COMPLESSI E BENI

Le schede di questa sezione, ripartite in 5 settori (cascine, chiese, compresi gli elementi che a queste fanno capo come oratori, complessi scolastici confessionali, edifici, in prevalenza residenziali, ma anche di servizio, industrie, intese come complessi industriali, quindi anche con gli spazi per uffici, deposito merci, parcheggio, scuole, mense e palestre di servizio, ville e vigne) non rappresentano una riproposizione delle sintetiche schede che popolavano il I volume della ricognizione offerta da Beni culturali ambientali nel Comune di Torino, 1984, né un omologo della schedatura messa in campo dagli Uffici preposti alla Tutela (in particolare la cosiddetta “scheda A” ministeriale e in generale le schede di catalogo). Si tratta infatti di una selezione di casi emblematici, più o meno numerosi a seconda del tema di riferimento, da intendersi appunto quale approfondimento a fronte delle schede tematiche (Temi) oppure come edifici dal forte valore per la formazione di ambiti e macroambiti per i quali si intendano offrire elementi di approfondimento.
La logica di queste schede è inoltre quella che mira innanzitutto alla comprensione di complessi articolati, come per esempio i casi legati alla produzione industriale, in grado di determinare con la loro presenza anche un ridefinirsi di spazi e porzioni di città. Si privilegia, quindi, nella scheda, rispetto alla descrizione puntuale del bene o del complesso, la rilettura proprio delle interazioni a livello urbano.

Cascine
  • In compilazione
Chiese
  • In compilazione
Edifici
  • In compilazione
Tesi inerenti
pdf CHIARA BENEDETTI, Il patrimonio edilizio torinese degli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento tra programmi di costruzione della città, tutela e prospettive di riconoscimento e conservazione. Tesi di Specializzazione, a.a. 2021-22, Tutores Chiara Devoti, Monica Naretto, Enrica Bodrato.
pdf CECILIA DE MARCO, Edilizia residenziale sociale nel secondo Novecento a Torino. La costruzione di parti di città nei programmi urbanistici. Tesi di Specializzazione, a.a. 2021-22, Tutor Chiara Devoti.
pdf ANDREA MINELLA, La tutela delle architetture di Carlo Mollino. Tesi di Specializzazione, a.a. 2019-20, Tutors Monica Naretto, Lisa Accurti, Stéphane Garnero.
IRENE BALZANI, Uno strumento operativo per la costruzione della città tra fonti archivistiche e progetti. Il Piano Regolatore di Torino del 1959 e la sua eredità. Tesi di Specializzazione, a. 2022, Tutores Chiara Devoti, Angioletta Voghera, Enrica Bodrato.

La tesi propone un’analisi del Piano Regolatore Generale di Torino approvato nel 1959, attraverso la lettura critica della collezione donata nel 2021 al Laboratorio di Storia e Beni Culturali del DIST - Politecnico di Torino e appartenuta all’ Ing. Mario Daprà, contenente la cronistoria dei piani regolatori cittadini dal secondo dopoguerra agli sviluppi più recenti. I riferimenti documentari si sono rilevati di supporto per predisporre una possibile lettura attorno ai temi della pianificazione e dei suoi risvolti operativi legati alla feconda attività di progettazione architettonica ed edilizia sviluppata dai professionisti di settore. Agendo tramite una completa ricognizione dell’intera raccolta, nell’ambito di un tirocinio di III livello, si è aperta la possibilità di leggere in retrospettiva la storia legata all’approvazione del piano regolatore e di coglierne l’eredità strutturale lasciata alla città prima ex-capitale e poi cuore della grande industria negli anni del boom. L’opportunità di studiare il PRG del 1959 di Torino s’inserisce quindi in un contesto più ampio di ricerche storiche sulla città, portate avanti dalla volontà di incrementare le conoscenze sul lascito urbanistico e architettonico del secondo Novecento. Dai temi che emergono, si può constatare come la città venga ridisegnata per interi comparti attraverso tre principali tendenze: in primo luogo, alla saturazione ovvero il processo inarrestabile di costruzione che generò tessuti a carattere prevalentemente residenziale disseminati in un mosaico di densità abitative, cicatrizzando e interfacciandosi [o meno] con le diverse strutture preesistenti; in secondo luogo offrendo timidi accenni di sperimentazione, passando dalle unità autosufficienti, alla zonizzazione dell’intera città, assieme all’individuazione [non accolta] di alcune Z.U. (le cosiddette zone unitarie) con prospettive di riconversione; per ultimo, subendo la scarsa autorità del piano stesso, il quale permise la generazione di innumerevoli varianti e licenze indebite, non contribuendo così a validare a posteriori una visione di pianificazione organica e offuscandone gli aspetti invece più innovativi dai quali si mossero gli studi successivi.


Industrie
Tesi inerenti
pdf ROBERTA FRANCESCA ODDI, Il patrimonio industriale in Torino tra prima e seconda cinta daziaria: matrici di generazione, processi di trasformazione in atto e prospettive di ricerca. Tesi di Specializzazione, a.a. 2019-20, Tutors Chiara Devoti, Laura Guardamagna, Angioletta Voghera.

Ville e vigne
  • In compilazione
Tesi inerenti
PIETRO GIOVANNI PISTONE, La sedimentazione dell’assetto viario pedecollinare di Torino fra XVII e XIX secolo e il suo ridisegno nella prima metà del Novecento.. Tesi di Specializzazione, a. 2022, Tutors Chiara Devoti, Maria Vittoria Cattaneo.

La tesi è incentrata sullo studio della rete viaria della zona pedecollinare di Torino, pur considerando il «sistema collinare» nella sua complessità; le prospettive di ricerca sono state quelle della storia della città, dell’urbanistica e della struttura storica del territorio. In specie, questo «palinsesto» territoriale è stato approfondito attraverso la disamina di fonti archivistiche (prima fra tutte la cartografia) conservate sia all’Archivio Storico della Città sia all’Archivio di Stato di Torino; ci si è inoltre riallacciati a una letteratura consolidata, di cui uno dei capisaldi è Beni culturali ambientali nel Comune di Torino (1984).
La formazione e lo sviluppo dei fenomeni di infrastrutturazione viaria sono stati esaminati secondo una dimensione temporale di longue durée e pertanto, nella prima parte del lavoro (cap. 1), si è cominciato lo studio della selezione cartografica a partire dal XVII secolo. Tramite quest’analisi si è appurato come il sistema viario pedecollinare si sia andato infittendosi e consolidandosi fino al XIX secolo, quando si iniziò a modificarne profondamente l’assetto: in particolare, dalla seconda metà dell’Ottocento, è stato tramite la pianificazione “settoriale” che si è ridisegnata quest’area oltre il Po.
Successivamente (cap. 2) si sono approfonditi strumenti di pianificazione quali il Piano Unico (1906-08) e il piano collinare (1913) per la zona oltre la seconda cinta daziaria (1912); in seguito, per il periodo fra il 1915 e il 1945, si è cercata di comprendere la lunga fase di “addensamento” della costruzione urbana, all’interno della griglia stabilita (e dei suoi cambiamenti), mediante lo studio di alcune fra le innumerevoli varianti di piano approvate.
Infine (cap. 4) si è data una lettura che tenesse conto delle permanenze della rete viaria storica e dei cambiamenti urbanistici del Novecento per l’area oggetto di studio, fermandosi alla constatazione della situazione di distruzione postbellica.