviale allargata mette in luce un significativo allargamento dell'area soggetta a vincolo che in taluni punti lambisce anche via Reiss Romoli, tanto da lasciare immaginare che tale ampliamento si leghi a potenziali fenomeni alluvionali interessanti tanto il torrente quanto una estesa area attigua. Significativa l'individuazione tanto di minimi Territori a prevalente copertura boscata, quanto Aree di elevato interesse agronomico, tutte individuate nelle aree un tempo oggetto di attività di cava, in prossimità del Lago Bechis. Queste aree sono altresì comprese nelle aree regolamentate e protette quali I parchi e le riserve nazionali o regionali nonchè i territori di protezione esterna dei parchi. Non si rilevano segnalazioni da parte della Soprintendenza. |
9. Norme urbanistico edilizie di attuazione |
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X | Inclusione nelle aree ZUT/ATS |
Indicazioni specifiche |
Numerose aree identificate lungo via Lanzo quali ZUT a Servizi, Residenza, Impianti Sportivi e Eurotorino - Parco tecnologico. Altrettante presenti lungo via Reiss Romoli quali ZUT a Servizi e Industriale. |
10. Descrizione e considerazioni (cronologie, comparazioni, riferimenti) |
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11a. Documentazione cartografica storica |
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Ignoto topografo piemontese, Carta topografica della Caccia, Torino, 1760-1766. AST, Corte, Carte topografiche segrete, 15 A VI rosso. |
11b. Documentazione cartografica attuale |
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Piano Regolatore 1995. Tav. 2a (Geoportale Comune di Torino). |
Ortofoto del macroambito Basse di Stura (Google Maps, 2023). |
12a. Documentazione storica |
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Cascina La Ressia in una foto d'epoca (Fonte: MuseoTorino). |
Cascina Il Canonico già Cascina La Boscaglia in una foto d'epoca (fonte: MuseoTorino). |
Cascina Le Basse di Stura, già La Bassa, in una foto d'epoca (fonte: Catalogo generale dei Beni Culturali). |
12b. Documentazione attuale |
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Quanto resta dei casi da terra, assai rimaneggiati, della Cascina Le Basse di Stura, esempio di assimilazione di complessi rurali entro dinamiche di nuova urbanizzazione. Foto: G. Bronzino e C. Devoti. |
Lacerti del complesso de La Ressia, a ridotto del corso del torrente Stura, in stato collabente. Foto: G. Bronzino e F. Pagliaro. |
La Cascina Il Canonico, già Cascina La Boscaglia, che rappresenta il caso più riconoscibile di insediamento rurale a corte. Sullo sfondo gli edifici industriali di via Reiss Romoli. Foto: G. Bronzino e C. Devoti. |
Cascina Comotto, esempio di assimilazione di complesso rurale entro centro produttivo a carattere industriale. Foto: G. Bronzino e F. Pagliaro. |
Le aree inedificate a nord di via Reiss Romoli, così come visibili alle spalle della Cascina Il Canonico. Foto: G. Bronzino. |
13. Documentazione archivistica |
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14. Documentazione bibliografica |
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16. Compilazione e revisione |
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Compilatore scheda: | Giosuè Bronzino |
Data compilazione: | Gennaio 2022 |
Revisore scheda: | Chiara Devoti |
Data revisione: | Maggio 2024 |