A fronte di un fine per l’attività congiunta, tra Ufficio Speciale del Piano e DIST, individuato nella predisposizione di documenti storico-scientifici, di ricerche e indagini a supporto della revisione generale del P.R.G., in particolare per «gli aspetti storico, culturali e architettonico-paesaggistici con i successivi approfondimenti eventualmente necessari» e, secondo quanto individuato dalla Proposta tecnica del Progetto Preliminare, indagini che ricadranno nel contenuto 3. Tutela beni culturali, architettonici e del paesaggio, l’esito dell’attività d’indagine è esposto sotto forma di schede, più agevoli nella consultazione rispetto a una trattazione tradizionale.
L’approccio metodologico si fonda su di un consolidato processo di conoscenza della città storica. Il termine “storica”, in questo contesto, si sposta rapidamente dal nucleo di più antica acculturazione (definizione formulata ormai quarant’anni dal primo gruppo di ricerca del Politecnico: COMOLI, et alii, Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, 1984) a una ben più ampia porzione di territorio urbanizzato (Art. 26 del PRG vigente — Edifici di particolare interesse storico ed edifici caratterizzanti il tessuto storico esterni alla Zona Urbana Centrale Storica). Parallelamente si considera come ineludibile una lettura in grado di riconoscere nella “struttura storica della città” la chiave interpretativa fondante. Come segnalato con lucidità da chi era parte integrante di quel processo conoscitivo, si tratta innanzitutto di «comprenderne la realtà contemporanea stratificata nei secoli e le valenze storiche residuali anche all’esterno del più antico nucleo urbano già racchiuso dalle fortificazioni» (VIGLINO, 2014).
L’indagine degli anni Ottanta, che ancora rimane come paradigma scientifico ineludibile, si muoveva a partire dalla ripartizione concettuale della città non semplicemente nei 23 quartieri nei quali allora era suddiviso il territorio comunale, ma in ambiti urbani, a loro volta retti da direttrici e assi storici a vario grado di storicizzazione. Elementi viari, ma anche ferroviari e per estensione idrici, nella fatispecie di canali, “bealere” di lunga storicità.
Questi elementi chiave dell’interpretazione non possono essere negati dalla ricerca attuale, proprio nella logica sistemica che rimane la struttura interpretativa anche dell’attuale “AnaTOmia” della città, costituendo parte integrante della organizzazione logica delle schede, alle varie scale e secondo i diversi temi.
Ogni scheda, quale che ne sia la natura (temi, macroambiti, ambiti, complessi e beni), nasce per costituire uno spazio non autoreferenziale, ma per innestarsi nel contesto ampio della lettura della città, agganciandosi sia in senso verticale, sia in senso orizzontale con altre schede e contribuendo a una interpretazione innanzitutto sistematica alla complessità della condizione urbana.
Tutte le schede — onde nulla perdere della scientificità dell’approccio — sono corredate di riferimenti bibliografici e archivistici, per una lista completa dei quali è possibile fare riferimento alla sezione Fonti. Analogamente tutte le schede sono firmate e per la lista dei collaboratori, con le rispettive responsabilità scientifiche, si rimanda alla sezione Chi siamo.